{Rosso cremisi.}

Kingdom Hearts//R18.

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    {rosso cremisi.}








    Apro i miei occhi, cerco di vedere

    ma sono accecato dalla luce bianca.

    Non riesco a ricordare come,

    non riesco a ricordare perché,

    sono steso qui questa notte.



    Il pavimento è liscio e gli occhi fissano solo quella superficie chiaro-scura. Non ci sono movimenti, solo la fastidiosa scia di fumo di quella sigaretta, che riempie la stanza con quell'aroma pungente e nocivo. Ma di qualcosa si sarebbe comunque dovuti morire, almeno questo, era quello che pensava il ragazzo dai lunghi capelli scarlatti. L'altro, invece, non sembrava vedere le cose nello stesso modo del compagno. Era infastidito e schifato, e se si fosse trovato in uno stato più lucido, si sarebbe, come al solito, inviperito, sputandogli contro sentenze fino allo sfinimento. Ma niente. Niente, a parte quel fumo, si azzardò a interrompere quella sorta di quarantena, dove entrambi, si erano rinchiusi.

    E non era un caso, che ora, si trovavano a fissare una superficie inerme, non era un caso che il sole aveva già superato le alte case della città. Axel era rimasto in quella casa, frastornato, esausto e scosso e Roxas, non lo aveva cacciato, perché tanto non sarebbe tornato nessuno fino alla sera successiva. Ma non era davvero questa, la vera ragione. La ragione principale era, come erano arrivati a quel punto. Come, la sua maglietta preferita, era finita strappata sul pavimento e come a lui gliene importasse, poco meno di zero. Continuava a fissare, come l'altro, il pavimento, incurante del puzzo che stava procurando alla sua stanza, incurante del fatto che fosse nella sua stanza. Nudo. Senza nemmeno quel misero pezzo di stoffa a coprire le parti intime, senza nemmeno quel briciolo di pudore nel tentare di coprirsele. Ma Roxas, non sembrava esserne interessato. Non sembrava essere interessato a niente di tutto quello, nemmeno al fatto, che pure lui, si trovasse completamente nudo sul pavimento, seduto in una posizione, quasi, comoda.
    Il sole estivo, lo aveva sempre detto Xion, dava alla testa.





    Malgrado le menzogne che stai creando,

    il tuo amore è mio perché l'ho preso.

    Io sarò l'unico che ti reggerà,

    io sarò l'unico verso cui tu correrai.

    Il mio amore è

    un'ardente fuoco consumatore.




    E' odio, è tormento. Le mani che si toccano, che toccano pelle, carne, capelli, indumenti... La voce si avvicina, una al ruggito impetuoso di una tigre, l'altra, ai soffi isterici di un gatto. Un corpo che sovrasta l'altro, gli occhi socchiusi fino a diventare dei pungenti spilli neri. Poi le gambe, dei grovigli e le mani a stringere e tirare le magliette, come a volerle strappare, distruggere, bucare. E le bocche semi aperte, entrambe a mostrare dentature smaglianti e affilate. Non è un vero e proprio azzuffamento, è una lotta per la predominanza. La ragione per cui fosse sorto tale conflitto, era strana, indecifrabile, un litigio, uno come un altro. Un insulto di troppo, una battuta sbagliata, l'umore cattivo e un leoncino a portata di mano. Roxas tirava, mordeva la pelle della spalla sinistra. Axel strappava una maglietta, la stringeva e la torturava, come se fosse la cosa più fastidiosa. Effettivamente, nella sua mente, era di troppo.

    La pelle di Roxas è chiara, come quella di un bambino, un bambino troppo cresciuto forse. Axel la graffia, la bacia, la morde, la marchia e Roxas soffia, miagola, come se tutto ciò fosse urtante e piacevole al tempo stesso. Ma non demorde, non si da per vinto, perché lo vuol distruggere, lo vuole colpire, lo vuole marchiare anche lui. E allora le mani, piccole rispetto a quelle di Axel, ma non meno temibli, si avventano sulla schiena, sui capelli. Tirano, graffiano e le unghie penetrano. La pelle diventa più rossa, mentre Axel ruggisce e si lascia percorrere da brividi di piacere. Gli occhi affilati, sottili, fissano quella chioma dorata, fissano quella pelle color pesca e lo addenta, di nuovo, lo afferra con forza e lo spinge sotto, per terra. E Roxas grugnisce, come un cucciolo che è appena stato offeso. Lo odia. Lo odia da impazzire. Sbatterlo in quel modo sotto di lui, salirgli sopra come se qualcuno gli avesse dato il permesso.

