Il sorriso del dolore

Yaoi originale

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  1. ˜ Sakura ˜
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    'Sera! :tau:
    Dopo un bel po' di tentennamenti, mi decido a pubblicare anche il mio racconto qui su questo forum. Lo sto pubblicando anche su EFP, per chi fosse curioso il link si trova nel mio profilo.
    Vorrei solo sapere la vostra opinione. Metterò per ora solo il primo capitolo.


    TRAMA:
    Una storia d'amore che nasce tra lacrime, dolore e amare verità.
    Ishin è un ragazzo non desiderato dai genitori e subisce violenze da parte del padre.
    Kaname, diversamente, è un ragazzo amato dai genitori e dalle persone che lo circondano.
    Fra i due nascerà un sentimento più profondo dell'amicizia.
    Dovranno affrontare persone e realtà che metteranno alla prova quel sentimento profondo che gli lega.


    *********************************************************************************************************

    Una dolorosa verità


    << Taka-chan! Taka-chan! >> una voce squillante e femminile mi desta dai miei pensieri.
    La ragazza, Maya, mi saluta energica con la mano. Con un cenno del capo la saluto a mia volta ed entro in classe.

    << Hei Ishin, oggi a pranzo ti aspetto nell'aula C. Dobbiamo parlare... >> un ragazzo della classe accanto si rivolge al mio vicino di banco in modo scortese. Ishin con un cenno del capo gli dice di aver capito. Il ragazzo si alza e mi lancia un'occhiataccia che io a mia volta ricambio, poi si allontana ed esce. Mi siedo al mio posto vicino ad Ishin che tiene la testa bassa sul suo libro di letteratura inglese. Con una penna gli stuzzico il braccio sinistro e lui alza la testa, sulla guancia sinistra ha un ematoma violaceo. Lo guardo sorpreso e lui subito copre con la mano la chiazza color prugna, poi abbassa lo sguardo. La mano destra stropiccia un poco le pagine del libro.
    << Buongiorno Yamato-kun. >> lo saluto con gentilezza sorridendogli, lui alza lo sguardo e un timido sorriso si increspa sulle sue labbra rosee.
    << Buongiorno...>> ricambia a bassa voce, poi si volta e torna a leggere o guardare il libro di letteratura inglese. "Come al solito non sei di molte parole" penso un po' abbattuto. Mi piacerebbe potergli parlare molto di più, ma è sempre un po' restio a parlare con le persone. Mi reputo fortunato solo per il fatto che mi saluti e mi sorrida quando lo saluto io. Qualche volta ci incrociamo per strada, se sono con una ragazza o con gli amici fa finta di non vedermi e questo mi ferisce ogni volta. Diversamente accade se sono da solo, mi sorride come un bambino e mi saluta con un piccolo cenno della mano. Quando ciò accade mi sento sempre un po' felice e realizzato.

    Spesso Ishin ha degli ematomi sul corpo, più volte ho fatto notare ai professori che Ishin porta quei segni ma mi hanno sempre detto che il padre possiede un dojo e quindi è normale che Ishin porti quei segni perché si allena. Ma io ho sempre pensato e lo penso tuttora che Ishin venga picchiato. Non so perché io ne sia fermamente convinto, ma so che se Ishin facesse davvero Karatè o che non sarebbe così insicuro, così fragile, così magro e così accondiscendente con le persone che palesemente lo sfruttano.

    Ci sono voci che dicono che Ishin sia un po' come una puttana e che faccia pompini a chi glielo chieda. Inoltre ho sentito dire che sua madre sia una ex prostituta. Non ho mai saputo se fosse vero quello che le persone dicono sul suo conto, non ho il coraggio di chiedere al diretto interessato. Ho paura della risposta che potrebbe dare.

    Nonostante tutto, tratto Ishin normalmente e credo che lui apprezzi ciò.

    Mentre stavo pensando a Ishin, il professore è entrato in classe. Ci alziamo tutti e gli diamo il buongiorno e ci rimettiamo a sedere in silenzio. Mi volto verso Ishin, sentivo i suoi occhi su di me. "Forse vuole chiedermi qualcosa!" penso speranzoso. Appena nota che mi sono girato verso di lui, Ishin arrossisce un po' e ritorna sul suo libro, ma noto che non è più quello di letteratura inglese. È quello di matematica, la materia che detesto. "Forse stava realmente studiando letteratura inglese..." penso sospirando. Mi abbasso per prendere il libro e il quaderno dalla borsa, ma una mano fa capolino sul mio banco. Alzo la testa e quello di fronte a me mi indica il professore di matematica che sembra anche un po' irritato.

    << Takahashi Kaname! È ancora nel mondo dei sogni? >> mi domanda il professore tuonando. Tutta la classe è voltata verso di me e stanno tutti ridacchiando.
    << Può darsi professore... >> gli rispondo e tutta la classe scoppia a ridere, non che la battuta fosse divertente ma la faccia del professore lo è. Eccome se lo è! È tonda come un pomodoro. Perché oltre ad essere tonda è anche rossa. Sì sì, proprio un bel pomodoro di enormi dimensioni. Mentre tutti ridono mi volto verso Ishin che con una mano si copre la bocca affinché reprima il riso. Vedendolo ridere, le mie labbra si trasformano in un sorriso ebete. La bellezza di Ishin è folgorante ed è possibile ammirarla solo quando ride divertito, che è un avvenimento raro.
    << Takahashi Kaname, invece di fare il pagliaccio in classe veda bene di rispondere con un "presente" quando la chiamo per l'appello! >> mi dice ancora più arrabbiato. Alzo lo sguardo nella sua direzione e faccio intendere di aver capito. Dopo poco in classe torna il silenzio e la tranquillità, ma non fra il mio banco e quello di Ishin che, non so perché, continuiamo a ridere come scemi. Più lui ride più rido io, un circolo vizioso.
    << Takahashi! Yamato! Fuori di qui fino alla fine della lezione! >> così dicendo il professore ci sbatte fuori e noi due continuiamo a ridere anche quando siamo fuori.

    << Yamato-kun, perché ridi così di gusto? >> gli domando curioso tirandogli un pugno leggero sul braccio destro.
    << Takahashi-kun è semplice. Hai fatto una faccia buffa quando il professore ti ha ripreso. Sembravi caduto dalle nuvole! >> mi risponde ridacchiando. Poi si calma e appoggia la testa al muro insieme alle spalle. Poi porta dietro le braccia e incrocia le mani dietro il sedere. Si dondola un po' e nel mentre i suoi capelli lunghi fino alle spalle dondolano insieme a lui. Sembrano di seta quei capelli lisci castano scuro, quasi moro. Rimango a fissarlo per qualche minuto assorto, lui si volta verso di me.
    << Takahashi-kun? >> la sua voce mi risveglia ed arrossisco un po', lui ridacchia e mi prende la mano. Le sue dita si incrociano con le mie, poi appoggia la testa sulla mia spalla. I suoi capelli emanano un buon profumo di bagno schiuma.
    << Takahashi-kun, non mi sento tanto bene... Mi fanno male i graffi che ho sulla schiena... >> mi dice con voce lamentosa, la sua mano destra stringe la mia camicia, lentamente scivola giu con il respiro affannato. Io preoccupato scivolo giu con lui e gli stringo delicatamente la spalla destra. Lui appoggia la fronte sul mio petto e la sua stretta sulla mia mano destra aumenta.
    << Ti porto in infermeria. Aspetta che lo comunico al prof. >> gli dico nervoso, mi alzo velocemente e spalanco la porta dell'aula. Tutta la classe si volta verso di me, mi rivolgo al professore con ansia.

    << Professore! Yamato-kun non sta tanto bene, posso portarlo in infermeria? >> il professore esce dall'aula seguito da me. Si volta e fa un cenno di assenso, allora mi volto verso Ishin e lo alzo per le spalle. Lui si aggrappa a me e insieme ci dirigiamo verso l'infermeria. Busso alla porta e l'infermiera ci apre. Faccio sdraiare Ishin sul lettino.
    << Sta male, dice che gli fanno male i graffi che ha sulla schiena. >> mi rivolgo alla donna frenetico stringendo la mano di Ishin che debolmente ricambia la mia stretta. La donna si avvicina a Ishin e gli sbottona la camicia, non so perché ma vederlo senza la camicia sono arrossito e ho iniziato a sentire caldo. Mi sono alzato per distogliere lo sguardo. Nonostante il corpo abbia molte chiazze color prugna, blu e verdi, è bello. Ha un torace poco muscoloso, le spalle fini ed è magro. Il suo fisico non è molto mascolino ma nemmeno femminile. Il suo corpo è semplicemente bello.

    << Yamato-kun, questi non sono graffi ma frustate. Tuo padre è tornato a casa vero? >> domanda l'infermiera, sentendo le sue parole mi volto verso Ishin che con un piccolo movimento della testa conferma l'ipotesi della donna.
    << Yamato-kun, tuo padre è sempre stato un uomo violento. Perché tu e tua madre non ve ne andate di casa? >> domanda nuovamente l'infermiera, nel sentire quelle parole il mio stomaco si stringe in una morsa e un sentimento di rabbia inizia pian piano a prendere il sopravvento.
    << Non posso... Se scappiamo ci ucciderà... >> dice singhiozzando, mi avvicino a lui e lo abbraccio stando attento a non fargli male. Lui ricambia il mio abbraccio e si stringe più forte a me. Gli accarezzo la testa con dolcezza, sento le sue lacrime bagnarmi la camicia. "Ishin ci sarò io a proteggerti... Non ti lascerò solo..." penso gli poso un timido bacio sui capelli, a questo gesto si calma un po'. Si accosta da me e un sorriso fa capolino sul suo viso, mi accarezza il viso con dolcezza. I suoi occhi mostrano chiaramente il dolore che prova, sono due pozzi grigi pieni di dolore.
    << Yamato-kun, tieni è un anti dolorifico e questo è un balsamo. Spalmalo sulle ferite, ammorbidisce la pelle. >> dice l'infermiera porgendomi le pasticche e il balsamo.
    << Immagino che vorrete parlare. Yamato-kun, Takahashi-kun è una brava persona. Hai detto che ti fidi di lui, perciò apriti con lui. Si sta comportando da amico, no? >> Detto ciò esce. Mi volto verso Ishin che fissa un punto indefinito del pavimento, storce il naso e la bocca. Si mordicchia il labbro inferiore nervoso, gli poso la mano sulle sue e gli sorrido. Lui ricambia e stringe la mia mano con le sue.

    << Takahashi-kun... >> lo interrompo.

    << Chiami Kaname. >> gli dico sorridendo gentilmente. Mi guarda un po' sorpreso e poi fa un cenno del capo.

    << Come vuoi. Kaname tu sei stato sempre molto carino nei miei confronti, fin dall'inizio dell'anno. Questa cosa l'apprezzo molto, nessuno è mai stato carino con me. Forse sono quel tipo di persona che ispira maltrattamento e sfruttamento. - dice ridendo debolmente- Sono squallido, Kaname. Nessuno mi vuole. Nemmeno mio padre e mia madre. Hehehe... Sono indesiderato. Capisci? Mio padre mi picchia ogni giorno, ovviamente quando è a casa. Non picchia solo me, ma anche mia madre. Ho paura di tornare a casa e non poter più venire qui a scuola. Mi piace venire a scuola perché tu Kaname sei gentile con me e mi rispetti.>> mi dice trattenendo le lacrime. Lo abbraccio come pochi minuti prima e lui si aggrappa a me. Affonda la testa nell'incavo del mio collo. Sento i suoi respiri sulla mia pelle e mi vengono i brividi. Sento il suo calore sul mio petto. Non capisco perché ma il mio cuore inizia a battere velocemente.
    << Kaname, tu sei mio amico? Anzi tu non mi vedi come un rifiuto vero? >> mi domanda tra un singhiozzo e un altro. Lo stringo più a me e gli bacio i capelli che dolcemente accarezzo. Il suo calore si fa più intenso, il mio cuore perde un battito. "Vorrei baciarlo..." penso, ma subito mi do dello stupido. "Ma che cavolo vado a pensare..." mi dico scuotendo la testa.
    << Ishin, tu non sei un rifiuto. >> gli dico in un sussurro e lui si rilassa. Gli prendo la camicia e gliela faccio indossare. Gli chiudo con lentezza i bottoni senza notare il suo bel corpo, mi concentro sui bottoni bianchi e piccoli della camicia. Deglutisco a fatica. Anche l'ultimo bottone è tornato al suo posto.
    << Kaname, grazie mille per avermi ascoltato e anche consolato. >> mi dice sorridendomi debolmente. Gli arruffo i capelli con energia e gli sorrido di cuore.
    << Ishin, noi siamo amici. >> gli dico alzandomi in piedi. Gli porgo la mano che lui prontamente prende. Il suo radioso sorriso mi illumina il cuore. "Sei così bello..." penso arrossendo come un idiota. Sì, sono un idiota. Pensare queste cose nei confronti di un ragazzo.
    Mentre mi faccio le seghe mentali, usciamo dall'infermeria e ci avviamo mano nella mano verso la nostra aula per seguire l'ultima lezione della mattinata. Giunti nei pressi dell'aula Ishin lascia la mia mano e quel gesto mi rattrista un bel po'. Mi volto verso di lui e mi sorride angelico, il mio cuore perde un altro battito.

    "Credo che dovrò farmi una visita dal cardiologo. Mi verrà un infarto prima o poi..." così penso mentre apro la porta della nostra aula e faccio entrare entrare prima Ishin.


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    Spero che vi possa piacere a fatemi sapere che cosa ne pensate.
    :chu:
     
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  2. nadine5
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    be devo dire he come storia è impegnativa da portare avanti e non sembra banale
     
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  3. ˜ Sakura ˜
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    Grazie nadine5 per aver lasciato un commento.
    No, non è facile da scrivere perché purtroppo mi tocca mettere anche qualche mia sgradevole esperienza. Non mi è capitato quello che c'è scritto in questo capitolo.
    Spero che continuerai a seguirmi. Il prossimo capitolo lo pubblicherò a breve.
    :chu:
     
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  4. ˜ Sakura ˜
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    Eccomi con il secondo capitolo. :tau:
    Vorrei specificare che è rating ROSSO perché ci sono termini un po' volgari, ma che tutti sentiamo ogni santo giorno anche in TV e, inoltre, le scene erotiche sono esplicite.
    Ho la fissa di far progredire lentamente le mie storie prima di arrivare all'atto sessuale, non mi piacere corre troppo.

    Buona lettura! :flop:


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    Ciò che era meglio non vedere


    Una volta entrati in classe io ed Ishin ci mettiamo a sedere ognuno al proprio posto. Una volta seduto mi giro verso Ishin che ricambia il mio sguardo. "Sembra stare meglio..." penso un po' sollevato.
    Come immaginavo quei lividi erano dovuti da violenza da parte del padre. "Allora per tutto questo tempo ho visto giusto!" penso, stringendo la penna nel pugno. Le nocche iniziano a sbiancare, stringo anche i denti, il mio sguardo si fa stranamente più truce.
    "Quel bastardo..." penso riferendomi al padre di Ishin. Non so che faccia abbia, ma credo che sia riconoscibile. Credo che lo riconoscerei lontano miglia che quell'uomo è il fottuto padre di Ishin, con la faccia da schiaffi. Mi volto verso Ishin con il mio sguardo truce, lui si gira verso di me e vedendolo aggrotta la fronte.
    Strappa un pezzetto di carta dal suo quaderno e inizia a scrivere velocemente. Piega con attenzione il foglio e osserva i movimenti della professoressa di storia che sta spiegando qualcosa che non so. Sono distratto perché sto pensando al padre di Ishin e a come farlo fuori "Sei un imbecille, Kaname. Non puoi ammazzare una persona. Andresti in riformatorio. Poi come faresti senza vedere Ishin?" mi dice la mia coscienza. Il pezzettino di carta salta con leggerezza sul mio banco, mi giro verso Ishin che fa finta di nulla. Sorrido complice. Apro quel foglietto con delicatezza pensando che si possa rompere come colui che me lo ha lanciato. Sì, per me Ishin è un qualcosa di delicato e fragile. Ho paura che si possa sgretolare fra le mani.
    Sul foglietto c'è scritto:


    Che ti prende, Kaname?

