Black Dagger Sisterhood - Dark Lover Scanlation Team

Posts written by Andromeda81

  1. .
    ora ne posto uno fatto da poco lo troverai molto............ interessante
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    grazie mille se vuoi vedere gli altri...ne ho piazzato 94 Qui spero ci farai un salto ^^ , tutti i chiave shonen ai
  3. .
    grazie o provveduto a inserire il vostro banner ^^
  4. .
    infatti lo chiamo nezumi sorcio e orrendo, non ho piu postato amv perche nessuno commentava piu ç_ç
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    ciao il forum e appena nato ma chiedo comunque l affiliazione

    Nome del forum: l'isola di Andromeda
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    il codice e gia pronto da inserire nei vostri affiliati grazie

    Edited by Andromeda81 - 31/8/2012, 13:33
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    voglio chiakiiiiiiiiiiii, l'anime mi ha conquistata, lui compare solo li
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    Titolo: Yu gi oh returns
    Serie: Yu-gi-oh
    Genere: (Angst) Au, OOc
    Rating: verde (per ora)

    dopo avere lasciato Yugi e i suoi amici,il Faraone torna nel luogo a lui designato, il mondo degli spiriti,tutto sembra tornato alla normalità,ma una nuova minaccia incombe all'orizzonte.
    insieme al nuovo pericolo anche un'altro guardiano del millennio sta per risvegliarsi, (il nuovo guardiano e puramente inventato da me ma chi lo rappresenta e nell'anime; per comodità e anche perché non ricordo mai i nomi originali userò quelli italiani)apparte questo...

    Capitolo 1°


    … E’fu solo l’inizio!...



    Dopo avere sconfitto il Faraone, Yugi cadde in ginocchio, lasciando che le calde lacrime, che per tutto il duello aveva trattenuto, bagnassero il suo viso. Il Faraone gli si avvicinò inginocchiandosi a sua volta ... Lo invitò ad alzare il viso per guardarlo... Il Re d’Egitto lo ringraziò per avergli offerto la sua amicizia e per averlo aiutato a ricordare chi era.

    Per lui era ormai giunto il momento di andare, non apparteneva più a quel mondo da 3000 anni. Essere stato sconfitto in duello da colui di cui condivideva il corpo, nel Tempio dov’erano stati forgiati gli oggetti del millennio, gli aveva fatto capire che Yugi non aveva più bisogno di lui.

    Aveva trovato dei buoni amici, il coraggio che gli mancava ed era diventato un abile duellante.

    Il Faraone si alzò porgendogli la mano che venne afferrata da Yugi che si alzò asciugandosi gli occhi ,era giunto il tempo di tornare nel mondo degli spiriti. Ishizu dovette interrompere il loro scambio di sguardi, invitando il Faraone ad avvicinarsi alla piastra di roccia raffigurante le tre divinità egizie.

    Gli oggetti del millennio erano stati riposti in precedenza nella piastra per mano dei loro custodi.

    - E’ giunto il momento Faraone, fatti riconoscere dall’occhio di Udjath! Intervenne decisa Ishizu. L’interpellato fece un passo avanti verso la piastra. - Sono il figlio del Re AknamKanon, il mio nome è Atem.

    La piastra, attivando i poteri degli oggetti del millennio, si illuminò ed entrò in risonanza.

    La lastra sembrò dividersi in due aprendosi davanti ad Atem rivelando delle figure che al momento erano solo ombre, forse perché la luce che ne scaturiva era talmente intensa da abbagliare gli occhi dei presenti.

    Quando tutti si furono abituati, seppur di poco, a quel bagliore le ombre presero forma.

    Seto che fino a quel momento non credeva all’esistenza della magia dei Faraoni e dei mostri delle carte che prendevano vita dovette ricredersi. L’uomo inginocchiato vicino al portale gli somigliava in modo impressionante e anche le altre sagome presero forma mostrando i loro volti. Sulla destra infatti vi erano l’uomo uguale a Seto, ovvero Seth, una figura che restava ugualmente nell'ombra e di cui si distinguevano solo i lunghi capelli corvini e una maschera dorata che gli copriva gli occhi, l’uomo più alto di tutti Shada ossia Odion Ishtar, Mahad l’incantatore, Iside la profetessa, il consigliere del Faraone uguale identico al nonno di Yugi, Karim e Mana l’amica d’infanzia di Atem.

    Il Faraone avanzò verso il portale senza voltarsi indietro, non voleva girarsi verso i suoi amici, non voleva che il separarsi da loro fosse ancora più doloroso, ma a differenza sua Tea e Tristan lo osservavano mentre avanzava sicuro, Joey invece, si voltò verso Yugi, che guardava le spalle del sovrano senza batter ciglio.

    Si chiedeva come potesse rimanere fermo a guardare il suo “migliore amico”andare via in quel modo, senza nemmeno salutarli.

    Mentre guardavano Atem sempre più vicino al portale che collegava i due mondi, il guardiano mascherato si volse verso il gruppo di amici, sorridendo.

