Quel diavolo di avvocato

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    catsoup

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    Veramente Bello!
    la storia è molto strutturata, in ogni capito scopri qualcosa, ogni capitolo ti lascia la curiosita di andare avanti
    Complimenti ^_^
     
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    pamaru

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    Il nostro cucciolo è un demone puro! Un essere con dei poteri enormi ... e il diavolo capisce che dovrà spiegargli almeno un minimo se non vuole che se ne vada in giro a chiedere alle persone sbagliate! In più Radh'ka deve andarsene ed accettare qualche caso se non vuole che si cominci a sospettare qualcosa ! Affida quindi Kreuz a Vyras per l'addestramento e compie un ultimo incantesimo prima di andare ...
    Perché il diavolo ha dato a Vyras la responsabilità di addestrare il cucciolo di demone? E questo ultimo incantesimo a cosa servirà?
    Aspettiamo di sapere .... al prossimo capitolo, Pam
     
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  3. doitsu_chan
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    Radh'ka era partito presto la mattina seguente; Vyras lo aveva guardato sparire nel portale, rilasciando un sospiro di rassegnazione. Con l'assenza del padrone, il suo compito sarebbe stato ancora più complicato; in molti non vedevano di buon occhio il demone già dal suo arrivo, ma dopo la notte dello scontro, aveva attirato su di se il loro odio. Tutti infatti, avevano sentito cos'era accaduto tra le mura di quella stanza; le urla e gli ansimi del demone, avevano rimbombato per i freddi corridoi per la maggior parte della notte. Aveva già dovuto placare gli animi di alcuni servitori troppo presuntuosi, poco prima di essere convocato dal suo signore; sperava solo che le minacce fermassero quegli stolti dal compiere gesti avventati. Il suo signore era stato chiaro, il demone gli serviva; non avrebbe accettato una mancanza da parte sua, ed era abbastanza certo che chiunque avesse osato disubbidirgli avrebbe pagato a caro prezzo quell'affronto.

    Mahan imprecava da due giorni contro il demone, lei come tutti aveva sentito quello che era successo e non era affatto contenta; aveva cercato di evitarla in tutti i modi - soprattutto dopo quello che aveva dovuto fare nelle segrete - ma lei gli stava incollata addosso chiedendogli ogni due secondi come stesse. Le ferite si stavano richiudendo velocemente, ma lui non aveva certamente lo stesso potere rigenerativo del demone. Quel cucciolo era fuori dalla norma anche per i suoi standard.

    Lui, al contrario di molti altri non nutriva astio verso il demone, e nemmeno verso il padrone; aveva donato la sua esistenza al diavolo, non gli sarebbe venuto meno per nessun motivo al mondo. Certo, gli dispiaceva per la sorellastra; ma gli ordini del padrone erano legge per lui, come per chiunque altro dentro il castello. Disubbidire ad un suo ordine diretto, equivaleva nel miglior caso a passare una settimana nella stanza delle torture con un subalterno a torturarti; se il padrone era di pessimo umore, come succedeva raramente, allora lo sfortunato di turno doveva solo sperare di riuscire a restare vivo, in quanto il diavolo si sarebbe occupato personalmente della sua punizione. E non sarebbe certamente stato clemente o delicato.

    La sorella si era in parte meritata la visita nelle segrete; e lui capiva il motivo per cui il diavolo gli aveva fatto eseguire personalmente la punizione, nonostante il loro grado di parentela. Anzi, forse proprio per quello.

    Quando il portale scomparve del tutto, il moro rientrò nel castello; era ora di andare a svegliare il demone. Poteva benissimo lasciare questo compito ad un altro dei servitori presenti nel palazzo, ma per il momento non poteva permettere che gli succedesse qualcosa; senza il suo potere, non era in grado di difendersi se qualcuno lo avesse attaccato.

    Quando Vyras entrò nella stanza, pochi minuti più tardi, trovò il demone profondamente addormentato tra le soffici coltri del letto; il giorno prima era stato estenuante ed infinito, il verde infatti, non riuscendo a percepire il demone avversario, aveva compiuto un sacco di movimenti inutili, non comprendendo appieno il senso dell'allenamento. Avrebbe dovuto tentare con un approccio diverso, altrimenti quando il suo signore sarebbe tornato, non avrebbe riscontrato nessun miglioramento: e a quel punto lui avrebbe potuto dire addio alla sua vita.

    « Svegliati demone, è ora di iniziare l'allenamento. » Disse il moro, ricevendo in cambio solo un verso incomprensibile da parte dell'occupante del letto. Vyras sbuffò spazientito, tirando via le lenzuola dal corpo mezzo nudo del demone, che si raggomitolò in posizione fetale, coprendosi poi la testa spettinata con il soffice cuscino.

    « Uhmmm... E' appena l'alba. » Mugugnò Kreuz con la voce attutita dallo strato di piume.

    « L'allenamento inizia all'alba e finisce quando io deciderò che è il momento di smettere. E ora muoviti ad alzarti, se non vuoi saltare la colazione. » Rispose Vyras.

    « Ma siete tutti così simpatici in questo posto? » Replicò Kreuz, alzandosi di scatto dal letto; guardando male il moro.

    « Non è nostro compito essere simpatici. Il nostro unico dovere risiede nel padrone e ne suoi ordini, e io ho avuto il compito di addestrarti. Che ti piaccia o no; quindi alzati da quel letto. »

    « Spiegami un po' tutta questa devozione nei confronti del diavolo... ne sei innamorato? Vi tiene sotto controllo con un qualche incantesimo strano? O vi minaccia in qualche modo? » Chiese interessato il demone, dirigendosi però verso il bagno adiacente.

