Sorn

di Lucrezia

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    » der ♥ Himmel «

    Group
    Chosen
    Posts
    10,977
    Reputation
    +6
    Location
    always behind your shoulders

    Status
    Anonymous
    Eccomi qua per pubblicizzare un altro lavoro della scrittrice Lucrezia, questa volta una storia inedita che l'autrice ha deciso di donarci *^*
    Una piccola info: Lucrezia sta attualmente lavorando sull'editing del suo ultimo libro, quindi stay tuned!!!

    SORN
    di Lucrezia


    Comprato come scaldaletto per un gelido inverno per la sua somiglianza a Liam, Jani viene donato come premio al primo nobile del regno che ha portato a Re Thiar il suo Rami.




    CITAZIONE
    Sorn si alzò sbuffando dal caldo talamo. Jani dormiva ancora accanto a lui. Non si era stretto a lui nel sonno. Non lo faceva mai. Erano passati tre mesi da quando ridendo Thar glielo aveva buttato nel letto. Il ragazzo, aveva venti anni, era stato comprato per il re. E come Thiar aveva detto era stato solo con lui. Sospirò forte. Faceva male. All' inizio era stato molto divertente. Il corpo flessuoso, e snello, il viso dolce, e quegli immensi occhi azzurri lo rendevano pericoloso. A differenza di Thiar non impazziva per i capelli rossi. Ma il ragazzo era stato comprato unicamente perché somigliava al loro fertile Rami reale. Già quando Thiar non era riuscito ad avere il suo rosso si era prima infuriato a morte, aveva spaccato metà della mobilia reale e poi per sfogarsi si era buttato nei bordelli della capitale. Voleva un surrogato per non impazzire nell'attesa. Sorn gli aveva fatto compagnia davvero volentieri. E nel migliore bordello della capitale Thiar aveva visto in vendita, per l'inverno, il giovane, intatto. Ma a meno di un mese dalla compravendita lui era riuscito a catturare l' unico rosso che Thiar voleva davvero, nel cuore, non nel letto. Probabilmente Thiar glielo aveva donato anche come premio. Visto che lui aveva rifiutato il doppio del peso in oro del piccolo Liam. Che importava, era già abbastanza ricco da essere secondo solo al re, nel regno, e non voleva impoverire le casse del suo stato.
    Era stato davvero felice di trovare il Rami per suo cugino, ma non immaginava che il suo modo di ringraziarlo gli avrebbe creato tutto quello scompiglio. Jani era tanto bello quanto distante da lui. O si, il ragazzo si lasciava possedere in tutti i modi e ogni volta che Sorn glielo chiedeva. Bastava fare un cenno e il ragazzo si sdraiava sulle pellicce del pavimento o del letto e si lasciava prendere. Sorn sapeva di avere un appetito sessuale notevole, per non dire non comune. E l'inverno non era stato certo d'aiuto. Il gelo aveva chiuso i varchi, limitando le attività. Era il massimo restare sereni sotto le coperte abbracciando un corpo tiepido e morbido dopo il piacere. Peccato che non fosse altro che un tenero bambolotto. Non avrebbe dovuto essere un problema. Doveva usarlo come scaldaletto per tutto l' inverno, come era scritto nel suo contratto. Peccato che era rimasto stregato dalla tristezza e dalla solitudine di quegli enormi specchi blu. E dai continui silenzi. Il ragazzo era obbediente, ma solo in apparenza. In realtà si teneva assolutamente distante da tutti e da tutto. Un cortigiano avrebbe dovuto cercare di ingraziarselo, per restare a corte dopo il contratto, Sorridendogli, intrattenendolo con storie allegre o canzoni, invece il ragazzo restava in silenzio per ore, a leggere i libri che trovava nella sua sala. Tornando all'improvviso lo aveva trovato chino a leggere un libro, con un vago sorriso sulle labbra. Che era scomparso al suo arrivo. Aveva sorriso a sua volta per rassicurarlo e poi aveva detto.
    - Puoi leggere tranquillamente i miei libri, continua pure.
    Senza un suono il ragazzo si era seduto sul letto e aveva riniziato a leggere. E sul suo volto era riapparso quel piccolo incantevole sorriso. Non lo aveva nemmeno ringraziato. In condizioni differenti Sorn lo avrebbe preso sulle ginocchia e sculacciato per insegnargli a rispettare il padrone. Ma sentiva di non poterlo fare. Si era addirittura ridotto a far portare altri libri nella sua stanza, che nemmeno aveva mai letto. Solo per vedere di nuovo quel viso bellissimo sorridere. Il ragazzo non faceva nulla di quello che facevano gli altri scaldaletto per poter restare nelle sue comode stanze.
    All' inizio Sorn aveva temuto che fosse troppo ciarliero, gli era già capitato. Ma non era così. Poi aveva pensato che fosse inesperto. Solo conoscendolo meglio aveva capito. Non voleva restare. Quando aveva provato a scalfire il suo scudo di silenzio si era sentito rispondere
    - Mi avete qui per scaldarvi il letto mio signore. Dubito che possa interessarvi cosa ho da dire.
    Anche saperne il nome non era stato facile. Quando glielo aveva chiesto il ragazzo aveva risposto.
    ¬- Chiamatemi come volete mio signore.
    Sorn non poteva certo chiedere a Thiar. Si sarebbe sentito prendere in giro per anni dal cugino. Il ragazzo lo bloccava. Mai si era sentito così. Voleva scalfire quel blocco di solitudine. Perché intuiva quello che c'era sotto, oltre la fatica e la solitudine, voleva quel tepore che non veniva solo dalla pelle.
    Si vedeva in quegli occhi blu, nel fondo. Il suo vero nome era scritto nel contratto che Thiar gli aveva regalato, si chiamava Jani.
    Si era recato nel bordello che aveva gestito la compravendita. E lì aveva saputo tutto. O meglio aveva saputo varie notizie, confermate dalla sue spie. E compreso. Jani era il primogenito di una famiglia caduta in rovina, aveva tre fratelli piccoli e una casa antica ma piena di crepe da sistemare. E allora si era venduto per un intero inverno. Lui e la sua verginità. La solita storia lacrimevole. Stavolta vera. Con la cifra ingente erano stati saldati vecchi debiti e i fratellini sarebbero stati al caldo e al sicuro per tutto l' inverno. Guardati a vista dalla servitù rimasta, vecchi fedeli, ormai parte della famiglia. Inoltre restava abbastanza per far ripartire l'attività di famiglia, erano tessitori e avevano un laboratorio, nella casa. Si, sapeva tutto. Perché il ragazzo, Jani, era diventato un'ossessione. Aveva un giorno libero ogni sette e lo aveva spiato. Indecoroso si. Deplorevole si. Comico si. Thiar sarebbe morto dal ridere. Ma Thiar non sapeva come sapeva sorridere ai suoi fratelli, come sapeva giocare con loro. Con quanta cura e premura si occupava di tutti, senza pensare mai a se stesso. Invece lui era rimasto a spiarlo per giorni interi. Incantato dalla trasformazione.
    E con i fratelli come parlava. Lo aveva addirittura sentito cantare per loro. Una voce gentile e calda. Lui invece era solo il padrone di un inverno. Evidentemente non voleva restare e non voleva rendersi gradito. Ma più di ogni altra cosa detestava ciò che era stato costretto a fare. Comprensibile. Il ragazzo da subito lo aveva incuriosito, era stato lui a farsi avanti oltre il corpo per primo, per conoscerlo e il sentirsi rifiutato lo aveva fatto interessare sempre di più. A un certo punto aveva temuto fosse una tecnica di seduzione. Ma presto aveva compreso quanto Jani intendeva comunicargli. Il suo corpo era a disposizione per tutti i suoi desideri. Per quello aveva pagato. Il contratto era chiaro. Ma non c'era altro. Proprio niente altro. Cantare o rallegrarlo non rientravano nel contratto e tanto meno stringersi a lui nel sonno. Stava rannicchiato proprio come si sentiva. Solo. E lui si era accorto dal principio con paura e orrore che voleva stringerlo a se sotto le coperte, voleva che non si sentisse più solo. Voleva essere il centro di quei sorrisi, di quelle canzoni, di quelle premure. Voleva il Jani che spiava dalle finestre della casa accanto, da mesi. Tutto per lui. Senza contare che sotto le coltri facevano davvero scintille. Il corpo morbido e caldo, i respiri gentili. La pelle tenera. Le sue gambe flessuose. Si prese il viso tra le mani. Thiar sarebbe morto dalle risate. La cosa peggiore era che ora era geloso marcio di suo cugino. Se ne era accorto da quello. Solo da quello.
