Quel diavolo di avvocato

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    Entra pure dunque, varca la porta del mio animo, tu che non temi le mie tenebre più oscure

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    Dalla camera da letto di Xewon *ççç*

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    bel capitolo, che mi fa diventare sempre più curiosa di sapere come continuerà e i nuovi colpi di scena che sicuramente non mi deluderanno!!
    grazie 1000 *_*
     
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  2. Lu-cha
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    Un semplice sogno?! No-no.
    Secondo me Kreuz si è proiettato inconsciamente nella stanza in cui si trova il diavolo, ma nessuno può vederlo...Tranne l'essere bellissimo contro cui è andato a sbattere...Spero però che Kreuz finisca col diavolo e non con questo nuovo tizio sconosciuto :çoç:
     
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  3. doitsu_chan
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    14#

    Kreuz apri gli occhi di scatto; si guardò attorno e vide Vyras aprire le pesanti tende poste davanti alla finestra.
    « È l'ora di iniziare l'allenamento. Alzati. » disse Vyras senza voltarsi nella sua direzione.
    Kreuz gli lanciò un'occhiataccia che venne però prontamente ignorata dall'altro.
    « E' proprio necessario svegliarsi tanto presto? »
    « Hai dormito a sufficienza. Molti dei demoni presenti nel castello sono svegli da ancor prima che sorgesse il sole. »
    « Ecco perché sono tutti così scontrosi. Non dormono abbastanza. »
    « Il “non dormire abbastanza”, non è il motivo del loro comportamento nei tuoi confronti. » rispose freddo il moro.
    « Lo immaginavo, ma volevo averne una conferma. Posso sapere il motivo? Il diavolo vi ha forse ordinato di non rivolgermi la parola gentilmente?»
    « Non ti dare troppa importanza demone. Qua sei nello scalino più basso della piramide gerarchica, il padrone non si scomoda per cose del genere. Non ne ha motivo. Se avesse detto una cosa simile, stai certo che nessuno ti avrebbe rivolto un solo sguardo. »
    « Quindi quale sarebbe il motivo? Fate sempre cosi con i nuovi arrivati? »
    « Di solito c'è sempre un periodo di prova: bisogna testare quelli nuovi. Potrebbero nascondersi delle spie. » iniziò il moro « Il tuo caso però è diverso. »
    « In che senso diverso? Perché ho la coda? »
    « In parte è per quello, in molti ti vedono come una minaccia. Ma la cosa che non sopportano è il modo in cui ti rivolgi al padrone, sopratutto dopo l'enorme privilegio che ti è stato concesso. »
    « Intendi lo sfruttarmi come pagamento per il processo? » chiese il demone, pentendosene subito dopo aver visto gli occhi del moro allargarsi in modo quasi comico.
    « Ovviamente no... » concluse mordendosi la lingua, e fissando il servitore che aveva preso a camminare avanti ed indietro per la stanza.

    Vyras si girò di scatto nella sua direzione; dopo aver camminato per diversi minuti, fissò il demone dritto negli occhi, scrutandolo attentamente. Evidentemente il padrone aveva dei piani per il demone, e lui avrebbe fatto in modo che quei piani di cui non era a conoscenza venissero portati a compimento nel migliore dei modi.
    « Questa cosa demone, non dovrai dirla ad anima viva. Nel castello sono in molti a volere la tua dipartita, ma non per i motivi che credi tu. Non mi pare il caso di alimentare il loro astio nei tuoi confronti, spargendo in giro notizie del genere. Oggi inizieremo l'allenamento con le armi, hai detto di saper utilizzare la doppia spada. Inizieremo da quello. » Concluse prima di dargli le spalle e andarsene.
    Kreuz lo guardò andare via; non avrebbe mai capito gli abitanti di quel palazzo.
    Si vestì con tutta calma davanti allo specchio, scegliendo degli abiti comodi e poco ingombranti; se davvero oggi avrebbero usato le armi, non voleva essere intralciato dai vestiti. Scelse una semplice maglia nera, senza maniche e leggermente aderente; e dei comodi pantaloni di un color grigio topo, che aderivano perfettamente alle sue cosce, e finivano poco prima dei polpacci. La coda si muoveva sinuosa dietro di lui; era ormai inutile nasconderla. Tutti nel palazzo sapevano della sua esistenza.
    Uscì dalla sua stanza, chiedendo attentamente la porta; dirigendosi poi verso le cucine. Stava morendo di fame.
    Non era molto tempo che percorreva quei corridoi, ma nonostante all'apparenza sembrassero tutti uguali, seppe comunque arrivare a destinazione senza perdersi o chiedere informazioni. Quando varcò la soglia delle cucine, molti dei servitori presenti si girarono nella sua direzione; per poi tornare ai propri compiti una volta constatato chi fosse l'intruso. Non ci badò più di tanto, da quello che aveva capito dalla sua conversazione con Vyras, doveva guardarsi le spalle da ognuno di loro. Prese un kardow da una cesta appena poco distante da lui, e fece dietro front, ignorando gli abitanti della cucina e dirigendosi poi verso l'esterno, iniziando a mangiare il succoso frutto. Aveva un gusto strano, un po' acidulo ma nel complesso gradevole; la membrana che ricopriva la polpa era spessa e vellutata, completamente differente da qualsiasi frutto avesse mai visto.
    Scese le scalinate che lo avrebbero condotto all'esterno, guardandosi attentamente attorno; in quei giorni non aveva avuto la possibilità di osservare per bene il luogo in cui era finito, avrebbe dovuto chiedere a Vyras di mostrargli per intero il posto. Se davvero doveva passare tanto tempo li, voleva almeno evitare di perdersi.
    Il cielo quella mattina era ricoperto da pesanti nubi cariche di pioggia, era un miracolo che non avesse già iniziato a piovere a dirotto; l'aria frustava gli alberi, facendo volare ovunque un'innumerevole quantità di foglie di tutti i colori.
    Stava per aggirare il palazzo, quando la voce del moro lo richiamò all'interno.
    « L'armeria è da questa parte. »
    ******

