Ac'Hadurta

storia fantasy originale (ovviamente yaoi)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. nelith
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Lo so...ho la pessima abitudine di concludere sempre i capitoli lasciando qualcosa in sospeso :picci: mi dispiace...ma a me riesce "naturale" così :mmh: credo che sia la mia vena sadica che prevale...
    Comuqne ecco il nuovo capitolo! Spero vi piaccia :hero:

    Capitolo IX
    La Prova



    Talys era sdraiato sul letto con le mani intrecciate dietro alla nuca, e osservava interessato il soffitto. La stanza era stata rimessa completamente a nuovo dopo il passaggio di Vyckque: non si scorgeva nessuna traccia dell'assalto. Continuava a pensare a quello che era successo prima, per lui era stato un combattimento veramente penoso, non lo voleva nemmeno considerare tale, sembrava un'offesa: ma i diavoli la pensavano in modo completamente diverso. -Se Kyrarsil è il Danarm Yrrioth di questo clan, significa che è il capo del loro esercito: ma da queste parti, il generale è più "forte" dell'Arcidiavolo, o è l'Arcidiavolo ad essere in cima alla piramide sia come forza che come poteri? Se fosse così chissà come potrebbe essere uno scontro con Zaymesyath?- gli occhi dell'elfo divennero più scuri mentre pensava ad una simile possibilità, ma la scartò in fretta. -Quello non parla con i diavoli, figuriamoci se combatterebbe contro di me; in più de Kyrarsil mi ha distrutto in pochi minuti chissà cosa potrebbe fare l'Arcidiavolo. Senza contare che potrebbe essere un'offesa peggiore del rivolgergli la parola. Strano che non ci sia anche l'obbligo di tenere la testa bassa e non fissarlo negli occhi.-
    La porta si aprì con uno schianto e Vyckque fece il suo ingresso nella stanza: aveva un enorme rotolo tra le mani e si diresse verso il letto senza esitazione. Talys era sobbalzato per la sorpresa, ma rimase ancora più perplesso dalla visita del diavolo.
    «Non si usa bussare da queste parti?» Vyckque lo guardò assottigliando gli occhi irritato, ma lo ignorò. Stese il rotolo su letto, che si rivelò essere una mappa degli Ac'Hadurta; non era molto precisa, ma dava un idea approssimativa dei territori dei clan, anche se non dava idea di quanto fosse vasta la zona che comprendeva. Si sedette di fronte all'elfo e iniziò a parlare.
    «Noi siamo qui.» aveva entrambe mani impegnate per tenere srotolata la mappa, quindi indicò quel luogo con la coda. «Da quello che ho capito dovremo andare a Radok-skel che si trova qui, dai Radimardduan, clan comandato da Mosworvor.» la zona era spostata verso est rispetto a dove si trovavano.
    «Sai anche cosa dovrò fare?» Talys si sporse sulla mappa, cercando di studiare il tragitto tra dove si trovavano e il punto che gli veniva indicato, sforzandosi di non fissare la lunga coda blu, senza riuscire ad intuire nemmeno un minimo di morfologia del territorio: era uno schema piatto.
    «Certo che no! Kyrarsil lo dirà in tua presenza, io devo solo accompagnarti ed evitare che ti faccia ammazzare; anche se non ne capisco il motivo.»
    «Ti brucia ancora parecchio la sconfitta, eh?»
    «No!» la risposta fu un po' troppo rapida, e la voce troppo alta: Talys fu costretto a massaggiarsi leggermente le tempie per smorzare almeno in parte il dolore. Il diavolo distolse lo sguardo tornando a concentrarsi sulla mappa «Non dopo quello che ho visto poco fa. Mi duole ammetterlo ma sei abile.» l'elfo sbuffò, lui non si sentiva per niente abile. «Kyrarsil è uno dei nostri guerrieri migliori, anche tra i Danarm. Alcuni dicono che sia secondo solo a Zaymesyath, ma io non ne ho idea.»