    Niente, lascia perdere.

    Gli scrivo velocemente, ripiego il bigliettino e glielo rimando indietro. Lui lo apre in un attimo. Legge ed alza lo sguardo verso di me, mi scruta per un po' e poi scuote la testa. Torna a seguire la lezione e prende qualche appunto. Io invece trovo difficoltà a prestare attenzione, troppi pensieri mi frullano nella testa.
    Poi una brillante idea fa capolino nella mia testa. Strappo un pezzo di carte e vi scrivo sopra:


    Ishin, ti va di mangiare con me? Se vuoi ovviamente.
    Senti ti va anche di tornare a casa insieme? Dobbiamo percorrere un po' di strada insieme.
    Ovviamente se hai voglia.


    Piego il foglio e glielo lancio. Si posa delicatamente sul suo banco, lo ignora per un po'. Ishin con la mano sinistra si tiene la testa e il viso è basso sul quaderno. La gamba sinistra balla con ritmo. "Forse è nervoso... Ma diavolo! Non mi ignorare!" penso triste, mi giro verso la finestra. Una strana pressione mi infastidisce la nuca, mi volto e vedo Ishin che mi sorride. Con il labiale mi dice "Va bene" e poi ritorna sul suo quaderno. Il mio cuore perde un battito.

    La lezione è finita e inizia la pausa pranzo. Faccio per alzarmi, ma un gruppo di ragazze mi circonda il banco.
    << Taka-chan! Taka-chan! Pranzi con me? >> mi domanda una ragazza abbastanza carina.
    << No! Taka-chan, mangia con me! >> dice un'altra.
    << No! Con me! >> dicono altre contemporaneamente. L'aria intorno a me inizia a farsi tesa, le ragazze sembrano sul punto di guerra. Cerco di calmarle e butto un occhio sul banco di Ishin che è vuoto. "Ma dove...?" penso. Una mano batte sul mio banco.
    << Hei, Taka-chan con chi mangeresti? >> mi domanda una con sguardo di fuoco. Impallidisco "Ma che cosa volete da me?" penso nervoso. Non capisco perché le ragazze del piano vogliono pranzare con me. Dicono che sono bello, ma non eccello nello studio. Sono un tipo sportivo, infatti negli sport non mi batte nessuno. Forse è questo che mi rende popolare fra le ragazze, e anche fra i ragazzi dei vari club sportivi della scuola che ogni giorno mi pregano di iscrivermi a uno dei loro club, ma rifiuto sempre perché al momento non sono interessato.
    << Allora Taka-chan? >> tuona la ragazza di prima, impallidisco nuovamente e poi farfuglio nervoso << Scusatemi, ma devo andare... >> sposto delle ragazze e velocemente me ne scappo dall'aula. Le voci femminili mi ordinano di fermarmi, ma non presto loro attenzione e continuo la mia corsa per l'istituto alla ricerca di Ishin. "Dove cazzo ti sei cacciato?!" penso arrabbiato e preoccupato.


    << Hei Ishin, oggi a pranzo ti aspetto nell'aula C. Dobbiamo parlare... >>

    Mi ritornano in mente le parole del ragazzo della classe accanto. Mi fermo e mi guardo intorno, stranamente nella foga della fuga ho preso la strada giusta. Giro l'angolo e mi ritrovo nel corridoio dei laboratori. Cammino piano affinché io possa leggere le targhette. "Aula C. Aula C. Aula C." penso mentre leggo con attenzione ogni targhetta "Aula C!" esclamo mentalmente quando leggo la targhetta dall'aula.
    Degli strani rumori provengono al suo interno. Mi avvicino lentamente alla porta con il cuore in gola e il sudore freddo. " Che cazzo sta succedendo?" penso nervoso. Apro la porta con delicatezza senza far rumore alcuno. Apro solo un poco e quello che vedo mi sorprende, mi eccita e mi disgusta allo stesso tempo.
    Ishin è in ginocchio di fronte al ragazzo della classe accanto che ha i pantaloni calati fino ai piedi. Ishin sta facendo dei movimenti con la bocca e con la testa.
    << Ishin, sei proprio una puttana. >> gli dice il ragazzo stringendogli i capelli di Ishin che mugugna addolorato. Il ragazzo si aggrappa più saldamente al banco e le sue ginocchia si piegano, spinge il bacino più in avanti.
    << Più... Di più... Ishin... >> Sentendo queste parole, non so perché i miei pantaloni si fanno più stretti.
    << Cazzo... Ishin... Sei proprio bravo... >> la morsa dei pantaloni si fa più forte, mi porto una mano là in basso e constato che sono eccitatissimo.
    << Siih! Ishin più veloce! >> gli ordina il ragazzo ed Ishin aumenta la velocità. Vederlo lì, che fa un pompino mi eccita ma allo stesso modo mi disgusta.
    "Sono uguale agli altri!" peso frustrato, un moto di rabbia prende il sopravvento.
    Spalanco la porta dell'aula in malo modo "Cazzo... Sono arrabbiato!" penso furioso, mi precipito verso i due. Ishin mi guarda sorpreso, abbandona il suo lavoro e si alza di scatto, fa qualche passo indietro.
    << Tu! >> Gli urlo piantando le nocche del pugno destro sullo zigomo del ragazzo della classe accanto alla nostra. Lui crolla a terra inciampando sui suoi pantaloni e si tocca la parte lesa. La sua erezione è in bella vista.
    << Copriti pezzente! >> gli dico tirandogli un calcio nello stomaco, lui si rannicchia urlando per il dolore. Delle braccia esili mi avvolgono il busto. Mi volto e vedo Ishin in lacrime.
    << Kaname, basta! Non continuare! >> mi prega tra un singhiozzo e l'altro. Le sue mani stringono la mia camicia e vi affonda anche la testa che struscia frenetico.
    << Ti prego Kaname. >> mi dice con gli occhi da cucciolo. La mia rabbia svanisce. Mi volto e prendo il polso di Ishin che trascino fuori dall'aula.
    Il ragazzo a terra mi dice urlando << Vaffanculo! Kaname, sei un bastardo! >> ritorno sui miei passi, rientro in classe e mi avvicino a lui. Mi abbasso al suo livello, lo prendo per il colletto.
    << Senti stronzetto, Ishin non farà più niente del genere. Capisci? Dillo anche ai tuoi amichetti. >> gli dico schiacciandogli l'erezione con il ginocchio. << Oh, ti si sta ammosciando per la paura vero? >> mi rivolgo a lui con un ghigno. Lui sbianca e inizia a tremare, con la testa fa segno di aver capito. Lo schiaccio a terra e il pezzente sbatte la testa.
    "Peccato che non gliel'abbia fracassata..." penso uscendo dall'aula. Ishin è là nel corridoio ad aspettarmi. Ha la testa bassa e sta ancora piangendo, mi avvicino piano a lui e lo abbraccio da dietro. Gli poso un bacio sulla nuca e lo stringo più a me.
    << Ishin... Scusa... >> gli dico quasi alle lacrime, ma lui scuote la testa e si volta verso di me. Mi abbraccia forte e affonda il viso nel petto, sento le sue mani stringermi forte la camicia.
    << Grazie... >> farfuglia debolmente. Allora lo stringo a me ancora di più e gli bacio i capelli. "Ishin..." penso mentre una lacrima scende lungo la mia guancia. Ishin alza lo sguardo e dolcemente mi asciuga la lacrima che è riuscita a sfuggirmi.
    << Non piangere, Kaname. Ti ringrazio di cuore. >> mi dice con un timido sorriso.
    Quelle sue labbra che di solito sono rosee ora sono rosse. Lo prendo per il polso e lo trascino in bagno. Apro il rubinetto e mi bagno la mano sinistra con l'acqua, poi la porto alla bocca di Ishin che stupito si ritrae. Allora con la destra lascio la presa sul suo polso e gli stringo la nuca. Gli pulisco energico le labbra e poi mi rivolgo freddamente a lui.
    << Sciacquati la bocca! >> lui sobbalza ed esegue l'ordine. La sciacqua tre volte e poi alza la testa verso di me. Con un lembo della mia camicia gli asciugo la bocca bagnata e poi lo abbraccio forte.
    << Non permetterò più a nessuno di usarti in questo modo... >> gli dico con gentilezza e lui ricambia l'abbraccio.
    << Grazie. >> mi dice sorridendomi << Sei un amico. >> gli sorrido e, non so perché, gli bacio la fronte. Lui arrossisce un po' e lo stesso faccio io. Entrambi distogliamo lo sguardo. Poi scoppiamo a ridere.
    Gli cingo le spalle e ci avviamo verso la nostra aula, la pausa pranzo era appena terminata.

    Le ore successive all'accaduto passano lentamente ed ero sempre un po' distratto.
    Il suono della campagna di fine lezione finalmente suona fastidiosa. Mi volto verso Ishin intento a mettere nella borsa i quaderni e i libri. Si gira verso di me e mi sorride.
    Salutato tutti usciamo insieme dall'aula e nel corridoio incontriamo il ragazzo che avevo pestato a pranzo. Lui ci vede e sbianca, poi scappa via. A quel comportamento Ishin ridacchia e lo stesso faccio io.
    Una volta usciti dal cancello principale della scuola mi ricordo di non aver preso nemmeno mezzo appunto sulla lezione di storia.
    << Ishin, mi potresti fare un favore immenso? >> gli domando pregandolo. Lui ride.
    << Dimmi, che devo fare? >> mi domanda.
    << Prestami gli appunti di storia, per favore. >> gli chiedo sempre pregandolo.
    Lui apre la borsa e mi porge il quaderno che afferro come se fosse oro.
    << Grazie mille, Ishin! Mi hai salvato! >> lo ringrazio e lui scrolla le spalle sempre sorridendo.
    Infilo il quaderno nella borsa e poi ci avviamo verso casa. Lui mi prende la mano nella sua, mi giro e gli sorrido. Anche io gli stringo la mano.

    "Sono uguale agli altri!"

    Gli lascio la mano e lui mi guarda dubbioso. Mi allontano da lui arretrando di qualche passo.
    << Che succede, Kaname? >> mi domanda preoccupato. I suoi occhi grigi sono pieni di preoccupazione e sembrano anche feriti.


    *********************************************************************************************************

    Spero che vi piaccia questo capitolo.
    La scena nell'aula C non mi soddisfa granché, ma non vorrei darle troppa importanza mi rifarò in futuro quando Kaname ed Ishin si decideranno a mettersi insieme sul serio.
    Per ora è solo un'amicizia un po' ambigua.

    :chu:

    Edited by ˜ Sakura ˜ - 27/8/2013, 20:34
     
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  5. nadine5
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    be il bello della storia è anche vedere come progredisce e non soltanto le scene hot
     
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    Brava Sakura !!!
    La storia a me piace e scorrevole e ti prende. Mi piaccerebbe legere il seguito perciò perfavore continuala .
    Mi auguro che la tua vita non sia accompagnata dall' angoscia e tristezza che trasuda dal tuo raconto ma della dolcezza .....
    Un abbraccio Lilo : hug: : hug:
     
    .
  7. ˜ Sakura ˜
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    User deleted


    Eccomi con il terzo capitolo. :tau:
    nadine5 le scene hot ci saranno, ma più in là. Diciamo che hanno un rilievo secondario, voglio solo scrivere quello che accade fra questi due ragazzi e più che altro voglio dare una possibilità a Ishin di riscattarsi e di diventare più forte.
    Lilo purtroppo al momento la mia situazione famigliare non è delle migliori e poi in questo racconto è ispirato a cose vere. Non ho vissuto la situazione di Ishin, ma mi è stato fatto del mobbing i primi due anni di liceo perché ero e sono la più brava. Ci ho sofferto molto e anche ora, che sono in quarta, non desidero più come tempo fa di andare a scuola e sono un po' diffidente con le persone. Specifico con le ragazze dato che in classe mia sono tutte femmine. Mi terrorizzano alcune...
    :fear:

    *********************************************************************************************************

    Una bizzarra famiglia


    "Sono uguale agli altri!"

    Gli lascio la mano e lui mi guarda dubbioso. Mi allontano da lui arretrando di qualche passo.
    << Che succede, Kaname? >> mi domanda preoccupato. I suoi occhi grigi sono pieni di preoccupazione e sembrano anche feriti. Arretro ancora un po', ma una panchina mi ferma. Ci cado sopra e mi ritrovo seduto. Sto guardando in basso e mi sto torturando le mani, non ho il coraggio di guardarlo negli occhi.

    "Sono uguale agli altri!"


    Il mio cuore perde un battito. Porto una mano al petto e stringo la camicia.

    "Sono uguale agli altri!"

    Il respiro si fa affannato e mi sporgo in avanti piegandomi su me stesso.
    << Kaname?! >> sento urlare vicino al mio orecchio. Delle mani delicate mi stringono forte le maniche della camicia. Mi sento scuotere con energia.
    << Kaname! >> sento ancora il mio nome, alzo un po' lo sguardo e incrocio due occhi in lacrime. Il suo viso è contratto per trattenerle.

    Il viso di chi?

    << Kaname... >> quel viso in lacrime si appoggia sulle mie ginocchia e le mani mi stringono i fianchi. Poi tutto si fa nero, ma delle lucine fanno capolino in quell'oscurità penetrante. Sembrano stelle oppure occhi.

    Mi risveglio e vedo gli occhi di Ishin luccicare come quelle stelle. Mi alzo in piedi e Ishin mi abbraccia forte. Ricambio l'abbraccio e gli bacio i capelli.
    << Che ti è successo? >> mi domanda alzando la testa. Mi fissa con quelle stelle di occhi.
    << Ah, sono solo svenuto. Sai, da piccolo avevo problemi a contenere la mia ansia, al culmine di essa mi sentivo male e svenivo. >> gli dico per rassicurarlo mentre ci incamminiamo verso casa. Lui mi fissa ancora un po' e poi si stacca da me.
    << Mi sono spaventato. Perché ti è venuta l'ansia? >> mi domanda senza guardarmi, intento a cercare qualcosa nella borsa della scuola.
    << Lascia perdere... >> gli dico con un sospiro, prendo la bottiglia d'acqua che mi sta porgendo. Ne bevo un sorso e poi gliela restituisco.
    << Ma che fai?! >> gli domando prendendogli la bottiglia e versandogli dell'acqua addosso nella foga. "Questo è un bacio indiretto!" penso.
    << Ma sei scemo? Stavo bevendo! Dammi la bottiglia! >> mi dice saltandomi addosso. Tiro su il braccio con in mano la bottiglia e lui saltella per prenderla senza riuscirci.
    << I nani non possono bere. >> gli dico ridendo e lo allontano con una mano da me. Ishin allora si scosta, prima incrocia le braccia al petto e poi mette un adorabile broncio. Nonostante tutto continuo a ridere e a prenderlo in giro. Benché stessi scherzando, Ishin irritato mi tira un calcio sullo stinco e mi frega la bottiglia. Mi piego su me stesso e mi massaggio la parte lesa "Stupido nano!" penso arrabbiato. Mi alzo e gli corro dietro per raggiungerlo.
    Una volta raggiunto gli prendo i fianchi e lui sussulta lasciando cadere la bottiglia, gli faccio del solletico e le sue risate risuonano alte nel parco. Si dimena e si struscia a me nella foga per potersi liberare, ma la mia morsa si fa più salda e smetto di solleticargli il corpo magro. Lui si calma e sento il suo petto alzarsi ed abbassarsi veloce. Appoggio il mento sulla sua spalla e lui con le mani percorre il profilo delle mie braccia. Si volta verso di me e poi sento le sue labbra premere sulle mie.
    Stupito sgrano gli occhi e lascio la presa dal suo corpo, faccio per allontanarmi ma lui con le mani trattiene il mio viso. La sua lingua solletica il mio labbro inferiore e per la sorpresa schiudo un po' le labbra, lui subito fa entrare la lingua dentro che subito raggiunge la mia. Il suo sapore è stranamente dolce, la mia lingua reagisce al tocco della sua. Entrambe iniziano un gioco di intreccio e una piccola lotta per la supremazia di una sull'altra. Lui mi stringe i capelli e io gli stringo i fianchi. Poi ishin si stacca da me, entrambi abbiamo il fiato corto.