    Yugi Seto e Bakura avvertendo su di loro quello sguardo magnetico si voltarono nella sua direzione,un senso di nostalgia e profonda tristezza invasero il loro animo.

    L’attenzione di Yugi tornò sul Faraone,sempre più vicino al portale,fece un passo avanti,poi un altro,e un altro ancora fino a oltrepassare i suoi amici. Fece per parlare ma all’ultimo ci ripensò,non era giusto fermare Atem.

    Quando il Faraone fu vicino al portale alzò il braccio col pugno chiuso,venendo avvolto dalla luce dorata del portale,solo in quel momento si volse all’indietro mostrando uno dei suoi rari e sinceri sorrisi.

    Gli amici di un tempo gli si strinsero accanto. L’ombra vicino a Seth si alzò e, dopo aver rivolto uno sguardo a quest’ultimo, fu avvolto da un bagliore quasi accecante che lo rese simile a una scintilla, cominciò a fluttuare nell’aria dirigendosi verso il portale.

    Continuò a volteggiare nell’aria verso il gruppo di amici, rendendosi evanescente dinnanzi a loro, quando ormai tutti erano presi da quell’abbandono, il ragazzino guardò rapito quella scintilla che si dirigeva proprio verso di lui, verso l’unica persona che aveva avuto un ruolo passivo nell’intera vicenda.

    La scintilla si fermò a pochi centimetri dal ragazzo mutandosi in qualcosa che lui conosceva bene fin dai tempi più antichi, uno scudo rosso fiammante con bordatura d’oro al cui centro era raffigurato l’occhio del millennio e poco sopra tre ametiste viola romboidali.

    Il ragazzino rimase interdetto guardando quel gioiello che si rimpicciolì fino a diventare una spilla che andò ad appuntarsi sotto il foulard azzurro, lontano da occhi indiscreti. Il portale si chiuse definitivamente davanti a loro; un senso di vuoto e inquietudine s’impadronì del piccolo Yugi che non emise nessun suono, come se non respirasse neppure.

    In quel momento, a causa dell’ingente diminuzione di potere derivante dagli oggetti millenari ogni cosa iniziò a tremare, fu un attimo e si mossero contemporaneamente verso la salvezza, raggiungendo le scale, un tempo placate d’oro, ora in rovina.

    Salirono i gradini a una velocità inaudita, ma poco prima di varcare la soglia della salvezza, Yugi volse un ultimo sguardo indietro, una lacrima solitaria solcò la sua guancia, sorrise malinconico muovendo le labbra in una parola muta che solo lui e quel luogo mistico avevano udito. Non appena giunsero fuori dal Tempio dei Re, questo crollò davanti a loro seppellendo sotto cumuli di pietre ogni traccia del loro passaggio e di quanto avvenuto al suo interno.

    Il gruppo di amici-nemici si sedette su alcune rovine del Tempio aspettando l’elicottero della KC che sarebbe arrivato da lì a poche ore per prelevarli e riportarli in Giappone. Ognuno di loro, perso nei propri pensieri, guardava verso un punto indefinito all’orizzonte. Yugi cominciò a perdersi nei meandri dei ricordi, dove le immagini si sovrapponevano e una più di altre era nitida.

    Quella del faraone e si sorprese a pensare, - “Si dice che i buoni amici son come le stelle, anche se non li vedi sai che ci sono. Tu per me sei la stella più preziosa del firmamento e resterai per sempre nel mio cuore!”

    Era come se glie lo stesse sussurrando all’orecchio, era convinto che i suoi pensieri sarebbero arrivati ad Atem, nonostante le loro anime si fossero separate. Bakura, seduto poco distante da lui sospirò e socchiuse gli occhi, appoggiò i gomiti sulle ginocchia perdendosi nei suoi pensieri.

    Orfano del suo nemico si chiedeva se fosse stato giusto trascorrere una vita a detestare tutto ciò che rappresentava il Faraone, se non fosse arrivato il momento di lasciarsi tutto alle spalle e cominciare a vivere la sua vita, e gli vennero alla mente le parole di Marik: - "Non accontentarti dell'orizzonte, cerca l'infinito"!

    Un fievole sorriso si formò sulle sue labbra e si voltò verso Marik che si trovava poco lontano da lui, appoggiato a una colonna rimasta miracolosamente in piedi. Marik sollevò il capo verso il cielo tinteggiato di rosso, un senso di tristezza lo pervase e si mise a riflettere sugli avvenimenti accaduti fino a quel momento.

    - “Un tempo ero un tuo servitore Atem, mi hai fatto dono della tua amicizia, nominandomi guardiano del millennio, concedendomi il privilegio, con pochi eletti, di sedere alla tua tavola, mai come schiavo ma come tuo pari, concedendomi l’onore di custodire la barra millenaria, forgiandomi del potere di controllare gli esseri umani a distanza. Atem ovunque tu sia sappi che le distanze possono separarci ma … Un tratto di strada, l’ho percorsa insieme a te.