    « Il padrone non usa nessun trucco. E certamente io non posso avere la presunzione di innamorarmi di lui; uno del mio calibro non può permetterselo. Non ne è degno. Il nostro è unicamente rispetto verso il padrone che serviamo, ma un essere primitivo e volgare non potrà mai capire la nostra devozione. » Ribatté gelido il Vyras, lanciandogli un'occhiataccia. Solo allora notò il complicato tatuaggio che svettava sulla pelle del demone: un enorme e minaccioso ragno nero stava su una sottile ma intricata ragnatela, che a sua volta conteneva due occhi vacui, senza iride ne pupilla, che “osservavano” il mondo alle spalle del demone.

    « L'unico rispetto a cui sono abituato è quello della pancia piena dopo un estenuante giornata di lavoro. » Replicò Kreuz dal bagno.

    « Con lavoro, intendi fare il sicario, consegnando oggetti preziosi - la maggior parte delle volte rubati - ad altra gente, per conto dei trafficanti di Eradish? »

    « Per tua informazione quelle terre sono piene di trappole mortali; nulla di possibilmente paragonabile alle quattro mura che circondano questo castello. Le creature che dimorano in quei luoghi, non sono docili come quelle lucertole troppe cresciute che tenete in giardino, il loro veleno è per la maggior parte delle volte letale. »

    « Non mi pare tu abbia grossi problemi con il veleno. Ancora mi chiedo come tu abbia fatto a sopravvivere. » Domandò il moro.

    « Intendi quello presente sulle tue lame? Era infinitamente dolce; sei certo di non aver confuso le boccette quando hai preparato le armi? » Ghignò Kreuz, deridendolo.

    « Impossibile. Ed ora muoviti ad uscire dal bagno, siamo già in ritardo. »




    *******




    Radh'ka percorse i gelidi corridoi di pietra, fino a raggiungere un'anonima porta a ridosso della parete: varcò la soglia dopo aver ricevuto il permesso e si sedette sull'unica poltrona davanti alla scrivania di appal. La stanza non conteneva un grande arredamento, un'imponente scrivania di legno scuro stava al centro della stanza; due comode poltrone di una costosa e rara pelle di durag, erano poste una davanti all'altra con solo la scrivania a separarle. Una libreria fatta dello stesso materiale della scrivania, ricopriva tutta la parete opposta alla porta dove era entrato il diavolo poco prima; il tutto appoggiava su soffici tappeti pregiati, disseminati in vari angoli della stanza.

    Radh'ka osservava in silenzio l'essere davanti a se, senza proferire alcuna parola; era stato convocato con la massima urgenza, ma probabilmente si trattava del solito rapporto di routine, quindi non si preoccupava più di tanto di quello che avrebbe detto l'altro.

    « Avete come sempre un aspetto impeccabile, nonostante quelle dubbie spoglie. »

    « Vi ringrazio. Posso sapere il motivo di questa convocazione? »

    « Mi è giunta voce che tu abbia adottato un nuovo cucciolo Radh'ka; spero che questo non ti stia distraendo dal tuo compito, su ai piani alti si aspettano molto da te. Soprattutto a causa del tuo sangue. »

    « Non vi preoccupate, tutto sta procedendo secondo i piani. Tra poco tutto sarà pronto. » Rispose il diavolo con voce gelida. Odiava sentir parlare del suo sangue e quindi della sua discendenza, era una cosa che lo aveva sempre fatto infuriare. Non sopportava di essere controllato come un bambino poco ubbidiente, e sapere che quel fossile conoscesse tutti i suoi spostamenti lo irritava irrimediabilmente.

    « Molto bene. Tutto deve essere perfetto per quando giungerà il momento prestabilito. »

    « Non vi deluderò. La nostra rivalsa su quegli esseri primitivi avrà presto inizio. »

    « Puoi andare ora. Ti contatterò ancora per farti sapere luogo ed ora del prossimo incontro; c'è qualcuno impaziente di vederti fuori da quella porta. Vedete di non dilungarvi troppo in convenevoli, nonostante sia da molto che non vi incontrate, anche noi abbiamo del lavoro da finire. »

    « Certamente. » Rispose il diavolo, per poi alzarsi dalla comoda poltrona e uscire dalla stanza.

    Non appena si richiuse la porta alle spalle venne travolto da una cascata di ricci capelli azzurri; cercò di staccarsi quella cozza che gli si era attaccata addosso, ma senza molti risultati.

    « Staccati Selyra, sei pesante. »

    « Sempre simpatico è tesoro? È impossibile che sia pesante, mi sono pure messa a dieta. È da un sacco che non ci vediamo, e tu parli del mio peso. Girano certe voci su un tuo nuovo cucciolo, com'è? È forte? È carino? O è solo un altro dei tuoi passatempi? Sento uno strano odore sulla tua pelle, ma non riesco a riconoscerlo; non è quello delle solite puttane che ti porti a letto. Questo emana una sottile traccia di potere. » Rispose Selyra, senza dimostrarsi offesa in alcun modo.

    « Non intendo rispondere a nessuna delle tue domande. Ora se mi vuoi scusare. » Replicò Radh'ka, facendo cadere il discorso.

    « Non puoi andartene di già! Ci siamo appena rincontrati dopo più di sei lune! » Si lamentò la riccia. « Inthersill ci ha concesso del tempo, ed è un sacco che non stiamo da soli... sai... come hai vecchi tempi. » Continuò lasciva, spalmandosi addosso al diavolo e facendo combaciare i suoi floridi seni contro il petto dell'altro.