    << Ishin... Io sono come gli altri? >> gli domando una volta che mi sono calmato e sistemato alla bell'e buona i capelli. Lui alza un sopracciglio.
    << Se fossi come gli altri non ti avrei baciato. >> mi risponde prendendomi la mano, mi tira verso l'uscita del parco e appoggia la testa sul mio braccio. Mi sorride angelico. Il calore della sua mano si propaga in tutto il mio corpo.
    Camminiamo ancora per un po', mi lascio guidare da Ishin che quasi trotterella. "E' felice..." penso e sul volto mi si dipinge un sorriso dolce. Canticchia un motivetto che non conosco. I suoi capelli fluttuano leggeri quando un follata di vento dovuta da un camion che va tropo veloce ci investe.
    Dopo qualche metro svoltiamo a destra e entriamo in un vicolo che non ho mai percorso.
    << Dove mi porti? >> domando mentre gli strattono la mano, lui si volta e mi sorride.
    << Hai detto che mi accompagni a casa oggi, quindi stiamo andando a casa mia. >> mi dice affrettando il passo, nella via si odono delle grida femminili e poi un CHACK.
    Ishin si irrigidisce, si volta verso di me e mi abbraccia forte. Subito capisco che quelle urla sono della madre e probabilmente quel suono è dovuto a una cintura che si schianta sul suo corpo. Stringo a me Ishin e faccio dietro fronte, lo strascino via con me e risbuchiamo sulla strada principale.
    Le persone ci fissano, ma le ignoro. Aumento il passo e trascino Ishin verso casa mia. Lui mi segue con la testa bassa, stringe la presa sulla mia mano.

    Mi fermo quando sono di fronte al cancello di casa e mi giro perso Ishin che ha ancora la testa bassa. Con le mani gliela alzo e gli sorrido dolcemente.
    << Oggi puoi mangiare qui da me e se vuoi anche dormire. >> gli dico accarezzandogli la guancia, lui subito fa un "sì" con la testa. Gli scompiglio i capelli e apro il cancello che sinistramente cigola. Tiro fuori le chiavi dalla tasca e apro la porta, faccio entrare prima Ishin.
    << Mamma! Sono tornato, ho portato un amico con me può rimanere a cena e anche a dormire? >> urlo in casa sperando che mia madre mi senta. Un rumore di passi al piano superiore mi fa venire i brividi "E' di pessimo umore..." penso mettendomi di fronte ad Ishin per proteggerlo. Lui mi guarda stranito e io con un cenno della mano gli faccio capire di non domandare niente.
    << TUUUU! Ti sembra questa l'ora di tornare? Sono le sei e la tua camera è uno schifo! Avevi promesso che l'avresti messa in ordine! >> tuona mia madre mentre scende le scale. Una donna dai lunghi capelli neri e uno sguardo di fuoco si presenta di fronte a me.
    << Ehm... Mamma c'è stato un contrattempo... >> cerco di spiegare, ma lei ruggisce. Impallidisco e mi irrigidisco, allora fa capolino il viso di Ishin che era stato buono buono dietro di me.
    << Buonasera signora, sono Ishin un compagno di classe di suo figlio >> dice chinandosi rispettosamente a mia madre e poi le sorride angelico. Lei subito cambia personalità e si trasforma in una amabile mamma.
    << Oh, benvenuto Ishin-kun. Io sono la madre di questo disgraziato -mi tira un cazzotto allo stomaco- che doveva essere qui da mezz'ora. >> gli risponde con un sorriso. Si volta e va verso la cucina, noi la seguiamo e rimaniamo immobili sulla soglia.
    << Ishin-kun fai come se fossi a casa tua, potrai mangiare e dormire qua con noi. E tu Kaname fila a mettere in ordine la stanza che è un porcile. >> si rivolge a me con uno sguardo assassino. Mi irrigidisco ancora di più e trascino con me Ishin che gentilmente stava ringraziando mia madre. Arrivati di fronte alla porta di camera mia, la spalanco e la richiudo subito. Tiro un sospiro di sollievo e mi lascio scivolare giù lungo la porta. Ishin si accomoda sul mio letto sfatto.
    << Sembra che sia passato un tornado... >> commenta assorto. Mi avvicino a lui e lo bacio sulla fronte.
    << Alzati che rifaccio il letto. >> gli dico con dolcezza e lui subito balza in piedi. Mi chino sul letto per sistemarlo, ma una mano un po' curiosa mi tocca il sedere. Mi volto e vedo Ishin fare finta di nulla. Allora lo prendo di peso e lo butto sul letto, salgo a cavalcioni su di lui che sorride beffardo. Con una mano gli prendo i polsi che porto sopra la testa e gli faccio il solletico. Lui ride e si dimena, mi prende a calci perciò mi metto a sedere sulle sue gambe. Lo torturo ancora per un po' e poi lo lascio libero. Si raggomitola subito e mi da le spalle. Mi volto sorridendo e inizio a riordinare la mia stanza.
    Ishin scende dal letto e mi abbraccia da dietro, appoggia il mento sulla mi spalla e mi sussurra con voce seducente << Hai bisogno d'aiuto? >> le sue mani percorrono il mio petto. Deglutisco a vuoto.
    "Perché deve essere così sexy?" penso disperato.
    << Hei nano, lasciami mettere in ordine. Non importa che tu mi aiuti. >> gli dico con tono seccato e lui, tutto divertito, ridacchia. Mi stampa un bacio sulla guancia e si mette comunque ad aiutarmi.
    "Non capisco che diavolo mi stia prendendo, mi batte forte il cuore. Solo perché mi ha abbracciato e parlato sono così imbarazzato... Sono impazzito forse... E' stata un giornata pesante e piena di eventi" penso mentre lancio qualche occhiata a Ishin che sta rimettendo delle riviste HOT nella libreria. Ne sfoglia qualcuna e ridacchia. "Che diavolo ridi?!" penso mentre gliela strappo di mano e la metto a posto.
    << Ti piacciono davvero quelle riviste? >> mi domanda ridendo.
    << Sì, mi piacciono. Problemi? Tu non ne leggi? >> gli rispondo irritato, mi trovo a pochi centimetri dal suo viso. Lui alza le sopracciglia che subito dopo aggrotta, percorre gli ultimi centimetri che mancano e mi bacia veloce.
    << Se devo essere sincero non sono mai stato interessato alle ragazze... >> mi dice alzandosi, si dirige verso la scrivania e mette in ordine i libri di scuola che malamente avevo lasciato. Sistema anche il porta penne che si era rovesciato.
    << Cioè... Mi vorresti dire che... >> non riesco a concludere la frase che lui si volta verso di me con uno strano sorriso.
    << Sono gay. Mi piacciono gli uomini. >> conclude prendendomi le spalle << Ti infastidisce? >> mi domanda, il tono è cambiato. Vedo che è preoccupato.
    "Mi infastidisce che sia gay?" penso. Metto la testa di lato e fisso la parete oltre Ishin. "Mi infastidisce? Se devo essere sincero no, non mi infastidisce. Anzi, mi solleva il fatto che lo sia. Cioè... Almeno riesco a capire perché mi ha baciato e perché mi abbraccia spesso. Non è che lo sia anche io? Baciarlo non mi dispiace, anzi mi piace molto. Mi piace anche quando mi abbraccia e mi tiene la mano. Mi piace quando mi sorride e mi saluta contento. Mi piace quando in classe ci scambiamo occhiate complici. Mi piace quando ad educazione fisica mi porge sempre una bottiglia d'acqua. Mi piace quando durante i compiti in classe mi aiuta." penso. Ritorno alla realtà e lo abbraccio.
    << No, non mi infastidisce. Chissà se lo sono pure io... >> gli dico ridendo. Lui si scosta da me e mi guarda pensieroso. Poco dopo scuote la testa.
    << No, non lo sei anche tu. A te piacciono le donne... >> mi dice un po' abbattuto. Si riferisce ai giornali HOT di poco prima. << Lasciamo perdere. >> mi dice con un sorriso. Con un cenno della testa faccio intendere di aver capito e liquidiamo la faccenda.

    << Ka-chan! Possho entlale? >> sento da dietro la porta della mia stanza. Ishin si alza e si accomoda sul letto con eleganza. Mi sorride e indica la porta. La apro e un viso sorridente e brillante mi accoglie. Mi sento abbracciare il collo.
    << Yuko, mi stai strozzando! >> le dico prendendola in braccio.
    << Ciao! >> la saluta Ishin con un cenno della mano sorridendole gentilmente.
    Yuko lascia la presa dal mio collo e si avvicina a Ishin, si arrampica sul letto e si siede sulle sue gambe.
    << Tu hai il pene o la vagina? >> domanda Yuko innocentemente. Strabuzzo gli occhi e mi schiaccio la mano sulla fronte.
    << Yuko... Ti sembrano cose da dire? >> la rimprovero. Invece Ishin ride divertito.
    << Ciao anche a te! Io sono Ishin. >> si presenta e le da un buffetto sulla guancia. Yuko gli si stringe fra le braccia, quindi Ishin la stringe a sé e continua a sorriderle.

    TOCK TOCK

    << Posso entrare? >> fa capolino un viso occhialuto. Mio padre sorride di saluto a me e a Ishin, entrambi ricambiamo il sorriso.
    << Ciao, io sono il padre di Kaname. Piacere di conoscerti. Su, andiamo Yuko a fare il bagno. >> si presenta a Ishin mentre prende in braccio Yuko che si dimenava per rimanere fra le braccia di Ishin, ma mio padre la tiene stretta a sé ed esce.
    << Che carina, è tua sorella? Quanti anni ha? >> mi domanda Ishin ridendo radioso.
    << Sì, è mia sorella e ha cinque anni. Mi dispiace che abbia fatto quella domanda strana ed imbarazzante... >> gli rispondo sospirando. Lui si alza e poggia le mani sulle mie spalle, mi bacia la guancia.
    << Non ti preoccupare, la trovo adorabile proprio come te. >> mi dice e io mi giro furente verso di lui che fulmineo esce dalla porta della mia stanza.
    << A chi dici "adorabile"?! >> gli urlo dietro, lo raggiungo per le scale e gli prendo la manica della camicia. Lui si volta e mi bacia sulle labbra. Sussulto per la sorpresa.
    << Che cosa stai facendo? >> sibilo irritato.
    << Sei adorabile, Ka-chan... >> mi dice beffardo. Gli tiro un pugno sul braccio sinistro e lui mugola addolorato. All'improvviso compare mia madre che ci guardo curiosa e con la fronte aggrottata.
    << Che state facendo? Comunque stavo per venirvi a chiamare, la cena è pronta. >> ci dice salendo un po' le scale, prende Ishin sotto braccio e lo trascina in cucina.
    << Ishin-kun, spero che ti possa piacere la mia cucina. Sai -si volta a guardarlo- sei davvero un bel ragazzo. Quante ragazze ti fanno il filo? >> domanda mia madre con uno sguardo un po' perverso.
    "Cavolo mamma! Potresti farti gli affari tuoi?! Se tu lo sapessi a Ishin non piacciono le ragazze" penso mentre li seguo in silenzio, sono anche un po' preoccupato per Ishin. Mi gratto la testa nervoso.
    << Non lo so quante ragazze mi fanno il filo, non ci bado. >> dice semplicemente sorridendole. Mia madre alza le spalle e fa accomodare Ishin, io mi siedo vicino a lui e gli lancio un'occhiata che dice "Perdonala". Lui mi sorride e mi bacia la guancia veloce, quando mamma è girata verso i fornelli che sta spegnendo. Lancio un'occhiataccia a Ishin che sommessamente ride, con il labiale gli dico "Fottiti". Per ciò che gli ho detto ride ancora di più.
    << Perché ride? Gli hai detto qualcosa di divertente? >> mi domanda mia madre. Con la mano le faccio capire di ignorare Ishin. Gli tiro un calcio e lui batte il ginocchio sul tavolo. Mi guarda in cagnesco e gli sussurro.
    << Questa è la mia vendetta per il calcio di qualche ora prima. >>
    Mi mette un broncio adorabile e mi sento un po' in colpa per avergli fatto male. Mia madre esce dalla cucina e subito Ishin mi bacia. Cerco di allontanarlo da me ma mi stringe forte il volto. Sembra un bacio disperato. Quando si stacca dalle mie labbra mi sento un po' stordito.
    << Che ti prende? Se ci vedessero i miei? >> gli domando preoccupato. Lui appoggia la testa sulla mia spalla, una mano inizia ad accarezzare lascivamente la mia coscia destra. Gli prendo prontamente la mano e lo guardo furibondo. Lui sorride angelico.
    << Mi è scivolata... >> dice con tono malizioso e guardandomi innocentemente. Io mi volto dalla parte opposta per ignorarlo.
    << Ka-chan! >> esorta mia sorella quando entra e si mette a sedere di fronte a Ishin che le sorride.

    << Sai, sono preoccupato... >> entra mio padre seguito da mia madre.
    << Preoccupato per cosa? >> domanda mia madre.
    << Mio fratello... Lasciamo perdere... >> dice mio padre sedendosi.
    Mia madre ci serve le pietanze e noi iniziamo a mangiare in un silenzio fastidioso. Di solito la mia famiglia è molto allegra e vivace, ma oggi stranamente sembra essere giù di corda. Osservo di sottecchi i miei, però una mano un po' curiosa è tornata ad accarezzarmi la gamba. Mi volto lentamente verso Ishin che fa finta di nulla. Muovo la gamba per scacciare la sua mano, ma mi si aggrappa di più. Lui ride divertito per la mia reazione. "Dannato nano!" penso arrabbiato.