    Seduto distante come se si volesse isolare da tutto e tutti, a martoriarsi le dita, aspettando probabilmente un qualcosa che lo portasse via, con lo sguardo di ghiaccio guardava i presenti persi in chissà quali fantasie; Seto Kaiba è sempre stato un uomo dal carattere introverso austero a volte velenoso e con un autocontrollo di ferro.

    Con una convinzione quasi granitica: Atem, rivale numero uno! L’unico degno avversario contro cui combattere a Duel Monsters. Ora che era andato via chi poteva sostituirlo? Forse il suo giovane ego? “gli avrà pur insegnato qualcosa” Pensò, dopotutto erano un solo corpo e una sola anima!

    Mokuba si alzò in piedi, sospirò piano, inghiottì a vuoto, sporgendosi nel ricordo di quel bagliore ed ecco quell’opprimente senso di nostalgia spingerlo ancor più lontano dal gruppo, tenne la testa bassa nascondendo i suoi occhi blu cobalto con la frangia dei suoi capelli.

    A un tratto una risata cristallina … la spilla! Diede le spalle al fratello, si sfilò il foulard azzurro, lo capovolse e guardò il gioiello. Mentre lo contemplava si ripeteva … - C’è una ragione ! non so ancora qual è, ma c’è una ragione! Improvvisamente un brivido lo attraversò, si voltò verso il fratello e sorrise mestamente, perché temeva che un’altra minaccia stesse per giungere dal passato.

    Seto sentendosi osservato, cosa che odiava, si voltò verso la fonte di quel disagio, il suo fratellino emanava un’aura diversa, più matura, quasi atavica.

    Una forte preoccupazione lo pervase … Forse non tutto era finito!

    Vennero riportati alla realtà dal forte rumore dell’elicottero della Kaiba corporation che si preparò ad atterrare a pochi metri da loro, si alzarono contemporaneamente e si diressero verso l’elicottero con Seto che guidava il gruppo come in uno stormo di uccelli.

    Una volta preso posto in elicottero allacciarono le cinture di sicurezza e si prepararono al decollo.

    Durante il viaggio Seto guardò fuori dal finestrino, d’un tratto vide un’ombra riflessa dai contorni confusi che sembrava osservarlo, si protese verso essa ed ebbe la sensazione che dicesse qualcosa, purtroppo era così indefinita che non comprese, ma una cosa gli era ben chiara. Che questo era solo l’inizio!

    Capitolo 2°



    Sogni



    Disteso sul letto leggeva svogliato un libro di testo, ma la sua mente non riusciva a concentrarsi, era da tutt’altra parte. Sospirando alzò gli occhi color ametista dal foglio davanti a se, uno sguardo confuso sul volto, era la realtà, il suo Atem non c’era più.

    Rinunciò definitivamente a studiare svogliatamente spense la luce sul comodino, chiuse gli occhi e sperò che il sonno arrivasse, almeno quella notte.

    Fortunatamente non tardò ad addormentarsi ma fu un sonno inquieto e agitato.

    Gli sembrò di fluttuare nell’aria e di trovarsi in un luogo che conosceva solo grazie ai libri di storia o tramite dei filmati, ma che da sempre avrebbe voluto visitare e conoscere quei luoghi magici e pieni di misteri.

    Riconobbe le tre piramidi di Giza, le più importanti dell’antico Egitto, situate sulla riva occidentale del Nilo.



    - Come ci sono finito in Egitto?-



    Cercò di fare mente locale, si ricordò che la sera prima aveva letto e si era disperato per la mancanza del Faraone e che poi stanco era andato a dormire ma poi buio…

    Non gli veniva in mente nient’altro.



    “Che sia un’altra diavoleria dei giochi delle ombre?”Pensò.



    Ebbe un attimo di esitazione, chiuse gli occhi, e nel riaprirli si trovò dinanzi ad uno scenario totalmente diverso.

    Cominciò a camminare, incuriosito da quel luogo estraneo ma al contempo familiare, sentiva di non essere solo, era una sensazione lieve ma intensa; non avvertiva più quel senso d’abbandono che fino a un attimo prima attanagliava il suo animo.

    In quel luogo rimbombava solo il suono dei suoi passi che incerti avanzavano senza meta, udì un flebile suono in lontananza e si avviò cautamente verso la direzione da cui proveniva la melodia; si fermò appena si ritrovò davanti ad una porta, allungò un braccio verso essa ma questa si dissolse, concedendogli il passaggio.

    Avanzò ancora di qualche passo ma si fermò poco dopo, rendendosi conto di essere giunto alla fonte di quella musica, scorse un’ombra seduta sul tronco di un albero rovesciato che accarezzava dolcemente un' arpa dorata producendo un suono celestiale.