    « Spostati Selyra. Devo ricordarti che sei rimasta incinta dopo essertela fatta con mio fratello? » Rispose gelido Radh'ka.

    « Quante complicazioni, un po' di sano sesso fa sempre bene. Non capisco perché siete tutti così fiscali. Nonostante tutto, ti trovo comunque molto affascinante. » Si lagnò lei sbuffando, ma senza staccarsi, iniziando anzi a giocare con una delle ciocche argentee del diavolo.

    « Ryarn, vieniti a riprendere la tua compagna, se vuoi avere un'erede. La mia pazienza sta per esaurirsi. » Ringhiò il diavolo, ricevendo in risposta solo una bassa risata, da un punto in ombra del corridoio.

    « Come siamo suscettibili fratellino; a Sely mancano i nostri incontri a tre.. e devo ammettere che anche io ne sento la mancanza. » Rispose la voce.

    « A me invece non sono mancati per niente. E ora dille di levarmisi di dosso, ho del lavoro da fare. » Sibilò irritato Radh'ka.

    « Sely, lascia andare l'antipatico. Andremo a divertirci con qualcun altro te lo prometto. Il bambino ha bisogno di energie, e cosa può essere migliore di un buon pasto a base di sangue durate il sesso. » Disse il fratello uscendo dalle ombre; aveva dei corti capelli neri, perfettamente tirati indietro da una strana mistura che li rendeva più lucenti. Gli occhi, piccoli e rossi fissavano gelidi Radh'ka: che non si fece per nulla intimorire da quello sguardo di fuoco.

    « Ma Ry, io... » Cercò di dire lei.

    « Ti ho detto di venire qua Selyra, non farmelo ripetere. » Tagliò corto l'altro diavolo.

    « Come vuoi. » Sbuffò la riccia, separandosi a malincuore dal diavolo dai capelli argentei, che ritornò finalmente in possesso del suo braccio.

    « Ora, se volete finalmente scusarmi. » Finì Radh'ka, passando accanto al fratello, per poi imboccare il gelido corridoio.

    « Ci vediamo presto, fratellino. »
     
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  4. †Vampire†
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    Il diavolo ha un fratello!!? sono curiosa di scoprire quale sarà il piano che gli permetterà di shiacciare gli "insetti" :fear:
    grazie per aver postato anche questo capitolo ^^
     
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    catsoup

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    Bello! si fa sempre più interessante ^_^
     
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  6. Lu-cha
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    .......Che devo scrivere? Ho aperto una storia a caso, tanto per dare un'occhiata. Non ero assolutamente intenzionata a mettermi a leggere, stavo aspettando che il download di uno yaoi terminasse, così mi sono intrattenuta spulciando nel forum.
    Dopo aver letto 5 o sei righe di questo racconto ero sul punto di chiudere. Non perché non fosse scritto bene, anzi! Ti faccio i complimenti per il modo incredibile in cui metti per iscritto la tua storia. Soprattutto per i particolari di luoghi o oggetti intorno ai protagonisti!
    Comunque...Dicevo che stavo per chiudere, ma ho la brutta abitudine di costringermi a leggere fino alla fine, se non di una storia, per lo meno di un capitolo...
    Beh, che dire...Questa "brutta abitudine", mi è finalmente stata utile! SONO FELICISSIMA DI NON ESSERMI FERMATA!!!!! :luv: :luv: :luv:
    Ho cominciato ad appassionarmi alla tua storia non appena ai fatto incontrare i due personaggi!!! Ma sei incredibile!!! Il modo in cui scrivi è fantastico, ma adoro ancora di più la trama della storia!!! Piena di misteri ancora irrisolti!
    MANNAGGIA LA MISERIA! NON VEDO L'ORA DI LEGGERE IL SEGUITO!!! :çoç:
    Più andavo avanti più pensavo: "Ti prego...un altro capitolo...Fa che ci sia un altro capitolo!!!" :gods:
    Quando sono arrivata alla fine dell' undicesimo ho cominciato a disperarmi!!! Chissà quanto dovrò aspettare per scoprire con chi stava parlando Radh'ka! E cos'è esattamente un demone puro!! Fin dove si spingono i suoi poteri??? E' più potente di Radh'ka???? Quale cavolo di piano hanno in mente di mettere in atto Radh'ka e i tipi misteriosi???? Non ce la faccio ad aspettare!!!! :fuggy:
    Quante domande mi vorticano in mente!! E quante altre ne verranno fuori dal prossimo capitolo, ne sono certa!!!! :çoç:
    Mi aspettavo un po' più scene yaoi...Ma la trama è talmente avvincente, che anche se non dovessero esservene altre, non ne rimarrei affatto delusa (Il che è tutto dire!!!)!!
    COMPLIMENTI PER LA TUA STORIA!!!! E' SPETTACOLARE!!!! CONTINUA COSI'!!! : hug:
    WUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA NON VEDO L'ORA CHE ESCA IL CAPITOLO 12!!!!!!!! :luv: :luv: :luv: :luv: :luv:
     