    << Ish-chan! Tu hai il pene o la vagina? >> domanda di nuovo Yuko. Io e mio padre rischiamo di strozzarci perché un boccone di pesce ci va di traverso, ci voltiamo verso Yuko. Mamma Inizia a ridere seguita di Ishin.
    << Ho il pene. >> risponde sempre ridendo Ishin, e io gli tiro uno spintone. Mio padre scoppia a ridere e mia madre si copre la bocca con il dorso della mano. Rimango sorpreso per la reazione dei miei e per la risposa di Ishin.
    "Ma che diavolo vi prende?!" penso sempre più sconvolto.
    << Ka-chan, tu hai il pene o la vagina? >> mi domanda Yuko. La guardo in cagnesco e lei scoppia a ridere. Ishin prende la mia mano che stringeva la tovaglia e mi sorride divertito. Il mio cuore perde un battito.
    "Così bello..." penso arrossendo un po'.
    << Kaname sei imbarazzato per la domanda? >> mi domanda mio padre. Io lo guardo storto.
    "Perché mi devono prendere tutti in giro?" penso frustrato e anche arrabbiato.
    << Non sono imbarazzato. >> dico categorico fulminando tutti con lo sguardo, ma a quel gesto ridono ancora più forte.
    << No, no, macché! Chi è che ha le guance rosse? >> mi dice beffardo mio padre. Mia madre si alza e sparecchia sempre ridendo.
    << Non ho le guance rosse! >> strillo nervoso e di nuovo tutti iniziano a ridere più forte. Mi irrito ancora di più. Prendo Ishin per il polso e lo trascino fuori dalla cucina.
    << Ci andiamo a fare il bagno! >> urlo mentre saliamo le scale.
    << Va bene. >> sento di rimando.
    Ishin ancora sta ridendo divertito, ma tenta di reprimere le risa con la mano senza riuscirci. Con un movimento del braccio si libera il polso e mi abbraccia forte, struscia il viso sulla mia camicia e un poco si calma.
    << Sei troppo adorabile quando arrossisci... >> mi dice alzandosi sulle punte, arriva a pochi centimetri dal mio viso. Poi mi bacia veloce sulle labbra.
    << Facciamo il bagno insieme? Ho bisogno che tu mi aiuti con le frustate... >> mi dice abbassa voce. Io annuisco e lo accompagno in bagno. Lui entra un po' riluttante.
    << Ti prendo il cambio, tu intanto spogliati e inizia a lavarti. >> gli dico un po' imbarazzato, e lui annuisce lentamente. Chiudo la porta e mi dirigo in camera un po' nervoso.
    "Farò il bagno con Ishin..." penso, ma subito mi schiaffeggio. "Ma che vado a pensare, non è mica una donna!" mi rimprovero.
    Ma nonostante ciò mi sento sempre un po' in imbarazzo e un po' la cosa mi inquieta, ho paura che Ishin faccia come a cena. Ho paura di poter perdere il controllo e di avere un'erezione. Almeno a cena indossavo i pantaloni. Subito mi ritorna in mante la scena di oggi a pranzo, quando Ishin faceva il pompino al ragazzo della classe accanto alla nostra. Ma al posto di lui ci sono io. I pantaloni si fanno un po' più stretti, cerco di calmarmi pensando ad altro mentre frugo nel mio armadio per cercare una maglia e dei boxer adatti a Ishin. Una volta preso tutto esco dalla mia stanza e cammino lentamente verso il bagno, da una parte mi vorrei fiondare dentro dall'altra vorrei evitare di fare il bagno con lui. Mi sento un po' confuso.
    Entro nel bagno piano piano e appoggio i vestiti puliti su una mensola, nel cesto dei panni sporchi vedo l'uniforme e l'intimo di Ishin. Arrossisco un po' e inizio a spogliarmi pure io lentamente. Apro la porta scorrevole del bagno e mi ritrovo di fronte a me la schiena martoriata di Ishin, che sobbalza e poi si volta verso di me. Mi sorride un pochino e io mi avvicino a lui.
    << Ti fanno male? >> gli chiedo mentre gli tocco le ferite con le punte delle dita. Lui mi passa uno straccio bagnato e nel mentre scuote la testa. Con estrema delicatezza, cosa anormale per me che sono un uragano di solito, gli pulisco la schiena. Lei mie mani tremano un pochino e deglutisco a fatica. Una mano mi accarezza il viso, probabilmente ishin capisce che sono nervoso.
    << Non avere paura, non mi fanno male. >> mi dice tranquillo. Un po' mi rilasso, ma mi rendo conto che una parte del mio nervosismo è dovuta dalla situazione in cui ci troviamo. Fra le mie mani ho il corpo di Ishin, che trovo semplicemente stupendo. Finito di pulirgli la schiena, mi allontano da lui e mi metto di spalle. Inizio a lavarmi cercando di ignorare la sua seducente presenza, ma delle mani mi percorrono la schiena e una scarica di brividi mi fa irrigidire un po'.
    << Ti aiuto a lavare la schiena. >> mi dice a un soffio dal mio orecchio.
    "Non si rende conto che è dannatamente sexy?!" penso frustrato, ma lo lascio fare e non capisco nemmeno perché. Poi le sue mani passano sui miei capelli che delicatamente insapona, allora mi volto e a mia volta gli insapono i capelli. Cerco di non guardare troppo il suo corpo che pericolosamente si avvicina sempre più a me. Per evitare l'irreparabile gli butto dell'acqua gelida addosso e lui sobbalza all'indietro con un gridolino. Scoppio a ridere divertito e lui arrabbiato mi tira in faccia una saponetta. Mi porto le mani sul viso e mi massaggio dove la saponetta è andata a schiantarsi.
    "Dannato nano!" penso arrabbiato e gli salto addosso, lui scivola e si sdraia per terra sbattendo un po' la testa, io gli sono sopra. Stiamo così per qualche minuto sempre ridendo, ma alla fine mi rendo conto della stana posizione in cui siamo e balzo subito in piedi, arrossisco ed entro nella vasca veloce e mi lascio sprofondare per l'imbarazzo nell'acqua.
    Della mani mi alzano le spalle e sento delle labbra posarsi sulle mie. L'acqua si muove un po' e sento un corpo sopra il mio. Apro gli occhi e incontro quelli di Ishin.
    << Che fai sopra di me? >> gli dico sibilando, ma lui non mi risponde anzi appoggia la testa sulla mia spalla e si aggrappa su di me come un polpo.
    << Voglio solo che tu mi stia vicino. >> mi dice con tono infantile mentre si stringe più a me. Sospiro e lo abbraccio forte.
    "Sei un bambino..." penso mentre gli bacio i capelli bagnati. Restiamo così per un po', poi Ishin si lamenta di avere freddo e quindi ci alziamo e usciamo dalla vasca. Gli passo un asciugamano e lo aiuto ad asciugarsi la schiena. Mi asciugo veloce mentre lui si riveste. La maglia gli è un po' troppo grande, ma almeno i boxer gli stanno. Mi vesto veloce ed usciamo dal bagno, Ishin mi prende la mano e io sospiro.
    "Credo che prima o poi impazzirò..." penso portandomi una mano sul volto.
    Scendiamo le scale incuriositi dagli urletti di mia sorella che provengono dal salotto. Giunti sul posto vediamo mio padre indossare delle strane orecchie da coniglio e saltella come uno scemo per tutta la stanza canticchiando una canzone a dir poco deplorevole.

    << Sono un coniglietto! UPPAPPA'!
    E saltello sul tuo letto! UPPAPPA'! >>
    "Ma che...?" penso sconvolto.
    Mia sorella ride tutta contenta e segue mio padre nel suo stupido trenino e anche lei canta a squarciagola. Mi volto verso Ishin che ride divertito, fa per unirsi a quel trenino idiota ma lo strattono verso di me e gli impedisco di unirsi. Mamma ci sta fissando con occhi strani. Si avvicina e mi dice una cosa all'orecchio.
    << State per caso insieme voi due? >> io sussulto e lascio la presa, Ishin si unisce al trenino e anche lui canta a squarciagola.
    << Che cosa dici? >> le rispondo con un altra domanda. Lei ride e poi si fa più vicina.
    << Ho visto che vi baciavate prima di mangiare. >> dice tranquilla.
    Impallidisco e mi viene un altro attacco di ansia, farfuglio un po'. Lei mi da una pacca sulla spalla.
    << Tranquillo, non c'è nulla di sconvolgente. >> mi dice mentre si allontana.
    Un sospiro di sollievo riesce a sfuggirmi dalle labbra mentre mia madre torna a pulire i piatti. Mi avvicino a lei per aiutarla.
    << Grazie, mamma. >> la ringrazio di cuore.
    Le mi bacia la guancia e mi sorride. A volte può essere un demone, ma è molto comprensiva. E' la donna che amo più al mondo, nonostante tutto. Le sorrido contento.
    "Mi sento davvero sollevato!" penso contento.
    << Dai Kaname! Unisciti a noi! >> mi invita mio padre, ma rifiuto l'offerta e continuo ad aiutare mia madre. Intanto sto osservando Ishin che contento gioca con mia sorella, mi si stampa un sorriso che non sfugge a mia madre.
    << Ti piace tanto Ishin-kun, neh? >> mi domanda scherzosa mia madre. Io la guardo e poi con un moto del capo le dico "sì", lei sorride e torna al suo lavoro.
    << E' un bel ragazzo, ma quel livido che ha sulla guancia come se lo è procurato? >> mi domanda curiosa. Di mia madre posso fidarmi, non direbbe ad anima viva cose che è meglio non dire perciò le dico la verità su di lui. Le dico che viene maltrattato a casa e a scuola, le dico che il padre lo picchia e le dico anche che è qui perché non vuole essere a casa sua. Lei all'inizio rimane sconvolta, si rabbuia un po'.
    << Digli che se vuole stare con noi, per me non c'è problema. Ogni volta che vorrà stare qui sarà sempre il benvenuto. >> dice risoluta.
    "Ti amo mamma!" penso mentre l'abbraccio forte.
    << Sei la migliore. >> le dico contento e lei sbuffa un po' e bubbola un pochino. Io inizio a ridere, intanto Ishin si è avvicinato a noi sorridente.
    << Yuko era stanca, quindi tuo padre la sta mettendo a letto - spiega- posso aiutarvi? >> domanda. Io e mia madre ci guardiamo negli occhi e all'unisono diciamo.
    << No, abbiamo quasi finito. >> Ishin rimane un po' sorpreso e poi inizia a ridere. Io poso lo straccio per asciugare i piatti e lo abbraccio. Lui si irrigidisce un po' e cerca di liberarsi.
    << Non ti preoccupare Ishin-kun, ho già capito tutto. >> dice tranquilla mia madre.<< Fate i bravi! >> dice mentre se ne va e ci fa l'occhiolino.
    Io le sorrido e Ishin arrossisce. Anche noi andiamo via dalla cucina e ci dirigiamo in camera.
    Una volta dentro mi giro verso di lui e lo bacio. Subito Ishin ricambia e si aggrappa a me. Schiudiamo entrambi la bocca e facciamo incontrare le nostre lingue. Questa volta non lottano fra di loro, ma si accarezzano dolcemente. Il suo sapore è inebriante, mi stordisce un poco quindi abbraccio forte il corpo magro di Ishin per sorreggermi. Ci stacchiamo e ci guardiamo negli occhi. Entrambi li abbiamo lucidi. Poi Ishin mi bacia una guancia e mi abbraccia. Sospiro e ricambio l'abbraccio.
    "Sei così adorabile..." penso mentre mi dirigo sul letto, Ishin mi segue senza lasciarmi e si sdraia vicino a me. Appoggia la testa sul mio petto e una sua gamba si posa sul mio inguine. Sussulto un poco quando lascivamente la struscia.
    "Credo che mi impazzirò per davvero..." mi dico sospirando. Gli accarezzo i capelli umidi, ci gioco un poco. Sono davvero setosi e morbidi come me li sono sempre immaginati. Mi giro di lato e affondo la faccia nei suoi capelli, lui si accoccola più a me e mi stringe forte. Sorrido compiaciuto. Poi mi balenano nella mente le parole di mia madre.
    << Ishin, mia madre mi ha detto che puoi mangiare e dormire da noi quando vuoi. >> gli dico baciandogli la fonte.
    << Davvero posso? Non disturbo? Non sono di peso? >> mi domanda con un tono della voce un po' infantile.
    << No, non ti preoccupare. >> gli rispondo dolcemente.
    Gli poso le mie labbra sulle sue e lui ricambia il mio bacio. Mi metto più comodo affinché io possa accogliere il corpo di Ishin fra le mie braccia, lui si avvicina ancora di più. I nostri corpi sono come i tasselli del puzzle, si incastrano perfettamente.
    << Buonanotte, Ka-chan. >> mi augura Ishin con un ridolino bambinesco.
    << 'Notte, nano. >> gli rispondo stringendolo a me fino a stritolarlo. Lui si dimena un po' e diminuisco la presa. Ridacchio un po' e lui sbuffa, non posso fare a meno di baciargli la testa.


    *********************************************************************************************************
    Spero che piaccia anche questo capitolo e metto il disegno che ha fatto un mio amico che segue il racconto su EFP.

    Ecco il padre di Kaname con le sue belle orecchie di coniglio!

    zpzu

    Edited by ˜ Sakura ˜ - 28/8/2013, 00:53
     
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    Piu si va avanti piu diventa interessante , complimenti Sakura sei bravissima a scrivere !!!.... non vedo l'ora di legere il seguito..

    Mi dispiace per tutto ciò che hai dovuto subbire ;avvolte le persone sanno diventare veramente crudeli....la cosa che ti possa dire e : fai di tutto ciò un modo per diventare piu forte e non lasciarti piegare dalla massa,continua per la tua strada e segui i tuoi ideali e sogni
     
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  9. ˜ Sakura ˜
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    Eccomi qua con il quarto capitolo! :tau:
    Aggiorno ora perché ero impegnata a scrivere l'ottavo capitolo dell'altra storia e poi è iniziata la scuola... Ma giuoia... :wha:
    Grazie Lilo per i complimenti e per le belle parole : hug:


    *********************************************************************************************************

    N.B. questo capitolo è scritto secondo il punto di vista di Ishin. Buona lettura!



    Perché esisto?



    Perché esisto?

    Perché mamma non mi vuole?

    Perché papà mi picchia?

    Perché tutti mi odiano?

    Sono io che sono sbagliato?

    O sono loro che sono sbagliati?

    Mamma per favore non mi urlare più contro che sono uno schifo per te, non dirmi che sono un peso ed un errore. Io ti voglio bene mammina, perché tu no?

    Che cosa ho fatto per far arrabbiare così tanto papà? Mi sono comportato male?

    Io sono sempre qui in silenzio e cerco di darvi meno peso possibile.

    Perché non mi volete con voi?

    Allora perché mi avete lasciato nascere?

    Papà perché mi stai frustando? Perché mi stai tirando un calcio nello stomaco? Perché mi urli contro? Perché non senti le mie scuse?






    Ho sempre pensato che il dolore e l'oscurità che albergano dentro di me, mi avrebbero accompagnato per tutta la mia esistenza. Ho sempre sperato che qualcosa o qualcuno si decidesse a farmi fuori. Ho desiderato più volte di morire, ma non ho mai avuto il coraggio di farlo.
    Se non fossi nato e se avessi avuto il coraggio di suicidarmi, non starei qua a soffrire per l'odio che i miei genitori provano per me. Non verrei usato come giocattolo sessuale dai miei compagni di scuola.Da piccolo mi picchiavano e mi facevano i dispetti.

    Da subito ho capito che per me condurre una vita come tutti gli altri sarebbe stato impossibile.

    << E' vero che sei figlio di una puttana, Ishin? Sai, se tua madre lo è per davvero, dovresti esserlo anche tu. Hai capito puttanella? >>

    Non sono mai stato forte di carattere, non avevo sicurezze e non ero desiderato da nessuno. Quindi mi aggrappai a quelle parole perché quei ragazzi, che mi usavano per appagare le loro voglie, in quel momento mi desideravano e mi sentivo per un po' contento. Ma era una contentezza illusoria, come i momenti di quiete a casa mia.
    Quando mio padre non era nei paraggi a casa era tutto più tranquillo. Mia madre mi insultava come sempre, ma ormai non badavo più alle sue parole. Alla fine ci avevo fatto il callo. Bastava solo che mi rinchiudessi in camera mia a chiave e mi mettessi le cuffie alle orecchie, tutto il resto scompariva. Non esisteva più mia madre che urlava, non esisteva più mio padre che mi picchiava, non esistevano più i miei compagni di scuola che mi usavano come giocattolo sessuale, non esisteva più il dolore. Esistevano solo i miei sogni e le mie speranze.
    Fin da piccolo avevo capito che non provavo interesse per le femmine, mi piacevano molto gli uomini. Ma capii subito che non avrei potuto dire alle persone che mi piacevano i maschi, mi avrebbero odiato ancora di più.

    Ciao Yamato, sono Abe.
    Devo dirti una cosa importante.
    Dopo le lezioni vieni dietro al capanno degli attrezzi.


    Ricevetti quel bigliettino e mi sentii felice. Abe-kun era il ragazzo di cui ero cotto alle medie. Era gentile nei miei confronti e inevitabilmente me ne innamorai. Lo guardavo sempre con occhi adoranti, ma stavo attento per non essere notato. Non volevo che mi disprezzasse per i miei schifosi sentimenti, per il fatto che fossi omosessuale.
    Mi sono diretto al capanno degli attrezzi quando le lezioni finirono, ero contento e trepidante. Il mio cuore batteva così forte da potermi esplodere in petto. Avevo atteso la fine delle lezione con ansia. Ero nervoso e pieno di aspettative che si rivelarono stupide ed infondate.
    Una volta giunto sul posto non mi trovai di fronte e Abe-kun, ma di fronte a cinque ragazze che mi guardavano dall'alto in basso con occhi sprezzanti. Rimasi sorpreso e timoroso davanti a loro che con un ghigno si avvicinarono a me e mi presero per i capelli.
    << Allora avevamo visto giusto, tu sei si innamorato di Abe-kun. Sei schifoso, Abe-kun non si metterebbe mai con un verme come te. Hai capito puttana? Lo sappiamo che fai pompini e seghe a tutti i ragazzi che te lo chiedono. Fai proprio schifo! >> detto ciò mi picchiarono. Sentivo tutti i calci nella mia carne e la mia testa pulsava dolorosamente, il sangue ormai macchiava la mia camicia scolastica.