    E questo era davvero ridicolo. Thiar era il suo re prima di essere suo cugino. E non aveva fatto nulla per meritarsi il suo astio. Solo aveva preso per primo ciò che lui desiderava. Il pensiero che forse a Jani era piaciuto di più stare con Thiar lo aveva torturato per oltre una settimana. Ma non esisteva un modo per chiederglielo direttamente. Uno onorevole almeno. Una sera stufo dei suoi demoni interiori lo aveva fatto sdraiare sulla pelliccia davanti al camino. E prendendolo tra le braccia lo aveva accarezzato fino a farlo eccitare e gli aveva mormorato.
    - Anche Thiar ti massaggiava così? Mmm piccolo ?
    ¬- Il re era sempre triste.
    Aveva risposto semplicemente Jani. E lui aveva compreso.
    Quindi al massimo Thiar doveva aver sfogato il desiderio sul ragazzo. Sorn aveva creduto di avere delle possibilità. Thiar si era pazzamente innamorato del suo rosso e Jani era stato solo un paravento. Tanto inutile quanto triste. Lo aveva stretto a se infilando le dita in quella morbida coltre rossa e tirando quei delicati fili aveva capito perché a Thiar piacevano tanto. Si era chinato a baciarlo. Ma Jani aveva gli occhi chiusi. Dalla sua risposta aveva capito che non pensava a Thiar. Ma a chi allora ? Lo aveva stretto con forza. Facendo scivolare le sue mani su quelle morbide cosce lo aveva accarezzato a lungo. E poi, dopo averlo preparato e reso tanto morbido quanto scivoloso lo aveva preso, lentamente, a lungo, tenendogli le gambe divaricate, spingendosi dolcemente dentro di lui, contro di lui, prendendolo da davanti, sollevandogli con il braccio la gamba sopra il suo fianco. Lo aveva abbracciato da davanti per potersi beare del suo bel viso godente. Ma Jani non sorrideva e non lo guardava, teneva gli occhi chiusi, rilassato, si lasciava prendere. Da rilassato e appassionato il viso di Sorn divenne cupo si spinse dentro il suo ragazzo mentre le sue dita gli salivano sul collo, cingendogli la gola, avvicinandogli il viso al proprio, baciandolo leggermente sulle labbra.
    - Stringiti a me ragazzo.
    Ordinò con voce roca. Lo chiamava così. Faceva finta di non sapere. Sempre.
    Jani lo abbracciò forte.
    - Accarezzami, la schiena, i capelli.
    Jani obbedì con mani gentili carezzò la schiena muscolosa e possente del nobile. Le sue dita si inabissarono nella chioma bionda. Massaggiando, saggiando.
    Sorn continuò a spingersi dentro di lui con passione fino a godere. Esplose di piacere, ma quando si accasciò sul corpo morbido non incontrò occhi caldi e amorevoli, ma silenzio e chiusura. Da due giorni non lo possedeva più. Era troppo doloroso. E ancora due giorni e il suo contratto sarebbe finito. Sorn sorrise di se stesso. Non aspettava altro.
    Jani aveva stipulato il contratto per quattro dei sei mesi invernali. Avrebbe potuto essere prorogato per altri due. Ma il comportamento del ragazzo parlava chiaro. E lui non aveva nessuna intenzione di restare al freddo, da solo. Tantomeno di starci ancora per un altro minuto. E Jani doveva pensare che la sua strategia aveva funzionato. Si era mantenuto impegnato. Ce ne erano di cose da fare. Due giorni, e soprattutto due notti sarebbero volate. E Jani non aveva più giorni di permesso fino alla fine del contratto. Doveva parlare con Thiar per prima cosa. Bisognava risolvere diversi problemi pratici e non c'era nessuno meglio di lui. Trovò il cugino seduto dentro una delle comode poltrone della sala reale. Teneva in braccio il suo primogenito cullandolo gentilmente. Il piccolo Kail, come il fratello, aveva i capelli scuri come Thiar. Mentre il cugino desiderava da morire un erede con i capelli rossi. Si stavano dando da fare in tale senso. Notò divertito Sorn. Doveva essere un amore un figlio con i capelli rossi come Jani.
    Prima che potesse dire qualsiasi cosa. ¬Sorridendo Thiar sollevò i suoi occhi ambrati su di lui.
    - Allora ? E' cessata la tua silenziosa collera contro di me ?
    Sorn si rattristò. Thiar non se lo meritava. Ma non avevano mai sprecato parole tra loro e nemmeno ora era il caso di farlo.
    - Sono un idiota lo so.
    Mormorò scuotendo il capo. Thiar lo fermò con il loro cenno per "aspetta a parlare"
    Liam entrò sorridendo e prese tra le braccia il piccolo Kail baciando entrambi e sorrise anche a Sorn.
    - Lo so che dovete parlare, ma non mandarmelo a letto colmo di liquore.
    Thiar sghignazzò.
    - Temi che non sarei in grado comunque di svolgere il mio lavoro a letto?!
    Mentre usciva Liam gli rispose ridendo.
    - No, ma pretenderesti il doppio del lavoro da me!
    La risata del suo Domino lo accompagnò fuori.
    Solo alcuni mesi prima sveniva dalla paura di fronte a Thiar e avevano dovuto minacciarlo di uccidergli il fratello per costringerlo all'unione. Ora erano al secondo figlio e smaniavano per averne un terzo. Come aveva fatto Thiar ?
    Il cugino si voltò sorridendo con dolcezza.
    - Dai fallo, dopo ti sentirai meglio e sarà tutto risolto.
    Sorn ebbe difficoltà a deglutire.
    - No...io...sei il nostro re...
    Thiar continuava a sorridergli con affetto, si avvicinò a lui che stringeva i pugni spasmodicamente. Era tesissimo, si conoscevano dalla nascita. Thiar chinò il suo imponente corpo verso di lui.
    - Era intatto.
    Sussurrò Thiar imbarazzato. Si rese conto di aver fatto partire il pugno solo quando sentì la carne del cugino rimbalzare indietro. Lo fissò shoccato. Nemmeno da bambini si erano mai colpiti. Erano alti uguale, ma Thiar era il doppio di lui, sarebbe bastato parare il colpo. O renderglielo al meglio. Invece si massaggiava il volto colpito. Andò a una delle finestre aprendo le doppie porte e prese una manciata di neve da fuori appoggiandola sulla guancia ferita. Rimasero un istante in silenzio.
    - Lo vedi che ti senti meglio ora ?
    Gli chiese il cugino con affetto. Si, era vero, si sentiva molto più leggero, fino a che vide il livido scurire sul viso del cugino.
    Si affrettò ad abbracciarlo e ad aprire le doppie porte delle finestre e a prendere altra neve.
    - Perdonami... io ...
    Thiar gli sorrise.
    - Non è giusto! Non è giusto. -Singhiozzò quasi Sorn - tu me lo hai donato, non è stata colpa tua!
    - Nessuno poteva saperlo, nemmeno tu. Se solo ...te lo avrei donato intatto. E se può servire siamo stati insieme solo tre volte. Non serviva a lenire il dolore, anzi faceva più male.
    - So cosa intendi.
    Lo abbracciò forte. Scusandosi, con lui.
    Dopo qualche tempo Thiar sussurrò.
    - Due possenti guerrieri abbracciati stretti, e non sei il mio Rami! Se entra qualcuno Liam potrebbe avere molto da ridire!
    Sorn scoppiò a ridere sciogliendo l'abbraccio, di nuovo potevano guardarsi negli occhi come prima. Si era tutto risolto tra loro. Adesso si sentiva davvero molto leggero.
    - Me ne sono accorto così. Ammise Sorn, poi fece una pausa.- E tu come te ne sei accorto ? Di Liam intendo.
    Thiar sorrise.
    - Sul burrone, quando scappava poteva uccidermi, e io lui. Eppure, i suoi occhi.-sospirò- Mi sono rimasti dentro, bruciavano, volevo che nessuno potesse vedere i suoi occhi, oltre me, che nessuno potesse vederlo, toccarlo. Volevo coprirlo di baci e prenderlo a pugni per essere scappato via da me, e stringerlo per tutta la vita, ero davvero fuori di me.
    Sorn lo capiva in pieno.
    - Non sarò facile per te.
    - Lo so. Non lo è stato nemmeno per te.
    - No, ma noi eravamo entrambi innamorati. Solo che Liam ancora non se ne rendeva conto. Il ragazzo mi pare solo molto triste, non innamorato. Però si vede che non ha nessuno nel cuore.
    Sorn annuì.