    Erano ormai passati due giorni da quando aveva fatto visita all'armeria: ed era da quasi dieci lune che si trovava rinchiuso tra quelle mura, impossibilitato ad andarsene. La stanza esagonale dove erano contenute le armi, era la più grande che aveva visto fino a quel momento; se possibile era anche più grande della sala da pranzo dove aveva cenato la prima volta con il diavolo, e già quella era immensa. A ridosso della prima parete, erano stipate decine di rastrelliere contenenti un'infinità di armi lunghe; dalle più comuni alle più improbabili. Si era guardato attorno meravigliato; attaccati alle pareti stavano diversi supporti su cui erano appoggiati con cura armi corte di tutti i tipi: pugnali da lancio, asce, doppie asce bipenni, guanti chiodati, fruste e spade di tutte le grandezze e dimensioni. Addirittura, appesa con un enorme gancio, vi era una catena chiodata. Non aveva mai visto tante armi tutte nello stesso posto; ma la sorpresa passò subito in secondo piano, non appena posò gli occhi su una doppia spada appoggiata singolarmente su un supporto di krom, sorretto a sua volta da un piedistallo in cristallo.
    Si avvicinò piano, ipnotizzato dalla lucentezza delle lame; stava per allungare la mano per sfiorarne l'elsa, quando la voce di Vyras lo fermò.
    « Io non lo farei se fossi in te. A meno che tu non voglia morire. » Kreuz girò la testa nella sua direzione, trovando a pochi passi da lui. La mano ancora tesa verso quell'arma meravigliosa.
    « Per quale motivo? È maledetta? » Chiese curioso; vedendo il moro scuotere appena la testa in segno di diniego.
    « Non è maledetta, ma chiunque abbia provato ad impugnarla non ne è uscito bene. I demoni più potenti se la sono cavata con delle ustioni serie; alcuni hanno rischiato di perdere l'arto. Mentre molti sono morti. »
    « E' davvero magnifica, ma è diversa dalle doppie spade che ho visto nei miei viaggi. » La lama è piatta, ed è più larga e ricurva verso la fine, pensò.
    « Infatti non è una doppia spada; è una doppia alabarda Perw; non se ne trovano molte in giro, sono originarie di Vèt'horr la terra dei diavoli, e questa è una delle più rare e pericolose. Il suo nome è Ver'kur'dan . Le doppie alabarde sono più difficili da maneggiare, in quanto le lame sono più lunghe e larghe rispetto alle doppie spade; per non parlare poi del fatto che sono ricurve verso l'estremità. »
    « L'elsa è più corta rispetto alle doppie spade, questa non raggiunge la lunghezza di un braccio. » Affermò il demone, continuando a guardare l'arma.
    « Penso sia fatto apposta per essere maneggiata con maggior facilità; se avesse un'impugnatura più lunga le due lame farebbero fatica a ruotare. » Spiegò il servitore; dando poi le spalle sia all'arma che al demone per avvicinarsi ad una delle rastrelliere, prendendo una doppia spada e lanciandola al demone che la afferrò al volo senza alcuna difficoltà.
    « Hai affermato di saper usare la doppia spada, no? Fammi vedere cosa sai fare. » Disse il moro prima di mettersi in posizione.
    « Qui? » Chiese stupito il demone.
    « Fuori piove, e qua c'è abbastanza spazio per un piccolo scontro. Quel tanto per testare le tue capacità con quell'arma. » Rispose senza alcun tono particolare.
    « Come preferisci, sei pronto? »
    « Quando lo sei tu. »