    Sono abituato ormai a subire violenza, talmente abituato che stare un giorno senza mi sembra di essere morto. In fondo non voglio morire. L'ho scoperto quando credetti di morire per le percosse subite. Una parte dentro di me urlava di non voler morire. In fondo siamo animali, gli animali lottano per sopravvivere. Era ovvio che pure io avrei lottato per vivere. Il suicidio dopo tutto era una scappatoia.


    ***




    All'inizio del primo anno di liceo ho incontrato un ragazzo bello e frizzante, dal sorriso contagioso. Era circondato da molti amici. Ho provato invidia nei sui confronti, ma allo stesso tempo anche una forte attrazione.
    Siamo finiti nella stessa classe e anche come vicini di banco. Si è seduto vicino a me perché non c'era ancora nessuno seduto al banco vicino al mio. L'ho guardato sorpreso mentre spostava la sedia, lui al contrario era tranquillo. Una volta seduto mi ha rivolto un sorriso bellissimo e pieno di calore. Il mio cuore ha sussultato nel mio petto e sono arrossito come un idiota.

    Ogni giorno mi saluta con quel magnifico sorriso che ogni notte mi fa addormentare sereno. Ogni mattina sono così contento di andare a scuola per vederlo, ormai gli insulti di mia madre e le percosse di mio padre mi scivolano sulla pelle. Non mi intaccano più l'animo. Io ho Kaname Takahashi che con un semplice sorriso o saluto mi rende felice e mi guarisce le ferite.
    Spesso lo osservo assorto e lui si gira verso di me curioso, ma mi volto sempre imbarazzato. Non dovrei fissare le persone, ma è più forte di me; non posso non incantarmi. E' davvero un bel ragazzo. E' moro e ha due gocce d'acqua incastonate nel viso, amo quegli occhi colore dell'acqua. Sono sempre così limpidi e accesi, pieni di vita. Credo che fosse inevitabile innamorarmi di lui.

    Qualche mese dopo l'inizio della scuola, la professoressa di storia ci ha dato una ricerca da fare in coppia. Come al solito ero pronto a doverla fare da solo. Un sacco di ragazze erano intorno al banco di Takahashi.
    << Taka-chan, fai la ricerca con me? >> aveva domandato una.
    << No, la farà con me! >> si era lamentata un'altra.
    << Ehm... Io la farò con Yamato-kun. >> aveva detto Kaname con tranquillità.
    A quelle parole tutte si erano voltate verso di me e mi hanno fulminato con lo sguardo. Sono rabbrividito al contatto visivo con quegli occhi pieni di odio nei miei confronti. Le donne mi spaventano davvero tanto.
    << E dai, non lo guardate così male. Io e Yamato-kun siamo amici. >> aveva detto a loro con un sorriso.
    Le ragazze se ne erano andate sbuffando, prima però mi avevano lanciato qualche sguardo assassino.
    << Yamato-kun, oggi andremo insieme alla biblioteca comunale perciò non scappare via da scuola come fai di solito. >> così mi aveva ammonito e io gli feci sì con la testa. Ero felice, felice di poter passare del tempo con lui.


    ***




    Dopo aver fatto quella ricerca, io e Kaname abbiamo passato molto tempo insieme. Abbiamo mangiato spesso sulla terrazza con il suo gruppo di amici. Sono ragazzi per bene e mi hanno subito accolto a braccia aperte.

    Sono contento di avere degli amici ora, ma purtroppo mio padre è ritornato a casa. Adesso mi sta frustando. Sento la cintura schiantarsi contro la mia schiena, la sento stridere sulla mia pelle che lentamente e dolorosamente si lacera ad ogni colpo. Sento il sangue rigarmi la schiena, sento ogni sua goccia percorrerla con velocità, proprio come i colpi che mi percuotono.
    Fa male, fa molto male. La schiena brucia dopo che la frusta l'ha lacerata. Forse fanno meno male i colpi che il dopo. I muscoli non sono più contratti, ma rilassati; ecco perché sento così tanto dolore.


    Perché esisto?

    Perché devo soffrire così tanto?

    Perché non sono forte?

    Perché sono così debole?

    Perché papà mi odi così tanto?

    Sono io che sono sbagliato?

    O siete voi che siete sbagliati?

    Merito davvero tutto ciò?



    Di nuovo quei pensieri mi frullano per la testa, ho perso quella serenità che con fatica sono riuscito a costruire.
    Di nuovo ho il corpo martoriato, mi fa male la guancia mia madre mi ha tirato un pugno.

    Oh... Kaname si è seduto di nuovo vicino a me, ma non lo degno di uno sguardo. Però mi punzecchia il braccio con la penna, allora alzo lo sguardo e incontro i suoi bellissimi occhi che subito traspirano sorpresa quando si posano sulla mia guancia. La copro veloce come se fosse un marchio della mia vergogna. Ma lui mi saluta con gentilezza e gli ritorna il suo splendente sorriso, arrossisco e lo saluto.

    Mi piace davvero tanto Kaname, mi rende felice anche sono con un saluto.
    Lo amo davvero tanto, vorrei che il mio amore lo raggiungesse.
    Vorrei che mi amasse, ma credo che sia impossibile.
    Adoro le sue attenzioni, con me si comporta dolcemente e con estrema gentilezza.
    Mi sento sempre così importante e speciale.
    Adesso mi abbraccia e mi bacia i capelli.
    Credo che potrei morire per la gioia.
    Lo amo così tanto.
    Forse anche lui mi ama, se no non mi bacerebbe con passione.
    La sua lingua è così calda, ha un buon sapore.
    Il suo corpo è così caldo, è un po' muscoloso.
    Il suo abbraccio è così rassicurante.
    Io ti amo Kaname, spero che tu capisca i miei sentimenti e che tu non ti sia preso gioco di me.


    Forse ho capito il perché della mia esistenza. Esisto per amare te, Kaname. Tutti cercano una ragione per vivere, no? Adesso sei tu la mia ragione di vita.


    *********************************************************************************************************

    Beh, povero Ishin. Mi fa un po' pena, dopo tutto quel che ha vissuto.
    Mi sento un mostro per aver scritto queste cose crudeli nel sui confronti... :fuggy:
    Ishin è un tipo debole che ricerca attenzioni e in particolare l'amore. E Kaname... Non dico nulla... :nunu:
    Grazie per l'attenzione e un bacio! :chu:
     
    .
  10. nadine5
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    User deleted


    grazie mille sakura per i due capitoli.anche la mia non è stata una vita facile al liceo.ero invisibe quasi sempre ,tranne quando dovevano dire o fare qualcosa di brutto ,quando vuoi posta anche il seguito
     
    .
  11. ˜ Sakura ˜
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    E' passato molto tempo da quando ho pubblicato il precedente capitolo.
    Mi dispiace! :çoç:


    *********************************************************************************************************

    Gelosia
    Chi è lui per te?



    << Kaname. >>

    Mi sento chiamare nel mio sogno.

    << Kaname! >>

    La voce continua a chiamarmi e il mio corpo viene scosso. Sono un po' confuso perché non capisco se la voce proviene dalla bocca del pesce strano che sto sognando o appartiene a qualcun altro.Un calore alle labbra mi sorprende, apro gli occhi di scatto. Ishin mi sta dolcemente baciando. Allora gli accarezzo i capelli spingendolo di più verso me, la mano destra gli percorre la schiena perciò Ishin la inarca un po'.
    << Finalmente ti sei svegliato! >> esordisce una volta separati.
    Gli sorrido dolcemente mentre gli accarezzo il viso sorridente. L'ematoma sulla sua guancia è diminuito di dimensioni. Avvicino il viso di Ishin al mio e gli bacio l'ematoma.
    << Ti fa male? >> gli domando preoccupato, ma lui scuote la testa e poi mi bacia.
    << Il tuo telefono stava squillando e mi ha svegliato. Certo che tu hai un sonno pesante... >> mi spiega e mi prende un po' in giro. Gli sorrido e lo scanso per potermi alzare, ma lui mi abbraccia da dietro quando sono in piedi di fronte al letto. Appoggia la testa sulla mia schiena e mi stringe più forte. Non posso non sorridere per la sua reazione molto dolce, con le mani gli accarezzo le braccia che circondano il mio bacino.
    << Se non mi lasci non posso guardare chi mi ha chiamato... >> detto ciò lui sbuffa e mi lascia andare. Mi avvicino alla scrivania e alzo lo schermo del telefono e mi sorprendo nel leggere che mi aveva chiamato Okada-kun. “Che diamine vorrà ora?” pensai sospirando.
    << E' una ragazza? >> mi domanda Ishin con il viso un po' sofferente. Mi sorprendo quando vedo quell'espressione perciò mi muovo verso di lui e lo abbraccio forte.
    << No, era Okada-kun. Un mio amico delle medie che frequenta un alto liceo. >> gli spiego per rassicurarlo e gli sorrido. Lui ricambia debolmente e allora gli do un bacio sulla fronte.
    << Ora lo chiamo e vedo che cosa vuole. >> mi alzo e mi metto vicino alla finestra per vedere che tempo facesse.
    Dopo molti squilli Okada-kun si decide a rispondere.

    << Pronto? Takahashi? >>

    << Sì, sono io. Che vuoi? >> gli rispondo un po' scocciato perché ogni volta che mi chiama, Okada-kun se ne esce con qualche pazza idea oppure con qualche appuntamento di gruppo per rimorchiare qualche ragazza.

    << Come sei antipatico! Sono tornato per rivedere te e gli altri e guarda come mi accogli in questo modo molto sgarbato. Sei crudele con me Takahashi! >>

    << Smettila di piagnucolare. Che cosa vorresti fare per incontrarci? Non te ne uscire con un appuntamento di gruppo al fine di rimorchiare perché sono con un altro amico al momento e a lui non piacciono certe situazioni. Lo mettono a disagio. >> gli rispondi sempre più irritato per il suo comportamento un po' infantile.

    Mi volto verso Ishin che mi guarda un po' in colpa e allora mi avvicino a lui e gli accarezzo il viso. Gli poso un bacio sulla fronte e gli scompiglio i capelli, lui mi sorride contento.
    “Basta poco per farti contento...” penso sorridendogli di rimando.

    << Capisco, un normale incontro in un family restaurant? Mangiamo qualcosa e passiamo del tempo insieme. Invita anche questo tuo amico molto timido, ok? >>

    << Aspetta che glielo chiedo. >> copro il microfono del telefono e mi rivolgo a Ishin << Ti va bene di uscire con me e gli altri? Mangeremo in un family restaurant. >> gli chiedo speranzoso.

    Lui riflette un po' e poi acconsente, lo bacio contento.

    << Ci saremo, va bene per il family restaurant. A che ore? >>

    << Per le 12:30? Ti farò sapere con precisione per mail. A più tardi. >>

    Chiudo la chiamata e mi stiracchio un po'. Nel mentre un Ishin-gatto mi si avvicina furtivo e mi abbraccia forte.<< Che hai? Vuoi un po' di coccole? >> gli domando mentre mi giro verso di lui che mi sorride mentre muove la testa per dirmi di “sì”. Quindi lo abbraccio e lui si muove verso il letto finendoci sopra e io sopra Ishin. Ci guardiamo intensamente negli occhi finché Ishin non mi attira alle sue labbra rosee che succhio avidamente, poi morbo delicatamente il labbro inferiore. Intanto Ishin percorre la linea della mia spina dorsale e cerca le mie labbra.
    “Sei così erotico...” penso mentre infilo una mano sotto la sua maglia che alzo lentamente.
    Preso dall'atmosfera inizio a leccargli il collo, poi scendo fino alla clavicola e lecco all'interno della fossetta. Nel frattempo Ishin ansima sui miei capelli che stringe nella delicata morsa delle sue dita. Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi un poco liquidi, non posso fare a meno di sorridere ambiguo e inizio a baciare il suo petto delicato. Lecco e bacio ogni ematoma che incontro nella speranza che scompaiano. Ishin ansima ancora più forte e viene incontro alle mie labbra che avidamente baciano e leccano quella pelle morbida e liscia.

    “Impazzirò...” penso mentre gli succhio un capezzolo che si sta indurendo a causa delle mie attenzioni. Ishin mi prende per i capelli e mi strattona affinché io alzi il viso. I nostri occhi si incontrano, i suoi sono liquidi e vogliosi. Le sue labbra sono rosse e un po' umide, mi avvicino ad esse e le succhio. Ishin mi circonda il collo con le braccia e mi tira più a sé. Approfondisco il bacio facendo entrare la lingua nella sua bocca. Il sapore di Ishin mi manda più in estasi e le mie mani percorrono frenetiche il suo busto finché non trovano l'elastico dei boxer. Faccio per andare oltre, ma un bussare alla porta mi fa sobbalzare e quell'atmosfera che si era creata fra me ed Ishin si spezza.

    << Kaname? Siete svegli? >> domanda da dietro la porta mia madre.

    Ishin si copre il petto veloce e cerca di darsi un po' di contegno, anche io come lui cerco di sistemarmi un po' e poi rispondo.
    << Sì, siamo svegli. Fra poco scendiamo. >> le rispondo cercando di avere la voce più ferma possibile.
    << Fate veloce. >> conclude e poi i passi di mia madre risuonano sempre più lontani.
    Io ed Ishin tiriamo un sospiro di sollievo e ci guardiamo complici. Gli sorrido e gli porgo la mano che prende prontamente e lo abbraccio. Lui appoggia la testa sul mio petto e stringe la mia maglia fra le dita. Gli accarezzo i capelli e poi lo bacio veloce. Ci guardiamo negli occhi e poi ci sorridiamo a vicenda.
    “Sei bellissimo.” penso mentre gli accarezzo una guancia.
    Poi mi avvicino all'armadio e apro le ante, fisso tutti gli indumenti appesi. Intanto Ishin si è avvicinato a me e prende una felpa marrone di lana leggera, se la mette sopra alla maglia. Gli sta un po' grande e le maniche sono un po' troppo lunghe, ma lo trovo molto adorabile. Allora gli cerco dei pantaloni che possano stargli meno grande possibile e che si abbinino meglio alla felpa. Dopo qualche minuto di ricerca trovo dei pantaloni blu che ormai non mi stanno più. Glieli porgo ed Ishin li indossa velocemente. Rispetto alla felpa questi gli calzano bene e mettono un po' in risalto il sedere.
    << Stai bene, ma meglio se arrotoliamo queste maniche che sembri senza mani. >> gli dico ridacchiando, gli arrotolo un po' le maniche e gliele tiro su, ma poi mi viene un'altra idea.
    << Togli la felpa, ti do una camicia. >> gli dico mentre cerco una camicia azzurra a maniche lunghe nell'armadio. Sposto qualche camicia e delle felpe, poi la trovo e gliela porgo.
    Ishin si toglie la felpa e indossa la camicia che non gli sta molto grande. Subito dopo indossa nuovamente la felpa che risistemo.
    << Ti sta bene questo tocco un po' casual... >> gli dico.
    Poi provvedo al mio abbigliamento. Decido di indossare dei jeans grigi con qualche strappo e una maglia rossa a maniche corte, poi un giacchetto nero di stoffa leggera.
    << Sei così bello! >> mi dice Ishin saltandomi fra le braccia.
    Chiudo le ante dell'armadio, poi lo abbraccio.
    << Grazie, nano. >> lo ringrazio e lo prendo per la mano.