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    pamaru

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    Mi stavo per perdere l'aggiornamento!
    Cavoli .... meno male che l'ho riacchiappato. Comunque continua l'addestramento del nostro cucciolo ... e devo dire che più andiamo avanti e meno mi dispiace Vyras (vorrei sapere di più su di lui).
    Ma la cosa sensazionale è che Radh'ka ha un fratello, e nemmeno molto amato da quel che si può capire, accompagnato da una femmina che sembra volere molto più di quello che il diavolo gli ha concesso in passato, ma che lui respinge fermamente.
    Credo, dall'ultima frase, che rivedremo il fratellino di Radh'ka e chissà per quali strane manovre!
    A presto, Pam
     
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  8. doitsu_chan
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    12#

    Alla sua sinistra nulla, a destra nemmeno. Davanti e dietro di se non percepiva niente; nessun movimento, nessun rumore. Se non si contavano i rumori naturali. Dove diavolo si era cacciato quello stupido servitore? Fiutò appena l'aria, sentiva un lieve profumo dolciastro, ma non capiva... era..... sopra di lui.
    Schivò appena in tempo un colpo diretto alla sua testa, abbassandosi e sorreggendo poi il proprio corpo sulle braccia; cercando di colpire il proprio avversario con un calcio. Lo mancò, probabilmente di poco, quindi si diede lo slancio con le mani per tornare in posizione eretta, rimettendosi in guardia. Tutto sarebbe stato molto più semplice senza quel maledetto pezzo di stoffa a coprirgli gli occhi, ma avrebbe annullato lo scopo dell'esercizio. Doveva riuscire a schivare e colpire Vyras senza l'ausilio della vista, così sarebbe potuto passare al livello successivo. Ovvero dare la caccia a quel maledetto lombrico invisibile. Solo allenandosi duramente avrebbe potuto farla pagare a quel maledetto diavolo. Al suo stato attuale non poteva competere contro di lui, se n'era reso conto fin troppo presto.
    Un colpo di Vyras lo prese in pieno, mandandolo a gambe all'aria. Concentrati Kreuz, concentrati; si ripeteva. Non doveva distrarsi, se fosse stato uno scontro mortale lui sarebbe già morto innumerevoli volte; non poteva permettersi nessuna distrazione.
    “ Sei davvero scarso testa verde, non ti sei nemmeno accorto che il tuo avversario è a sinistra.”
    Balzò a destra seguendo quell'improbabile consiglio, finendo con la schiena proprio sull'estremità del pugnale di Vyras; che lo guardava esasperato per l'ennesimo fallimento.
    “ Ops... Forse era l'altra sinistra. Ahah.”
    Kreuz ringhiò frustrato, come osava quello scarto di demone prendersi gioco di lui?
    « Smettila Erelày, hai fatto quello che ti ho chiesto? » Disse Vyras.
    Il rosso gli lanciò un'occhiataccia, ma rispose comunque. « Si, è tutto pronto. Le condizioni ideali avverranno tra meno di un mese. Tra la prima e la seconda settimana di Lymith, quando entrambi gli occhi di Thyamridrick saranno aperti sul nostro mondo. »
    « Impossibile, gli occhi del dio non sono mai stati aperti nello stesso momento. » Replicò Kreuz.
    « E' un fenomeno molto raro, che avviene una volta ogni mille anni. Non mi stupisce che tu non lo abbia mai visto, vista la tua giovane età. » Disse il moro a Kreuz, per poi rivolgersi nuovamente al rosso. « Molto bene, spero che il padrone sia di ritorno entro quel periodo; altrimenti tutta la sorveglianza di questi giorni sarà stata inutile. »
    « Perché è importante che il diavolo sia presente quel giorno? » Domandò il demone.
    « Torna ad inseguire le ombre moccioso. I grandi stanno discutendo. » Sbottò il rosso.
    « Smettila Erelày. Non ti deve interessare demone, se il padrone non ti ha comunicato le sue intenzioni vuol dire che non è necessario che tu le conosca. » Rispose freddo Vyras.
    « Sono stufo. Nessuno mi dice nulla, non ho idea di quanto dovrò stare in questo posto, e nemmeno il motivo per cui mi trovo qui. Cosa vuole quel maledetto diavolo da me? Non muoverò più un muscolo se qualcuno non mi spiega cosa sta succedendo. »
    « Ci manca solo che inizi a pestare i piedi per terra. Fai schifo, ecco perché odio i mocciosi. » Replicò Erelày schifato, guardando con disgusto il demone.
    « Osa darmi ancora del moccioso, stupido fiammifero che non sei altro, e giuro che ti farò ingoiare i tuoi stessi capelli. » Ringhiò Kreuz furibondo.
    « Provaci se ci riesci, stupida erbaccia marcia. » Disse in risposta il rosso, facendo un passo avanti in direzione del demone.
    « Smettetela voi due. Erelày smettila di provocarlo inutilmente, sembri te il moccioso quando ti comporti in quella maniera. E tu demone vedi di avere più rispetto, non mi interessa se ti credi più forte di noi, mi è stato ordinato di addestrarti, ed è quello che farò. » Iniziò Vyras, fulminando entrambi con una singola occhiata. « Visti gli scarsi risultati che l'addestramento ha portato cambieremo metodo. Se non ha nulla da fare di più urgente, Erelay ci aiuterà in una piccola dimostrazione. »
    « Per me va bene. Ho già finito tutti i miei compiti, e mi sto annoiando. » Replicò il rosso.
    « Molto bene. Demone, vai sederti alla base delle mura del castello e osserva attentamente. Ora ti mostreremo lo scopo dell'esercizio base che tu hai fallito, vedi di stare attento. Erelày, inizialmente non useremo i poteri, alzeremo il livello di difficoltà poco per volta. »
    « Come vuoi. » Rispose il rosso alzando le spalle indifferente, mettendosi poi davanti a Vyras che gli mise la benda sugli occhi.
    « Inizia pure quando vuoi. » Continuò rilassato.