    Quel giorno il sole splendeva nel cielo, e lui era sveglio già da parecchie ore.
    Le due lame brillavano sotto la luce del sole, mandando bagliori accecanti in ogni direzione ogni volta che le faceva roteare sopra la testa. Cambiava mano ad ogni affondo, giocando tra attacchi e parate immaginarie; compiendo movimenti complicati anche per un esperto con estrema facilità. Il moro lo osservava poco lontano quasi ammirato, era la prima volta che vedeva certe mosse che il demone compiva senza alcuno sforzo; non era però l'unico ad osservare quella scena. Da dietro una tenda delle vetrate superiori un altro demone assisteva a quella dimostrazione, e non pareva per niente contento.
    Durante lo scontro che si era tenuto nell'armeria, Vyras aveva potuto constatare con i suoi occhi le capacità del demone con quell'arma; e doveva ammettere che se la cavava bene per essere ancora un cucciolo. Aveva avuto un po' di difficoltà, ma gli sporadici scontri del demone non potevano competere con gli anni di esperienza del moro.
    « Chi ti ha insegnato ad usare la doppia spada? » Domandò Vyras sinceramente incuriosito. « Non si impara da soli ad usare un'arma del genere. »
    « Cos'è, un terzo grado? » Rispose piccato Kreuz; quel discorso non gli piaceva.
    « Niente del genere, è solo curiosità. Non sei obbligato a rispondere. » Si difese il moro.
    « Preferirei non parlarne. »
    « Come preferisci, la mia era semplice curiosità. Per essere ancora un cucciolo sei bravo a maneggiarla. » Concluse appoggiando le mani sulla terra umida e tirando indietro la testa, lasciando così scoperta la gola.
    Il demone sbuffò contrariato, e smise di combattere contro il nemico immaginario, andandosi poi a sedere affianco al moro.
    « Il suo nome è Zhetr; non so che grado di parentela abbia con me, probabilmente nessuno. Ma da quanto mi ricordi, è sempre stato al mio fianco. Mi ha insegnato a difendermi usando le armi, cosi che non dovessi fare completo affidamento dei miei poteri; mi ha nutrito quando non ero in grado di provvedere da solo, mi picchiava quando combinavo qualche cazzata. Non posso considerarlo come un genitore, ma sicuramente è la cosa più vicina ad un fratello che avessi mai avuto. »
    « E lui è come te? Ha la coda? » Chiese curioso.
    « E' un demone molto potente, ma non ha la coda. O per lo meno, io non l'ho mai vista in tutti gli anni in cui eravamo insieme. È stato lui il primo ed ultimo a dirmi di nasconderla sotto i vestiti, anche se non ne so tutt'ora il motivo. »
    « Come non ne sai il motivo? Non sai a quale razza appartieni? Seriamente? »
    « Non mi è mai servito saperlo; ma da quando sono qua sembra che la cosa turbi un po' tutti. Tu sai a quale razza appartengo? »
    « Certo che lo so, solo pochi stolti non riconoscerebbero le origini di quella coda. Chi altri ti ha fatto questa domanda? »
    « Il tuo padrone; ma non ha risposto quando gli ho chiesto spiegazioni. Suppongo che nemmeno tu lo farai, sarebbe come tradirlo. »
    « Precisamente. Però posso dirti che il padrone è rimasto impressionato da te; prima d'ora non aveva mai fatto quello che ha fatto, per nessun altro. »
    « Cosa intendi? Anche l'altro giorno nella stanza non hai risposto. » Vyras sospirò, ma rispose comunque alla domanda.
    « Ricordi quando mi hai chiesto se fossi innamorato del padrone? » Iniziò il moro; ricevendo l'assenso del demone. « Bene, devi sapere che non tutti la pensano come me; in molti ti vedono come una minaccia, a causa della considerazione che il padrone ha di te. Non che molti di loro siano proprio innamorati della sua persona; ovviamente il padrone è uno degli esseri più belli che ci sono in giro, ma il loro “amore”, risiede nel potere che egli possiede. Sanno che una sua minima parola potrebbe salvarli da morte certa o ucciderli, nutrono un profondo rispetto in lui, e allo stesso tempo lo temono. Tra queste mura il rispetto e l'ubbidienza verso il padrone è tutto; quindi non tollerano il tuo comportamento irrispettoso nei suoi confronti. »
    « Cercherò di essere più “ rispettoso ”, infondo la mia permanenza qui penso durerà ancora per molto; ma non assicuro nulla. Non posso garantire lo stesso per il rosso; pare che mi abbia preso in antipatia già dal primo momento, e la cosa è assolutamente reciproca. »
    « Intendi Erelày? O Antharèss? » Chiese Vyras.
    « Il rosso dai capelli corti, Erelày se non sbaglio. Con l'altro ho avuto poco a che fare, ma non mi sembra come il fratello. »
    « Infatti. Anche se sono gemelli, sono si assomigliano per niente di carattere. Hanno uno strano rapporto, non si odiano; ma sicuramente non si amano alla follia. Comunque non dar troppo peso a quello che dice Erelày, si diverte a provocare chiunque solo per testarne le reazioni. »
    « A quale razza appartengono? Quei capelli erano pericolosi, incredibilmente taglienti e candi. »
    « Non posso svelare i segreti altrui, dovresti chiederlo ad Antharèss. Non credo abbia problemi a rispondere. » Rispose Vyras, girandosi poi a guardare attentamente il demone. Sapeva dove voleva andare a finire con quelle domande, e non aveva alcun problema a rispondere; ma non per questo glie l'avrebbe resa facile, era divertente vederlo in difficoltà.
    « Mi sembra giusto... Tu... Tu di che razza appartieni? Orecchie di quel tipo non le avevo mai viste. Quanti anni hai? » Domandò con esitazione Kreuz; non voleva offenderlo, ma non aveva mai visto nulla del genere prima d'ora.
    « Ho visto cinquecento sessanta tre inverni, per la mia razza gli anni si contano così. Sono per metà spettro e per metà Krolar. »
    « Sei uno spettro? Non ne avevo mai incontrato uno. »
    « Metà spettro; mia madre fu stuprata da mio padre, e subito dopo la mia nascita lei cercò di liberarsi di me. Si dice che gli spettri portino sfortuna e disgrazia a chiunque, per questo motivo cercò in tutti i modi di sopprimermi. Ma ero troppo forte per lei, nonostante fossi nato solo da poche ore. Sono un ibrido, quindi il mio sangue doveva essere come quello di tutti gli altri; mi morse per strapparmi un braccio, ma morì a causa del veleno che mi scorre nelle vene. Ho passato diversi anni a nascondermi nei boschi per sopravvivere, finché il padrone non mi ha trovato. »
    « Oh... Mi dispiace. Ora capisco il motivo della tua dedizione verso il diavolo, ma non credo che lo abbia fatto solo per carità; sicuramente aveva un tornaconto personale. »
    « Non dispiacerti. Era una creatura debole, e si meritava quello che a subito. Per quanto riguarda il padrone, sono consapevole del fatto che non mi abbia “raccolto” solo per il mio bel faccino; ma non è un problema per me. Mi ha salvato e dato uno scopo per vivere; e questo è molto di più di quello che avrei mai potuto sperare. »
    « Ad ogni modo non dimostri l'età che dici di avere, sembri molto più giovane. » Affermò il demone con sicurezza.
    « Gli spettri invecchiano più lentamente rispetto ai demoni comuni. Io, essendolo solo per metà, ne dimostro fin troppi. »
    « E per quale motivo dicono che portate sfortuna? »
    « Ma te non sai proprio niente? » Chiese fintamente esasperato il moro, girandosi per l'ennesima volta a guardarlo.
    Kreuz arrossì sotto quello sguardo, e abbassò gli occhi colpevole. Non era mica colpa sua, se fino ad ora il suo problema principale era stato il “ mettersi qualcosa nello stomaco”. Dove viveva lui, certe cose non era necessario saperle; non riempivano lo stomaco.
    « Non sei obbligato a rispondere se non vuoi. » Rispose imbronciato.
    « Non è un problema rispondere, tutti sanno il motivo di queste dicerie, e penso che venga narrato anche su molti libri; mi stupisco solo del fatto che ci sia ancora qualcuno che non ne è a conoscenza. » Continuò divertito Vyras.
    « Da dove vengo io sapere certe cose non serve a niente. Li l'importante è svolgere bene il proprio lavoro per essere pagato, nessuno fa caso alle dicerie; ma tengono tutti le orecchie molto aperte. Il traffico di informazioni è una pratica diffusa, ma comporta anche il non parlare con nessuno di determinati argomenti. »
    « E tu trafficavi informazioni? » Kreuz lo guardò per alcuni secondi in silenzio, prima di rispondere.
    « No. Io prima dell'arresto ero un mercenario, trasportavo solo oggetti vari da un posto all'altro. Sono a conoscenza di molte storie, e ho ascoltato diverse conversazioni sugli argomenti più disparati. Ma non ho mai pensato di ricavarne denaro vendendole. Le informazioni sono pericolose, molti demoni che conoscevo sono morti raccontando alla persona sbagliata certe cose. »
    « Sarei interessato ad ascoltarne qualcuna, sempre se ne hai voglia. Prometto di non ucciderti. » Disse ghignando in direzione del demone, che gli rispose allo stesso modo.
    « Solo se tu sei disposto a rispondere ad alcune delle mie domande. Le dicerie sulla tua razza, ad esempio. »
    « Affare fatto. » Rispose il moro; allungando la mano verso il demone, che la strinse senza esitazione.
    « Vyras potresti venire un momento. » Disse una voce gelida, che li fece girare entrambi; poco distante da loro c'era il piccolo servitore che di solito si aggirava sempre nei pressi del cancello principale, Mahan se non sbagliava. Li guardava entrambi con sguardo gelido, aspettando che il moro si avvicinasse.
    Kreuz la scrutò attentamente per la prima volta; non ci aveva badato troppo in quei giorni, forse anche per il fatto che per la maggior parte del tempo in cui aveva soggiornato a palazzo, lui si ritrovava a letto. E in quei due giorni in cui si era allenato con Vyras, non aveva fatto molto caso agli altri servitori che scorgeva da lontano. Ora invece, che la vedeva da vicino - e sotto la luce del sole -, poteva affermare con sicurezza che era una ragazza. I capelli erano corti e neri, come quelli di Vyras, ma non aveva le stesse orecchie pelose ai lati della testa; erano appuntite e quasi totalmente ricoperte di strani anellini di metallo, spuntavano dai capelli scuri. Gli occhi erano di un azzurro spaventoso; ricordavano i laghi ghiacciati che si trovavano sulle montagne di Az'derv, e lo guardavano con odio. Era vestita con una semplice tenuta da servitore, molto simile a quella di Vyras e degli altri; ma al posto dei corti pantaloncini che indossavano tutti, lei ne portava un paio lunghi.
    Il moro sospirò, ma fece quello che gli era stato detto. Quando Mahan aveva quello sguardo, non poteva aspettarsi nulla di buono; immaginava pure il motivo del suo nervosismo, e non lo condivideva per niente.
    « Penso che andrò ad esplorare un po' i dintorni.. Ci vediamo dopo per continuare l'allenamento Vyras. » Disse il demone alzandosi.
    « Vedi di non perderti, e non cadere nel precipizio. Non ho intenzione di venire ne a cercarti ne a recuperare il tuo cadavere. » Rispose solo il moro.
    « Non ti preoccupare, so badare a me stesso. Ed è impossibile non vedere il castello. » Finì prima di svoltare l'angolo, lasciando così da soli i due servitori.