    L'irruenza di Axel non cede, nonostante l'altro gli sia andato a spintonare il petto e lo stomaco, nonostante abbia cominciato a tirare la maglietta fino a creare un buco grosso alla pancia, per poi farsi rimanere in mano il pezzo si stoffa. Ma entrambi sono sordi, sono ciechi, perché tutto ciò che vedono e carne. Tutto ciò che martella le loro teste, è desiderio e foga. Ed è in quel momento che Axel scivola e Roxas tira. Tra le labbra viene preso e torturato un capezzolo, tra le dita vengono stretti i capelli. Poi un calcio al ginocchio e Axel cade più in basso e d'istinto afferra quel bottoncino rosa coi denti, d'istinto lo tira e lo stringe e allora Roxas geme forte, spingendosi verso di lui, mentre gli occhi si stringono. Ha fatto male e bene.

    L'ha scosso fino all'inguine, facendogli crescere l'erezione già tirata dentro i boxer, oltre i pantaloncini estivi. Axel ghigna e alza lo sguardo verso il suo volto, incontrando subito quelle iridi chiare come il cielo estivo, quel fottutissimo cielo estivo. Roxas lo guarda male, malissimo e si spinge verso di lui andando a tirargli i capelli. Ma quest'ultimo, molla una mano da terra, la dove aveva trovato stabilità dopo quel calcio, e la sposta verso quella di Roxas che tiene i suoi capelli e la tira. Tira Roxas verso se, finendo per arrivargli col viso davanti, finendo per soffiargli aria calda sulle labbra e mostrargli quell'espressione seria. Lo sguardo di Axel lo fa vibrare, lo fa trapelare da ogni parte e la sente. Oh si. L'erezione che aumenta, quel fastidio ingombrante la sotto e Roxas deglutisce a vuoto, fissandolo, però, di rimando e con la solita intonazione di sguardo. Sfida, rabbia ed eccitazione. Axel si avvicina, soffia ancora contro le labbra schiudendo le proprie lasciandole inumidire, mentre gli sguardi si cercano, si navigano, si scoprono, ora come se fosse la prima volta.


    E' stato qualche mese fa, che loro si sono incontrati per una mera coincidenza, per caso hanno cominciato a parlare e sempre per caso quella loro prima “chiacchierata” era stata una litigata senza precedenti, scaturendo odio da parte di entrambi. Però, il caso, aveva voluto che loro si rincontrassero, ancora e ancora, e Axel, non aveva potuto fare a meno di pensare che era destino. Un destino strano, il loro, che li portava a trovarsi sempre, più volte, un giorno dopo l'altro, fino a trovarsi a parlare come vecchi conoscenti, come vecchi amici, seduti su una panchina marrone, consumata dal tempo e dalle persone.


    Poi lo sente, quell'odore di Roxas. Quell'odore pungente e schivo, così scorbutico. Lo sente e si fa trascinare da esso, fino a chiudere in un solo secondo le palpebre e andare a mangiargli le labbra. Le succhia, le morde, le vuole divorare. Poi si schiudono, come una conchiglia e ne sente il sapore. Ed è lì, che la lingua piccola e morbida, accarezza la propria e lo fa impazzire. Lo fa calmare. Le mani cercano un appiglio, cercano i capelli chiari, li tira, ci scivola dentro con le dita e poi scorre sulle spalle, scivolando verso la schiena, tastando ogni parte. E Roxas freme di piacere nel sentirsi coccolato in quel modo, nel sentire la lingua dell'altro invadergli la bocca, fino a toccargli la gola e fargli mancare il fiato. Si lascia invadere dai brividi ed è in quel momento che Roxas ha perso. Perché Axel scorre fino ai glutei e li afferra, li tasta, li lavora come se fosse creta, li modella. E subito afferra i pantaloncini e li tira verso il basso, lo scopre e un bottone parte. Ma non importa, Roxas solleva il bacino e poi le ginocchia e rimane nudo, perché è in quel momento che si accorge, che Axel, lo ha completamente denudato ed è in quel momento che Axel ha perso.