    ****

    Kreuz si sedette sotto un albero situato vicino alle mura e guardò i due servitori mettersi in posizione; non si aspettava granché dal rosso ma dovette ricredersi, era decisamente bravo. Vyras aveva iniziato a girargli intorno, cambiando diverse volte la direzione e la velocità, avvicinandosi di tanto in tanto senza produrre il minimo rumore; ma nonostante quello, Erelày schivò ogni suo tentativo di toccarlo. Da quel momento i tentativi si fecero sempre più numerosi e veloci, ma il rosso deviava ogni colpo, nonostante avesse gli occhi bendati: sembrava che quella benda non gli procurasse il minimo fastidio.
    Ad un certo punto qualcosa nell'aria cambiò, Erelày si mise anche lui in posizione d'attacco ed iniziò a contraccambiare i colpi di Vyras; diversi fendenti tagliavano l'aria intorno ai due sfidanti, ma entrambi non avevano il minimo graffio. Nemmeno le loro uniformi erano in qualche modo rovinate. Calci e pugni volavano nell'aria ad una velocità impressionante, ma nessuno dei due sembrava avere la meglio sull'altro.
    Kreuz riusciva a seguire quasi tutti i loro movimenti, ma rimase spiazzato quando il moro scomparve letteralmente da davanti al suo avversario e ricomparve pochi istanti dopo sopra di lui, appeso a testa in giù sul ramo più basso dell'albero sotto il quale stava lui.
    « Hai capito i tuoi errori demone? » Chiese Vyras.
    « Devo concentrarmi su tutti i sensi e non solo sulla vista. Mi hai bendato per quello. » Rispose Kreuz fissandolo negli occhi. « È quello il tuo potere? Scomparire nel nulla e riapparire dove vuoi? » Domandò poi curioso.
    Vyras si dondolò un po' avanti e indietro prima di rispondere alla domanda, continuando a ricambiare lo sguardo del demone.
    « E' una delle mie eredità paterne, oltre al sangue velenoso. » Rispose vago, lanciando al rosso ancora al centro dello spiazzo un sorrisetto di sfida, il quale rispose alzando un sopracciglio.
    « Abbiamo finito? » Chiese Erelày avvicinandosi ai due.
    « Si, grazie Erelày per aver giocato con me. »
    « Quando vuoi. Sono sicuro che badare ai cuccioli sia alquanto noioso. » Replicò il rosso ghignando in direzione di Kreuz, che in risposta gli ringhiò contro.
    « Smettetela di litigare voi due; Erelày lo sai cosa ha detto il padrone a riguardo. » Sibilò Vyras guardando male entrambi.
    « Va bene, va bene. Vado ad importunare il mio fratellino. Divertitevi! »

    « E' sempre così simpatico? »
    « Chi? » Chiese il moro scendendo dall'albero e sedendosi sull'erba accanto al demone.
    « Il rosso. » Disse solo Kreuz.
    « Solo con i nuovi arrivati. Ci farai presto l'abitudine. »
    « Sembra una minaccia... »
    « Non è detto che non lo sia. »

    ****

    Erelày camminava a passo spedito lungo i freddi corridoi che conducevano ai sotterranei, i capelli vibravano appena sopra la sommità del capo; gli artigli così come le zanne presenti nella sua bocca si erano allungati e ora graffiavano in profondità i suoi palmi chiusi, facendo gocciolare il sangue sul pavimento di pietra. Durante lo scontro con Vyras non si era sfogato abbastanza; la frustrazione per la condizione in cui era ridotto lo stava consumando dentro, facendo vacillare la sua già precaria illusione. L'arrivo di quel demone non era previsto, e rischiava di mandare a monte i suoi piani; non sapeva quali poteri possedeva, ne aveva visti solo una parte, ma essendo un cucciolo erano ancora incompleti. Doveva valutare tutti i pro e tutti i contro e solo allora avrebbe deciso cosa fare; il suo piano non poteva fallire. Non ora che che era così vicino dal realizzarlo.
    Lui ne sarebbe stato affatto contento.
    Si fermò davanti ad una pesante porta di krom e pronunciò la parola d'ordine per farla aprire; erano passati pochi giorni da quando ci aveva messo piede, ma non sapeva per quanto tempo avrebbe avuto la stessa fortuna. Il padrone non passava molto tempo dentro casa, consentendogli così di fare quello che più gli aggradava in quella piccola stanza; ma con l'arrivo di quell'impiastro dai capelli verdi le cose sarebbero cambiate. Era certo che il diavolo volesse monitorare con i propri occhi i progressi del demone, e questo avrebbe comportato la sua presenza costante nel maniero.
    Una sua minima distrazione avrebbe comportato la morte. Il diavolo puniva severamente chi disobbediva ai suoi ordini, ma una spia veniva spesso punita con la morte solo dopo essere stata sottoposta ad indicibili torture, sia fisiche che psicologiche.
    La porta si richiuse alle sue spalle con un leggero tonfo; lui aspirò profondamente i vapori delle pozioni che piano ribollivano sui fuochi messi al minimo, che erano l'unica luce presente nella stanza. Non importava, la sua vista era perfetta persino nella più totale oscurità, non c'era motivo di correre rischi inutili accendendo una mera candela.
    Si avvicinò ad una pozione e la mescolò piano, osservando la lieve colorazione azzurrina, ed imprecando contro se stesso per l'ennesimo fallimento. Si stava avvicinando alla soluzione, ma non era ancora riuscito a trovare l'ultimo ingrediente per completarla definitivamente; tutti i libri che aveva letto sull'argomento erano stati inutili in quanto troppo vecchi e segnati dal tempo. Non poteva certamente andare dal diavolo a chiedere consiglio, e nemmeno da Lui.
    Avrebbe dovuto cavarsela da solo.