    La melodia s’interruppe e improvvisamente l’ombra scomparve lasciando il posto a un’altra figura più familiare. Nel momento in cui il nuovo arrivato stava per proferire parola, si svegliò disturbato da un incessante bussare alla porta. Stanco e triste per non essere riuscito a sentire quello che la figura gli voleva dire si diresse verso la fonte del rumore. Dopo che aprì la porta , si vide piombare davanti una furia bionda alquanto agitata.

    Yugi stupito fece qualche passo indietro inciampando nel gradino dietro se, vacillando riuscì a rimanere in piedi, poi si riavvicinò alla porta per chiuderla ma un altro invasato entrò agitato ponendosi davanti al ragazzo assonnato. Yugi fece uno sforzo immane per non cadere e infastidito per l’ora tarda, li guardò torvo. Ignorando completamente il padrone di casa, i due ripresero la discussione interrotta poco prima.



    - Ti avevo detto di non farlo ma tu no, dovevi per forza vero?



    Yugi si portò le mani alle orecchie, tappandosele cercando di attutire il vociare che iniziava a provocargli un’acuta emicrania.



    - Tu sei fuori di testa Tristan!



    Cercò di difendersi Joey ma Tristan non voleva sentire ragioni.

    Joey alzò il viso fronteggiandolo, provando un’ultima volta a discolparsi ma l’altro fu più deciso che mai parlando con tono ancora più alterato.



    - Ti sei comportato come un irresponsabile, hai anche solo la più vaga idea di quanto mi sia preoccupato?E se ti fosse accaduto qualcosa? Ci hai pensato, zuccone?



    Il padrone di casa era al limite della sopportazione, iniziava a chiedersi che ci facesse lui, dopo tutto, non lo stavano nemmeno considerando.

    Si sentiva proprio come il terzo incomodo.



    - O insomma smettetela di fare baccano!



    Gridò improvvisamente, attirando così la loro attenzione.

    Joey si voltò un attimo verso Yugi poi diede le spalle a entrambi pronto per andarsene.

    Si sentiva ribollire il sangue alla testa doveva calmarsi in qualche modo, quindi si avvicinò alla porta ma non appena posò la mano sulla maniglia, la voce di Yugi lo bloccò.



    - E no, ora dove pensi di andare?



    Joey non si voltò ne rispose alla domanda, Tristan si avvicinò a lui posandogli le mani sulle spalle e ammettendo con voce più calma.



    - Ero solo preoccupato, quella moto non l’hai mai usata, se volevi andare a trovare tua sorella potevi chiedermelo, ti avrei accompagnato volentieri lo sai.

    Yugi guardando la scena che gli si presentava davanti provò come una fitta al cuore, si sentiva un po’ geloso dei suoi due amici, una tale affinità la sentiva solo con Atem.

    Joey si decise a voltarsi scusandosi coi presenti per il suo comportamento pressoché infantile, Tristan sorrise suscitando in lui un po’ di imbarazzo, con la mano destra gli scompigliò i capelli.



    - Tranquillo, è tutto ok ma promettimi che qualora avessi dei problemi e parlerai con me.



    Yugi si mise le mani sui fianchi aggrottando un sopraciglio.



    - Ora che vi siete dati una calmata, mi spiegate, se non è troppo disturbo, cosa ci siete venuti a fare a casa mia nel cuore della notte? Tristan e Joey si guardarono e in perfetta sincronia risposero.



    - Non me lo ricordo!



    Una vena pulsante comparve sulla fronte di Yugi che arrabbiato esplose,



    - adesso FUORI di QUI!



    E sbattendoli fuori, chiuse la porta con un tonfo secco Mentre risaliva le scale per ritornare in camera sua borbottò tra se. - Ci mancano solo quei due per peggiorare questa infernale nottata.

    Nel frattempo, dall’altra parte della città, nell’imponente villa della famiglia Kaiba qualcun altro stava facendo un sogno simile a quello di Yugi, tutta via lo scenario era differente, non c’erano più le piramidi o il Nilo bensì un roseto con al centro un’ampia fontana dalla forma ottagonale.

    Un‘esile figura dai lunghi capelli neri si trovava seduta sul bordo di quest’ultima, giocherellava con l’acqua, tuttavia, anche Seto udì la melodia di uno strumento e un uomo in vesti sacerdotali che si avvicinava lentamente all’esile figura.

    Questa si voltò e incontrando lo sguardo di Seto, si alzò, e s'incamminò verso di lui; la voce lo raggiunse ovattata, gli sembrò di udire la parola…



    - Ricordati!



    In quel momento si svegliò, con quella parola che continuava a rimbombargli nella testa.



    - Cos’avrà voluto significare questo sogno?



    Si chiese pensieroso; si alzò dal letto e si avvicinò alla porta finestra; l’aprì e uscì sul balcone.

    Il vento che soffiava sembrò portare con se la melodia intonata nel sogno e nella sua mente prese forma quella figura dai lunghi capelli corvini e gli occhi blu che gli sembrò in qualche modo famigliare.