    «Quindi Zaymesyath è un guerriero.» a quelle parole Vyckque s'indignò.
    «Lui non è un guerriero! Lui è l'Arcidiavolo!»
    «Scusa, mi sono spiegato male: volevo dire che sa combattere.» il diavolo si stava irritando sempre di più, quello straniero non aveva il benché minimo rispetto per Zaymesyath, anche se forse non capiva ancora il loro mondo; avrebbe dovuto spiegarglielo lui.
    «Tutti i diavoli sanno combattere, nessuno escluso. Solo che gli Yrrioth hanno un addestramento superiore, ma tutti posseggono delle armi e le sanno maneggiare, qui siamo nell'Abisso, bisogna sapersi difendere.»
    «Dalle mie parti non è detto che il "sovrano" sappia combattere: ero solo curioso di sapere come funzionava qui.» Vyckque non sembrava molto convinto, ma sorvolò anche su questo; quello a cui aveva assistito nell'arene lo aveva sorpreso e doveva ancora decidere come comportarsi nei confronti dell'ospite.
    «Gli Arcidiavoli devono sapere combattere, la sopravvivenza del clan dipende da loro.» Vyckque scosse la testa esasperato. «Ma da che razza di mondo vieni?»
    «Uno pieno di nobili grassi e laidi. Lasciamo perdere. Come ci arriviamo in quella zona?» dopo averlo fissato con espressione interrogativa per qualche istante, il diavolo ritornò ad occuparsi della mappa.
    «Arriveremo con un portale al clan ai Radimardduan e da lì ci sposteremo a piedi. Mosworvor non sarà felice di vederti, ma non si opporrà al volere di Zaymesyath, senza contare che è un grande amico di mio padre.» il diavolo si voltò verso di lui studiandone l'espressione. «Puoi considerarmi il tuo lasciapassare. Come sempre Zaymesyath vede più avanti di tutti.»
    «Avete tutti una grande ammirazione per questo Arcidiavolo.»
    «Lui è Zaymesyath, è con noi da tempo immemore. Ha suddiviso lui il nostro popolo in clan e ci ha sempre protetto.» nella sua voce si poteva distinguere senza problemi l'ammirazione che doveva provare per l'Arcidiavolo e Talys ne rimase sorpreso.
    «È sempre stato così loquace?»
    «Da quello che so è rimasto in silenzio per millenni; ha ripreso a parlare con l'arrivo di Kyrarsíl.» Talys inarcò un sopracciglio, non capendo cosa volesse dire: poi si ricordò di una cosa che gli aveva detto Ashestris qualche tempo prima e spalancò gli occhi sorpreso.
    «Vuoi dire che quei due ... » Vyckque era indignato e frustò con la sua coda la mano dell'elfo tesa verso di lui che lo indicava. «Ahi!» Talys si massaggiò la mano indolenzita, quella coda faceva male.
    «Vedi di farti gli affari tuoi! Non è cosa che ti riguardi!»
    «Scusa, è solo che sono rimasto molto sorpreso, non me lo aspettavo.»
    «Non vedo perché avresti dovuto aspettartelo. Non deve interessarti!» il diavolo era vistosamente arrossito, un po' per rabbia e un po' per imbarazzo.
    «È normale questo tipo di rapporto tra i Danarm e gli Arcidiavoli?» Vyckque inclinò la testa di lato, non capendo bene cosa volesse dire.
    «No, perché mi chiedi una cosa simile?»
    «Ho visto Yarlanee ed Eryah.» il diavolo si imbarazzò nuovamente e abbassò lo sguardo sulla mappa.
    «No, è solo un caso. Comunque il legame tra l'Arcidiavolo e il Danarm è molto forte, ma non è detto che sfoci in quel tipo di rapporto. Mio padre ed Erran sono come fratelli ma non c'è mai stato nulla.»
    «Come fai ad esserne sicuro.» questa volta la coda gli frustò una guancia.