    - Domani ti farò parlare con Liam, nessuno meglio di lui può aiutarti.- Gli mise un braccio sulle spalle- Andiamo a letto ora.
    Sorn sospirò.
    - Quanto mi conosci bene!
    - Come il fratello che non ho mai avuto.
    Si guardarono negli occhi. E non ci fu bisogno di altre parole.
    **********
    Sorn tornò nelle sue stanze. Era tardi ma Jani era sul letto a disegnare.
    Lo faceva spesso. Appena entrava faceva sparire i disegni delle vesti che preparava. Era bravo, secondo lui. Li fece sparire sotto il suo cuscino come sempre, attese un istante fingendo di iniziare a spogliarsi per dargli tempo. Poi si sedette sul letto.
    - Spogliami.
    Ordinò semplicemente. Jani si avvicinò a lui, aprì con gentilezza i lacci della pesante tunica di lana e gli sfilò gli stivali. Aprì i lacci dei pantaloni e glieli sfilò, lasciandogli solo le alte calze di lana bianca. Per aprirgli di più la seconda casacca di panno gli arrivò sotto il mento, vicino al collo. Che voglia di afferrarlo, buttarlo sul letto e coprirlo di baci. Lo aiutò a infilare la tunica da notte, scaldata di fronte al fuoco. Jani la indossava già e aveva le alte calze di lana. Gli sfiorò il viso mentre si sollevava sulle punte dei piedi per chiudergli i bottoni della casacca, ma lui teneva gli occhi bassi.
    Sorn era di molto più alto del ragazzo e due volte più possente. Avrebbe potuto stringerselo al petto con un solo braccio e Jani non sarebbe stato in grado di liberarsi.
    Mai più. Ma si limitò ad ordinare.
    - Vieni a letto. Ho freddo.
    Jani si stese vicino a lui ma senza abbracciarlo. Fu Sorn a stringerselo al petto.
    Avrebbe voluto coprire quella testa rossa di baci. Ma sapeva di non poterlo fare. Jani aveva dimostrato di non gradire, e lui non voleva ancora scoprire tutte le sue carte.
    Se lo strinse solo di più al petto. Jani taceva come sempre. Morbido e caldo contro di lui.
    - Accarezzami.
    Le mani morbide scivolarono sulla casacca, aprirono i bottoni. e cominciarono a carezzare i suoi muscoli. Aveva fatto una faccia tesa quando era entrato. E lo fissava in modo attento. Non doveva sospettare. Da due giorni non lo prendeva. Non era da lui. E il contratto sarebbe presto finito. Lo sapevano entrambi. Ecco questa era una cosa che lo accomunava a Thiar.
    Senza parlare lo capivano al volo. Forse era un altro segno. Inoltre voleva godersi alcune carezze che non avrebbe potuto ricevere per diverso tempo. Forse mai ?No, a quello non doveva pensare. Le sue mani morbide sul petto, sui capezzoli, le dita gentili che carezzavano il suo ventre. Che lisciavano i suoi possenti muscoli. Lo prese gentilmente per la nuca e voleva alzare il viso per baciarlo. Ma aveva il viso e gli occhi bassi. Come sempre.
    - Con la bocca ragazzo.
    Udì la propria voce chiedere. E finalmente sentì la bocca morbida del suo ragazzo baciare e succhiare i suoi capezzoli, mordicchiare il suo ventre e finalmente accogliere con dolcezza il suo membro. Si beò di quell' umido tepore, di quelle labbra morbide. Chiuse gli occhi con forza. Quella carezza se la sarebbe sognata a lungo. Nel futuro.
    Dopo il piacere girò il suo ragazzo e scoprendogli con gentilezza le cosce e le natiche lo massaggiò con la crema e lo prese. Affondando in lui con disperazione e tenerezza repressa. Così non era bello, era solo triste. Ora capiva quando Jani gli aveva detto che il re era sempre triste.
    Allungò una mano per stringerlo a se ma Jani si era già steso accanto a lui, parallelo, ma non vicino. Era il suo segnale per comunicargli che aveva avuto ciò per cui era stato pagato. Ma Sorn aveva già superato il limite della propria sopportazione.
    - Ho freddo ragazzo. Sbaglio o devi tenermi al caldo ?
    La sua voce risuonò nervosa e severa anche a lui. Jani si avvicinò muovendosi su un fianco, restando di spalle. Con un solo movimento lo strinse a se afferrandolo con il braccio fino alla spalla, rannicchiandoselo vicino. Stretto, quasi sdraiato sul proprio corpo.
    Sentì che non si stava arrendendo al riposo. Appena lui si fosse addormentato il ragazzo si sarebbe allontanato. Di poco, giusto lo spazio per allontanarlo. Lo strinse più forte. Infatti al mattino si svegliò sentendo un leggero brivido. Jani dormiva lontano da lui. Si infuriò come raramente gli era successo in vita sua. Non aveva dubbi circa il suo piano. E lo avrebbe attuato con la massima ferocia. Si alzò dal talamo, silenzioso e letale come una belva. Il suo ragazzo doveva smetterla di allontanarsi da lui.
    ********
    Si recò da Liam. Il giovane stava finendo di lavare Yeris. Il loro secondogenito.
    Sorn entrò e gli sorrise.
    - Devo capire come ha fatto Thiar con te. Devo fare lo stesso.
    Liam lo fissò annuendo.
    - Devi essere molto gentile e premuroso. Dolce. Devi badare più al suo piacere che al tuo. E devi dargli sostegno, completo. Essere una coppia vuol dire portare a metà il peso dell'altro.
    - Questo lo immaginavo. Ma tu tremavi di paura di fronte a Thiar e ora...
    Liam sorrise.
    - Ero già innamorato di lui, ma ero anche pieno di paura, per noi era l'incarnazione del male. Era come amare l'abisso.
    - E come hai fatto a superarlo?
    - Lui si è dimostrato gentile, premuroso e dolce, e io ho capito. Te lo ho detto. Devi fare lo stesso.
    - Per noi è diverso! Lui mi vede come un fastidio, vuole solo tornare alla sua vita. Liberarsi di me quando il contratto sarà finito. Non posso permetterlo. Ma non voglio costringerlo.
    Liam lo fissò seriamente.
    - Allora sei tu che devi diventare una parte importante della sua vita, come vuole lui, non solo come vuoi tu.
    Sorn annuì convinto e rasserenato. Era tutto chiaro. Si voltò per andarsene, poi si ricordò che lui non era Thiar.
    - Grazie.
    Liam sorrise serenamente e Sorn lo guardò intimidito.
    - Potevi anche non aiutarmi. Credevo che ce la avessi ancora con me per il viaggio in mongolfiera.
    - No, e sei parte della famiglia.
    Sorn sollevò il capo sorpreso. Non se lo aspettava. Lo guardò grato.
    - Per cui aiutarti è solo portare a mezzi il peso con Thiar. Fa parte dei miei doveri coniugali.
    Sorn annuì sorridendo grato. E se andò. Aveva molto da fare.
    **********
    Fece ritorno solo all' ora di pranzo. Si avvicinava l'ora in cui doveva congedarsi da Jani, secondo il contratto. Il ragazzo sedeva sul letto. Sorn lo raggiunse.
    - Hai preparato tutta la tua roba.
    - Si mio signore
    - Ottimo la porteranno i servitori, ora metti la tunica e le scarpe da interno e seguimi.
    Nel solito silenzio Jani obbedì.
    Lo portò diverse sale più lontano dall'entrata; nella parte del castello esposta a sud. Entrarono in una vasta sala inondata dalla luce del pomeriggio. Splendidi tendaggi verdi o oro ovunque. Un grande camino con davanti una elegante sala. E un tavolo sontuosamente apparecchiato. Alle loro spalle una porta marmorea semichiusa faceva intravedere un'altra sala.
    - Vieni ragazzo, andiamo a mangiare.
    - Si mio signore.
    I servitori avvicinarono loro le sedie e scoprirono per loro numerose vivande delicate e preparate con grande maestria. Jani guardava quei piatti elaborati e lui.
    - Mi hai servito bene. Visto che questo è il nostro ultimo pasto insieme volevo darti qualcosa da ricordare. Di bello.
    Mormorò l' ultima frase tra i denti.
    - Vi ringrazio mio signore.
    Un vero e proprio miracolo!Un ringraziamento! Mangiarono in silenzio fino al dolce. Jani non era ingordo. Forse aveva sbagliato. Poteva sembrare offensivo. Della serie non mangerai mai più così straccione. No altrimenti non lo avrebbe ringraziato. Sembrava quello che doveva sembrare un ultimo pasto particolarmente suntuoso per commiato. Arrivò il dolce.