    Capitolo 3°


    Rivelazioni (1°parte)



    Il giorno seguente, quando andò in ufficio, non riuscì a concentrarsi sul lavoro che doveva svolgere; si alzò dalla poltrona di pelle nera e si diresse verso l’ampia vetrata per ammirare Domino City dall’alto.

    Ripensava continuamente alla notte precedente e a quel sogno, a quel ragazzo seduto sul bordo della fontana, perché era sicuro che si trattasse di un ragazzo.

    Distratto dai suoi pensieri, non si accorse che la porta dell’ufficio si aprì per far entrare subito dopo Mokuba che lo salutò con un sorriso, com’era solito fare, e che si diresse verso il mobiletto su cui era riposto il televisore, prese il telecomando e andò a sedersi sul divano, accese il televisore andando a colpo sicuro sul canale 40; sullo schermo passavano le immagini del museo di Domino e un giornalista sulla quarantina mostrava alcuni manufatti rinvenuti nella Valle delle Regine a Tebe.

    Seto tornò a sedersi dietro il tavolo, posò le dita sulla tastiera del computer e iniziò a premere sui tasti molto velocemente; con la coda dell’occhio guardò il fratellino, sembrava molto concentrato sulle immagini che stavano passando nello schermo.

    - Come mai sei così interessato a quel programma?

    Mokuba si voltò verso Seto, il ragazzino sembrò riflettere; nemmeno lui sapeva il motivo di tanto interesse, si strinse nelle spalle e disse:

    - Non saprei dirtelo, però… Mi piacerebbe andare al museo per vedere quelle cose da vicino.

    Seto riabbassò lo sguardo sul pc e riprese a lavorare.

    - Mokuba, lo sai che sono molto impegnato in questo periodo, non ti potrei accompagnare.

    Mokuba sospirò affranto. Era vero, suo fratello era sempre impegnato e aveva poco tempo da dedicargli, però qualche minuto per lui poteva trovarlo. Seppur amareggiato rispose:

    - Credevo t’interessassero queste cose … Fa’ niente!

    Mentre scriveva al pc, diede una rapida occhiata alle immagini del televisore, una in particolare attirò la sua attenzione: una lastra di pietra raffigurante una scena di combattimento.

    Riconsiderò l’idea di accompagnare Mokuba al museo, c’era qualcosa in quella lastra che suscitò il suo interesse; sorrise appena, poi alzò il viso verso il fratellino, comodamente sdraiato a pancia in giù sul divano per guardare il televisore più comodamente.

    - Quando vorresti andare a vedere la mostra?

    Mokuba poggiò le mani sotto di sé e si sollevò di scatto, voltandosi verso Seto.

    - Hai cambiato idea, fratellone? Chiese sorpreso.

    Seto rispose affermativamente con un cenno del capo, chiuse il pc, si alzò dalla poltrona, girò attorno al tavolo e si diresse verso l’attaccapanni per prendere la sua giacca bianca, poi si voltò verso il fratellino esortandolo ad alzarsi, altrimenti sarebbe stato capace di lasciarlo lì.

    Percorsero il breve corridoio che conduceva agli ascensori, entrarono e Seto selezionò il pulsante S, scesero fino ai parcheggi coperti riservati ai dipendenti.

    Si avviarono verso la loro vettura, una Porsche cabrio con carrozzeria nera , due posti e completamente accessoriata. Seto si sedette al posto di guida e Mokuba accanto, si allacciarono le cinture di sicurezza e il guidatore avviò il motore; dopo circa venti minuti passati a chiacchierare allegramente, o per lo più a sentire le parole di Mokuba, arrivarono davanti al museo.

    Dopo aver girato nel parcheggio per qualche minuto, trovarono un posto libero e fermarono la macchina, Seto spense il motore e scesero. In un silenzio carico di aspettative entrarono nel museo.

    Mokuba seguì suo fratello pensando.

    - Non mi pare vero che Seto mi abbia accompagnato in un posto dove non ci sono incontri di duel monsters.

    Arrivarono a una gradinata e la scesero fino ad arrivare ad un bivio composto da tre intersezioni: percorrendo il corridoio sulla destra si andava verso la sala di mitologia greca, su quello centrale si andava nella sala adibita ai reperti Aztechi e Maya, mentre il corridoio sulla sinistra portava ai reperti egizi.

    - Vieni, dobbiamo andare da questa parte. Annunciò deciso Seto.

    Mokuba lo seguì docilmente. Mentre camminavano fianco a fianco, Mokuba parlò.

    - Un po’ di tempo fa mi dicesti di essere venuto qui su invito di Ishizu, ma non mi hai mai parlato della vostra conversazione, eri piuttosto arrabbiato.

    Seto ricordava bene quell’incontro, Ishizu gli aveva mostrato delle immagini del passato grazie ai poteri della collana del millennio.

    - Mi raccontò solo una marea di sciocchezze, niente di importante.