    Si alza, di scatto e lo spinge con tutta al forza che ha. E Axel non può nulla, perché colto alla sprovvista. E' troppo tardi per reagire. Roxas lo guarda, sopra di lui a cavalcioni sul ventre dell'altro, con il membro dritto ed esposto alla vista di Axel, che ride appena, sapendo che è eccitato. Ma quella risata scivola in un ghigno, perché Roxas, indispettito va a toccare la sua, altrettanto calda e dura. E Roxas sorride, come un vincitore, come un gatto che ha appena schiacciato il topo. Ma Axel non è un topo, ne tanto meno una preda da catturare. Axel è il predatore. E' l'animale selvaggio, indomabile e grezzo. Però, lo lascia fare, lascia giocare quel “gatto” sopra di lui, studiando ogni gesto, ogni mossa.

    Roxas continua a mostrare quel sorriso di vittoria, che ben presto sparisce, per passare a un espressione dura e sensuale, mentre la frangia color miele gli cade sugli occhi e gli assottiglia lo sguardo. Scende e con rabbia gli cala i pantaloni, e la cerniera si rompe. Axel ride piano ed è in quel momento che Roxas non attende altro. I pantaloni che cadono a terra, le mani che si posano sulle gambe schiuse, l'odore di Axel che gli trapassa i polmoni. Lo bacia, tutto. Risale fino alla cima coperta, per riscendere verso i testicoli e da lì riparte, ma stavolta con la lingua. Lenta, calda e sensuale, percorre tutto il sesso coperto dall'intimo e Axel non respira. Lo guarda, lo fissa e il desiderio di prenderlo in quel momento è tanto, tanto che non si rende nemmeno conto del perché Roxas stia facendo una cosa del genere, perché si sia spinto così oltre e perché lui stesso lo sta facendo. E non ci riesce, non trattiene più niente, più ossigeno e l'aria scivola via, così come un gemito roco. Lo accarezza con i polpastrelli, scivolando per tutta la cute e accarezzando quella chioma morbida e profumata. Così soffici, così chiari. Axel socchiude gli occhi e lo fissa, languido di piacere e desideroso di altro. L'erezione dentro i boxer si fa imponente, grande, intenta a volere più attenzioni, perché ne richiede, perché ne ha bisogno. E Roxas non se lo fa certo chiedere, lo scopre e lascia scorrere i boxer fino a metà coscia, andando con la lingua a leccare la suddetta, scivolando verso l'interno, verso l'inguine rossiccio. Poi l'accarezza, piano, con gentilezza quasi e il cervello sembra essere sconnesso, come se non sapesse davvero cosa, la sua bocca, è intenta a fare. Poi lo succhia, lo bacia, e stuzzica il glande con la lingua, per poi pomparlo con le labbra tumide. E lo accoglie, lo abbraccia forte, più e più volte, scivolando con quei cuscinetti rosei su e giù per tutta la lunghezza, rimanendone quasi strozzato, rimanendone quasi riempito e Axel non resiste, non ce la fa, è più forte di lui. Lo afferra per i capelli, e lo spinge, con forza, lo incita a un ritmo veloce, frenetico. E se la fotte. Si fotte la bocca di Roxas, come se fosse altro, come se fosse quello. E Roxas dentro di se ride, ride come un pazzo, lasciandosi toccare i capelli, lasciandosi spingere in quel modo, lasciandosi scopare la bocca, fino a che Axel non viene dentro la cavità profonda della sua gola. A quel punto Axel ha perso davvero.