    E il momento che desiderava più di tutti. Fu posato davanti a loro e tolte le coperture in metallo per tenerlo caldo. Finalmente vide gli occhi di Jani illuminarsi per un attimo. Il suo dolce preferito. Poteva essere anche una passo pericoloso. Aveva pensato di dirgli che sperava gli piacesse, ma di fronte quegli occhi guardinghi decise di fare finta di
    nulla. Del resto poteva essere una banale coincidenza. Ma Jani era attento e furtivo, teso. Non iniziava a mangiarlo. Iniziò lui e poi lo guardò.
    - Questo dolce è molto buono, da staserà verrà servito spesso a corte, assaggialo.
    Il tono era come sempre deciso anche se cortese. E Jani era ancora sotto contratto fino alla quinta ora. Gli obbedì teso. Mangia sereno amore, non è lì. Venne portato il vino per il dolce e venne versato. Il dolce aveva un gusto molto pieno, impossibile non bere dopo. Jani bevve metà del suo bicchiere di vino. E lui vuotò il suo.
    - Chi ti riconduce in città?
    Mormorò per distrarlo.
    - Il bordello manderà una carrozza per riprendermi.
    Conciso come sempre. Sorn annuì mentre vedeva il viso di Jani divenire sempre più rilassato.
    - Allora ti è piaciuto il dolce ?
    - Si, era ... era...
    Jani si osservò perplesso le mani. Sembrava brillo. Cercò di aggrapparsi alla poltrona per tirarsi su ma non ci riuscì. Sorn gli fu accanto.
    - Forse il vino era troppo forte.
    - Perché ?
    Mugolò Jani mentre barcollava sulla sedia. Un servitore gli porse una pesante pelliccia di ermellino e Sorn ci avvolse il ragazzo fino ai piedi.
    - Perché ?
    Ripeté Jani con gli occhi resi liquidi dalla droga. La voce angosciata, sorpresa.
    Sorn lo abbracciò e lo sollevò di peso, avvolto nella pelliccia.
    - Perché non posso più stare senza di te. E non mi hai dato nessuna possibilità di fare diversamente.
    - Assurdo.
    Sussurrò Jani.
    - Non avere paura, ti farà solo dormire bene per qualche ora.
    - Non posso stare ai tuoi capricci! Ho delle responsabilità che nemmeno immagini! Non posso restare per i tuoi desideri! Non sono più il tuo giocattolo!!!
    Esplose il ragazzo alzando la voce, quanto la droga gli permetteva. In condizioni normali avrebbe urlato per la collera.
    - Non lo sei mai stato.
    Mormorò Sorn direttamente con le labbra sul suo mento. Jani sussultò tra le sue sue braccia e lo fissò per un istante, incredibilmente tenero e indifeso anche nei sentimenti. Lo condusse con dolcezza verso la porta. Un servitore la spalancò e un altro aprì le tende che coprivano il vasto talamo coniugale, coperto di sete e pellicce. Il servitore sollevò le coperte per lui. Sorn lo adagiò sul talamo togliendogli le scarpe da interno e la sopraveste da camera. Gli occhi di Jani erano liquidi ma ancora aperti. Fissi sulle catene d'oro e il collare dello stesso materiale che spuntavano dal talamo.
    - Sei nato a Rand. Non devo spiegarti a che servono. -Mormorò Sorn sorridendo.-Adesso riposa. Quando ti sveglierai sarà tutto pronto per la nostra unione. Dormi amore mio.
    Gli occhi di Jani si chiusero e lui sospirò di sollievo. Finalmente poteva stringerselo al petto. Lo incatenò, legando ogni arto a un angolo del talamo, si stese accanto a lui e lo abbracciò forte. Stavolta non si sarebbe svegliato da solo. Jani dormì saporitamente fino quasi al tramonto. Per la prima volta dormiva disteso sulla schiena, e con il corpo allargato Doveva essere stanco e molto più teso di quello che sembrava.
    Già pensare a tutto e stare continuamente all'erta doveva essere stato sfiancante per un ragazzo giovane e solo. La droga lo aveva rilassato, e lui si era abbandonato, era rimasto inerme e indifeso. E ora bisognava che sperimentasse che poteva fidarsi di lui. Che tra le sue braccia era al caldo e al sicuro. Sempre.
    Si chinò su di lui baciandolo con dolcezza sulle labbra e stringendolo a se.
    ******
    Jani
    Jani si rannicchiò era immerso in un tepore troppo piacevole per svegliarsi, eppure qualcosa gli diceva che doveva destarsi. Si girò su un fianco. Il tepore che lo avvolgeva si mosse insieme a lui. Troppo piacevole. Oltre il calore si sentiva al sicuro. Leggero. Si mosse di poco e sentì braccia molto lunghe e forti stringerlo e una bocca morbida e grande sfiorare la sua tempia. Baci gli piovvero sul viso, sugli occhi. E si sentì stringere con dolcezza e forza. Si sforzò di aprire gli occhi, anche se le palpebre erano pesanti. Ci riuscì e vide Sorn sorridergli con dolcezza.
    - Non vuoi dormire ancora amore ?
    Si sforzò di muoversi per sottrarsi a quelle braccia. Ma era completamente circondato dal suo grande corpo. E quando provò a muoversi si accorse che braccia e caviglie erano legate da catene d'oro. Incatenato al letto. Si voltò con il viso stravolto dalla collera. Cercò di aprire la bocca per urlare, ma non ne uscì alcun suono.
    - Hai bisogno di acqua fresca amore.
    Mormorò Sorn riempiendo una coppa dalla brocca accanto al letto. Gliela portò alla bocca e lui si accorse di avere bisogno di bere. Scosse la testa con rabbia dopo aver bevuto. Ma si sforzò di calmarsi. Urlare e strattonare le catene sarebbe stato completamente inutile.
    Sorn non era uno stupido. Era il primo nobile del regno. Il cugino del re. Rapire un nalee libero, drogarlo, e trattenerlo contro la sua volontà era un reato grave persino per lui. Il bordello aveva delle regole ferree, secondo il contratto se fosse venuto meno ai suoi doveri sarebbe stato incarcerato e venduto per sei anni e finanche ucciso. Di contro anche il padrone d'inverno doveva lasciarlo andare alla scadenza. Se ogni scaldaletto fosse stato rapito i contratti, fonte importante della loro economia, non sarebbero stati più validi. E anche il padrone d'inverno poteva essere incarcerato e ucciso. La paura che aveva provato per tutti quei mesi di sbagliare lo frenava ancora. Doveva essere cauto. Deglutì. Sorn gli diede una seconda coppa piena di acqua fresca.
    Respirò e cercò di parlare con calma.
    - E' una follia inutile.- riuscì a dire, la droga gli impastava ancora la bocca.
    - La follia sarebbe stata permetterti di lasciarmi.
    Mormorò Sorn stringendosi a lui e baciandogli con dolcezza il collo. Jani si spostò quanto poté.
    - Davvero il cugino del re si annoia a tal punto da fare questo per potersi divertire ?
    Sorn sbuffò sul suo collo.
    - Non definirei organizzare un rapimento e una unione in due giorni un divertimento.
    Jani si voltò a guardarlo.
    - Lo sapevi da due giorni quindi.
    - Lo so da mesi, sei tu mi avessi lasciato corteggiarti un po'...
    - Cosa?!- esplose Jani - Cosa avresti fatto? Ci saremmo risparmiato queste ?
    Urlò strattonando le catene. Sorn lo abbracciò più stretto, trattenendolo per il torso.
    - Non agitarti amore. Ti avrei chiesto di unirci, con dolcezza, civilmente , e non ti avrei certo drogato, ma no, ti avrei incatenato al talamo comunque. Sono un nalee all'antica. E trovo la nostra tradizione della Jhardalà incredibilmente eccitante, e tenera, come te.
    Lo strinse forte e baciò il suo collo, la sua gola. Anche se Jani cercava di sottrarsi.
    - Mi chiami amore ma sono incatenato al letto. A tua disposizione! Maledizione Sorn!
    Sorn lo strinse di più.
    - Non vuoi sapere ....
    Scuotendo il capo Jani lo interruppe.
    - Se non torno il bordello manderà una squadra a prendermi, il contratto ha delle regole precise. Sei un padrone d'inverno, lo sai. Nasceranno problemi.
    - Il bordello teme la collera del re. - Il suo tono si fece duro. - e sa di dover temere di più quella di suo cugino! Inoltre il bordello è già stato informato che ci sarà una regolare unione consensuale, stasera, e come regalo hanno già bruciato la loro copia. Per contratto sono tenuti al massimo segreto, pena le fiamme alla casa. E sono certi che non sarebbe il male minore.