    Usciamo da camera mia e scandiamo in cucina. Mio padre sta leggendo il giornale con molta attenzione, mia madre sta affettando della frutta per Yuko che è ancora un po' assonnata, stringe morbosamente il suo Usagi*-chan.
    << Buongiorno. >> saluto la mia famiglia e Ishin mi segue a ruota << 'Giorno. >>
    Mio padre alza lo sguardo e ci saluta con un cenno del capo, mia madre ci sorride e Yuko balza giù dalla sedia e abbraccia prima Ishin e poi me. Dopo averci abbracciato si arrampica sulla sedia e si siede sorridente. Mamma intanto le ha messo la ciotola di frutta davanti.
    << Io, papà e Yuko andremo al parco giochi. Voi... >> fa per dire mia madre, ma la interrompo.
    << Noi andremo a un family restaurant con i ragazzi perché è venuto a trovarci Okada-kun. >> le spiego veloce. Lei alzo un sopracciglio e poi sorride.
    << Va bene, divertitevi e salutami Okada-kun. È da tanto che non lo vedo, digli di venirci a trovare qualche volta. >> si raccomanda mia madre, io le faccio un cenno della testa per dare conferma di aver afferrato.
    << Ka-chan e Ish-chan pelché non venite con noi? Yu-chan vuole che venite! >> esorta Yuko con le braccia alzate, ma con quel gesto lascia cadere la ciotola di frutta sul tavolo. I cubetti di frutta si sparpagliano sul tavolo e il succo di essi avanza inesorabilmente verso me e Ishin, che ci alziamo veloci per evitare di sporcarci. Yuko ci guarda dispiaciuta e tenta di rimediare al danno asciugando un pochino il tavolo con un pezzo di scottex. Mia madre la rimprovera un po' per il suo comportamento troppo esuberante mentre asciuga e pulisce il tavolo, Yuko si scusa con la sua vocina dolce e fa gli occhioni da cucciolo. Allora mia madre si addolcisce un po' e smette di rimproverarla.
    << Mamma? Mi vuoi bene? >> così dicendo Yuko tenta di arruffianarsi mia madre.
    “Che ruffiana per avere solo cinque anni...” penso mentre osservo Ishin che sorride divertito.
    Faccio per accarezzarlo, ma ritiro quasi subito la mano. Mi volto verso mio padre che mi fissa attento, sentivo la pressione del suo sguardo su di me. Ingoio a vuoto e abbasso lo sguardo sulla mia fetta di pane abbrustolita con della marmellata, l'addento un po' a disagio per lo sguardo di mio padre che ancora mi fissa. Poi distoglie lo sguardo e continua a leggere il giornale, mi sento sollevato e sospiro.

    Dopo aver fatto colazione io ed Ishin usciamo di casa e ci avviamo verso il centro. Ishin mi prende la mano, ma io la ritraggo. A questo gesto a Ishin si spegne il sorriso che non aveva mai smesso di illuminargli il viso. Per il senso di colpa che provo, gli afferro la mano. A questo gesto arrossisco un po', perché questo genere di situazioni mi mettono in imbarazzo. Ho avuto qualche ragazza, ma non le ho mai prese per la mano. Mi imbarazzava il gesto, ma vedendo il viso di Ishin ferito non ho potuto sentirmi in colpa per la mia reazione. Mi piace vederlo sorridere e contento. Mi piace sapere che sta bene e amo alla follia le sue attenzioni nei miei confronti. Amo quando mi abbraccia, amo il suo calore e i suoi baci.
    << Kaname... Se non vuoi non importa... >> mi dice con voce flebile, allora mi guardo intorno e noto che non c'è nessuno. Gli prendo il volto e lo bacio cercando di metterci tutta la passione.
    << Va bene, teniamoci per mano per ora. >> gli dico baciandogli il naso. Lui arrossisce e ricambia il mio bacio al naso e mi accarezza i capelli.
    << Grazie, Kaname. >> mi ringrazia sorridendomi felice.
    Continuiamo a camminare mano nella mano finché non giungiamo alla strada principale che ci avrebbe condotto verso il centro della città. Là Ishin mi lascia la mano e lo guardo un po' dispiaciuto, ma mi sorride. Mi cammina molto vicino, talmente vicino che sento l'odore di bagnoschiuma in maniera prepotente. Anche se avevamo usato lo stesso bagnoschiuma il profumo di Ishin è molto buono combinato ad esso. Mi viene voglia di abbracciarlo, ma mi trattengo perché siamo per strada e ci sono molte persone . Mi sento molto frustrato per questo, desidero realmente stringerlo a me.
    << Che vuoi fare Ishin? Mancano ancora due ore all'appuntamento. >> gli chiedo.
    Lui mi guarda un po' e poi si guarda intorno. Poi mi indica il centro commerciale e mi trascina dentro.
    << Vuoi fare acquisti? >> gli domando e lui scuote la testa. Mi trascina verso i bagni pubblici del centro commerciale e ci rinchiudiamo dentro. Mi schiaccia contro la porta e mi bacia, il suo bacio è passionale e molto umido. Sento la sua lingua nella mia bocca che cerca la mia disperatamente. La mia le va in contro ed entrambe si accarezzano con dolcezza e con più calma. Le mani di Ishin mi stringono la maglia e lentamente si alza sulle punte. Per aiutarlo a sostenersi poso la mani sui suoi glutei e spingo il suo bacino di più verso il mio. Voglio sentire tutto il suo calore su di me, anzi mi piacerebbe sentire ancora di più il suo calore. Voglio vederlo gemere sotto di me e vedere il suo viso contratto per il piacere e il suo corpo che reclama più attenzioni.
    “Che vado a pensare?!” mi dico, ma ormai là sotto qualcosa si è svegliato e ciò non passa inosservato perché Ishin, dispettosamente, struscia di più il suo bacino contro il mio causandomi scosse si piacere ed eccitazione lungo la schiena. Sento le mie guance divenire più calde, non solo quelle ma anche le orecchie. Ishin fa passare una mano sui miei pantaloni in maniera lasciva, io sussulto per la sorpresa.
    << Kaname, sei un po' in tiro qua sotto... >> mi dice con un ghigno beffardo mentre continua a massaggiare la mia erezione che sempre più aumentava. Lo guardo con occhi pieni di desiderio, gli chiedo di andare oltre per arrecarmi più piacere andando in contro alla sua mano. Ishin ghigna compiaciuto e fa per abbassarsi, ma uno squillo rompe la magia che si era creata.
    Tiro fuori di tasca il telefono e leggo il messaggio da parte di Okada-kun:

    Confermato per le 12:30.
    Non vedo l'ora di rivedervi! \(*0*)/


    Sospiro frustrato, mi volto verso Ishin che guarda per terra e tiene le mani dietro la schiena. Mi avvicino e lo bacio con passione, lui ricambia con più intensità e mi spinge nuovamente contro la porta del gabinetto. Come posto è un po' angusto e infatti siamo molto vicini, mi piace questa vicinanza perché la trovo rassicurante e il calore di Ishin è molto piacevole.
    Un rumore cigolante ci fa sobbalzare. È la porta del bagno che si apre. Poi sentiamo delle voci, entrambi tratteniamo il respiro e rimaniamo immobili. Ci guardiamo negli occhi e ci sorridiamo. I due uomini, almeno così deduco, parlano del più e del meno. Dopo dieci minuti che a me sono sembrati ore, i due uomini finalmente escono e pure noi usciamo. Ma prima di aprire la porta che conduce ai corridoi di negozi, bacio frettolosamente Ishin e lo abbraccio forte.
    << Che vuoi fare? >> gli domando una volta raggiunta la fontana che si staglia imponente in mezzo al centro commerciale. La parete dove scivola l'acqua è di pietra scura e liscia, delle piccole insenature ospitano delle luci che dopo qualche secondo cambiano colore. La forma della parete è triangolare e alla sua base ci sono delle piante acquatiche. L'acqua si riversa in una piscina dove vivono alcuni pesci, anch'essa è illuminata ma le luci non cambiano colore. Intorno alla fontana sono poste delle panchine e sull'unica rimasta libera ci accomodiamo io ed Ishin.
    << Non saprei, quanto tempo abbiamo ancora a disposizione? >>
    << Quarantacinque minuti, per arrivare al family restaurant ci voglio solo quindici minuti. Non so come possiamo fare in questi tre quarti d'ora... >> gli dico
    << Uhm... Giriamo un po' per i negozi, giusto per passare il tempo. Va bene? >> mi propone con un sorriso.
    << Va bene. >> confermo sorridendogli di rimando.
    Camminiamo un po' per il centro commerciale ed entriamo in qualche negozio di abbigliamento. Ishin si prova qualche pantalone e qualche maglia, ma non compra niente. Io diversamente mi fermo di fronte al negozio di videogiochi, a breve uscirà un nuovo gioco di guerra e ne sono interessato. La maggior parte dei videogiochi che ho sono di guerra e di tattica bellica, non dico di essere un genio di questi giochi ma credo di essere abbastanza bravo.
    << Ti piacciono i videogiochi di guerra? >> mi domanda avvicinandosi a me che stavo guardando per la quarta volta il trailer del gioco che sarebbe uscito fra un mese. I miei occhi non riescono a staccarsi da quella meraviglia piena di effetti speciali e dalla grafica mozzafiato. Annuisco ad Ishin come in trance senza perdermi nemmeno un fotogramma. Finito il trailer mi volto verso Ishin che mi fissa con un sopracciglio alzato, una ruga espressiva gli si forma sulla fronte, poi scuote la testa. Prendo il cellulare e il display si accende, mancano solo venti minuti all'appuntamento.
    << Manca poco all'appuntamento, ci avviamo? >> gli propongo e Ishin acconsente con un cenno del capo.
    Percorriamo a ritroso i corridoi pieni di negozi che pullulano di persone. L'estate si sta avvicinando in fretta e il caldo inizia a farsi sentire ed opprimere. Le persone ovviamente si rifugiano nei centri commerciali o in altri locali climatizzati. Verso le ore di punta fa molto caldo, ma la mattina presto è necessario indossare un giacchetto o una felpa.
    Quando usciamo l'aria calda di mezzogiorno ci investe, io subito mi tolgo il giacchetto e mi segue a ruota Ishin che si toglie la felpa e la lega al suo bacino fine. Ci incamminiamo tranquillamente verso il family restaurant e conversiamo un poco, ma il rumore del traffico ci copre un po' le voci e quindi decidiamo di camminare in silenzio e goderci la presenza dell'altro. Con il bel tempo che c'è le vie sono molto affollate di giovani che chiacchierano e di anziani che passeggiano, alcuni bambini corrono verso il parco qui vicino con in mano i loro giocattoli.

    All'improvviso mi sento strattonare un braccio.
    << Taka-chan! >> esordisce la ragazza.
    Per un momento la guardo sorpreso senza capire che ci sia, poi capisco chi è. È la ragazza della classe accanto che mi aveva salutato ieri, ma non ricordo o conosco il suo nome. Lei mi sorride e continua a rimane attaccata a me come un polpo, la guardo un po' freddamente per intimarle di staccarsi ma lei ignora il mio sguardo e continua ad assillarmi con la sua voce squillante.
    Ishin irritato mi prende il braccio destro e mi tiene stretto a sé. Mi sento come un giocattolo conteso da due bambini e sospiro irritato.
    << Kaname oggi è con me non importunarci! >> le si rivolge Ishin con un tono acido e arrabbiato.
    La ragazza lo guarda confuso e con sguardo assassino e poi il suo sguardo passa a me per chiedere conferma di ciò che aveva appena udito. Io le sorrido.
    << Scusami, ma ho già un impegno. Ciao! >> le spiego e poi mi dileguo trascinando Ishin con me.
    Camminiamo per un po' veloci finché non giungiamo di fronte al family restaurant. I ragazzi appena ci vedono ci vengono in contro.
    << Come mai con il fiatone? >>
    << È successo qualcosa? >> ci domandano due dei ragazzi.
    Noi scuotiamo la testa per tranquillizzare loro, Ishin mi sorride complice e io gli sorrido a mia volta. I ragazzi si scambiano degli sguardi e poi ci fissano indagatori.
    << Tranquilli, siamo sfuggiti dalle grinfie di una strega. >> spiego e Ishin scoppia a ridire.
    Si tiene la pancia con le mani per le troppe risate. Io guardo i ragazzi e anche loro ridono con Ishin, poi io li seguo a ruota. Circondo il collo di Ishin con un braccio e faccio cenno ai ragazzi di avviarci perché in lontananza avevo scorto Okada-kun dirigersi verso di noi. Non è solo, è accompagnato da un ragazzo dai capelli castani chiari e occhi color nocciola. Il ragazzo è alto e ha un sorriso smagliante.
    << Eccoci, scusate il ritardo! >> ci saluta così Okada-kun.

    << Abe-kun? >> sentendo la voce di Ishin pronunciare quel nome mi voltai di scatto sorpreso.
    << Oh, Yamato-kun! Da quanto tempo! Come stai? >> gli domanda il ragazzo dal sorriso smagliante.
    Ishin arrossisce un po' e lo guarda con occhi adoranti. Una fitta la cuore mi fa stampare un'espressione di fastidio che non passa inosservata a Okada-kun che mi guarda dubbioso. Gli faccio cenno di lasciar perdere e circondo le spalle di Ishin con un braccio. Guardo freddamente questo tizio che si chiama Abe. Lui mi guarda un po' dubbioso.

    << Bene! Entriamo e mangiamo qualcosa! Sto morendo di fame... >> esorta Okada-kun mentre si dirige verso l'entrata del family restaurant con passo svelto. In effetti anche io sto morendo di fame nonostante abbia fatto una colazione abbastanza abbondante.
    Ishin continua a parlare tranquillamente con Abe-kun, mi infastidisce che lo guardi con quegli occhi adoranti. Mi infastidisce un sacco che gli sorrida così dolcemente e dire che quel sorriso lo ha sempre donato a me. Una morsa al petto, mi fa sussultare. Non ho mai provato sentimenti del genere con le ragazze con cui sono uscito e ho frequentato.
    “Non toccarlo!” penso quando Abe tocca i capelli di Ishin che arrossisce.
    Faccio un passo, ma mi intercetta Okada che mi mette un braccio sulle spalle.
    << Che sguardo truce... >> commenta con un risolino vicino al mio orecchio.
    Mi volto di scatto e vedo la faccia divertita di Okada, lo guardo male e lui ridacchia ancora di più. Mi trascina al tavolo che ci ha indicato la cameriera che ci aveva accolto quando eravamo entrati. Mi fa sedere accanto a lui e Ishin si siede dall'altra parte del tavolo insieme ad Abe.

    Continuano a parlare tranquillamente per tutto il tempo e devo sorbirmi le provocazioni di Okada.
    << Lo so. >> dice Okada con un sorrisino ambiguo.
    << Che? >> lo guardo in cagnesco e poi subito torno a fulminare con lo sguardo quel bel ragazzo di nome Abe.
    “Non sono bello quanto lui...” penso abbattuto “A Ishin sicuramente piacciono ragazzi come quello...”
    << So che ti piace quel ragazzo che parla con Abe. Lo vedo lontano un miglio che quello lì ti piace da morire. >> dice con fermezza quasi mettendomi in ridicolo.
    Lo guardo spaventato, i miei occhi sono spalancati come la mia bocca. Mi sorprendo per la sua acutezza, in fondo Okada è sempre stato un tipo acuto. Non gli sfugge mai niente, ma sa essere uno stronzo se vuole; ecco perché non ho legato più di tanto con lui, nonostante mi cercasse e trovasse pretesti per starmi vicino.
    << Che vorresti dire? >> gli domando incredulo.
    << Sono stato abbastanza chiaro. Quello lì ti piace e anche tanto, ma lui sembra interessato ad Abe. A me piaci tu, Kaname. >> dice tranquillamente mentre io sobbalzo sulla sedia.
    Lo fisso scioccato. Okada si avvicina a me con uno sguardo malizioso, istintivamente arretro. Non voglio averci niente a che fare con lui.
    << Pensavo che ti piacessero le ragazze, mi sorprende vederti cotto per un ragazzo di poco livello come lui. Abe-kun mi ha detto che è una puttana. Fa pompe a chiunque glielo chieda. Che schifo! Scommetto che l'hai baciato... Abe-kun è stato gentile con Ishin solo perché era impietosito, mica per altro. >> sentendo quelle cattiverie nei confronti di Ishin mi ribolle il sangue nelle vene. Mi alzo di scatto e la ciotola di riso che avevo difronte a me si rovescia. Guardo Okada con sguardo assassino, poi sollevo lo sguardo su Ishin che mi osserva preoccupato. Mi dirigo verso di lui e lo trascino fuori. Ishin tenta di divincolarsi, ma la mia morsa si fa più forte.