    Sul suo viso c'è un sorriso e su esso c'è saliva che scivola, c'è umidità, c'è sesso, c'è uno strano sapore. Si lecca le labbra, passandosi il polso su essa e lo guarda, guarda la tigre sfatta, soddisfatta e appagata. E sorride, con un ghigno di vittoria, mentre pregusta quel qualcosa che non avrà mai, perché Axel, per quanto sia debole alla carne e al corpo dell'altro, a quelle attenzioni, che da mesi non aveva da nessuno, se non dalla sua cara amica “mano”, non è certo così disperato e ingenuo. Ma Roxas non sa, non prevede e prima che possa fare quello spostamento verso i glutei, Axel lo afferra, e se lo spinge addosso, baciandolo con impeto. La lingua scivola dentro la bocca e Roxas affoga, non respira, si aggrappa a quelle spalle larghe, a quei muscoli tonici e cerca di calmare quella foga di avere, di prendere tutto e subito. Ma Axel non lo ascolta e scava, naviga, ancora e ancora, finché Roxas non ne esce stordito e sfinito, finché Axel non scivola via da quella bocca morbida e ne lecca l'esterno, andando sul mento, fissandolo con malizia e lussuria, guardandolo e leccandolo, scivolando oltre le clavicole e andando verso il petto e li ne accarezza i capezzoli, mentre una sua mano gli accarezza il membro e l'altra, la sorella, risale verso il corpo del più giovane, andando a stuzzicare le labbra completamente bagnate. Entra dentro la sua bocca, senza pretese e senza altre indicazioni gli impone ciò che vuole, gli impone di succhiare. E lui lo fa, e lo fa anche bene, mentre gemiti caldi escono da essa, scontrandosi con la pelle dell'altro e mandando in confusione il cervello del più giovane.



    Ha 19 anni, l'altro 16 e mezzo.

    Ha la pelle ambrata, l'altro color pesca.

    Ha paura degli insetti, l'altro del buio.

    Ha patito la fame, all'altro è mancato l'affetto.



    Roxas lo vuole, è pronto. Le gambe sono divaricate e lui è schiacciato a terra ansante, mentre il suo membro è già stato svuotato, attende l'arrivo di Axel, che da dietro lo ha steso a terra, sovrastandolo col suo corpo. Gli afferra le cosce e lentamente scivola dentro quel buco divaricato, preparato, bagnato e Roxas si fa sentire, con voce alta, spezzata e graffiante. Axel si lascia andare in un momento di apnea, dove il piacere che lo avvolge è la cosa più bella di quel mondo. Entra tutto, fino in fondo e Roxas graffia il pavimento chiaro-scuro, cerca qualcosa e l'unica cosa vicina è la sua maglia strappata. L'afferra e la tira, disintegrandola ancora di più, mentre delle lacrime di dolore gli varcano gli occhi. Ma si trattiene. Non grida, evita di irrigidirsi troppo, perché la stretta di quell'anello, fa storcere il naso ad Axel che si avvicina al suo orecchio, cominciando a rassicurarlo, sedurlo, chiamarlo. E Roxas si calma, mentre si sente coccolato da una mano esperta, mano che ora gli avvolge il sesso bollente e di nuovo sveglio. Così Axel si muove e Roxas miagola forte, con voce rauca e spezzata, aggrappandosi a quella maglietta con una mano e portando l'altra ai capelli spinosi del compagno, stringendoli forte. E Axel aumenta le spinte, poco a poco, fino a raggiungere un ritmo veloce, costante, sfrenato. Le sue gambe che vanno a divaricare maggiormente quelle di Roxas, tremanti. Ed è in quel momento che lo tocca. Lo sente e Axel ruggisce, mentre Roxas si inarca sotto di lui. Parole confuse scivolano dalla sua bocca, in cerca di conforto, in cerca di qualcosa. E Axel riprende, ancora e ancora e Roxas gode, freme di piacere e diventa osceno. Diventa bellissimo e Axel viene dentro di lui a quella visione riflessa nel vetro della porta finestra davanti a loro. Roxas lo segue, poco dopo, pervaso da quel liquido caldo che lo riempie, scosso da fremiti e dal piacere, mentre la mano di Axel lo tira, finendo di pompare il membro duro.

    Il tramonto scivola su loro, come si fa con le cose. Col piacere, con il sesso, macchiando la pelle liscia. Scivola e va oltre la mente, portando tutto alla razionale verità.

    Il sole non rimarrà a scaldare nessun corpo, ne a giustificare certi atteggiamenti, certi gesti. E i due lo sanno. Roxas lo sa. E si sveglia, come da un sogno, come da un incubo, e osserva il letto sporco su dove si ritrova. Un pavimento e un Axel seduto di fianco a lui, confuso e stordito. O almeno così sembra essere.