    I suoi occhi erano diventati duri. A parlare ora era il guerriero feroce e determinato che aveva portato il loro regno alla pace. Avrebbe dovuto essere spaventato e intimorito, invece si sentiva lusingato. Non ora.
    Ignorò la sensazione. Sorn prese una coppa d'acqua per lui.
    - Hai ancora sete ?
    Jani annuì. Si aveva sete e la accettò.
    - Ascolta Sorn ti rendi conto che quello che credi di provare, quello che vuoi fare è una pazzia, sei un principe di sangue antico e io solo un artigiano.
    Si morse la lingua, non doveva dargli quella informazione. Lo vide sorridere.
    - Ho pensato a tutto amore. E non credo di provare. Io mi sono innamorato di te.
    Glielo scandì guardandolo negli occhi.
    - E di chi ti sei innamorato ? -Mormorò pacatamente Jani - di uno scaldaletto silenzioso ? Di uno sconosciuto ? Di un passatempo tra le lenzuola ?
    - No, di te. Del ragazzo che sorride quando legge,del giovane tessitore che sostiene una famiglia antica, resa famosa dalla propria arte.-Jani alzò la testa di scatto.- Del fratello maggiore di tre biondi ragazzini con gli occhi azzurri, che canta per loro con una voce piena e gentile. -Jani era impallidito.- Del giovane padrone che ha sulle spalle tutta la casa, il laboratorio e la servitù, e che si preoccupa di tenerli al caldo e chiude con le sue mani e lo stucco ogni crepa.
    - Hai frugato nella mia vita! Mi hai spiato!
    Sorn annuì.
    - Mi sono innamorato di te, Jani Maheni, della tua forza, della tua compassione, del tuo coraggio, della tua semplicità.
    Jani si tese e cercò di scacciarlo chinando la testa per nascondere il viso furioso e disperato. Tutto sapeva tutto. Tutti i suoi segreti gelosamente custoditi!
    - Come hai osato! La mia vita non è li per la tua curiosità. Per la tua regale noia! Tu non puoi nemmeno immaginare quanta fatica c'è dietro! Sei solo un nobile viziato!
    Sorn accolse lo sfogo abbassando la testa. Era comprensibile. Lo lasciò urlare poi gli mormorò.
    - So quanto ti stancavi , non dormivi per gestire tutto ciò che non potevi negli altri sette giorni. Per questo non ti prendevo al tuo ritorno.
    Jani si calmò. Era vero, nonostante il suo enorme e costante desiderio Sorn non gli chiedeva nulla quando tornava e lo lasciava dormire, per tutta la notte e il giorno dopo anche. Non ne aveva mai capito il motivo. Ma di certo non aveva chiesto, si era sentito fortunato, spesso Sorn si era dimostrato un padrone gentile e premuroso.
    -Non è noia, ti ho spiato perché non riuscivo a stare da solo, perché impazzivo quando non sapevo che facevi, con chi stavi. In poco tempo sei diventato una dolce ossessione Jani. Sapessi che sollievo sapere che passavi il tempo a fare la spesa e a giocare con i tuoi fratelli.
    Jani respirò e Sorn gli offrì ancora acqua. La accettò guardandolo. Sorn accettò lo sguardo sorridendo.
    - Ma si può sapere che bisogno hai di fare questo. Hai tutta la corte che ti muore appresso. Non fanno altro che dire quanto sei alto, forte, come sei bello. Di quanto sono biondi i tuoi capelli. Sei il miglior partito del regno. Mi fissavano tutti con astio, chiedendosi come mai avevi uno scaldaletto. Se non avessi avuto la maschera mi avrebbero graffiato il viso per l'invidia!
    Sorn rise di cuore.
    - Bene! Ci sarà coerenza. Ora ti invidieranno come mio Rami. E potrai guardarli tutti dall'alto in basso. Be, per così dire, sei uno scricciolo.
    Jani scosse la testa.
    - Non dovevo dirti che sei un nobile viziato. Non te lo meriti. Conosco tutte le tue cicatrici e so quanto sangue hai versato per il regno. Di questo, solo, ti chiedo scusa.
    Sorn lo abbracciò più stretto e lo baciò teneramente sulle labbra. Jani si scostò.
    - Non perdi occasione per fare quello che vuoi! Non posso abbassare mai la guardia!
    - Eri arrabbiato amore, e sei teso, lo capisco. Vedrai quando saremo uniti sarai più tranquillo.
    - Non sono nemmeno nobile. Sorn!
    - Con Thiar abbiamo studiato una splendida soluzione. Ufficialmente sei un fornitore del Re. Ci siamo conosciuti così. Hai tessuto le mie nuove vesti. E con un decreto uscito oggi Thiar ha reso i fornitori del Re, se scelti dal re in persona, dignitari di corte. E in quanto tale puoi unirti a un nobile. Acquisendone la nobiltà. I nostri figli saranno principi del sangue. E tutti i migliori professionisti accorreranno a Rand per avere tale onore. Incrementeremo il commercio e il commercio di qualità.
    Jani era senza fiato. Lo fissò vinto e stravolto.
    - Sorn mi chiudi in un piano diabolico. Ma io non posso darti nulla di quello che vuoi. Non ho più nulla da dare.
    Abbassò il capo sfinito.
    - Ma io non voglio chiederti nulla. Voglio solo portare la metà del tuo peso amore.
    Jani alzò il capo sorpreso e lo fissò. Gli enormi occhi azzurri persi nei suoi. Sul viso una espressione tenera e timida.
    Che frase dolce e gentile. Proprio da innamorato. Questo era più difficile da ignorare.
    - E stingerti a me, coprirti di baci, e non permettere a nessuno di vedere quanto sei tenero. Voglio crescere dei figli con te e invecchiare insieme. Non riceverai pressioni amore. - Lo strinse forte a se con tutte e due le braccia. Le labbra che gli baciavano una tempia. - E tu potrai rimettere in sesto l'attività della tua famiglia, nota a Rand da secoli. Quando io e Thiar indosseremo i tuoi modelli il resto della corte farà a pugni per averli. Come vedi è tutto risolto.
    Jani crollò il capo sfinito.
    - No Sorn, ho tanti di quelle beghe che nemmeno ti immagini. Se stasera non torno...
    Cercò di guardare fuori ansiosamente.
    - Temi qualche colpo basso da Thanid, non preoccuparti, è già ospite delle nostre segrete.
    Jani sussultò.
    - Sai anche questo.
    -Oh amore so quello che ha ti ha fatto e pagherà tutto. Te lo garantisco.
    - Sorn ascolta...
    Sorn scosse il capo, sul viso una espressione di gelida collera repressa.
    - E' solo colpa sua! Se non avesse derubato e messo in difficoltà te e la tua famiglia non avreste sofferto così tanto. E non saresti stato costretto a venderti! E' solo lui il colpevole. Non tu! Non Thiar! Voleva farti soffrire anche stasera per riavere i tessuti di tuo padre. Anche solo per questo morirà. No, non provare nemmeno a parlarne. Sarebbe inutile. Ho deciso.
    Jani abbassò la testa.
    - Non devi temere amore, non potrà più nuocere a nessuno. Peraltro come protettore della capitale devo far rispettare le leggi e lui è un pericolo per tutti!
    - Non hai idea del male che fa.
    Poi tacque senza fiato e Sorn lo strinse forte.
    - Invece si, per questo mi godrò la sua morte. Prima della nostra unione morirà. E i tessuti di tuo padre sono già nel laboratorio. Credi di sentirtela di vestirti ? Non manca molto.
    Jani annuì a testa bassa. Poi la rialzò di scatto.
    - Avevo promesso di tornare per cena! I miei fratelli...
    - Lo so e hai promesso loro il vostro dolce preferito. Sono tre sale dopo la nostra, insieme alla tua servitù.-Jani lo fissò come impazzito.- Non arrabbiarti amore. Ho dovuto farlo. La crepa nel muro perimetrale si è estesa di nuovo. Stavolta ha alzato i bordi fino al soffitto.
    Sorn crollò le spalle esausto. Quel muro sarebbe stato la sua morte. Lo aveva riparato fino a sfinirsi. E invece si era riaperto fino al soffitto aprendo spifferi gelidi e letali in tutta la casa.
    - Lo so, lo so. Ma non erano davvero al caldo e al sicuro. Qui staranno benissimo fin quando i miei artigiani non avranno sistemato la casa. Poi decideremo insieme cosa fare.
    Jani lo guardò .
    - Sai anche del nostro dolce preferito. Hai spie anche dentro le nostre scarpe?
    Sorn sorrise.