    «Ahi! Ma che cazzo! Perché devi colpirmi? Ho solo fatto una domanda.»
    «Una domanda indecente! Come ti permetti di insinuare una cosa simile?! Stai parlando di mio padre e del mio Danarm!»
    «Che cosa c'entra? Le relazioni sono normali.»
    «Non so di che tipo di relazioni tu stia parlando, noi siamo un popolo fedele! Se scegliamo un compagno quello è per sempre! Non lo tradiamo. Mai!»
    «Ah. Non lo sapevo.»
    «Ma da che razza di mondo vieni?»
    «Uno diverso da questo. Te la prendi troppo, io sto solo facendo delle domande, non so nulla di voi se non quello che mi ha raccontato Radimaar, Ashestris e ... Kyrarsil.» gli occhi blu di Vyckque si assottigliarono, il suo umore stava peggiorando visibilmente.
    «Immagino che quello non fosse il nome che avevi in mente. Tu gli hai parlato?!»
    «Mi sembrava di avertelo già detto. Mi ha detto un paio di cose, non ci siamo intrattenuti a lungo. E comunque prima di ricevere questo.» si indicò l'orecchino sperando di averlo convinto, ma Vyckque non sembrava convinto.
    «Che non si ripeta più. Se hai domande da fare all'Arcidiavolo chiedi a Kyrarsil e lui ti darà le risposte. Non sei degno di sentire la sua voce.» Talys sospirò alzando gli occhi verso il soffitto.
    «Vedrò cosa posso pare.»
    «No! Non "vedrai" tu lo farai! Vuoi sopravvivere in mezzo a noi, inizia ad adeguarti!»
    «E se è lui a rivolgermi la parola? Lo devo ignorare? Oppure devo strapparmi le orecchie?» il diavolo sbiancò, Talys lo aveva preso alla sprovvista con quelle domande e sembrava molto soddisfatto per esserci riuscito.
    «Non so cosa ti chiederà Zaymesyath: nella regione di Radok-skel ci sono molti luoghi interessanti. L'unica cosa importante e non incappare nell'Ur'gar'toith.»
    «Cosa sarebbe?»
    «Una creatura che vive da quelle parti.» Talys attese che proseguisse con la spiegazione, ma il diavolo non ne sembrava intenzionato.
    «Potrei avere qualche dettaglio in più? Almeno capisco da cosa devo guardarmi le spalle.»
    «Non ti preoccupare, se lo incontriamo lo riconoscerai immediatamente.» l'elfo si stava innervosendo.
    «Hai intenzione di fare lo stesso anche quando mi spiegherai le vostre abitudini?» Vyckque sollevò lo sguardo dalla mappa non capendo cosa volesse dire. «Eviterai di rivelarmi informazioni indispensabili per mettere a repentaglio la mia vita? È la tua strategia?» il diavolo vide gli occhi di Talys diventare più scuri e arretrò di alcuni centimetri.
    «Una bestia corazzata con tre lunghe paia di zampe artigliate. Possiede grandi zanne ricurve e altre due teste attaccate a dei tentacoli che sporgono dalla schiena. Sono quelle le teste principali, ma non sono facilmente raggiungibili. Si trova nelle gallerie più ampie o lungo i crepacci: può attaccare anche dall'alto. Non so come sia il tuo mondo, ma quaggiù le creature arrivano da ogni direzione. In alcune caverne molto ampie si possono trovare anche creature alate. Stai lontano dalle sorgenti d'acqua, mai attraversarle specialmente a nuoto.» alla fine Vyckque deglutì rumorosamente e gli occhi di Talys tornarono di un luminoso verde smeraldo; le sue spalle si rilassarono e tornò a guardare quella strana mappa piatta.
    «Non ci sono mappe più dettagliate della zona?»
    «Sì, ma dipende dalla zona in cui dovremo andare. Gli Ac'Hadurta non si sviluppano solo orizzontalmente ma anche verticalmente: le mappe sarebbero troppo complesse, quindi le suddividiamo in zone. Questa da solo un'idea approssimativa dei confini, l'ho presa solo per farti capire più o meno dove siamo e dove dovremmo andare.»