    *****

    Radh'ka ringhiò contro un povero sconsiderato che aveva avuto la sfortuna di incappare sulla sua strada, urtandolo malamente. Si preparò a sferrare un fendente in grado di tranciare di netto quell'insulsa creatura, quando, osservandolo per quei pochi attimi riconobbe in lui la persona che stava aspettando.
    « Spero tu abbia delle notizie interessanti. » Sibilò gelido l'albino.
    « Certamente mio signore, non è però il caso di parlarne dove orecchie indiscrete potrebbero sentire. Mi segua. » Rispose la creatura inchinandosi profondamente, per poi percorrere le fetide vie della città.
     
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    Entra pure dunque, varca la porta del mio animo, tu che non temi le mie tenebre più oscure

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    S-T-U-P-E-N-D-A!!!
    l'ho letta tutta d'un fiato e l'ho trovatta davvero magnifica questa storia!
    già io amo alla follia i fantasy e gli yaoi, una storia che unisce entrambi è già di per se fantastica, ma la tua storia è davvero emozionante, ricca di sorprese e di particolari interessanti e poi trovo che sia davvero ben scritta, scorre molto fluida e leggerla è davvero un piacere, io non riuscivo a smettere *_*
    ora non vedo l'ora di sapere come continua *^*
    interessantissimi i personaggi di Radh'ka e Kreuz!!! non sto più nella pelle nel sapere come si evolverà la storia fra i due *ççç*
    grazie 1000 ^^
     
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    La storia si fa sembre più intrigante. . . . . :luv:
     
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    pamaru

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    Vyras mi piace sempre di più ... mentre Erelay no, già mentre lottava con lui. Ed infatti sembra tramare qualcosa e si rivolge ad un Lui non identificato, per ora, ma certamente pericoloso.
    E Radh'ka cosa starà combinando e con chi?
    Intrighi, mistero ....mi piace!
    A presto, Pam
     
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  12. †Vampire†
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    ... sempre più curiosa, mi stai rendendo sempre più curiosa xD

    non puoi lascarci così !! il continuo... :fear: non vedo l'ora di leggerlo e scoprire cosa sta cercando di fare Radh'ka, qual'è il suo misterioso piano??
    attendo il continuo con ansia :tau:
     
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  13. doitsu_chan
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    Ciao! So che non scrivo mai nulla prima o dopo i capitoli ma sono sempre di fretta... xD
    Vi ringrazio immensamente per i complimenti, e sono felicissima che la mia FF vi piaccia tanto. çwç
    Mi spiace dovervi far aspettare un sacco per ogni capitolo, ma sono sommersa di impegni. ( E anche la nullafacenza ogni tanto ci mette lo zampino. ) Oppure i PG >___>
    Detto questo vi lascio al capitolo!!! xDD

    13#

    Percorsero per parecchi minuti le vie più malfamate della città, fino ad arrivare ad un anfratto lurido ma deserto; il diavolo si guardò attorno disgustato, ma non commentò il posto decisamente non consono alla sua persona, limitandosi ad incenerire con lo sguardo il demone davanti a lui.
    « Mi auguro di non essermi scomodato per le solite informazioni scadenti.» Disse gelido Radh'ka.
    « Non si preoccupi mio signore, le notizie che porto le saranno certamente utili. » Gracchiò l'essere tremante.
    Il diavolo lo guardò con disgusto; il demone indossava un lacero e sudicio indumento che copriva la maggior parte del suo esile corpo, i pochi capelli che possedeva – se di capelli si poteva parlare – erano altrettanto sporchi e incasinati, come tutto il suo aspetto. In altri tempi non si sarebbe mai abbassato a parlare con quella debole e patetica creatura, ma con il passare degli anni aveva appreso che anche gli esseri più infimi potevano essere utili se sfruttati a dovere. Nessuno dei demoni più potenti infatti, si assicurava di tenere a freno la lingua davanti ad uno scarto nettamente inferiore; finendo con il rilevare più informazioni di quelle che poteva permettersi. Questo facilitava le cose, ha chi sapeva invece sfruttare tutte le risorse disponibili; quegli esseri avrebbero fatto di tutto per avere un briciolo di potere in più, in modi da migliorare la loro condizione. E Radh'ka lo sapeva bene, per questo motivo trattare con quegli esseri, si rivelava molte volte più insidioso che parlare con gli sciocchi demoni "potenti" che abitavano in quelle terre. Bisognava moderare ogni parola, in modo da non lasciare indizi che a suo tempo avrebbero potuto ritorcerglisi contro.
    « Lord Seyri è stato trovato morto. » Iniziò l'essere.
    « In un vicolo con la gola squarciata. Si, ne sono già a conoscenza. Spero tu non mi abbia chiamato solo per questo. » Lo interruppe il diavolo.
    « Forse non siete però a conoscenza del fatto che, il così non tanto rispettato Lord, fosse un traditore del regno. Come del fatto che il suo assassinio sia stato commissionato proprio dai sovrani in persona. » Continuò l'esserino, sperando che almeno quell'informazione dettagliata non fosse già in possesso del diavolo.
    « Chi è il mandante? » Domandò ancora Radh'ka; facendo aggrottare le sopracciglia al piccolo demone. Non capiva a cosa sarebbe potuta servire quell'informazione, ma per sperare in qualcosa di più rispetto al solito avrebbe cercato di compiacere il diavolo in ogni modo possibile.
    « Raishà, mio signore. » Rispose quindi.
    Il diavolo ghignò; ne era sicuro, ma aveva voluto in ogni caso avere conferma dei suoi sospetti.
    « C'è altro? » Chiese ancora.
    « Si mio signore; questa informazione mi è quasi costata la vita, sono scampato per un pelo ad una morte certa. Non sono in molti a saperla, e quei pochi che ne sono a conoscenza non ne fanno parola nemmeno con i sassi. »
    « Se reputerò buona l'informazione, avrai più del solito pattuito. Se però stai provando ad ingannarmi, sai quello che ti aspetterà; nemmeno il luogo più lontano e inespugnabile ti proteggerà dalla mia ira. »
    « Ovviamente, mio signore. Non oserei mai ingannarvi, ci tengo alla mia vita; per quanto misera possa risultare ai vostri occhi. » Replicò l'essere, alzando per la prima volta lo sguardo verso il diavolo. « I nostri sovrani si stanno preparando per sedare le rivolte situate a sud del regno; sembra che ci sia un gruppo di demoni non molto numerosi, che stanno facendo un po' troppo scompiglio secondo i loro gusti. Pare che vogliano mandare parte dell'esercito, capitanato da uno di loro, per estinguere definitivamente quella massa di ribelli e dare al tempo stesso, una prova della loro indiscussa forza. » Finì il demone.
    « Per quando è prevista questa spedizione punitiva? » Domandò interessato il diavolo.
    « Da quello che sono riuscito a sentire prima che mi scoprissero, la partenza è prevista poco dopo l'apertura degli occhi del dio. »
    « C'è altro che devi riferirmi? »
    « Nulla che voi non sappiate già, mio signore. »
    « Molto bene. Mi hai servito egregiamente, e avrai quello che ti meriti. » Finì Radh'ka.