    Gironzolò per un po' nei pressi delle mura, il bosco non era niente di particolare; un'accozzaglia di alberi e cespugli. Percepiva alcuni esseri nascosti tra le chiome degli imponenti alberi, ma non se ne preoccupava; aveva portato con sé la doppia spada, quindi non avrebbe avuto alcun problema a difendersi.
    La sua attenzione fu poi attirata verso uno strano bagliore poco distante da lui, che scomparve non appena spostò la mano dal tronco al quale si era appoggiato; si avvicinò di nuovo all'albero, e il bagliore si ripeté, mostrando qualcosa che all'apparenza non c'era. Kreuz spalancò di scatto gli occhi, non appena mise a fuoco quello a cui stava assistendo.


    « No! »


    L'angolo di Sèlìs:
    Salve a tutte. Lo so che volete linciarmi per lo scabroso ritardo, ed in effetti ne avete tutto il diritto; ma mi giustifico con il fatto che ultimamente non è stato per nulla un bel periodo per me. Ho avuto diversi problemi personali che mi hanno demoralizzata, e non me la sono sentita di scrivere. Non ero proprio ispirata! E avevo paura di combinare un casino.
    Mi sono però tirata fuori dal tunnel della depressione nel quale ero caduta, mi sono rialzata e, dopo essermi tirata 2 schiaffi di incoraggiamento, ho continuato a scrivere.
    Ho scritto talmente tanto che questo capitolo non finiva più! XD
    Sette pagine di word... il record per questa Fiction. Quei due parlano davvero troppo per me.
    Voglio ringraziare la Nelith, che mi ha ascoltata delirare per tutta la durata di questo periodo di depressione. Povera, ti avrò stressato a non finire con tutti i miei problemi relazionali! ( Mai più baciare qualcuno con leggerezza. Troppi casini. )
    Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e finisco con il dire che ringrazio davvero tutti quelli che leggono e commentano questa FF!
    State aumentando! ç___ç Ma come fate a leggere questa roba?? Lo sapete solo voi...
    Byeee <3
     
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    capitolo interessante, finalmente quei due iniziano a diventare quasi amici ^^
    anche se non si capisce ancora se quello nel cap. precedente era un sogno o no...
    curiosa di sapere come continua!!!!
    per il ritardo, non preoccuparti, capita di avere problemi nella vita privata e non sempre si riesce a non esserne sommersi, spero che tu riesca a risolvere tutto e grazie infinite per aver contiunato a scrivere!!!!!
    un bacione ^___^
     
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  5. †Vampire†
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    Evviva un nuovo capitolo ^^
    Sembra che Kreuz abbia trovato una specie di "amico" con cui parlare.
    Sono sempre più curiosa di capire cos'è capace di fare il demone , la sua abilità nel combattimento ha stupito anche vyras...
    Alla fine cosa avrà visto che l'ha stupito ... mi hai incuriosita troppo :fear:
    Sono feliche che tu sia riuscita a superare il momento di crisi e mi dispiace che tu abbia avuto dei problemi ç.ç
    Per quanto riguarda il motivo per cui seguiamo la storia è ovvio ^^ è perchè è semplicemente stupenda.
    La trama è interessante e anche l'ambientazione , è uno yaoi di genere fantasy e personalmente amo questa categoria .
    il tuo stile è scorrevole , sei ingrado di suscitare curiosità e di fare appassionare alla tua storia .
    ah dimenticavo... ormai mi sono innamorata del Diavolo :luluv:
    Spero che si metta con il demone .... :blo: *fantasie perverse* xD

    un bacione :chu:

     
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    catsoup

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    CITAZIONE (†Vampire† @ 28/9/2012, 22:06) 
    Per quanto riguarda il motivo per cui seguiamo la storia è ovvio ^^ è perchè è semplicemente stupenda.
    La trama è interessante e anche l'ambientazione , è uno yaoi di genere fantasy e personalmente amo questa categoria .
    il tuo stile è scorrevole , sei ingrado di suscitare curiosità e di fare appassionare alla tua storia .