    «E questo quando ci verrà rivelato?»
    «Quando Zaymesyath lo riterrà necessario. Comunque suppongo che non ci vorrà ancora molto; magari stasera, oppure domani.»
    «Grazie. Era così difficile?» Vyckque osservava l'elfo che lo guardava a sua volta sorridendo. Qualcosa scattò nel diavolo, era furioso e allo stesso tempo spaventato da quella strana creatura: voleva colpirlo. La coda sibilò nell'aria per la terza volta, sempre diretta al volto, voleva togliergli quel ghigno dalla faccia, si sentiva umiliato. Questa volta l'elfo non si fece prendere alla sprovvista e afferrò la coda poco prima che lo colpisse. La coda era calda e viva, a Talys ricordava quasi un serpente, ma allo stesso tempo era completamente diversa: era ricoperta da piccolissime scaglie ma al tatto era liscia. L'elfo fece scorrere il pollice su di essa, accarezzandola lievemente, la coda sembrò rilassarsi tra le sue dita mentre il diavolo socchiudeva gli occhi quasi estasiato, sembrava quasi che stesse facendo le fusa. Vyckque spalancò gli occhi di colpo, erano diventati completamente azzurri e sulle tempie iniziavano a crescere piccole corna dello stesso colore dei capelli. Lo schiaffo arrivò in un lampo e lo colpì in pieno viso: la coda gli sfuggì dalle mani e Talys vide il diavolo avvampare fino all'attaccatura dei capelli, si alzò in fretta dal letto e corse fuori dalla camera, completamente sconvolto.
    «Credo di aver fatto qualcosa d'imperdonabile.» l'elfo si massaggiava la guancia colpita con una mano, mentre fissava preoccupato la porta appena chiusa.

    ***


    Per tutta la durata della cena Vyckque non sollevò mai la testa dal piatto, rimanendo in completo silenzio, mentre Talys faceva il possibile per non sembrare a disagio. All'Arcidiavolo non sfuggì la strana atmosfera che si era formata; Vyckque non era mai stato così silenzioso. Kyrarsil li osservava perplesso ma lasciò perdere e iniziò a discutere con l'elfo del combattimento e della sua tecnica con la spada.
    Appena la cena fu conclusa, Vyckque si alzò congedandosi e si ritirò in camera seguito poco dopo da Talys. L'elfo entrò nella stanza senza bussare e incrociò immediatamente lo sguardo del diavolo seduto vicino alla finestra. Vyckque non fece in tempo a inveire che Talys si era messo in ginocchio.
    «Ti chiedo scusa, non era mia intenzione toccarti; non l'ho fatto di proposito, volevo solo evitare di essere colpito di nuovo e quando me la sono trovata fra le mani non ho resistito. Ti chiedo perdono.» il diavolo era impietrito, non si aspettava una cosa simile. «Mi avevano avvertito ma è stato più forte di me. Non succederà una seconda volta.»
    «D'accordo, lasciamo perdere.» Talys sollevò lo sguardo e vide il diavolo di spalle che guardava fuori, la coda era avvolta attorno alla gamba sinistra sembrava trattenuta a forza, non voleva che si muovesse. «Ma ti avverto, se lo fai un'altra volta giuro che ti faccio amputare la mano e Radimaar non potrà fare nulla per sistemarla.» l'elfo si alzò e sospirò sollevato.
    «Mi sembra giusto. Grazie per la comprensione.» Talys uscì senza guardare Vyckque che al contrario si era voltato verso di lui osservandolo uscire. Srotolò la coda che iniziò subito a muoversi irrequieta, se la prese e toccò il punto che qualche ora prima era tra le mani dell'elfo arrossendo ancora.
    «Dannato elfo.»