    *****

    Kreuz si trascinò con fatica verso l'enorme vasca, presente nell'altrettanto spazioso bagno, situato nella sua stanza; si spogliò dei vestiti ormai logori – a causa dei continui allenamenti a cui era stato sottoposto – e si immerse fino al naso nell'acqua. Quella giornata era stata estenuante, aveva capito cosa doveva fare, ma mettere in pratica la teoria era più facile a dirsi che a farsi; senza contare che Vyras era un vero tiranno, lo aveva tartassato fino al tramonto esibendo un tocca e fuga impressionante, concedendogli inoltre solo rare e brevi pause. Doveva ammettere però, di essere migliorato notevolmente, nonostante il poco tempo trascorso; ora, se si concentrava, riusciva a percepire il lieve spostamento d'aria che causava il moro nel muoversi da una parte all'altra nell'ampio giardino. I tagli, di cui il suo corpo era ricoperto, gli procurarono un lieve bruciore a contatto con l'acqua; ma non erano nulla in confronto alla stanchezza che si sentiva addosso. Ogni muscolo urlava in protesta, ed ogni minimo movimento era un supplizio; l'acqua della vasca era divinamente calda e leniva gran parte di quel fastidio, ma non lo faceva scomparire. Per sua sfortuna.
    Si insaponò per bene, stando attento a ripulire con accuratezza ogni ferita; non voleva che si infettassero, sarebbe stato problematico. Passò poi ai capelli, che erano un autentico disastro; il giorno dopo avrebbe dovuto sistemarli in qualche modo, o chiedere a Vyras di farlo per lui. Avevano un aspetto orribile, al di là della sporcizia e delle varie foglie incastrate tra le ciocche; per non parlare della piega che avevano preso. Assolutamente abominevoli. Non era mai stato molto dedito al suo aspetto, per lui quello che contava era la forza di un individuo e quanti soldi riusciva a sborsargli; ma per i suoi capelli aveva una vera e propria fissazione, odiava vederli in disordine e non sopportava che glie li toccassero. Purtroppo in quei giorni non aveva potuto fare diversamente, e nonostante l'idea non gli piacesse nemmeno un po', era costretto a chiedere l'aiuto di Vyras. Quel piccolo demone non gli piaceva molto, ma era forte; e sicuramente era meglio del rosso, verso cui provava un profondo odio. A lui non avrebbe affidato nemmeno i suoi pantaloni più consumati.
    Si sciacquò per l'ultima volta ed usci dalla vasca, spargendo acqua da tutte le parti; si avvolse un telo in torno al corpo e ne prese un altro, che usò per frizionarsi i capelli. Uscì dal bagno, posizionandosi poi davanti allo specchio presente nella grande stanza da letto; qualcuno doveva averlo cambiato o aggiustato, visto che era tornato integro dopo il suo sfogo. Così come la stanza, che era tornata pulita e ordinata come la prima volta che l'aveva vista; il giorno prima non aveva prestato molta attenzione a quei dettagli, esausto com'era si era trascinato fino al letto ed era sprofondato in un sonno senza sogni, ma ora riuscì ad apprezzarli nella loro totalità.
    Prese dei comodi pantaloni di velluto dall'armadio e li indossò, dirigendosi poi verso l'unica finestra presente nella stanza; aprì le imposte e si affacciò. Sotto di lui lo strapiombo si inabissava oscuro e minaccioso; pochi alberi circondavano il castello in quel punto, delimitando il confine tra le mura e il vuoto assoluto. Il sole era tramontato, e gli occhi di Thyamridrick osservavano il loro mondo già da molte ore; le due lune erano bellissime ed inquietanti allo stesso tempo, la loro esistenza celava il mistero più oscuro del loro mondo. Quello che ogni demone aspirava a svelare.
    Anche lui come tutti, era affascinato dalle leggende che circolavano sugli occhi del Dio, ma non era così ingenuo da aspirare di risolvere il mistero che si celava al loro interno. Se almeno la metà delle storie che circolavano erano vere, allora il Dio era la creatura più forte che camminava – o che aveva camminato – su quelle terre; sicuramente risolvere il mistero non era per niente un'impresa facile.
    Osservò per parecchi minuti le due sfere presenti nel cielo, per poi chiudere le finestre e dirigersi verso il letto; non aveva fame, poco prima di congedarlo, Vyras gli aveva consegnato un sacchetto contenente delle strane palline violacee. Il servitore aveva riferito che erano da parte del diavolo, e lui si era limitato a infilarsele in tasca, per poi dirigersi nella propria stanza. Ne aveva mangiata una prima di infilarsi nella vasca, e doveva ammettere che, come l'odore, anche il sapore era buono.
    Si infilò sotto le soffici coltri; sentendosi stranamente sazio, nonostante avesse mangiato solo quella indubbia pallina colorata per tutto il giorno, e si lasciò cullare nel mondo dei sogni.
    *****