    Una volta fuori e lontani dal family restaurant, mi volto verso di lui che mi fissa preoccupato e anche un po' intimorito.
    << Chi è lui per te? >> gli domando aggressivo e Ishin sussulta. I suoi occhi traspirato un grande timore nei miei confronti e mi sembra ovvio, lo sto fissando con un sguardo da paura.
    “ Chi cazzo è lui per te?!” gli urlo mentalmente “Che cos'è questa sensazione spiacevole al petto?!”
    << Per “lui” intendi Abe-kun? >> mi domanda remissivo.
    Gli grugnisco per confermare che si tratta di Abe-kun.
    << Beh... Abe-kun è stato carino con me alle medie e ne ero innamorato... >> cerca di spiegare, ma il mio gesto brusco lo fa arrestare. Gli prendo con aggressività le spalle e lui mi guarda ancora più spaventato.
    << E quindi ti innamori di chiunque faccia il carino con te, eh? >> gli domando accusatorio. Non posso fare a meno di essere freddo e aggressivo con lui. La mia bruciante gelosia mi sta facendo essere ciò che non sono mai stato fino ad ora. Ishin è sul punto di piangere, vedo i suoi occhi farsi più liquidi e si morde le labbra per non scoppiare.
    << Non piangere, cazzo! >> gli urlo in faccia peggiorando la situazione. Ishin scoppia in lacrime.
    << È vero! Mi innamoro di coloro che sono gentili con me. Che ci dovrei fare?! Cerco solo qualcuno che mi apprezzi... >> mi urla contro isterico mentre si asciuga le lacrime con la manica della felpa.
    << Lui non ti apprezza. Era spinto dalla pietà nei tuoi confronti. >> gli sibilo maligno.
    “Che cazzo sto facendo?!” mi domando sempre più adirato con me stesso.
    << Anche tu sei spinto dalla pietà, non sei meglio di lui! >> mi urla nuovamente contro.
    Dalla rabbia e dalla frustrazione, credo anche per il fatto che fossi stato ferito dalle sue parole, mi impadronisco delle sue labbra con prepotenza. Ishin sussulta a questo contatto improvviso e scoppia di più in lacrime. Mi circonda il collo con le sua braccia e ricambia il mio bacio disperatamente. Mi avvento con più aggressività alle sue labbra e Ishin mi prende i capelli con forza. Lo schiaccio al muro lì vicino, i nostri corpi sono a contatto. Posso sentire il suo calore e il suo profumo.
    << Mi piaci da morire Kaname, Abe-kun ormai non significa nulla per me. Ero solo sorpreso di rivederlo e mi sentivo un po' a disagio con lui. >> mi confessa tra un singhiozzo e un bacio.
    Lo guardo sorpreso con la bocca aperta.
    “Gli piaccio...” penso incredulo. Allora mi avvento con passione e amore alle sue labbra ormai gonfie e rosse. Mi assaporo di più il suo gusto, la morbidezza della sua lingua e il suo calore.
    << Anche a me piaci, Ishin. >> gli confesso dopo aver ripreso fiato.
    Lui sussulta e poi scoppia nuovamente a piangere. Mi abbraccia forte e affonda il viso nel mio petto. Ricambio il suo abbraccio e bacio i suoi capelli morbidi. I singhiozzi lo scuotono per un bel po' di minuti e io lo accarezzo e coccolo con dolcezza.
    Alza lo sguardo, i suoi occhi sono lucidi e le sua guance sono umide. Con la manica del mio giacchetto leggero gli asciugo le guance e gli occhi, lo bacio dolcemente sulla punta del naso.
    << Scusa per la mia reazione aggressiva. Ero geloso... >> cerco di scusarmi spiegando il, motivo quella reazione fuori dal comune per me.
    Ishin mi abbraccia forte e mi bacia, mi specchio nei suoi occhi visibilmente più felici e un sorriso bambinesco gli si stampa sul viso. Lo abbraccio forte ignorando il telefono che vibrava nella tasca del giacchetto.
    “Andate al diavolo tutti!” penso mentre mi godo le labbra di Ishin sulle mie.


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    Beh, spero che possa piacervi! :uk:
     
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  12. nadine5
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    veramente coinvolgente questo capitolo
     
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  13. YukiCchan~
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    che bella questa storiaa mi piace un sacco come scrivii *^* sei davvero bravaaa
     
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  14. ˜ Sakura ˜
        +1   -1
     
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    User deleted


    Salve! :tau:
    Da quanto tempo, eh?
    Mi dispiace molto di non aver aggiornato prima, ma la scuola mi ha occupata molto.

    Grazie nadine5 e YukiCchan~ per aver letto i capitoli! Mi fa piacere che vi siano piaciuti e spero che questo non vi deluda. :uk:

    SCENA HOT


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    Ci sono io per te


    “Che sonno... Perché devo andare a scuola?” penso mentre cammino lentamente senza smettere di sbadigliare. Mi fermo al semaforo che è rosso, sbadiglio un'altra volta. Delle braccia esili mi circondano il bacino.

    << Buongiorno Ka-chan! >> mi saluta Ishin che si mette al mio fianco. Lo osservo assorto, la divisa estiva gli sta bene come quel sorriso che gli illumina il volto. Gli scompiglio i capelli setosi.

    << 'Giorno anche a te... >> gli rispondo sbadigliando.
    Il semaforo è diventato verde e perciò proseguiamo verso scuola in silenzio. Non proprio in silenzio, Ishin sta canticchiando allegro e una sua mano prende la mia. Gliela stringo con delicatezza e un sorriso contento mi si forma sul volto assonnato. Non avrei dovuto studiare fino a tardi, adesso mi sento stanco morto e mi si chiudono le palpebre. Se non mi metto d'impegno rischio di dover passare le vacanze estive a scuola ai corsi di recupero, sinceramente questa idea non mi piace molto. Vorrei passare le vacanza al mare con Ishin, magari prenotare una camera d'albergo e passare delle serate di fuoco a letto. Mi fermo di colpo.

    “Che cosa vado a pensare?!” mi dico tirandomi una manata in fronte.

    Ishin mi guarda perplesso e poi scoppia a ridere. Si copre la bocca con la mano, ma non riesce a trattenersi. Lo guardo male, il suo comportamento mi ha un poco offeso. Mi giro di scatto e con passo veloce mi allontano da lui e proseguo verso scuola. Allora Ishin mi corre dietro e mi prende per la camicia.

    << E dai! Non te la prendere, scusami. >> mi fa con la voce dolce e mi guarda con occhi da cucciolo. Allora mi guardo attorno noto che non c'è nessuno. Mi avvicino veloce a Ishin e mi impossesso delle sue labbra. E' un bacio casto e tranquillo, giusto per far iniziare al meglio la giornata. Ishin, un po' più audace, solletica le mie labbra con la lingua e perciò apro la bocca accogliendola. Il suo gusto mi manda sempre in estasi, gli prendo il viso e lo avvicino più a me. Sento dei mugolii eccitanti provenire dalla sua bocca quindi lo stringo più a me, ma Ishin tenta di dividere le nostre labbra.

    << Perché? >> gli domando deluso una volta separati.

    Mi bacia veloce sulle labbra.

    << Siamo in strada ed è imbarazzante. >> spiega arrossendo mentre mi accarezza il viso con dolcezza. Vado in contro alla sua mano, amo quando mi accarezza con dolcezza e amore. Ora sul mio viso si stampa un'espressione dolce e Ishin sorride contento per questo mio cambiamento.

    << Taka-chan! >> mi sento chiamare alle mie spalle.
    Mi volto e vedo la ragazza di cui non mi ricordo proprio il nome. Ishin al solo vederla si irrigidisce e cambia espressione.
    “Evidentemente è geloso” penso e un sorriso dolce mi increspa le labbra, gli accarezzo una guancia per tranquillizzarlo.
    Mi volto verso quella ragazza e le mostro un sorriso falso, lei ci raggiunge e mi salta addosso abbracciandomi.

    << Taka-chan! Andiamo a scuola insieme dai! >> mi propone con voce fin troppo squillante per le mie orecchie.

    << No, ci vado con Ishin. >> dico fulminandola con lo sguardo.

    Lei struscia un po' il seno sul mio petto sperando che io accetti, ma si sbaglia io vado a scuola con Ishin.

    << E dai! Andiamoci insieme. >> continua a strusciarsi.

    La allontano da me in malo modo e faccio per proseguire seguito da Ishin, ma la ragazza mi prende per il polso.

    << L'hai chiamato con il suo nome di battesimo, in che rapporti siete? Lo sai che è frocio? >> fa per continuare, ma la interrompo
    spintonandola più lontana possibile da me.

    << Non me ne frega un cazzo se è gay o no, vado a scuola con Ishin e tu sparisci. Stronza. >> le rispondo a tono e prendo Ishin per il polso. Aveva lo sguardo ferito e sembrava sul punto di mettersi a piangere, lo trascino con me e svolto un angolo. Faccio appoggiare Ishin contro un muro e lo bacio. È un bacio per rassicurarlo e per comunicargli che non è “sbagliato” come lui crede di essere. Ishin mi abbraccia il collo e affonda il viso sulla mia spalla, gli circondo il bacino per farlo aderire più su di me e per poter sentire di più il suo calore rassicurante.

    << Andiamo? >> gli chiedo baciandogli la fronte.

    Ishin fa un cenno del capo e usciamo dal vicolo e ci dirigiamo verso scuola a passo svelto, stiamo per essere in ritardo e alla prima ora c'è mister Pomodoro, ovvero il professore di matematica la materia che detesto proprio come il professore. So che l'odio è reciproco.



    Entriamo in classe che è appena suonata la campanella e il professore non è ancora arrivato. Io ed Ishin tiriamo un sospiro di sollievo e ci accomodiamo ai nostri banchi.

    << Taka-chan buongiorno! >> mi saluta una compagna di banco abbracciandomi.

    Di sfuggita vedo il volto ferito di Ishin che cerca di mascherarlo con indifferenza, ma non gli riesce bene.

    << Buongiorno, potresti evitare di abbracciarmi per favore? Mi infastidisce. >> le dico assumendo un'espressione fredda. La ragazza ci rimane male, ma fa un cenno di assenso e se ne torna al suo posto. Mi giro verso Ishin che sospira sollevato, ma appena nota che lo stavo osservando arrossisce e si mette a fissare il suo quaderno. Avvicino la sedia al suo banco e appoggio la testa sul suo quaderno sorridendogli. Lui mi guarda sorpreso e poi ricambia il sorriso.

    Sento un rumore di sedie e cala il silenzio, mi volto verso la lavagna e c'è il professore che sistema la ventiquattrore sulla cattedra e tira fuori gli appunti per la lezione. Allora mi alzo e mi metto al mio posto, tiro velocemente il quaderno e il libro fuori. Ieri sera mi sono messo d'impegno a fare gli esercizi insieme a mio padre che, povero disgraziato, ci ha anche perso il carattere. La matematica non la capisco, tutti quei numeri e quelle strane formule mi mandano in tilt il cervello. Comunque sono, alla fine, riuscito a svolgere gli esercizi ma ho stremato mio padre. “Scusami papà” penso e mi scappa un sorriso divertito.

    << Takahashi Kaname. >> sento chiamare il mio nome e impallidisco pensando che il professore mi volesse rimproverare, ma comprendo che sta solo facendo l'appello.

    << Presente. >> farfuglio velocemente.

    Mister Pomodoro mi spaventa con quei suoi brutti voti che mi da ogni volta.

    << Bene. Takahashi vieni pure alla lavagna e svogli gli esercizi per casa. >> mi ordina con tono autoritario che trasuda disprezzo nei miei confronti.

    Mi alzo con un mezzo sorriso e mi porto il quaderno per mostrarglielo. Prendo il gesso e inizio a scrivere il testo del problema e poi lo svolgo spiegando i passaggi ai miei compagni. Mister Pomodoro mi guarda sorpreso.
    “Alla faccia tua!” penso divertito.

    << Buon lavoro. Puoi andare a posto. >> mi dice deluso e io gli sorrido beffardo.

    Mi siedo al mio posto e batto il cinque con il ragazzo di fronte a me e anche con Ishin che con il labiale mi dice “Bravissimo”. Mi sento realizzato, sentirmi dire un complimento da Ishin mi rende molto contento.



    È suonata la campanella e inizia l'ora del pranzo. La mattinata sembrava non scorrere più, Mister Pomodoro ci ha deliziati/annoiati con la geometria analitica. Nel vedere tutte quelle formule e quei passaggi, mi era venuto il panico.
    “Perché devono essere così complicati e indecifrabili?” penso amareggiato.
    Dopo matematica c'era stata la lezione di storia e grazie agli appunti di Ishin mi era più chiara. Io credo di essere un incapace, non so scrivere bene gli appunti e mi ritrovo un caos e scarabocchi sul quaderno. Per fortuna ho il mio Ishin che mi salva sempre con i suoi ordinati e precisi appunti, sono contento che sia sempre così gentile con me. Gli altri miei amici mi brontolano sempre quando chiedo loro di prestarmi gli appunti.
    Finita la lezione di storia c'era stata quella di letteratura giapponese. Due ore di noia mortale, credo di aver dormito una buona mezz'ora. Ishin come al solito ha preso appunti che adesso mi sta gentilmente dando. Mi sorride dolcemente, allungo una mano verso di lui per poterlo accarezzare ma mi blocco subito. Siamo a scuola è meglio non esporsi troppo.

    << Kaname, vado un attimo al bagno. >> mi avvisa Ishin.

    Gli faccio cenno di aver capito e lui esce di classe veloce. Inizio a sfogliare il suo quaderno di letteratura giapponese e mi incanto sulla sua bella calligrafia, mi domando come possa essere così preciso ed ordinato. Non solo per il quaderno, ma anche per come si veste. Ha sempre i capelli in ordine e anche la divisa. La camicia è sempre dentro ai pantaloni e ben stirata, non l'ho mai visto indossare abiti che non c'entrassero con la divisa scolastica.

    Passano i minuti e Ishin non è ancora tornato, allora preoccupato mi alzo ed esco di classe. Due ragazzi mi vengono in contro con un'espressione preoccupata sul volto.

    << Takahashi-kun, delle ragazze hanno preso Ishin e lo stanno trascinando verso i laboratori. >> spiega uno, mi rivolgo verso l'altro che annuisce per confermare ciò che ha detto l'amico.

    << Grazie. >> farfuglio veloce e proseguo verso i laboratori.

    Cammino veloce e una morsa al petto mi fa respirare a fatica.
    “No, l'ansia no!” mi urlo mentre imbocco un corridoio.
    Delle ragazze mi salutano e tentano di fermarmi ma io non bado a loro, ho solo un pensiero per la testa.

    “Devo trovare Ishin al più presto!” mi dico nervoso.

    Ho una brutta sensazione, credo che Ishin sia nei guai. Ho paura che gli stia accadendo qualcosa di spiacevole. Non l'ho mai lasciato solo da quando gli ho confessato i miei sentimenti, voglio proteggerlo e fargli capire che io per lui ci sono sempre. Però certe volte non è facile, più che altro quando ci sono le ragazze in mezzo a disturbare. I miei amici non si fanno problemi se ci vedono insieme, sanno che fra me e Ishin c'è un'amicizia ma le ragazze sanno essere bastarde più degli uomini. Loro si divertono a fare violenza psicologica, sanno essere davvero stronze.
    Giro a destra e mi ritrovo nel corridoio dei laboratori. Sento delle voci in lontananza, delle voci femminili. Sono maligne e dicono cose terribili.