    ***


    La mattina successiva Talys e Vyckque vennero accompagnati nello studio di Zaymesyath: trovarono L'Arcidiavolo sedeva in silenzio davanti ad una grande scrivania che sembrava scolpita nella pietra, il suo sguardo si posò prima su Talys poi su Vyckque assorto nei suoi pensieri. Quando ebbe preso la sua decisione annuì e sorrise verso il diavolo con i capelli blu, ma si rivolse a Talys.
    «Voglio che tu vada a Radok-skel e mi porti una pianta.» Vyckque sbiancò nel udire la voce di Zaymesyath e anche Kyrarsil sembrò molto sorpreso. «Il suo nome è Shyliss. È una pianta molto rara che cresce in quelle zone, è un antidoto per molti veleni.» c'era un libro aperto sulla scrivania e lui lo spostò verso l'elfo e glielo girò per rendere più facile la visione dell'immagine. Sembrava una piantina piuttosto piccola, ma Talys sapeva di non dover sottovalutare quel disegno, quello era pur sempre l'Abisso. -Come minimo è una pianta carnivora.- i suo fiori ricordavano molto le rose e sembrava che anche su alcuni delle sue foglie fossero presenti dei piccoli aghi acuminati. L'elfo osservò attentamente l'immagine per cercare di carpire più dettagli possibili, accanto ad essa c'era una lunga e accurata descrizione ma per lui erano solo scarabocchi: non capiva la lingua parlata figuriamoci quella scritta.
    «Posso sapere quant'è grande in verità e quali sono le sue caratteristiche?» Zaymesyath sorrise e con un cenno della mano fece capire a Vyckque che avrebbe dovuto rispondere lui alle sue domande.
    «Di per se non è una pianta pericolosa, bisogna solo stare attenti agli aghi presenti su alcune foglie che sono velenosi, così come lo sono i fiori completamente schiusi: vanno colti quando sono ancora boccioli. Solitamente si trovano in piccoli cespugli di circa una decina di piante, sono piuttosto piccole non aspettarti piante gigantesche: le più grandi non superano i trenta centimetri. Dai fiori i chierici riusciranno a distillare alcuni degli antidoti più importanti, anche le foglie su cui si trovano gli aghi possono essere molto utili. Fioriscono raramente e hanno una colorazione bianca con sottili venature tra il giallo e il grigio scuro; il bocciolo invece tende ad essere di un giallo molto intenso.»
    «Perfetto, dov'è la fregatura?» Vyckque sospirò, non poteva dargli torto, quella era una prova difficile.
    «Ti ricordi della creatura di cui ti ho parlato ieri?» vedendo che l'elfo annuiva proseguì anche se aveva capito che Talys intuiva dove volesse arrivare. «Quelle piante si trovano solo nella prossimità della sua tana, oppure oltre i confini dei Radimardduan, ma li finiremo in un territorio molto più pericoloso, è una zona vuota, priva delle influenze di un clan.»
    «I vari clan non confinano tra loro?» Vyckque scosse la testa.
    «Alcuni si, ma non tutti: anche il clan dei Belmorra confina con l'esterno affacciandosi sul territorio di Bremorlos e anche di Banatrane.»
    «Chi sarebbero?»
    «Due Lord che confinano con quella zona degli Ac'Hadurta, le loro incursioni sono frequenti.» Talys lo guardava, sembrava non scorgere più alcun astio nei suoi confronti, nonostante quello che era successo ieri.
    «Quando consigli di partire?»
    «Prima dobbiamo procurarti un'arma, poi una maschera e devo farti vedere la mappa accurata di quella zona e solo allora potremmo andare.» Kyrarsil intervenne per la prima volta da quando erano entrati nello studio.
    «Per quanto riguarda l'arma direi che può usare quella di ieri, mentre per la maschera abbiamo quasi risolto. Mentre per le mappe tu sai bene dove sono, prendila e istruiscilo.»
    «Quanto tempo abbiamo?»
    «Un giorno per prepararvi, partirete domani.»