    Non riusciva a capire il luogo in cui si trovava, sapeva solo di aver un gran freddo, e quella sensazione di oppressione al petto non gli piaceva nemmeno un po'. Tutto intorno a se era buio, non vedeva le pareti, sempre se c'erano delle pareti da vedere. Che posto era quello? Dove si trovava? La coda si muoveva irrequieta, frustando l'aria alla ricerca di pericoli; ma non ne avvertiva nessuno. Non c'era nulla in quel posto. L'oscurità non era mai stata un problema per lui, anzi, molte volte si ritrovava più a proprio agio nell'oscurità che in una stanza piena di luce; ma quel buio non gli piaceva. Non gli piaceva per niente.
    Iniziò a correre; le mani in avanti alla ricerca di qualcosa. Cosa stava cercando?
    La sua corsa si interruppe bruscamente; era andato a sbattere contro qualcosa di duro che lo fece cadere a terra, cos'era? Una parete? Se c'era una parete c'era per forza anche una porta. E se c'era una porta lui sarebbe potuto uscire da quell'oscurità. Si mise a cercarla, frenetico ed impaziente di lasciare quel posto; tastò ogni centimetro, alla ricerca della tanto agognata maniglia, finché non la trovò poco distante da lui. La abbassò con tutta la sua forza, ed aprì la porta; subito fu investito da una forte luce bianca, era accecante e gli impediva comunque di vedere il luogo dove era finito. Percepiva però qualcosa di diverso, non era solo nella stanza; ma quella sensazione di oppressione non era diminuita.
    « Mi è giunta voce che tu abbia adottato un nuovo cucciolo; spero che questo non ti stia distraendo dal tuo compito. »
    « Non vi preoccupate, sta procedendo tutto secondo i piani. Tra poco ogni cosa sarà pronta. »
    Di cosa stavano parlando? Cucciolo? Piani? Quali piani? Chi erano quelle persone? Cosa centravano con lui? Non capiva. Voleva andarsene anche da quella stanza, ma non sapeva come fare. Non ci vedeva!
    Riprese a correre, ma non andò lontano; si scontrò per la seconda volta contro qualcosa, ma al contrario di prima non cadde a terra. Qualcuno lo trattenne, impedendogli di cadere e trascinandolo contro un petto muscoloso; cercò di aprire appena gli occhi, e ci riuscii di un poco. Sollevò lo sguardo, e si specchiò in due laghi ghiacciati che lo osservavano curiosi e divertiti assieme. La pelle del tizio era di molti toni più chiara della sua, ma non era questo era pallida; aveva un bel colorito, sembrava porcellana. I capelli erano corti, e scuri come la notte; possedeva però molte ciocche più chiare, tendenti al bianco.
    Era davvero bellissimo.
    Rimasero a fissarsi per un tempo indefinito; nessuno dei due sembrava stancarsi di quel contatto visivo. Sarebbero rimasti così per sempre, semplicemente fissandosi.
    Se solo la realtà non li avesse richiamati entrambi a se.
     
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    pamaru

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    Cosa succede .... Radh'ka ottiene le informazioni che gli servono, Kreuz continua il suo addestramento con risultati via via migliori, Vyras gli consegna le palline che ha creato il diavolo prima di andarsene e queste hanno uno strano effetto sul cucciolo di demone ... lo saziano e gli fanno fare uno strano sogno, chi è questo essere bellissimo incontrato nel sonno?
    Curiosa, sono molto curiosa ... aspetto con fiducia.
    Un abbraccio, Pam
     
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    CITAZIONE (doitsu_chan @ 3/9/2012, 17:49) 
    Vi ringrazio immensamente per i complimenti, e sono felicissima che la mia FF vi piaccia tanto. çwç

    :uk: è veramente molto bella e intrigante

    ...quelle pilloline, non è che mettono in cumunicazine il diavolo con il demone? dopo tutto è il diavolo che sentiamo parlar, no..............
    Sono sempre più curiosa, di sapere come continua
     
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82 replies since 24/5/2012, 22:04   1158 views
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