    - Veramente i tuoi fratelli non hanno parlato d'altro mentre li portavo qui. Ho dovuto promettergli che avranno tutti una doppia razione. Spero che sia venuto buono o mi massacreranno.
    Jani si permise un sorriso.
    - Quello del pranzo era discreto, ma noi lo mangiamo con più miele. -Lo fissò in modo provocatorio.- O forse la droga lo ha reso amaro.
    - Non avrei mai messo la droga nel tuo dolce preferito amore. Era nel liquore. Ma grazie per l'informazione, aggiungeremo altro miele.- Lo strinse forte.- Anche se per me sei dolce abbastanza.
    Lo baciò sul collo succhiando e Jani si agitò ma non poteva muoversi.
    La bocca grande e morbida di Sorn sul suo collo era troppo piacevole. Non era stato così prima. Non doveva lasciarsi andare.
    - Lasciami.
    Avrebbe voluto essere un ordine dato con voce tesa ma con quel suono morbido e sospirato risultò solo come un mormorio ritroso. Se ne reso conto e cercò di muoversi ma le catene lo tenevano saldamente ancorato al talamo. La bocca di Sorn gli arrivò sulla sua senza preavviso. Calda, esigente, affamata. Si ritrovò con la sua lingua in bocca che danzava con la propria.
    Lo mordo. Il pensiero scivolò via. Non devo, devo essere cauto.
    Scostò la testa. Sorn lo guardava teneramente fremente di passione.
    - Jani non devi sottrarti al tuo Domino. Sarò dolce e gentile con te vedrai.
    Jani abbassò la testa e Sorn lo sollevò.
    - Ora ti libero e ti vesti per la nostra unione, poi ceneremo con i tuoi fratelli.
    Ho fatto portare la vesti da casa tua. E la veste che preparavi in casa mi sta alla perfezione.
    Jani alzò il viso. Era solo un prototipo per lui, inconsciamente doveva aver tenuto presenti le misure di Sorn. Non tanto inconsciamente, se lo era immaginato spesso con addosso la veste scarlatta. Con i suoi colori sarebbe andata benissimo.
    - Ascolta Jani, immagino tu sappia che sono stato io a trovare e a catturare Liam.
    Jani sorrise paziente.
    - Lo sa tutto il regno.
    - Infatti.- concesse Sorn attento - ma non tutti sanno quanto tremava di paura di fronte a Thiar. Mio cugino ha dovuto minacciare di uccidergli il fratello per costringerlo all'unione. Ora scalpitano per avere il terzo figlio.
    Jani era impallidito e lo ascoltava teso. Sorn lo abbracciò.
    - Amore non temere, io non potrei mai minacciarti. Né te né i tuoi fratellini. Thiar stesso non ne aveva intenzione, ma loro erano nemici. A Evert Thiar è dipinto come l'incarnazione del male assoluto.
    Jani si rilasso contro di lui.
    - E' assurdo, è il re più compassionevole che abbiamo mai avuto.
    Sorn annuì.
    - Io non intendo minacciarti amore. Stasera ti unirai a me. Ti prego non fare niente di sciocco.
    Jani chiese ironicamente
    - E cosa potrei mai fare ? Scappare lasciando qui i miei fratelli e la mia casa ?
    - Ma noi non siamo nemici. Potresti darmi una possibilità, magari non sarò male come Domino.
    Sussurrò Sorn contro il suo orecchio. Jani si mosse.
    - Se dobbiamo vestirci occorre muoversi.
    Sorn annuì sospirando.
    - Hai ragione. Hai bisogno di tempo.
    Jani abbassò solo la testa. Era il suo cenno per dire non ne voglio parlare. Sorn pareva capirlo. Gli liberò i polsi e le caviglie. Jani si alzò barcollando e lui fu veloce a sostenerlo.
    Gli passò un braccio sotto le le ascelle e lo guidò fino al camino. Accanto, scaldato dalle fiamme una splendida veste dorata e bianca.
    Jani la sfiorò con riverenza.
    - Bellissima! E' seta e broccato di Shami.
    - Solo il meglio per te amore.
    - Costa una piccola fortuna!
    - Posso permettermelo.- mormorò sorridendo Sorn. - Ti sei accaparrato il miglior partito del regno!
    Scherzò con lui citando le sue parole. Jani si voltò a guardarlo in qualche modo intimidito e si mosse in modo impacciato. Sorn lo abbracciò da dietro coprendogli la testa di baci.
    - Ti lascio solo per vestirti. Non fare scherzi piccolo mio.
    - Non ne farò.
    Sorn annuì. E si abbassò sulla sua testa.
    - La cerimonia sarà ufficiale, sarà presente anche Thiar con Liam. E i pargoli.
    Jani si voltò a fissarlo.
    -Non ti da fastidio? E Liam sa di me?
    - No. Te lo ho detto, non è vostra la colpa. Possiamo guardarci tutti negli occhi senza problemi. Sì. Liam sa di te e ha detto di dirti che sei il benvenuto nelle sue stanze.
    Jani abbassò la testa. E Sorn annuì e lo lasciò solo.
    Aveva capito, senza dovergli spiegare niente. Sorn capiva i suoi silenzi. Non provava disagio o vergogna verso Thiar. Era stato gentile con lui. Gli aveva fatto subito tenerezza per quell'amore disperato che provava. Lo chiamava Liam nel letto. Ma quando lo guardava vedeva un'altro. Erano stati insieme solo tre volte. Poi gli bastava stringerselo al petto la notte, carezzando i suoi capelli. Molto romantico.
    Aveva sperato di essere amato così anche lui. Ma non lo credeva possibile. Credeva anche che sarebbe rimasto solo. Chi poteva volere un Rami disonorato ? E lui non voleva ingannare nessuno. Che poteva dire ? No non posso unirmi con voi, sapete non sono più vergine. Ho dovuto vendermi per far mangiare i miei fratelli e per dargli un tetto caldo durante l'inverno.
    E invece ora si univa. E con l' uomo più ricco del regno. Un Nalee splendido, giovane, forte, dai lunghi capelli biondi. E dagli appetiti sessuali non comuni. Il sogno di ogni scaldaletto. Ma non il suo.



    Ma Sorn stava facendo di tutto per farlo felice. Anche troppo. Solo il fatto che uccideva...
    Entrarono i due servitori che erano presenti a pranzo e si offrirono di aiutarlo con le vesti. Annuì.
    ***********
    Sorn e Thiar stavano uscendo dalla sala delle torture.
    - Ti senti meglio ora yujio?- Mormorò Thiar preoccupato.
    - O si! Mi dispiace solo di averlo potuto ammazzare una volta sola. Ma almeno ho avuto la soddisfazione di farlo con le mie mani!
    - Dimenticalo ora. Hai doveri ancora più piacevoli.
    Gli mise una mano sulla spalle e Sorn annuì mentre la tensione scivolava via.
    *********
    Jani respirò profondamente, esausto, mentre si spogliava. I suoi fratelli avevano sparso fiori davanti all'altare per lui. Sorridenti e sereni. Bellissimi in bianco e oro anche loro. Tutta la corte era rimasta senza fiato davanti alla splendida veste rossa e oro che aveva tessuto. Addosso a Sorn stava splendidamente. Sorn era bellissimo con un diadema d'oro e i lunghi capelli pettinati e fermati dietro. Anche lui non se la cavava male. Aveva visto da vicino Liam. Era davvero bello. E avevano la stessa altezza e corporatura. E Liam sembrava gentile, gli aveva sorriso con sincerità.
    Tolse dai capelli i fermagli d'oro, poi gli orecchini di diamante, entrambi dono di Sorn. La cerimonia era avvenuta di fronte a tutta la corte reale e con la famiglia reale dietro di loro.
    Davanti doveva esserci stato un muro di invidia. Doveva stare in guardia. E tenere al sicuro i suoi fratelli.
    Guardò sfiorandolo l'anello al suo dito e le catene d'oro ai suoi polsi.
    Era un nalee unito adesso. Incredibile.
    Sorn entrò nella stanza sorridendogli. E Jani si tese.
    - I tuoi fratelli stanno facendo un po' di capricci, vieni.
    Jani si affrettò a seguirlo.
    I bambini, Jun soprattutto stavano piangendo, la servitù cercava di calmarli ma inutilmente. Jani sospirando prese in braccio il più piccolo e Sorn prese gli altri due.
    - Va bene, va bene.- Mormorò battendo gentilmente una pacca sulla schiena del più piccolo per calmarlo. Sorn intanto abbracciava gli altri due.- Sono esausti e nervosi. E non dormono in casa loro.
    Disse a Sorn.
    Si sgridò. Non doveva scusarsi Non lo avevano scelto loro ed erano solo bambini.