    :uk: concordo
     
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    pamaru

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    Sembra proprio che Vyras sia l'unica persona su cui Kreuz possa fare affidamento!
    E questa specie di patto che hanno concluso con una stretta di mano fa di loro quasi due amici.
    D' altra parte le curiosità del nostro demone, considerata la sua età e il modo in cui è vissuto fino ad ora, sono tante e, quindi, almeno le più semplici qualcuno dovrà pure soddisfarle!
    Attendo con ansia il ritorno del diavolo, chissà se sarà soddisfatto dei progressi di Kreuz!
    E non ci hai svelato nulla del personaggio misterioso che il demone ha incontrato in sogno .....
    Non preoccuparti dei ritardi, è normale avere una vita che talvolta ci fa brutti scherzi!
    La cosa importante è che tu abbia avuto la forza e il coraggio di risollevarti.
    Alla prossima, un abbraccio
     
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  8. doitsu_chan
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    15#

    Mahan aspettò che il demone avesse svoltato l'angolo per iniziare la sua sfuriata, guardando furiosa prima la schiena di Kreuz che si allontanava poi Vyras, che rimaneva impassibile davanti a lei.
    « Cosa ti è saltato in mente? » Urlò la moretta non appena il demone sparì dalla vista.
    « Cosa intendi? » Chiese lui senza scomporsi.
    « Stavi parlando con quel demone come se nulla fosse! Gli hai pure stretto la mano! » Sibilò indignata.
    « Non penso siano affari tuoi quello che faccio. » Ribatté duro Vyras, assottigliando gli occhi nervoso.
    « Sai cosa ha fatto al padrone? Come si rivolge a lui?? Tutti gli stanno alla larga, ma a te sembra non importare. » Continuò imperterrita.
    « So bene cosa ha o non ha fatto, molto meglio di te. Inoltre anche Erelày gli rivolge la parola, ma non mi pare che tu gli strilli dietro. »
    « Non mi interessa quello che fa quel damerino. Lui parlerebbe con chiunque pur di scatenare una rissa. »
    « Beh, non ti deve interessare nemmeno quello che faccio io. Non sei il mio signore. »
    « Non è la stessa cosa, e lo sai. Da quando è arrivato quel demone sei cambiato, non ti riconosco più. »
    « Allora forse non mi hai mai conosciuto davvero. » Mahan lo guardò sconvolta, con gli occhi sgranati.
    « Vuoi tradire il padrone? È per questo che stai facendo una cosa simile? » Sibilò sconcertata.
    « Non dire assurdità! Io non tradirei mai il padrone. Te al di sopra di tutti dovresti saperlo. »
    « Non sono più se quello che so sul tuo conto sia la verità. Potresti aver tramato alle nostre spalle fino ad ora. »
    « Smettila di dire fesserie, ti stai rendendo ridicola. »
    « La smetterò quando tu la finirai di comportar- no! » Urlò la moretta girandosi di scatto verso gli alberi poco lontani. « Quell'insulso insetto! Non ti avvicinare, no! » Continuò mettendosi poi a correre verso quella direzione, seguita subito dopo da Vyras.

    Vyras sentì la mora davanti a lui imprecare ad alta voce contro il demone, e non appena la vide correre verso gli alberi non ci pensò due volte e la seguì; doveva essere successo qualcosa di grave se Mahan aveva reagito così bruscamente, interrompendo perfino la sfuriata – del tutto inutile – che stava facendo.
    Non ci volle molto, evidentemente il demone non si era allontanato troppo da dove si trovavano; ma Vyras capì immediatamente la gravità della situazione, vedendo dove si stavano dirigendo di tutta fretta. Da quelle parti c'era l'artefatto che il padrone aveva consegnato a Mahan in modo che lo custodisse fino al giorno prestabilito.
    Imprecò mentalmente tra se, non avrebbe dovuto far andare Kreuz in giro da solo; quel demone era troppo curioso e sconsiderato e stava causando fin troppi problemi all'interno di quelle mura. Sospirò frustrato, sperava solo di arrivare in tempo per evitare qualsiasi catastrofe. Saltò un paio di cespugli, dribblando poi gli alberi che incontrava sul suo cammino; avrebbe potuto usare il suo potere per arrivare direttamente sul luogo in cui si trovava il demone, ma non poteva correre rischi. Il posto dove stavano andando era protetto da diverse barriere magiche, messe appositamente dal padrone per difendere il prezioso manufatto da invasori magici esterni. Non aveva la minima intenzione di scontrarsi contro i poteri del suo signore; sapeva bene che la situazione sarebbe stata a suo svantaggio nonostante la sua natura di spettro. I poteri del padrone superavano di gran lunga i suoi e lui non aveva bisogno di prove per esserne certo. Superò l'ultimo albero, trovandosi poi davanti ad una scena sconcertante; il demone era seduto per terra, ricoperto da fango e foglie secche, e li guardava entrambi minacciosamente.