    Seto rimase vago, ma Mokuba sapeva che c’era di più, tuttavia non domandò altro, sapeva che era più facile cavare un ragno dal buco, piuttosto che estorcere qualcosa al fratello.

    Arrivarono nella sala egizia e osservarono i vari manufatti esposti, Mokuba era entusiasta di poter vedere quelle opere antiche da vicino e corse da una parte all’altra delle bacheche.

    Seto sorrise alla vista del suo fratellino così euforico, mentre avanzava di qualche passo verso di lui, che lo chiamava muovendo il braccio destro, venne come attirato dalla lastra in pietra appesa ad una parete. Ebbe la sensazione che brillasse, vide incise delle figure sulla superficie.

    Attratto inspiegabilmente, si avvicinò alla lastra sempre di più.

    Apparentemente non c’era nulla di particolare, ma non riusciva a distogliere lo sguardo.

    Era come ipnotizzato, continuava a fissarla immobile.

    Mokuba, dal canto suo, notò il comportamento inusuale del fratello.

    Si avvicinò e in silenzio lo osservò, lo sguardo del maggiore dei fratelli Kaiba sembrava fissare qualcosa che andava oltre quella lastra appesa alla parete.

    A Mokuba restava ben poco da fare: rimanere quieto vicino a Seto.

    Seto non si accorse della presenza di quest’ultimo al suo fianco, in quel luogo sembrava ci fossero solo lui e la tavola di pietra.

    Gradualmente, vide le figure incise contornate da una luce fluorescente, dapprima fioca per farsi lentamente sempre più vivida e, man mano che la luce aumentava, anche le figure erano più nitide, tanto da permettergli di riconoscere se stesso e Atem.

    La sua anima si separò dal corpo, catapultandosi in un’arena. Era già successo che la sua anima si separasse dal corpo venendo però imprigionata in una carta dal potere di un oggetto millenario: l’occhio del millennio appartenuto a Maximillian Pegasus, ideatore del duel monsters moderno e proprietario delle industrial illusions.

    Seto, essendo divenuto incorporeo, poteva passare attraverso le persone sedute sulle gradinate dell’anfiteatro, ma non fu questa la cosa più strana, bensì il fatto che in tribuna d’onore vedesse se stesso e Atem seduti su dei troni che assistevano ad un combattimento.

    Volse lo sguardo al centro dell’arena notando due guerrieri impegnati in un combattimento; uno dei due contendenti sembrava molto giovane, i capelli erano nero pece scalati e lunghi fino a metà schiena, il suo corpo all’apparenza esile era fasciato da un chitoniskos verde acqua che arrivava a metà coscia e sorretto sulle spalle da due bottoni dorati (nda: per chi non lo sapesse il chitoniskos è una forma moderna del chitone, abito che indossavano gli Dei dell’antica Grecia) e fermato in vita da una cintura anch’essa dorata, ai piedi calzava un paio di sandali d’oro tenuti fermi da una serie di fasciature che arrivavano fino al collo del piede.

    Seto lo guardava rapito, si destreggiava con le due spade in modo a dir poco impeccabile, l’avversario difficilmente parava i suoi affondi, nell’aria risuonavano solo il fragore delle lame delle loro spade che s’incrociavano e negli spalti gli spettatori esultavano il nome del loro campione, Seto comprese che chi fosse uscito vincitore da quel combattimento sarebbe stato nominato guardiano del millennio.

    Il combattente moro decise di chiudere alla svelta, si stava stancando, il suo avversario sembrava non stesse facendo sul serio; il ragazzo dalla lunga chioma sorrise, unì le due estremità delle spade fino a formare una lancia a doppio taglio, corse incontro all’avversario ma, a pochi metri di distanza, compì un salto scavalcandolo e ricadendogli alle spalle; quando l’avversario si rese conto di averlo alle spalle, si voltò, trovandosi una delle due lame a pochi centimetri dalla gola. - Basta così! Si alzò Atem dal trono.

    - L’avversario è vinto, non ha più la volontà di combattere, il vincitore si faccia avanti! Il ragazzo obbedì, oltrepassando l’avversario in ginocchio e avviandosi verso il Faraone; quando arrivò di fronte a lui chinò il capo.

    Seto, che aveva assistito al combattimento, si domandava per quale ragione fosse stato trasportato ancora una volta nel passato; Atem prese uno scrigno che gli porse una servitrice: era un cofanetto rettangolare rosso, con le bordature d’oro e sul coperchio vi era impresso il simbolo dell’occhio del millennio.

    Lo aprì ed estrasse un oggetto, dopodiché, invitò il ragazzo ad alzarsi e avvicinarsi a lui, appuntò l’oggetto al centro della cintura del guerriero.

    - Da questo momento in avanti sei un guardiano, non deludermi, nutro grandi aspettative in te.

    Il ragazzo fece un semi inchino.

    - Da questo momento in avanti sarò al vostro più completo servizio e dedicherò a voi la mia intera esistenza.

