PROPRIETA' TRANSITIVA

Free! Threesome °w°

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Mao Chan
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Non so quanto possa essere venuta bene, premetto che l'ho scritta prima dell'inizio di Eternal Summer, quindi Sousuke ancora non esisteva per Rin xD Comunque la MakoxHaruxRin mi è sempre piaciuta! Quindi bho, spero vi piaccia ameno un pochino :ccvf: :tata:


    PROPRIETA' TRANSITIVA

    Era sera. Il freddo pungente di Dicembre si faceva sentire. Eccome se si sentiva. Non appena provavi a mettere il naso fuori di casa, le narici iniziavano ad implorare pietà, costringendoti a coprirti il viso con qualcosa. C’era anche un po’ di neve, un bel po’, visto che nevicava quasi da tre giorni, senza sosta. Per questo adesso se ne stavano chiusi in casa, in quell’appartamentino dove si erano trasferiti non appena finito il liceo. Era stata un decisione importante, che aveva messo un po’ in crisi i genitori e spiazzato un po’ gli amici. In verità nessuno sapeva che loro stavano insieme. Bhè, del resto non sarebbe neanche stato facile dirlo in giro; già l’idea che due ragazzi si frequentino potrebbe sembrare “strana” a molti, figuriamoci se a frequentarsi erano, bhè… in tre! E questo portava con se delle conseguenze.
    << Haruuu… per favore! >> si lamentava Rin cercando di rubare il telecomando al ragazzo seduto sul divano, che da un’ora buona monopolizzava la televisione. << Aspetta. >> << E dai! Avevamo deciso di guardarci un film insieme stasera! ERAVAMO D’ACCORDO! >> Al contrario di come potesse sembrare, Haru alle volte era proprio prepotente. Non che trattasse male la gente o cose così, solo che se voleva qualcosa, in genere era quella, e basta. Era testardo, e neanche poco. Quella sera si era messo a guardare un documentario sulla fauna marina e – ovviamente – finché non fosse finito nessuno poteva cambiare canale. << Sei proprio antipatico quando fai così, lo sai? >> sbuffò poi, buttandosi a sedere sul divano a fianco al compagno. Rimase immobile per qualche istante, cercando di interessarsi almeno minimamente a quello che stavano trasmettendo in TV. Impossibile. Era sicuro che non ci potesse essere niente di più noioso. Lasciò cadere la testa sulla spalla dell’altro, affondando poi il viso nella felpa di Haruka. << Hai dei gusti orrendi in fatto di programmi televisivi >> bisbigliò. Fece poi arrivare la mano dietro l’orecchio del moro, iniziando a giocherellare con le ciocche di capelli che gli si annodavano tra le dita. Haru con un gesto della mano lo scansò, senza distogliere neanche per un secondo gli occhi dallo schermo. << Mi dai fastidio, Rin. Falla finita.>> Rin alzò gli occhi al cielo. << Ultimamente fai sempre così! Sei proprio un rompipalle! >> ringhiò. << Smettila di urlare, non riesco a sentire. >> Si sentiva veramente ignorato da lui in quegli ultimi tempi, e Haruka sembrava non accorgersene minimamente. “O forse non gli importa proprio” pensò. << Me ne vado da Makoto. >> fece poi tirandosi su, con la faccia imbronciata. Haruka non rispose, era troppo preso dal suo programma per prestare attenzione all’altro. Rin si diresse verso la porta del bagno – che tra l’altro era veramente gigantesco per quell’appartamento: aveva sia vasca che doccia, visto che per Haru era impossibile vivere senza potersi immergere – e l’aprì lentamente, facendo sporgere da prima all’interno della stanza solamente la testa. << Mako…? >> chiamò. Per qualche strano motivo la voce gli uscì più piano del solito. Aspettò qualche secondo, ma probabilmente il rumore della doccia impediva alla sua voce di arrivare al diretto interessato. Entrò definitivamente nel bagno, accostando poi la porta, e si diresse verso il box opaco della doccia. << Mako… >> chiamò ancora, piagnucolando un pochino. << Uh… Rin? Che c’è? >> rispose Makoto chiudendo l’acqua. Aprì leggermente il vetro per riuscire