    Quando le tenebre verranno illuminerò la notte con stelle

    senti i miei sussurri nelle tenebre.

    Giaci qui stentato e nudo,

    il mio amore sta solo aspettando

    di vestirti in rose cremisi.


    La sigaretta è finita, il fumo ha smesso di invadere la stanza, ha smesso di creare strane forme nell'aria. Fuori, un gruppo di cicale cantano in coro qualche strana e vecchia canzone. Il ritmo viene spezzato. Il silenzio si assottiglia e l'eco di una voce spezzata si amplifica verso le orecchie sempre allerta di Roxas.



    « I tuoi a che ora tornano questa sera? »



    « Non tornano. »



    « Uhm...Capisco. »



    « …. »



    « Allora, ti andrebbe, di rifarlo con calma? »



    Gli occhi si incontrano, lo sguardo di Roxas è scioccato, imbarazzato, ma felice. Si sente bene, come in pace e qualcosa dentro di lui muta. Il nervosismo iniziale sembra svanito, qualcosa di caldo si agglomera al centro del petto, mentre gli occhi chiari ma densi di Axel lo fissano, e anche loro sono carichi di qualcosa, così come quella posizione tranquilla e rilassata, mostra quanto l'altro stia bene ora. Un sorriso inarca le labbra del più giovane, mentre una mano si tende rapida ad afferrare la chioma scarlatta, tirandola a se, così come il proprietario di essa. I volti vicini e il fiato caldo a scontrarsi l'uno nell'altro.


    « Si, per tutta la notte. »



    //Spazio all'immaginazione.

    Bene, ad essere sincera non so quanto possa aver scritto bene questa lemon, visto che l'ho scritta di notte e stamani me la sono riletta giusto per togliere qualche strafalcione, che il mio occhio "pigro" ha notato. Per tutti gli altri strafalcioni? Figure di cacca a go-go. Anyway, qualche nota? Boh, ho usato qualche testo di canzoni degli Skillet, più precisamente la canzone whisper in the dark♥ (invito, chi non la conoscesse, ad ascoltarla.) Che altro? Maaa.. niente di particolare, spero vi sia piaciuta nel complesso :3 Ah si, è la prima AkuRoku che scrivo, quindi ò_ò siate clementi(?) e non scannatemi nel caso avessi rovinato un personaggio o peggio ancora entrambi x'D (spero in ogni caso che non si accaduto). Se volete sapere perché ho deciso di scriverla è perché... deh, non avevo un cazz* da fare a scuola e sinceramente seguire la lezione non mi andava per niente, così ho cominciato a scrivere su loro. Loro perché... Perché uno è biondo e l'altro è rosso e perché io ho una fissa per questi colori associati. *coffdeathnote,mattmellocoff* (oltre al fatto, che dopo l'ultima fan fiction letta sul cell, di _Ella_ *si, tu* mi ha dato un input maggiore per scriverla. Donna, ne ho commentate poche di tue fiction *chiede scusa* ma sappi che le amo tutte ò_ò soprattutto quando Roxas è una grande e intraprendente putt*...ehmehm.. insomma, quando è molto più diretto eh! 8D Anche se sono più portata per le storie tristi *masochista number one*.)

    QUINDI! Basta, l'ho scritta e se vi fa schifo, i don't give a fuck potete sempre snobbarla come tutte le altre.



    Cigarettes;
     
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  2. Mey~
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    Bella!!!! la akuroku mi piace tantissimo ,quindi sta fic non poteva che piacermi!! :luv: :luv: non è che per caso la avevi postata anche su EFP? No,perché mi sembra che la avevo già letta... Vabbi...se anche la avessi già letta mi ha fatto muuuulto piacere rileggerla :ccvf: :luluv:
     
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    naozaj šialený.

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    *-* grazie, sono felice di trovare un'altra fan dell'Akuroku ♥ E si, l'ho postata anche su efp, questo è il mio account: www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=112405
     
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  4. sephiro90
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    wowowowo ce ne sono così poche di Kh in giro^^
     
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  5. FederikaChan
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    *Q* Bellooooooooooooooooooo!
     
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4 replies since 10/2/2013, 21:08   75 views
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