    Seth si alzò, porse la mano al nuovo membro per dargli il suo benvenuto, il giovane alzò lo sguardo e, in quel momento, i loro occhi s’incrociarono; a Seto non piacque quella strana atmosfera che si stava creando e avanzò deciso verso i due dimenticandosi di essere trasparente. Qualcosa non andava in quel sogno, il ragazzo si voltò verso di lui, un’immagine fin troppo familiare si sovrappose a quella del combattente; tutto svanì all’improvviso, si ritrovò sdraiato sul freddo pavimento del museo con accanto Mokuba appoggiato di schiena a una parete, le braccia poggiate sulle ginocchia piegate e la testa comodamente adagiata su di esse. Seto si alzò, guardò l’orologio da polso: segnava quasi le 21:00 pm, doveva avere dormito per un bel po’, non era da lui, scosse delicatamente Mokuba per svegliarlo, ma quest’ultimo non dava segno di volerlo fare, sospirò, lo prese in braccio e uscì dal museo, lo adagiò nella vettura, mise in moto e rientrarono a Villa Kaiba.

    Capitolo 4°



    Rivelazioni (2°parte)



    La stanza era avvolta nella penombra, Mokuba dormiva serenamente, c’erano calma e silenzio, l’unico suono che si sentiva era quello del fruscio degli alberi che entrava dalla finestra socchiusa, accanto al letto a una piazza e mezzo vi era un comodino in legno di noce sul quale stava adagiata una scatolina quadrangolare rivestita di velluto nero, al suo interno, la spilla che Mokuba teneva appuntata nel suo foulard.

    A notte fonda, nella stanza iniziò a squillare la suoneria di un cellulare, Mokuba infastidito da quel trillo si girò di schiena sul materasso allungando una mano verso il comodino dov’era appoggiato il fastidioso oggetto, tastò il ripiano alla ricerca del cellulare ma non ebbe successo, così, si sollevò ancora assonnato.

    Lentamente si voltò verso il mobile, nel buio della stanza non riusciva a distinguere bene le forme, tese la mano per afferrare il fastidioso oggetto ma urtò la scatolina contenente la spilla che cadde sul pavimento, il ragazzino si protese in avanti per raccoglierla e nel farlo toccò la gemma al centro dell’occhio che subito dopo emise una luce ad intermittenza.

    Dalla gemma si sprigionò un tenue fascio di luce ambrato che si proiettò nella vetrata della finestra, il fascio luminoso e la luce della luna si fusero dando forma a una sagoma dai lineamenti indistinti; Mokuba incuriosito da quella luce, prese a fissarla attratto e affascinato.

    Guardò ipnotizzato la figura davanti a se, si strofinò gli occhi, ormai del tutto sveglio domandò timidamente.

    - Chi sei?

    La creatura fluttuò verso di lui avvicinandosi al letto.

    - Non temere, non ti farò del male.

    Rispose per poi continuare.

    - è giunto il momento di svegliarti e di agire, una nuova minaccia incombe su questa città.

    Mokuba non capì cosa volesse dire, intravide un sorriso in quel voltò illuminato solo dal chiarore lunare. Allungò il braccio destro verso il ragazzino, toccandogli la fronte con la punta del dito indice, gli intimò di chiudere gli occhi.
    - Ora chiudi gli occhi, cerca di ricordare e dimmi, cosa vedi?

    Mokuba fece come gli era stato detto.

    - Vedo un tempo passato, una vasta distesa d’acqua e di là dalla riva un palazzo che si riflette sulla sua superficie; ci sono due persone su una delle terrazze, poi…. Poi il cielo sì e tinto di rosso, una strana barriera di luce circonda il palazzo e una creatura alata compare come a volerlo proteggere, sembra….un drago ma si lo riconosco è il drago nero occhi rossi che Joey teneva nel suo deck prima che i Rare Hunter lo rubassero, in seguito lo riconquistò Yugi durante il torneo della città dei duelli, com’è possibile?

    Chiese, aprendo improvvisamente gli occhi, interrompendo così la visione.

    - Sì, quel drago è il mio spirito guida.

    Rispose il giovane.

    - Perché sei venuto da me? Cosa mai potrei fare io? In che modo potrei aiutarti?

    Chiese Mokuba un po’ confuso.

    - Devi lasciarti guidare da me, ci fonderemo in un solo corpo e in una sola anima; torneremo ad essere una cosa sola.