a vedere l’altro: aveva capito, dalla sua voce, che era un po’ afflitto, per questo preferiva guardarlo in faccia da subito. << Allora? >> sorrise. Rin, anche se guardava basso, sentiva il sorriso di Makoto entrargli dentro, scaldargli il cuore. Succedeva sempre. << Posso, venire dentro con te? >> fece, sempre con un tono di voce più basso rispetto al normale. << Ah… Certo. >> rispose Makoto. Era un po’ confuso a dir la verità. Non capiva bene perché Rin avesse quella faccia così avvilita. Si scansò per farlo entrare – dopo che si fu tolto i vestiti di dosso-, aprì l’acqua calda e lo avvicinò, stringendolo tra le sue braccia. Rin poggiò la fronte sul petto bagnato e muscoloso che si trovò davanti. << Ehi… Che succede? >> iniziava a preoccuparsi: era raro vedere Rin in quello stato. Di solito sprizzava energia da tutte le parti. Cercò di guardarlo in viso, alzandogli delicatamente il mento con una mano, mentre l’altra lo stringeva ancora. << Haruka…>> mugugnò Rin, con lo sguardo un po’ assente, cercando di non incrociare il volto dell’altro. Aveva gli occhi lucidi. << Avete discusso di nuovo? >> In quel periodo accadeva spesso. << Ho… ho paura di non piacergli più come prima…>> una lacrima gli scese sulla guancia. Makoto rimase a bocca aperta: no, non era assolutamente normale che Rin dicesse una cosa del genere. << E questa da dove salta fuori?! >> << A quanto pare… non vuol vedere un film insieme a me…>> << Ma che cavolo Rin! Ti sembra il caso di dire che non gli piaci più solo perché non vuole vedere un film? Non ti sembra di esagerare? >> non era un rimprovero; stava solo cercando di farlo ragionare. << Ovvio che non è solo per quello! Non sono mica così scemo! >> si staccò di scatto dal più alto, come se avesse preso uno scossa improvvisa. Girò la testa verso destra, abbassando lo sguardo. << Solo che, da un po’ di tempo mi tratta con… indifferenza, come se non gli importasse più di me. E poi non mi bacia mai, non mi abbraccia, quasi non mi guarda! Io… non riesco a capire cosa gli passi per la testa…>> serrò una mano, mentre l’altra arrivò a coprirgli la bocca. Cercava di trattenersi dal piangere, anche se il viso rosso e gli occhi lucidi lo tradivano. Il fatto è che Rin amava Haru, lo amava veramente tanto – come del resto amava Makoto – e il solo pensare che a lui non interessasse più stare insieme, lo faceva sentire male. Avevano caratteri contrastanti - tutti e tre -, questo è vero. Ma insieme si completavano e se uno di loro avesse smesso di provare quei sentimenti il filo che li legava si sarebbe inesorabilmente spezzato, lasciando un vuoto incolmabile. E questo no, Rin non lo poteva proprio sopportare. Per questo adesso era spaventato. Makoto lo guardò per un attimo. Spense l’acqua e trascinò l’altro ragazzo fuori dalla doccia. Aveva la faccia decisa, di chi sa quello che deve fare. << Tieni. >> porse a Rin il suo accappatoio, mentre si infilava il proprio. << Adesso andiamo a parlare con Haru. >> disse infine, prendendo l’altro per la mano, portandolo nel salotto. Rin era rimasto un po’ sorpreso dalla fermezza di Makoto, ma non oppose resistenza.
    << Haru. >> lo chiamò Makoto una volta arrivati. L’altro non rispose. << HARU… >> fece di nuovo. Ancora nessuna risposta. << HARUKA! >> questa volta quasi urlò. Prese il telecomando e spense la TV. Era veramente strano vedere Makoto – che solitamente aveva un atteggiamento calmo e tranquillo – alzare la voce in quel modo. Ma cavolo! Se Rin stava così male, da arrivare addirittura a dire quelle cose, Haru doveva proprio averlo fatto arrivare al limite! << Makoto! Che fai?! Lo stavo guardando! >> finalmente sembrava che si fosse svegliato e si fosse accorto che lo stavano chiamando. Guardava Makoto con un po’ di rabbia; dopotutto era il suo programma preferito e lui aveva spento la televisione all’improvviso. Poi il suo sguardo cadde su Rin: stava quasi attaccato