    ***


    Vyckque aveva ragione, le mappe non erano le solite a cui era abituato, erano molto più complesse da leggere e da disegnare: avrebbe dovuto imparare a decifrare anche quelle. Si ritrovò a ringraziare Zaymesyath per avergli dato una guida, senza non sarebbe riuscito sicuramente a tornare indietro. Aveva notato l'espressione che aveva fatto il diavolo quando Zaymesyath aveva parlato: ma non aveva capito se fosse dovuta al fatto che l'Arcidiavolo avesse parlato o per la prova in se. Tentò la seconda, non aveva voglia di tornare sul discorso avuto ieri, sentiva ancora il calore della coda nella sua mano.
    «È così terribile quello che mi ha chiesto?» il diavolo sollevò lo sguardo dalla mappa e incrociò gli occhi verdi di Talys poco lontani da lui; dovette sforzarsi per non arrossire.
    «Credo che questa sia una richiesta molto rara, non è tra le prove classiche, ma dopotutto tu non sei uno dei normali diavoli che tentano la prova.»
    «Qualche consiglio?»
    «Ti fidi dei miei consigli? Non credi che potrei fare di tutto per farti sparire?»
    «Non posso fare altro, la mia vita è nelle tue mani.» Vyckque arrossì leggermente e tornò a osservare la mappa.
    «Solitamente gli Ur'gar'toith hanno la tana nelle zone più ricche di Shyliss, ne apprezzano l'aroma e sono immuni al loro veleno.»
    «Devo intrufolarmi per forza nella sua tana?»
    «È sicuramente il posto più ricco, ma immagino che si possano trovare anche da altre parti, ti suggerirei di utilizzarla come ultima risorsa. Quelle bestie non sono tra le più pericolose, ma non sono nemmeno le più amichevoli.»
    «Perché ci sono creature amichevoli da queste parti?» Vyckque tonò a guardarlo e lo vide sorridere: non poté trattenersi e ricambiò anche se non troppo convinto.
    «A parte i diavoli? Qualcosa dovrebbe esserci anche se ora come ora non mi viene in mente nulla.»
    «Magnifico.» sospirò rassegnato, lo immaginava ma fu sorpreso di ricevere una risposta dal diavolo: era stranamente disponibile nonostante quello che era successo. Vedeva che era imbarazzato, ma faceva il possibile per non sembrarlo. «Ho un tempo limite per riuscirci?»
    «Non ti ha detto nulla riguardo al tempo, quindi direi sette cicli.»
    «Sette cicli per andare e tornare o solo per portare a termine la missione?»
    «L'ideale sarebbe andare e tornare ma non è indispensabile, io mi assicurerò che tu riesca a prendere la pianta nel tempo stabilito, se impieghiamo più tempo non preoccuparti.» Talys lo osservava incerto anche se doveva fidarsi non era detto che gli riuscisse facile. «Comunque dopo ne parleremo con Kyrarsil per averne la certezza.» l'elfo annuì sembrando molto più sollevato.
    «Come faccio a capire che sono trascorsi sette cicli mentre vaghiamo per le profondità delle montagne? Non credo di riuscirmi a orientare bene senza luce.»
    «Te lo dirò io e cercheremo di mantenere una certa regolarità per sonno e pasti così non dovresti avere problemi.» Talys annuì e tornò a studiare la mappa. Avvertiva che Vyckque era nervoso, non riusciva a stare immobile e sentiva la coda frusciare; gli chiese se c'erano dei problemi ma il diavolo attese qualche minuto prima di parlare. «Com'è il tuo mondo? Come vi spostate?» Vyckque era imbarazzato, lo vide arrotolarci la coda attorno al polso per cercare di tenerla ferma, a quanto pare non riusciva a sistemarla nel solito modo.