    << Ma guarda, adesso la puttana si è accaparrata Taka-chan! Sei schifoso! Che fai con lui? I pompini o gli dai il culo? Sappiamo che sei un frocio del cazzo. >> dice una.

    Non li ho ancora raggiunti perché sono infondo al corridoio, in un'ala abbastanza grande. Sento dei singhiozzi e una morsa al petto mi fa pizzicare gli occhi. Mi porto una mano sul punto che mi duole e stringo la camicia.

    “No! No! NO!” mi ripeto disperato.
    “Non fategli del male! Non al mio ragazzo!” penso furioso.

    Arrivo alle spalle delle ragazze che continuano a offendere la persona più bella che abbia incontrato fin'ora. Ishin è a terra e si copre il viso e la testa con le braccia, io suo corpo trema e sussulta per i singhiozzi.

    << Smettila di fare il pappa molla! Sei buono solo a piangere e fare i pompini!” urla un'altra ragazza mentre gli tira un calcio.

    Ishin urla roco, il calcio gli è arrivato allo stomaco. Tossicchia e si preme sulla parte lesa. Si raggomitola e il suo volto è rigato dalle lacrime. Nei suoi occhi vedo il terrore.

    << Per favore... Io non ho fatto nulla... >> dice flebile e con la voce spezzata dal pianto e dalla paura.

    << Non hai fatto nulla?! Taka-chan non ci considera più da quando tu ti sei avvicinato a lui! Mi ha spintonata via e mi ha dato della stronza per colpa tua. Sicuramente gli avrai detto cose del genere “Se fai così ti farò uno dei miei tanti servizietti” e chissà cos'altro?! >> gli dice mentre lo pesta.
    La rabbia mi sale a mille.

    “Come osano dire questo a Ishin!” penso furioso.

    Mi avvicino a loro e prendo una ragazza per la spalla. Ella si volta e sbianca quando mi vede.

    << Ehm... Ciao Taka-chan... >> cerca di rimediare.

    La guardo con disprezzo, vorrei spaccarle la faccia ma non posso. Non posso picchiare una ragazza e non a scuola. Le stringo forte la spalla finché non la vedo abbassarsi un po' per il dolore. La spintono con violenza e lei cade con il sedere a terra. Mi guarda spaventata, molto probabilmente la mia faccia è spaventosa.
    Mi avvicino a Ishin e subito mi abbraccia forte, affonda il viso nella mia camicia. Lo sento tremare fra le mie braccia, lo stringo più a me.

    << Sparite. Non voglio MAI più vedervi girarmi intorno. Non rivolgetemi MAI più la parola e state lontane da Ishin. SPARITE! >> urlo loro contro.
    Le ragazze corrono via veloci. Le sento imprecare.

    << Hei Ishin... >> sussurro vicino al suo orecchio.

    Gli bacio la testa e gli accarezzo la schiena dolcemente. Affondo il viso nei suoi profumati capelli. Sento le sue lacrime bagnarmi la camicia, si stringe più a me. Lo prendo per le spalle e lo allontano dal mio petto. Il suo volto è rigato da molte lacrime, le lecco e lui sussulta. Con la mia camicia gli asciugo le altre che escono, non ce la faccio a vederlo così. Il mio petto mi fa malissimo, una morsa devastante mi sta facendo scoppiare il cuore. Ho la nausea e la sensazione di star per vomitare, mi gira la testa.
    “Meda un attacco di ansia!” penso.
    Faccio alcuni respiri profondi per mantenere la calma. Ishin vedendomi stravolto mi abbraccia forte e mi bacia dolcemente in tutto il viso. Sulla fronte, sugli occhi, sul naso, sulle guance e infine sulle labbra. Lo stringo a me e lo bacio a mia volta. Gli accarezzo la testa lentamente.

    << Kaname... Perché tutti mi odiano? >> mi domanda dopo un po' che siamo abbracciati, seduti su un freddo pavimento.

    << Non tutti ti odiano, Ishin. Io ti amo, mia madre ti adora proprio come mia sorella. I ragazzi mi chiedono sempre di te. >> gli dico dolcemente.
    Mi sorprendo per ciò che gli ho detto. È passato un mese da quando gli ho confessato che mi piace. Un mese da un'esperienza simile a quella. Mi ricordo ancora le parole sprezzanti di Okada-kun e la confessione di Ishin.

    Mi piaci da morire Kaname.

    << Kaname... Davvero mi ami? >> mi domanda guardandomi negli occhi.

    Ormai aveva smesso di piangere da un po', ma i suoi occhi sono rossi e gonfi. Gli accarezzo il volto con dolcezza e lo bacio.

    << Sì, ti amo. Non l'avevi capito? >> gli dico sorridendogli.

    Lui arrossisce un po' e poi mi abbraccia con tenerezza.
    “Sei così adorabile e tenero...” penso mentre gli ricambio l'abbraccio.

    << No, non l'avevo capito... Non ero sicuro delle tue parole, credevo che mi fossi immaginato tutto quella volta. Avevo paura a dirtelo.
    Avevo paura che tu mi potessi dire “Sai, non ero serio quando ti ho detto così”. Kaname ho paura di perdere anche te. Ho paura di
    rimanere di nuovo solo. Per me non c'è mai stato nessuno, nemmeno Abe-kun. >> mi dice con voce incrinata.

    Sentire il nome di quello stronzo mi viene il nervoso. Odio quel ragazzo. Non che mi abbia fatto qualcosa, ma provo una gelosia che non dovrei provare.

    << Ci sono io per te. >> gli dico baciandolo.

    Ishin mi guarda sorpreso e poi scoppia di nuovo in lacrime, ma questa volta non sono di paura e tristezza. Sono di felicità. Si butta fra le mie braccia e mi stringe forte. Poi mi bacia con passione e io ricambio il suo bacio umido e passionale. Le nostre lingue si accarezzano frenetiche, poi si calmano e ci baciamo con più lentezza assaporandoci uno il sapore dell'altro. Come al solito il sapore di Ishin mi fa impazzire e perciò percorro con la mano la sua schiena, giungo al suo sedere sodo e lo palpo. Ishin sorride e si stacca da me, si lecca le labbra con malizia. Una sua mano mi percorre il petto e mi massaggia i pettorali che ho abbastanza sviluppati. Mi guarda fisso negli occhi senza distogliere mai lo sguardo, so che mista sfidando. Lo vedo perfettamente in quel viso che sembra angelico. La sua mano poi passa sui pantaloni, massaggia un po' il mio inguine. Allargo di più le gambe, la sua mano massaggia la mia erezione. Quel bacio e quel suo sguardo mi hanno eccitato da morire. Sospiro di piacere e porto una mia mano sul suo cavallo dei pantaloni. Constato che anche Ishin è eccitato. Gli stringo l'erezione e lui mugola di piacere. La sua testa si appoggia alla mia spalla e ansima, continua comunque a darmi piacere.
    Si mette a cavalcioni su di me e fa strusciare le nostre erezione. Ansimo nel suo orecchio che mordicchio. Ishin mi tiene per i capelli e inarca la schiena, una mia mano la percorre e poi inizio a palpare il sedere con entrambe le mani. Gli mordo il mento e Ishin si abbassa sulle mie labbra. Ci baciamo frenetici, le nostre lingue si scontrano. Gliela succhio e gliela mordo senza fargli male, poi passo alle labbra.

    “Non ce la faccio più... Voglio averlo...” penso frustrato.

    << Ishin... Voglio di più... >> gli sussurro nell'orecchio mentre glielo bacio e mordo.

    << Anche io... >> ansima.

    Si alza veloce e mi prende per il polso. Mi trascina in un'aula in disuso e mi spinge al suo interno, chiude la porta con uno scatto e mi si avvicina sensuale. Mi prende per il colletto della camicia e si alza sulle punte, la sua bocca si posa sulla mia. Allora lo spingo verso il muro e la schiaccio con il mio peso, gli struscio la mia erezione sulla sua e lui ansima. Gli apro la cintura e poi i pantaloni che lascio cadere fino alle caviglie. Intrufolo la mia mano nelle sue mutande, Ishin mi prende per le spalle. Gli massaggio l'erezione con dolcezza, gli stuzzico la punta e sento un gemito sfuggirgli dalle labbra. Il sudore gli sta imperlando il viso contratto per il piacere.
    Sento le sue mani che cercano di aprire i miei pantaloni, anche se con difficoltà ci riesce e li cala fino alle caviglie. Anche lui intrufola una mano nelle mie mutande e mi arreca piacere. Le mie gambe si piegano un po' e appoggio la testa sulla su spalla. Anche Ishin è nel mio stesso stato.
    Ishin prende la mia mano libera e se la porta alle labbra, succhia e lecca le mie dita. Poi si volta e posiziona la mano vicino alla sua apertura. Io lo guardo confuso.

    << Kaname... Preparami... Ti voglio... >> mi dice ansimando.

    Faccio entrare un dito al suo interno, all'inizio Ishin si irrigidisce. Tira un profondo respiro e si rilassa, lo muovo lentamente perché sono terrorizzato all'idea di fargli male. Gli sbottono la camicia con la mano libera e gliela sfilo. La sua schiena ha macchie rosse che presto diventeranno viola. Le ragazze lo hanno picchiato con crudeltà e non hanno pensato a quanto potessero essere pericolosi i loro calci. Gli bacio la schiena marchiata, purtroppo sino rimaste le cicatrici delle frustate. Gliele lecco e Ishin ansima. Vedo che le mani, che sono schiacciate al muro per sorreggersi, si contraggono e la schiena va in contro alla mia lingua e alle mie labbra. Con una mano gli massaggio il petto poco sviluppato e mi soffermo sui capezzoli. Mi sorprendo quando lo sento mugolare per il piacere.
    “Quindi anche per gli uomini i capezzoli sono sensibili” penso ghignando.
    Glieli torturo e Ishin ansima e mugola senza ritegno. Con il bacino va in contro alle mie dita, ora sono due, che gli stanno allargando la sua apertura.

    << Aaah! Di più... >> dice buttando la testa all'indietro.

    Vederlo in quello stato mi fa impazzire, la mia erezione credo che stia per scoppiare. Ho bisogno di soddisfarla o perderò il controllo. Con la mano libera prendo dalla tasca dei miei pantaloni un preservativo e lo metto. Ishin mi guarda stupito.

    << Te li porti sempre dietro? >> mi domanda.

    << Sì, prima di conoscerti e prima di averti confessato ciò che provo per te, lo facevo con le ragazze che conoscevo al karaoke. >> gli spiego.

    Faccio uscire le dita e posiziono la mia erezione sulla sua apertura. Sto ansimando ancor prima di arrivare al sodo. Al solo pensiero di fare mio quel corpo potrei venire.

    << Fa piano... È la prima volta per me. >> dice Ishin con voce ansimante.

    Mi sorprendo di sentire quelle parole.

    << Sul serio non l'hai mai fatto? >> gli chiedo sbigottito.

    << Sì, anche se facevo quelle cose ai ragazzi non significa che mi facessi sfruttare fino a dare il mio culo a chiunque. >> dice un po' ferito.

    Molto probabilmente ha intuito i miei pensieri e ci è rimasto male.

    << Sono contento, io sarò il primo. >> gli dico mentre appoggio la testa sulla sua spalla.

    Faccio un po' di pressione e lentamente entro in lui. Lo vedo mordersi il labbro per trattenere qualche gemito di dolore, per distrarlo gli bacio dolcemente il collo e gli accarezzo la sua erezione.
    Una volta completamente dentro di lui mi lascio sfuggire un sospiro, ma rimango immobile per abituare Ishin alla mia intrusione.
    È come fare sesso per la prima volta con una ragazza vergine. La sensazione all'inizio è spiacevole e quindi è necessario aspettare un po' di tempo prima di proseguire con il rapporto.

    “Sesso... Non mi piace questa parola. Questa volta per me è non solo sesso, non è freddo. Io questa volta ci sto mettendo tutto il mio amore. Non è solo desiderio, è anche amore. Un amore nato così, nei confronti di un ragazzo. Non comprendo nemmeno perché proprio di un ragazzo mi sono innamorato.”

    Ishin si muove verso il mio bacino, mi sta dicendo che posso proseguire. Mi muovo lentamente in lui. Gli bacio il collo per rassicurarlo e lentamente aumento il ritmo. Ishin viene in contro alle mie spinte, inarca la schiena e butta la testa all'indietro.

    << Ti amo >> gli dico con voce roca vicino al suo orecchio che mordicchio.

    Ishin geme ancora di più e con le braccia mi circonda il collo, la sua schiena si sfrega con il mio torace. Gli circondo il bacino e con le mani gli stimolo la sua erezione.

    << Ah! Ahn... che ioh! >> mi dice gemendo senza ritegno.

    << Shhh... Fai piano. Siamo a scuola... >> gli dico ghignando.

    << SeIH! Aaah... >> non riesce a proseguire perché con un colpo secco gli colpisco un punto a lui molto sensibile.

    Continuo a colpirlo in quel punto che lo fa tanto gemere per il piacere. Sentirlo ansimare in questo modo mi eccita molto, sono quasi al limite. La sensazione di calore al suo interno mi appaga, non ho provato simili sensazioni con nessuna ragazza. E' così caldo da farmi impazzire per il piacere e per la soddisfazione.
    Appoggio la testa sulla sua spalla e spingo con più velocità e vigore. Ishin viene stringendo le pareti della sua apertura sul mio sesso e perciò lo seguo a ruota.
    Le gambe del mio piccolo amore cedono e si mette per terra in ginocchio, io lo seguo e lo abbraccio forte a me affondando il viso nei suoi capelli morbidi. Mi godo il suo calore e il suo profumo.

    << Ci sono io per te. Capisci? Io per te, Ishin, ci sarò sempre. Ti amo tanto. >> gli confesso mentre gli bacio una guancia e ci strofino il mio naso.

    Ishin mi accarezza le braccia che gli circondano il busto e si volta per baciarmi. È un bacio casto pieno d'amore e dolcezza.

    << Grazie, ti amo anche io. Ti amo molto. >> mi dice Ishin sorridendomi felice.

    Vedo delle lacrime rigargli il volto, preoccupato gli prendo il volto fra le mani.

    << Ti ho fatto molto male? >> gli domando con la preoccupazione a mille.

    Mi maledico in tutte le lingue del mondo per essere stato troppo irruento.

    << Non molto. Sto piangendo perché sono felice! >> esorta saltandomi fra le braccia.

    Lo accolgo volentieri e bacio quel suo volto felice con una dolcezza che non sembra nemmeno mia. Lo amo davvero tanto, mi da molte soddisfazioni averlo vicino a me. Non è invadente e lamentoso. Mi fa sentire importante con poco e mi grazia con il suo bel sorriso.


    Stiamo abbracciati ancora per un po'. Ormai l'ora del pranzo è finita da un pezzo e quindi ci rivestiamo con calma perché ci sarebbe toccato aspettare la fine dell'ora per rientrare in classe.

    << Che diciamo quando rientriamo? >> mi domanda Ishin preoccupato.

    << Diciamo che tu ti sei sentito male. Ci stai? >> mi rivolgo a lui baciandogli la fronte mentre gioco con i suoi capelli.

    << In effetti sono stato male prima che tu arrivassi ad aiutarmi. >> mi dice circondandomi il collo con le sue braccia esili.

    La sue dita fini mi pettinano i capelli dolcemente e mi bacia sulla punta del naso e poi struscia il suo contro il mio. Non posso non sorridere per la sua dolcezza. Lo abbraccio forte a me e mi godo il suo calore e il suo profumo.


    << Ti amo, Ishin. Ci sono io per te. >>
     
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  15. YukiCchan~
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    Aw aw aw~ che carini lorooo grazie per il capitolo Sakura *w*
     
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15 replies since 16/8/2013, 19:42   137 views
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