alla schiena del dorsista, con gli occhi rossi. “Ha pianto…” notò Haru. Quando i loro occhi si incrociarono, Rin abbassò lo sguardo. << E’… successo qualcosa? >> chiese, con un velo di preoccupazione. Makoto sospirò e riprese il suo aspetto normale - quello da bravo ragazzo, tranquillo ed educato. Poi afferrò la mano del ragazzo che gli era dietro e lo spostò davanti a se, in modo che Haruka potesse vederlo bene in faccia. << Voi due dovete parlare. >> aggiunse. << … Rin? >> fissava il rosso con gli occhi di chi non ci sta capendo un tubo. Rin si sentiva terribilmente stupido. In genere avrebbe fatto la solita faccia da menefreghista che mostrava in pubblico – anche se poi menefreghista non era – e l’avrebbe ignorato come faceva lui in quei momenti, giusto per dispetto. Ma questa volta no; questa volta era diverso. << Vi lascio un po’ soli. Vado a vestirmi >> concluse Makoto. Dopodiché diede un bacio sulla guancia di Rin e se ne andò in camera da letto. << Quindi? Devi dirmi qualcosa? >> Era imbarazzante parlare di quello che lo preoccupava, ma ormai era lì, tanto valeva dire qualcosa. Prese fiato. << Per… perché mi tratti così? Che diavolo ti ho fatto, si può sapere!? >> strinse i pugni, puntando gli occhi dritti in quelli dell’altro, cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime. Ma la frustrazione che aveva accumulato da due settimane – se non di più – a questa parte, era veramente tanta. << Ma di che stai parlando? Non hai fatto niente. >> alzò leggermente la voce. << E allora vuoi spiegarmi perché mi eviti, maledizione?! Sono più di due settimane che non riesco ad avvicinarmi a te! Ogni volta che provo anche solo a sfiorati tu ti allontani! Che c’è? Non hai più voglia di stare con me? Preferisci rimanere solo con Makoto?! >> inutile, ormai le lacrime avevano preso a scorrere, fermarle non era qualcosa che Rin era in grado di fare in quel momento. << Ma che diavolo stai dicendo?! Da dove salta fuori ques- >> non riuscì a finire la frase che Rin riprese a parlare << Se è così dimmelo! Piuttosto che continuare ad essere ignorato preferisco sapere che non mi ami più! >> Calò il silenzio. Entrambi rimasero a bocca aperta: uno perché non poteva credere di aver appena detto quelle parole; l’altro perché non riusciva a capacitarsi di averle sentite. Rin si lasciò scivolare a terra. Le mani sul viso, come se stesse cercando di nascondersi. E’ vero, era riuscito a dirgli quello che da tempo lo tormentava, ma adesso aveva paura della risposta che avrebbe potuto ricevere. Haruka deglutì. Si alzò dal divano e andò ad accucciarsi davanti a lui. << Scusami. >> sussurrò << Non mi ero reso conto di quello che stava succedendo. Non era mia intenzione farti stare così. >> Rin tolse lentamente le mani dal volto, evitando il contatto visivo con lui. Il suo viso trasmetteva solo tristezza – e paura, forse – nulla di più. Si morse un labbro. << Però… l’hai fatto…>> <<lo so. Mi dispiace, davvero.>> la sua voce: questa volta non era lontana, distaccata. Aveva un nonsoché di… triste? Perciò, Haruka, non se ne era veramente reso conto? << Q-quindi…? >> Haru sorrise. << Quindi, stupido, smettila di piangere.>> posò la mano sulla guancia dell’altro << Non stavo cercando di evitarti e, di certo, non voglio restare solo con Makoto. Noi abbiamo bisogno di stare tutti e tre insieme, no? >> sorrise ancora. Uno di quei sorrisi che era raro vedere in Haru. Uno di quei sorrisi che ti scavano dentro e ti colpiscono in pieno. Il tipo di sorriso di cui Rin in quel momento aveva bisogno più che mai. << Quindi… è okay…? Vuol… vuol dire che mi ami ancora…? >> disse tentennante, con la faccia tutta rossa, e gli occhi pieni di speranza. << Si. E’ okay… >> rispose Haru poggiando la sua fronte su quella dell’altro << E’ ovvio che ti amo. Ti amo Rin Matsuoka, ficcatelo bene in testa. >>
     
    .
0 replies since 23/10/2014, 07:07   24 views
  Share  
.