    «Dalle mie parti il tempo è scandito dalla luce, nel nostro cielo splende qualcosa che potrebbe assomigliare ad un gigantesco fuoco, il sole che attraverso la variazione della sua luminosità scandisce i periodi della giornata. Quando scompare scende la notte, ma è difficile che le notti siano completamente buie: nel cielo notturno splendono due lune e una miriade di stelle. Non so come potrei spiegartelo: le stelle potrebbero assomigliare a tanti puntini luminosi, come i cristalli che risplendono nella vostra città, ma molto più lontane, mentre le lune sono due globi luminosi, ma la luce che emanano è più fredda. È difficile da spiegare a qualcuno che non li ha mai visti.
    Il cielo è di tutte le sfumature del blu e dell'azzurro a seconda del momento della giornata: all'alba quando il giorno ha inizio, può assumere anche sfumature tra il rosa e il giallo mentre al tramonto si tinge di rosso e una volta che la luce è sparita il cielo diventa di un blu molto scuro, quasi nero.
    La maggior parte del mio mondo è ricoperto da grandi mari, mentre nelle terre emerse si possono trovare grandi foreste o immensi deserti: dipende dalla zona. La luce dell'alba fa risplendere le gocce di rugiada che si sono depositate durante la notte, come piccole stelle sulle foglie degli alberi o negli steli d'erba. Pianure, colline e montagne immagino che ci siano anche qui, non so come sia il mondo esterno non ho visto molto mente cadevo: ma suppongo che le uniche differenze risiedano nella luce e nell'aria respirabile.» Talys era perso nei suoi ricordi, era precipitato nell'Abisso da pochi giorni, ma gli sembrava di essere lì da mesi, se non addirittura anni. Quando sollevò lo sguardo dalla mappa vide che Vyckque lo osservava estasiato, rimase sorpreso, non si sarebbe mai aspettato uno sguardo simile. «Tutto bene Vyckque?» il diavolo annuì imbarazzato e cercò di guardare da qualche altra parte. «Per quanto riguarda la tua seconda domanda: ci spostiamo e piedi o usufruiamo di animali che possono essere cavalcati oppure possono trascinare dei carri. Dipende tutto da quanti soldi un individuo possiede. Io solitamente giravo a piedi, oppure a volte chiedevo a dei mercanti un passaggio in cambio della mia protezione dai briganti.» il diavolo lo osservava in silenzio.
    Guardarono ancora la mappa più grande, poi Vyckque prese quella più trasportabile e l'arrotolò portandola fuori dalla stanza. Erano appena usciti dalla stanza, quando Talys sentì un'altra volta la voce del diavolo.
    «Il tuo mondo è strano, ma dev'essere bello o almeno particolare. Come ti sembra questo? Almeno fino ad ora.»
    «Buio, e confesso che questa cupola di roccia che sovrasta la città è un po' opprimente. Vorrei vedere com'è l'esterno, ma non so quando potrei averne l'occasione.»
    «Dubito che il paesaggio potrebbe piacerti, ma vedrò cosa possiamo fare. Non so se ci riusciremo in questi giorni, ma magari al nostro ritorno possiamo andare dal mio clan e da lì verso un'uscita.» mentre lo diceva iniziò a scuotere la testa come se quello che aveva appena detto fosse un'assurdità. «No, non posso portarti dai Darphyrer, non gradirebbero la tua presenza. Potremmo contattare Yarlanee lei sicuramente farebbe i salti di gioia, per te non per me. Ne parlerò con Kyrarsil, vediamo cosa ne dice.»
    «Dai Darphyrer rischio la vita io, dai ....ehm... Belmorra?» Vyckque annuì, almeno iniziava a conoscere i nomi. «Insomma da loro sei tu che rischi la vita.»
    «Io non rischio la vita in nessun clan e nemmeno tu. Ma i Darphyrer potrebbero dimostrarsi poco amichevoli, conosco mio padre e non credo gradirà la tua presenza nel suo territorio. Ne parleremo dopo aver superato la prova, adesso andiamo a prendere una spada, bisogna sistemarla un po' prima di iniziare il viaggio.»
     
    .
252 replies since 11/9/2012, 21:12   3671 views
  Share  
.