    - Proviamo così allora.
    Sorn si recò nelle loro stanze e lui lo seguì. Depositò i due bimbi nel loro talamo. Si tolse la sopraveste e le scarpe da interno e si stese accanto a loro abbracciandoli, e iniziando a narrare una storia. Quasi subito Elis e Naji smisero di piangere e anche Jun si quietò mentre anche lui entrava nel talamo. Si mise ad ascoltare anche lui la lunga fiaba mentre massaggiava lo stomaco del fratellino. Dopo poco dopo si erano addormentati.
    - Grazie. E' stata una buona idea.
    - E' una prima notte di unione molto affollata!
    Jani rise con lui. Serenamente.
    - Immagino, di certo avevi altri progetti.
    - In verità no.
    Jani lo fissò sorpreso.
    - Hai avuto fin troppe emozioni oggi, ti avrei comunque lasciato dormire tranquillo. Magari stretto a me almeno!
    Disse sorridendo visto che tra loro due c'erano i tre bambini che dormivano come sassi. Jani gli sorrise sinceramente.
    - Hai scelto tu di avere tutto questo.- Disse filosoficamente.
    - E ne sono molto felice amore!
    Sapeva sempre cosa dire maledizione! Si girò di corsa per dormire e non fargli vedere il volto arrossato. Uno scaldaletto non può arrossire. Come sempre Sorn parve capire e non gli disse nulla.
    **********
    Al risveglio i bambini erano vispi e affamati e anche loro. Fecero colazione tutti insieme poi Jani affidò i fratelli alla servitù e si occupò di tutte le incombenze rimaste in sospeso. C'era molto da fare. Rivide Sorn e i fratelli a pranzo e poi a cena. Ma intanto tutte le pendenze erano state risolte. Dopo aver controllato che i bambini dormivano sereni andò a lavarsi. Era immerso nella grande vasca a rilassarsi poi uscì e si asciugò completamente di fronte al fuoco.
    Sorn era stato davvero grande la notte scorsa. Magnanimo e paziente. E anche i bimbi lo avevano accolto senza remore. Ora Jun pretendeva la fiaba ogni notte. Gliene aveva raccontata una lui.
    Sedette di fronte al fuoco e prese la spazzola. Le polsiere uscirono fuori.
    Era stato davvero intimo quando gliele aveva chiuse ai polsi e le aveva unite al collare. Dei piccoli diamanti brillavano alle chiusure. Si mise a pettinarsi i capelli. Sorn entrò con un piatto coperto da una calotta di metallo e la pose sopra uno dei bracieri del tavolino. E lui gli sorrise spontaneamente. Non avrebbe dovuto.
    - Sei stanco Rami?
    Jani abbassò la testa confuso nel farsi chiamare così.
    Era fin troppo piacevole.
    - Spero di no. Ho portato un gustoso dono per te amore.
    Lo fece alzare e lo portò a di fronte al tavolo. Sorridendo lo fece sedere sulle proprie ginocchia e con dolcezza gli alzò i polsi fino a portarli al collare e con un veloce movimento li agganciò immobilizzandolo. Lo strinse a se con un braccio mentre gli baciava la fronte.
    - Non aver paura amore non ti farei mai del male.
    Jani annuì teso.
    - Però mi blocchi le mani.
    - Sarà meglio fidati.- Aprì la calotta.-Adesso voglio vederti gustare questo di dolce.
    Jani rimase senza fiato. Dolci a forma di cuore nalee. Di cioccolata. Tipicamente ripieni di una salsa a base di liquore e droga per vergini. Il liquore sul tavolo completava l'effetto. La droga allentava i freni inibitori e rilassava i muscoli intimi. Il liquore, drogato anch'esso, scioglieva i sensi e la volontà. Si tese e lo guardò furioso.
    - Lo trovi divertente?! Sai bene che non sono vergine! Tu lo sai!!Mi hai preso non so quante volte e ora...
    - Calmati amore. Ti prego.
    Gli sussurrò abbracciandolo stretto.
    - Vuoi dire che non servono ? Che stanotte sarai il mio Rami ? Che ti concederai a me completamente ?
    Jani si rilassò comprendendo.
    - Sorn puoi fare quello che vuoi, mi hai unito a te e non mi opporrò. Puoi prendermi se vuoi, ma non chiedermi di partecipare o di fingere. Non sono più il tuo scaldaletto.
    - Ma io voglio fare l'amore con te. Non voglio accoppiarmi con un Rami inerte.
    Lo vedi che servono? Sei troppo teso, e spaventato. E ti farei male. Invece io voglio solo amarti.
    Jani respirò.
    - Questa è la nostra prima notte di unione. E io voglio solo essere tenero. E che tu ti lasci andare, completamente. Puoi fidarti di me amore.
    - No, No!
    Mormorò impaurito anche da quella dolcezza. Sorn lo strinse forte.
    - Non devi avere paura. Mi prenderò io cura di te. - Gli carezzò i capelli- Non me la sono cavata male finora, mi pare. Mangiare questi dolci renderà solo più facile per te la nostra prima notte di unione. Apri la bocca amore. Assaggia.
    - No!
    - Per favore amore. Ti prego. Ti prego.
    Jani scosse la testa impaurito.
    - Perché hai così paura ? Di me ? -Jani scosse la testa. - Hai paura di lasciarti andare completamente ?
    Jani abbassò la testa e di nuovo Sorn comprese senza parlare.
    - Piccolo obbedisci al tuo Domino. Non te lo chiederò più, se non lo fai agirò.
    - Hai detto che non mi avresti mai minacciato!
    Sussultò deluso.
    - Di non fare del male ai tuoi fratelli e infatti non lo farei mai. Ma se non apri la bocca e mangi questi dolci ti giro e ti prendo fino a sfinirti. E intendo per ore e ore piccolo.
    Jani fece fatica a deglutire.
    Conosceva la vastità del desiderio di Sorn. E le sue infinite energie.
    Sospirò e annuì. Le braccia di Sorn lo stringevano con passione e dolcezza.
    Sorn prese il cucchiaio e gli mise davanti al viso un dolce pieno di crema liquorosa.
    - Apri la bocca amore mio.
    Suonava così erotico.
    Sospirando lo fece. Sorn lo imboccò con dolcezza. Ne gliene diede due. Facendogli bere il liquore . Quando gli offrì il terzo Jani mormorò.
    - Ne ho preso a sufficienza. Basta.
    - Ne prenderai tre come necessario amore.- La sua voce era gentile ma decisa.-Ti tratterò con tutta la dolcezza che meriti. Avanti.
    Gli diede il terzo. Il gusto era pieno e caldo, la cremosità della cioccolata e del liquore gli si scioglievano in bocca. Sorn lo accarezzava con ambedue le mani massaggiandolo con gentilezza.
    Erano davvero buoni. Cominciava a sentire caldo. E aveva voglia di essere toccato da quelle grandi mani calde e gentili. Strusciò la propria schiena contro il petto ampio di Sorn. Sentì i suoi capezzoli duri sotto la stoffa. Non era il solo ad essersi eccitato. Poi cercò di trattenersi.
    - Andiamo sotto le coltri Rami.
    Sentì la propria voce mormorare con una certa soddisfazione.
    - Sì.
    Voleva essere baciato, con la lingua. Che pensiero lascivo.
    Sorn lo prese in braccio teneramente e lo portò verso il talamo.
    - Posso camminare con le mie gambe.
    Mormorò contro il collo di Sorn.
    - Risparmia le forze amore, ti serviranno, e poi mi piace portarti in braccio.
    Non piace solo a te.
    Si sforzò di restare lucido, ma stringersi a quel corpo possente e essere trasportato da quel forte colosso non era per niente spiacevole. Lo faceva sentire minuto e protetto. Si strinse a lui.
    Sorn aprì per loro le coperte del talamo e le tende ai lati della colonne. Lo depositò sul letto e baciandogli le labbra delicatamente poi il collo aprì la sua camicia da notte. Apriva la veste e baciava ogni palmo di lui , continuando ad aprire bottoni e a baciare la sua pelle. Jani poté vedere nello specchio tondo sopra il soffitto il suo corpo nudo, con i polsi legati al collo , l'oro del collare e delle catene che scintillava le gambe coperte dalle lunghe calze di lana bianca. La pelle morbida e splendente per i baci e le carezze di Sorn. Era sdraiato sulla schiena. I capelli sciolti sul lenzuolo bianco del talamo.
    Bello e desiderabile. Si sentiva sfacciato. La droga lo aveva reso rilassato come mai in vita sua. Si sentiva leggero e desideroso. Desideroso di amare ed essere amato. Sorn continuava a baciarlo ovunque.