    Kreuz si coprì gli occhi con le braccia per difenderli da quell'improvvisa luce che lo stava accecando; evidentemente aveva inconsciamente fatto scattare qualche incantesimo di protezione di cui non conosceva l'esistenza, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. Sentì un rumore provenire poco distante da dove si trovava lui; non avvertiva pericoli, ma uno strano odore dolciastro si stava diffondendo pian piano nell'aria, mettendolo sull'attenti. Poteva trattarsi di una di quelle piante carnivore che erano solite abitare nelle foreste; dubitava che il diavolo avesse simili creature nella sua proprietà, ma era anche vero che non lo conosceva così a fondo per esserne sicuro al cento per cento. Quindi non avrebbe abbassato la guardia per nessun motivo.
    Il rumore si ripeté, facendogli fare un passo indietro. Era un suono strano, non pensava di averne mai sentito uno simile; quindi non aveva idea di cosa poteva trattarsi. La luce svanì poco per volta e lui poté tornare a vedere come prima; si aspettava di trovarsi davanti una creatura mostruosa, ricoperta di scaglie sporche e velenose, con una testa orribilmente mutilata. Ma quello che vide era molto peggio, tanto da paralizzarlo sul posto.
    Sull'erba appena umida dalla pioggia al posto dell'orripilante mostro che si era aspettato di vedere, c'era un piccolo essere di color rosso sangue, ricoperto da una strana sostanza gelatinosa semi trasparente che lo fissava con i suoi penetranti occhi neri appena socchiusi. Era circondato da tanti frammenti scuri, che con una seconda occhiata Kreuz riconobbe come il guscio di un uovo ormai schiuso. Rimasero a fissarsi per un tempo indefinito, scrutandosi l'un l'altro con estrema attenzione; fino a quando il piccolo essere non aprì la bocca – già coronata di denti affilati – ed emise un lungo verso acuto e gorgogliante, che fece rizzare i sottili peli della coda del demone. Kreuz che se la sarebbe volentieri data a gambe levate, se solo la creatura non avesse deciso proprio in quel momento di usufruire delle due piccole ali membranose che madre natura pareva avergli regalato alla nascita, spiccando il volo e finendogli direttamente addosso, facendoli ruzzolare a terra entrambi. Kreuz rimase immobile steso sull'erba umida, non osava compiere il minimo movimento; sentiva quella creatura che gli annusava piano i capelli, curioso della provenienza di quei piccoli fili d'erba stranamente profumati. Il piccolo musetto gli solleticava la base del collo, provocandogli il solletico; ed il demone, nonostante la buona volontà, non riuscì a non scoppiare a ridere, facendo cadere la bestiola dalla sua schiena, che si nascose curiosa ed impaurita allo stesso tempo, dietro i restanti frammenti di quella che fino ad ora era stata la sua casa.
    « Certo che sei una creatura strana... » Disse Kreuz senza allontanare gli occhi dal cucciolo, mettendosi seduto.
    Vedeva l'esserino fissarlo da dietro il suo improbabile nascondiglio, con i due occhietti neri sgranati in modo quasi comico; la coda si muoveva dietro il suo piccolo corpicino a scatti, mentre le piccole ali erano ripiegate dietro la schiena con cura. Gli occhietti scuri seguivano ogni suo movimento con attenzione, ed in particolare qualcosa che si muoveva alle sue spalle; Kreuz ridacchiò, vedendo il piccolo corpo ondeggiare per prendere lo slancio, attirando per un attimo l'attenzione dell'esserino che lo fissò appena per poi tornare a concentrarsi sul suo obbiettivo. Si girò allora per vedere cosa avesse attirato l'attenzione di quella piccola creatura e adocchiò l'ombra della sua coda, che si muoveva sinuosa alle sue spalle; riportò quindi l'attenzione al cucciolo, appoggiando la coda sull'erba e muovendola, notando gli attenti occhietti dell'altro brillare predatori. La mosse ancora un paio di volte, facendola strusciare sull'erba fresca come un serpente, piano e senza fretta; fino a quando la creatura abboccò alla trappola saltando fuori dal suo nascondiglio per cercare catturare la sua “preda” che gli sfuggì da sotto le zampe all'ultimo minuto. Kreuz rise ancora, continuando a sfuggire ogni volta che quel piccolo esserino si avvicinava troppo; trovandolo incredibilmente divertente. Lo studiò con cura mentre era intento a farlo “giocare”, non aveva il minimo dubbio sulla provenienza di quell'uovo, era sicuramente un uovo di Durag, quindi quello doveva essere uno delle mostruose creature che facevano tanta paura a tutti; quello che non riusciva a comprendere era il motivo per cui si trovava nel giardino del diavolo, per di più protetto da incantesimi. Era quasi certo che quello fosse lo stesso uovo che stava trasportando lui solo pochi giorni fa, e per cui era stato accusato dai sovrani, ma era impossibile; aveva visto con i propri occhi il diavolo distruggere la prova della sua presunta “colpevolezza”, e non era il solo ad aver assistito a quello che era accaduto a palazzo. Quindi come si spiegava quel cucciolo?
    Evidentemente doveva essersi distratto a sufficienza da permettere al piccolo essere di raggiungere finalmente il suo obbiettivo; se ne accorse solo quando sentì i suoi piccoli ma affilati dentini, che gli affondavano nel sottile strato di peluria che ricopriva la coda arrivando fino alla carne, provocandogli una leggera fitta di dolore. Subito strattonò la coda, nella speranza che il piccolo mostro lasciasse la presa sulla sua carne sensibile,ma i suoi sforzi furono vani; la creatura non ne voleva sapere di lasciare andare il suo bottino tanto facilmente dopo averlo conquistato. Sibilò appena, per attirare la sua attenzione, e la cosa parve funzionare, visto che lasciò la sua povera coda martoriata per dedicargli tutta la sua attenzione. Non sembrava più spaventato, non come poco prima; ma lo vide rimanere sull'attenti, quasi in attesa di un ordine da parte sua.
    « Sei uno degli esseri che spaventano migliaia di demoni al solo pronunciare il tuo nome, ma a vederti non sembra proprio tu sia pericoloso. » Disse rivolto all'esserino che gli rispose girando appena la testa di lato.
    « Ma probabilmente è per il fatto che tu sia ancora un cucciolo. » Sbuffò il demone.
    Il durag continuava a guardarlo con i suoi occhietti scuri, quasi studiandolo: la sottile coda si muoveva nervosa dietro di lui e le piccole orecchie erano tese, attente ad ogni più piccolo movimento. Emise un piccolo verso acuto, che assomigliava molto a mamma, andandosi poi a nascondere tra i vestiti del demone, che lo guardava sconvolto. Poco dopo anche Kreuz si accorse delle due presenze che si stavano avvicinando a loro, e si mise in attesa dei nuovi arrivati; pronto a difendersi in caso di necessità.
    Sentiva il cucciolo tremare di paura a contatto con la sua pelle, e il suo corpo si tese di conseguenza, assumendo una posa difensiva; come a proteggere il proprio cucciolo da eventuali pericoli. Si rilassò parzialmente, senza però smettere di stare sulla difensiva, solo quando i nuovi arrivati comparvero dal sottobosco, rivelandosi a loro; erano Vyras e la ragazzina mora che li aveva interrotti poco prima.