    Concluse in un sussurrò assottigliando lo sguardo.
    Mokuba volle fidarsi dello Spirito davanti a se, quest’ultimo, volse lo sguardo verso la spilla ancora sul pavimento, Mokuba fece altrettanto.
    Lo spirito lo invitò a raccoglierla e ad appuntarsela sul petto, Mokuba eseguì, poco dopo lo spirito incrociò le braccia sul petto come a formare una x, dei fasci di luce purpurei scaturirono dal suo corpo avvolgendoli in una spirale velata che li sollevò a mezz’aria avvicinandoli l’uno all’altro; intorno a loro tutto scomparve, non più una camera da letto, lo Spazio cosmico regnava attorno a loro, privati della forza di gravità fluttuarono l’uno intorno all’altro in un vorticoso movimento lo spirito sciolse le braccia dalla loro posizione iniziale protendendole verso il suo giovane ego, quest’ultimo fece altrettanto, i palmi delle loro mani coincisero perfettamente, incrociarono le dita tra di esse.
    Lo spirito gli rivolse uno sguardo penetrante, il momento di fondersi e di diventare tutt’uno era giunto.

    - Sigillo del millennio inciditi su di noi!

    Concluse lo Spirito baciandolo, fu solo uno sfioramento di labbra, dai loro corpi scaturì una luce abbagliante che costrinse il ragazzino a chiudere gli occhi e quando li riaprì si ritrovò nuovamente nella sua stanza, da solo.
    Dello Spirito non c’era più traccia tant’è che pensò si trattasse solamente di un sogno, si guardò attorno spaesato portandosi una mano sul petto all’altezza del cuore, abbassò gli occhi scostando la mano e vedendo la spilla appuntata sul suo maglioncino a righe giallo azzurro.

    - Forse non era del tutto un sogno!

    Sussurrò a se stesso, una risatina echeggiava nella stanza .

    - Sogno o no io sono qui.

    Mokuba si guardò attorno.

    - Qui dove? Non ti vedo?

    - Dentro di te, dov’è giusto che sia!

    Rispose la creatura, Mokuba si sedette sul letto e chiuse gli occhi, la spilla riprese a brillare e sulla sua fronte comparve l’occhio del millennio che proiettò davanti a se la creatura.

    - Bene mi presento, essere chiamato Spirito non mi piace, da quel che si dice nel Regno degli Spiriti chiamavate così il Faraone dico bene?

    Domandò protendendosi un po’ in avanti.

    - Il mio nome è Shura e da questo momento in avanti noi due siamo una cosa sola.

    Concluse inginocchiando davanti a lui.
    Nello stesso momento, dall’altra parte della città, Yugi si sedette sul letto portandosi le ginocchia al petto abbracciandole; davanti a se, giaceva il deck utilizzato da Atem durante il loro ultimo duello, con la mano destra prese la prima carta del deck raffigurante il mago nero, la carta preferita dal Faraone; guardandola riaffiorarono alla sua mente tutti i ricordi e le avventure vissute con Atem.

    - Non immaginavo mi saresti mancato così tanto, non so che darei per parlarti ancora!

    Sussurrò portandosi la carta sulla guancia.
    La carta perse consistenza diventando trasparente fino a svanire, Yugi si allarmò, non voleva perdere anche lei, era l’ultimo legame tra lui e Atem, voltò il busto verso destra, una sagoma dorata stava prendendo forma accanto al letto, pelle brunita, capelli dalla strana forma, un diadema sulla fronte, un mantello blu, un chitoniskos bianco, un duelling disk dorato, non poteva essere.
    Gli occhi di Yugi si riempirono di lacrime, d’impeto scese dal letto gettandosi tra le sue braccia e piangendo come mai aveva fatto prima di allora.

    - Faraone sei proprio tu

    Il Faraone lo strinse maggiormente a se.

    - Si Yugi, sono tornato!

    Bene ecco qui 4 capitolo, spero non sia una schifezza fatemi sapere ^^
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    per non parlare del moccioso che ha ferito naoya gli mollerei due sberle

    CITAZIONE (Sion89 @ 6/3/2012, 11:48) 
    :luv: :luv: :luv: :luv: :luv: ritornare e leggere love mode mi fa impazzire totalmente!!!! capitolo di transizione però che ci voleva...naoya è sempre più carino ogni volta che lo vedo!! e alla fine resta a casa dello scorbutico nonno solo per aoe-san che ho visto poco qui ma anche quel poco è già tanto *çççççç* (questa frase è un po' strana lo so!XD). Comunque voglio rivederli insieme, mi si stringe il cuore a vederli separati!! aoe-san fa qualcosa!!!!! so che hai il potere di farlo quindi agisci *___* ci vuoi vedere soffrire in questo modo?? dico soffri tu naoya e noi con voi!!!XDXD. Ok dopo questo delirio mattutino posso chiuderla qui per il momento^___^. Grazie mille per stare portando avanti questo progetto che ho nel mio cuore dall'alba dei tempi quando ancora non si trovava in ita ma grazie a voi posso gustarmelo nella mia madrelingua!!XDXD. GRAZIE BDS!!!!^____________^

    alla faccia del commento, ti ha mandato in estasi Aoe?
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    ho ricreato il canale youtube
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    tribute to Araki-sensei di June107
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    grazie per aver accettato il gemellaggio, ho provveduto a inserire il vostro banner sul blog e mi scuso per il ritardo
262 replies since 13/7/2010
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