    Gli liberò le mani dal collo. Lui ne approfittò per infilargli le dita nei capelli attirandolo a se lo baciò con trasporto. Sorn rispose ardente al bacio e gli prese le mani tra le sue, intrecciando le dita con le sue. Lo spinse sul talamo e sempre coprendogli il volto di baci gli legò i polsi alle catene del letto. Fece lo stesso con le caviglie, non senza baciargli le gambe.
    - Ricorda sempre e solo che ti amo.
    Mormorò poi sfilò dal suo sesso l'anello di shely. Bloccava ogni possibilità di fare figli. E al suo posto regolò e mise con delicatezza l'anello intimi nuziale. Finemente cesellato e con al centro uno splendido zaffiro. Sorn coprì di baci e tenere lappate il suo sesso e lo accolse fremendo in bocca. Jani si tese e strattonò le catene.
    Che bello! Nessuno prima....
    Non riuscì più a pensare, tra le carezze delle sue mani e della sua bocca venne e si lasciò andare. Quando riaprì a fatica gli occhi vide Sorn leccarsi le labbra dal suo piacere e stendersi su di lui. Lo baciò e dopo infinite carezze sui suoi capezzoli frementi, sul suo sesso di nuovo desideroso iniziò a prepararlo.
    Aprì una scatola che era posata dietro il suo cuscino e introdusse le dita dentro. Le ritrasse coperte da una morbida crema. Jani si tese, la conosceva bene. Le dita di Sorn scivolarono tra le sue gambe, gentilmente vezzeggiarono il suo anello intimo.
    Carezzando con gentilezza entrarono. La strada era aperta e il suo bocciolo dilatato dalle sostanze nei dolci. Non fece alcuna resistenza. Venne lubrificato con cura e massaggiato con estrema delicatezza. Poi le dita diventarono più esigenti.
    Finalmente.
    Tra le palpebre socchiuse per il piacere intravide Sorn spalmare la crema sul suo sesso. Si era spogliato. Il suo possente corpo muscoloso era illuminato dalle lampade. Vedeva il suo ventre snello e forte e il suo sesso, duro, teso.
    Si sorprese ad alzare le anche per accoglierlo. La penetrazione fu lenta, delicata. Come se fosse fatto di cristallo. E la mano calda di Sorn non smetteva di carezzare il suo sesso con energia. In una fiamma di piacere puro venne mentre sentiva Sorn esplodere dentro di lui.
    Finalmente.
    Poi altri mille baci, carezze, acqua fresca da bere e un asciugamano umido e uno caldo per pulirlo e poi scaldarlo. E le sue braccia e il suo corpo bollente addosso Calore. Amore. Protezione. Con un sospiro si addormentò pago e sereno.
    ***********
    Si svegliò sentendosi in pace e leggero come mai. Era perplesso e intimidito. E libero dalle catene.
    Sorn lo aveva trattato con una tale riverenza. Come se fosse prezioso. E lui gli si era abbandonato con fiducia. Ricordava bene il bacio che gli aveva dato.
    Si strinse le braccia intorno al corpo sedendo sul talamo. Non era nemmeno indolenzito. Per forza lo aveva trattato come se fosse stato vergine. Sospirò. Sorn era stato dolce e gentile. E le droghe non le aveva nemmeno avvertite.
    E adesso?
    Lui entrò sorridendogli. Provò l'impulso di abbracciarlo ma resto fermo.
    - Come ti senti Rami? Ti fa male da qualche parte ?
    Gli domandò prendendolo tra le braccia e dandogli un bacio forte sulla tempia.
    - Sai bene che ....
    Lo zittì baciandolo sulle labbra. La sua lingua entrò tutta nella sua bocca.
    - Mmm!! Anf! Sorn!
    Mugugnò quando fu libero.
    - Ormai la nostra unione è stata celebrata. Siamo uniti e quindi posso darti dei baci così. -Se lo prese in braccio.- Ho dei diritti precisi su di te cucciolo mio.
    - Posso camminare ti ho detto!
    - E io ti ho detto che mi piace portarti in braccio.
    Jani sbuffando si strinse a lui. Non voleva fargli vedere quanto gli piaceva essere portato così. E trattato come un tesoro prezioso da proteggere. Si vergognava.
    Assurdo. Uno scaldaletto che si vergogna. No non era più uno scaldaletto. Era il suo Rami ora.
    I suoi occhi divennero lucidi. Son lo baciò. Come lo capiva così bene ? Come?
    Lo portò di peso davanti la vasca e gli tolse la veste e le calze. Lo infilò nell'acqua calda e piena di schiuma. Poi si spogliò e lo segui. Jani avrebbe dovuto voltarsi ma vedere quei muscoli sodi alla luce del sole era uno spettacolo unico. Sorn era un guerriero alto e proporzionato. I suoi muscoli erano piatti, non troppo gonfi, ma perfetti. Come il suo viso, largo, maschio, simpatico. Sorn si infilò nella vasca insieme a lui. Prese la spugna e iniziò a a lavargli la schiena, baciandolo sulla nuca.
    - Sei stato fantastico stanotte.
    Gli sussurrò in un orecchio.
    Jani si tese.
    - Ero incatenato ! Non ho fatto nulla.
    - Non direi amore.
    - Mi hai tolto l'anello.
    - Ti ho detto che voglio tanti bimbi, è quello il fine dell'unione Non ti senti meglio senza ?
    Jani sospirò.
    - A te piacciono tanti i bimbi, ne avremo di nostri.
    Le mani di Sorn erano sparite sott'acqua. Carezzando. Afferrando.
    - Se continui così di sicuro!
    Sorn rise e smise, poi gli passò la spugna.
    - Mi lavi la schiena Rami?
    Jani cominciò a lavarlo, come era sodo e forte. E fiducioso.
    Istintivamente ebbe voglia baciargli le spalle. Non era male occuparsi di lui.
    Si asciugarono bene e tornarono nella sala. Una suntuosa colazione li aspettava. Jani si accorse di essere affamato. Mentre facevano colazione Sorn gli disse.
    - Io ne vorrei almeno cinque, ma se diventa gravoso posso farmene bastare quattro.
    Jani lo fissò sospettoso.
    - Parlo di figli.
    - Sorn! Cinque è una follia!
    - Capisco, vada per quattro allora.
    Jani si mise a ridere e Sorn lo abbracciò.
    - Non ti avevo mai visto ridere così sereno amore mio.
    Merito tuo. Della tua dolcezza. Del tuo accettarmi. Davvero.
    Divenne serio.
    - Davvero per te non importa? Thiar...- Sorn scosse la testa.- E' successo solo tre volte. Poi gli bastava abbracciarmi senza chiedere altro. Ma questo mi rende impuro! Non ero degno di onore!
    Sorn lo abbracciò stretto.
    - Sei dovuto diventare troppo grande per la tua età troppo in fretta, ma a volte parli come il ragazzo che sei. Accetto tutto di te. tutto. Amo ciò che sei non quello che pensi di dover essere.
    Di fronte a quella frase Jani si accorse di essere nudo e di tremare. Internamente.
    Fissandolo negli occhi e con una espressione incredibilmente tenera e sincera Sorn gli disse.
    - Dammi una possibilità Jani. Di farti felice, di amarti davvero. Di fare parte della tua famiglia. Di essere la mia. Dammi una possibilità. Ti prego.
    Jani si accorse di fremere tra le braccia del suo guerriero biondo. E sentì la propria voce sofferente mormorare.
    - Una sola.
    - Non la sprecherò amore mio.
    Jani annuì contro la sua spalla e poi si sollevò a baciarlo.
    - Portami a letto Sorn. Piace anche a me quando mi porti in braccio.
    Senza dire nulla il suo Domino lo sollevò e Jani si strinse a lui carezzando con le mani le sue spalle possenti poggiò la testa sulla sua spalla .
     
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    catsoup

    Group
    Wahlker
    Posts
    1,445
    Reputation
    +4

    Status
    Offline
    Che carino il racconto!
    Si collega perfettamente con "Il Gelo" :luluv:
     
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Manga Slave
    Posts
    106
    Reputation
    +2
    Location
    ☆゚+.ヾ(★´∀`)ノ.+゚☆

    Status
    Offline
    L'ho letto! E ho scaricato anche le altre novelle di Lucrezia. Mi piace come scrive e le storie le trovo sempre carine carine! ;w; Di recente ha pubblicato Jadd, sempre collegato alla storia de "Il gelo"! Qualcuno l'ha letto? :3
     
    .
2 replies since 9/4/2014, 19:30   112 views
  Share  
.