    « Cosa credi di fare! Questo posto è severamente vietato agli intrusi. Cosa ne hai fatto delle creatura! Appena il padrone lo saprà andrà su tutte le furie per questo tuo affronto! E ci andrò di mezzo anche io e Vyras! » Urlò la ragazzina dopo aver visto i resti dell'uovo ormai in frantumi.
    « Calmati ragazzina, io non ho fatto proprio nulla. Se questo posto è così vietato agli estranei come dici, dovevate mettere delle barriere più potenti a proteggerlo. » Sibilò astioso il demone.
    « Ha ragione lui Mahan. Te avevi il compito di sorvegliarlo. » Si intromise Vyras.
    « Stai zitto Vyras. E tu come osi rivolgerti così a me! Inutile scarto della società che non sei altro. » Rispose la moretta indignata, avvicinandosi maggiormente al demone che la guardava con odio.
    Il demone le ringhiò contro furioso; e il cucciolo tremò più forte contro il suo petto, guaendo piano e facendosi così notare da entrambi i nuovi venuti.
    « Cosa gli stai facendo! Lascialo subito andare! » Urlò ancora Mahan, spaventando ancora di più il cucciolo.
    « Sei tu che lo spaventi razza di ythern urlante che non sei altro. »
    « Come ti permetti! Non capisco perché il padr- »
    « Cosa sta succedendo qui. » Disse una voce glaciale alle spalle di Vyras, che li fece rabbrividire tutti simultaneamente.
    « Allora Vyras? » Chiese ancora il nuovo venuto.
    « P- padrone.. » Provò a dire Mahan, venendo fulminata dal diavolo.
    « Il demone ha superato le barriere che proteggevano il suo manufatto padrone. E per un caso fortuito l'uovo si è schiuso proprio in quel momento, facendo nascere il durag. »
    « Non ti avevo ordinato di avvisarmi sugli sviluppi e le tempistiche della nascita? »
    « E' stata una cosa imprevista padrone. L'uovo non doveva schiudersi ora, ma tra la prima e la seconda settimana di Lymith. Avevamo previsto la nascita con l'aprirsi di entrambi gli occhi del dio sul nostro mondo. » Si giustificò il moro tenendo lo sguardo fisso sull'erba ai suoi piedi.
    « Qualcuno dovrà pagare per questo imprevisto. » Sibilò Radh'ka, facendo gelare il sangue nelle vene ai due servitori.
    « Vieni con me demone. E porta anche la creatura nascosta sotto i tuoi vestiti. Dobbiamo parlare. » Finì glaciale, non degnando più di un solo sguardo i due servitori.
    Kreuz fece come gli era stato detto, sollevandosi da terra e seguendo docilmente l'altro con il cucciolo ancora attaccato a se; e per la prima volta da quando era arrivato, non ribattere in alcun modo all'ordine ricevuto.
    Il diavolo era evidentemente furioso, e lui non era stupido come quella ragazzina da sfidare inutilmente la sua già precaria pazienza.


    L'angolo li Sèlìs:
    Sono felicissima che vi piaccia tanto! ç__ç
    Come vi sembra il Durag?? *-* Io lo adoro già!! xDD
     
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  9. †Vampire†
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    Che carinooooo *.* voglo un durag da coccolare :luv:
    l'uovo che kreuz stava trasportando e quello che è stato distrutto non erano gli stessi, tutto sembra fare parte di un piano del diavolo
    mmm.... ora sono ancora più curiosa, cosa accadrà quando i due occhi del dio si apriranno??
    E quale temibile punizione colpirà il demone ??
    Grazie per il capitolo
    un bacione :chu:
     
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    Entra pure dunque, varca la porta del mio animo, tu che non temi le mie tenebre più oscure

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    anche io lo trovo adorabile!!!! :luluv: in particolare nella scena in cui "gioca" con la coda di Kreuz *_* che dolce!!
    aah finalmente è ritornato anche il padrone, chissà cosa succederà ora e quale punizione dovranno subire i servitori O_O
    non vedi l'ora di scoprirlo e avere risposte alle 1000 domande che mi frullano in testa su chi sia veramente Kreuz e come si evolverà il suo rapporto con il diavolo :luv:
    grazie ancora per il cap!!! : hug:
     
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  11. Lu-cha
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    Era ora che tornasse il diavolo! Adoro le scene tra lui ed il demone *_________*
    l piccolo durag è adorabileeee *O*
    Non vedo l'ora di leggere il seguito *w*
     
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  12. doitsu_chan
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    16#

    Il pugno si abbatté violento contro la parete di roccia, mancando la finestra di pochi centimetri e sbriciolando alcune pietre acuminate che fuoriuscivano appena, e che aprirono piccoli tagli sulla pelle delle nocche. Il servitore sibilò di dolore e di rabbia a mala pena repressa; quello stupido demone aveva completamente rovinato i suoi piani. Avrebbe dovuto farlo fuori quando ne aveva la possibilità! Ora doveva trovare una soluzione per risolvere quel problema e la cosa non sarebbe stata per niente semplice; il padrone era tornato e qualcuno avrebbe sicuramente pagato per quell'imprevisto.
    Vide Kreuz passare sotto la finestra dove si trovava lui, preceduto dal diavolo e ringhiò, assottigliando gli occhi. Quello sciocco non aveva idea si cosa avesse combinato con il suo ficcanasare, ma l'avrebbe scoperto a sue spese tra non molto.
    Diede un calcio alla parete davanti a lui, e si avviò verso i sotterranei per riprendere quelli che erano i suoi doveri.
    Poco distante da dove si trovava, celato alla vista da una statua, un altro servitore osservava quello che era accaduto nel corridoio, chiedendosi cosa prendesse all'altro.
    « Cosa ti è successo... Fratello. »

    *****

    Kreuz segui il diavolo senza proferire una parola; il piccolo esserino era aggrappato alla sua carne sotto la maglia e non sembrava avere la minima intenzione di staccarsi da li. Sospirò, aveva una vaga idea di cosa era successo: ma dagli strepiti della ragazzina e dallo sguardo preoccupato che gli aveva lanciato Vyras non appena era comparso il diavolo, aveva come il presentimento di essersi cacciato nei guai per l'ennesima volta. E senza un vero intento da parte sua.
    Sollevò lo sguardo, osservando l'ampia schiena del diavolo davanti a lui; era evidentemente furioso, quando aveva fatto la sua comparsa, tutti si erano immobilizzati sul posto, lui compreso. I suoi gelidi occhi scuri li avevano scrutati uno per uno, per poi posarsi sulla protuberanza che si intravedeva sotto la sua maglia; Kreuz li aveva visti e ridursi a due fessure, e aveva deglutito rumorosamente, intimorito da quello sguardo, mentre un brivido freddo gli scendeva lungo la schiena. Aveva sussultato visibilmente quando il diavolo si era rivolto a lui, e non ci aveva pensato due volte ad ubbidire senza fare le solite storie; aveva imparato molto in fretta quando poteva prendersi certe libertà con lui, e decisamente quello non era il momento adatto.
    Tutt'ora, mentre camminava poco distante da Radh'ka, non era sicuro di come avrebbe dovuto comportarsi; si sentiva irritato per l'intera situazione, e nonostante l'evidente rabbia del diavolo che lo faceva stare in parte al suo posto, non aveva ancora proferito parola solo nella speranza di ricevere spiegazioni in merito a ciò che era successo. In particolare riguardo alla creatura che aveva ancora aggrappata addosso, e che aveva iniziato a strusciarsi sul suo petto.
    Sapeva per certo cos'era quell'essere; era quasi impossibile non riconoscerlo, nonostante il suo strano comportamento. Ma poteva benissimo essere associato alle sue condizioni; non aveva mai sentito parlare dei cuccioli di quella creatura, e dubitava che qualcuno li avesse mai visti. Non erano esseri facili da trattare.
    « Posso sapere dove stiamo andando? » Chiese coraggiosamente dopo un po'.
    Radh'ka non si girò nemmeno a guardarlo quando gli rispose. « Nelle tue stanze. »
    Kreuz si accigliò; per quale motivo stavano andando in camera sua? Stava per chiederglielo, ma si trattenne; era meglio non sfidare la poca pazienza rimasta al diavolo.
    Svoltarono l'ultimo corridoio, trovandosi poi davanti alla porta della loro meta, che attraversarono senza esitazione; Radh'ka andò ad accomodarsi su una poltrona molto simile a quella su cui si era seduto la prima volta che era rimasto da solo con l'altro, mentre il demone si sedette per terra ai piedi del letto, in attesa di ricevere alcune spiegazioni in merito al suo bagaglio.
    La stanza si immerse ben presto nel silenzio; Radh'ka osservava attentamente il demone poco distante da lui, immaginava che l'altro si aspettasse delle risposte, ma non aveva alcuna intenzione di rispondere alle sue aspettative. Quello a cui stava pensando era a come risolvere la situazione in cui erano finiti. Il demone era ovviamente incapace di prendersi cura di quella creatura, e anche se ne fosse stato in grado, lui normalmente non avrebbe sicuramente affidato un essere così letale ad un altro altrettanto pericoloso. Ma quella non era una situazione normale, e da quello che aveva assistito il cucciolo si era già attaccato al demone. A questo punto avrebbe fatto il possibile per trarre anche quella situazione a suo vantaggio.
    « Quello che hai sotto la maglia demone, è un cucciolo di Durag. Uno degli esseri più pericolosi di tutto il regno. » Iniziò il diavolo, scrutando attentamente l'altro per valutarne le reazioni; rimanendo però sorpreso quando l'altro si limitò ad annuire senza scomporsi.
    « Lo immaginavo. Quello che mi interessa sapere è cosa ci faceva una cosa del genere in mezzo al tuo giardino. » Chiese Kreuz, passando direttamente al tu senza accorgersene.
    « Non penso di averti dato il permesso di prenderti tanta confidenza con me, demone. In ogni caso la domanda che hai posto non è affar tuo. Quello che voglio sapere è il motivo per cui ti trovavi in quel luogo. » Ribattè Radh'ka assottigliando gli occhi.
    « Non pensa di dovermi delle spiegazioni, visto quello che ho incollato addosso? » Rispose Kreuz, visibilmente irritato.
    « Ti ho posto una semplice domanda. Non mi ripeterò una seconda volta; o forse non hai capito la situazione in cui ti trovi? » Replicò il diavolo, rilasciando una minima parte del suo potere che fece rabbrividire l'altro, facendogli perdere la sua spavalderia.
    « Mi stavo allenando con Vyras, quando la ragazzina che controlla l'ingresso ha preteso di parlare con lui in privato. Quindi mi sono messo ad esplorare un po' i dintorni, e sono incappato in quella strana barriera. » Il cucciolo aveva ripreso a tremare non appena l'energia del diavolo li sfiorò, e sia il demone che Radh'ka avvertirono la sua paura, ma non dissero nulla.
    « Tira fuori il cucciolo, devo controllare una cosa. » Kreuz ubbidì senza rispondere, si sollevò la maglia e prese con entrambe le mani l'esserino tremante, che si lamentò subito per la lontananza emettendo un sottile verso acuto.
    Il diavolo scrutò il cucciolo per diversi minuti prima di parlare ancora; ne valutò le dimensioni, il colore e soprattutto le ali membranose. Quelle attirarono fin da subito la sua attenzione, grazie a quelle ora sapeva persino il sesso della creatura; ma la cosa al posto di compiacerlo gli fece emettere un basso ringhio frustrato.
    Una femmina! Proprio una dannatissima femmina doveva capitargli. Quelle stupide creature erano già difficili da trattare, ma le femmine erano ancora peggio, in quanto restavano più attaccate alla “madre” rispetto ai loro consanguinei maschi. E in questo caso la suddetta madre era proprio quello stupido cucciolo di demone che aveva adottato di recente.
    Cercò di controllare la sua frustrazione; la situazione sembrava degenerare ogni secondo di più, ma lui ne sarebbe venuto fuori da vincitore.
    « Come ti ho detto poco fa, quello è un cucciolo di Durag. Precisamente una femmina. Devi sapere che le femmine al contrario dei maschi si distinguono per le ali; infatti i maschi non le possiedono. Ci vorrà un po' di tempo prima che raggiunga le dimensioni tipiche della sua specie, quindi nel frattempo dormirà in questa stanza con te. Dovrai prendertene cura nel migliore dei modi, stando attento ad ogni sua necessità; soprattutto nei primi giorni precedenti alla nascita che sono i più difficoltosi. Contrariamente a quello che si pensa, queste creature sono nella maggior parte indifese durante i primi giorni di vita, per questo motivo le madri diventano più pericolose quando aspettano i figli. Difendono la progenie. » Spiegò Radh'ka.
    Kreuz guardò sconvolto il diavolo, sgranando comicamente gli occhi. Sicuramente aveva capito male; il diavolo non gli stava ordinando di prendersi davvero cura di quella creatura incredibilmente pericolosa e letale. Doveva aver sicuramente capito male. Era impossibile.
    « Sarai responsabile della sua incolumità fino a quando non sarà in grado di badare a se stessa, e non pensare minimamente di abbandonare l'allenamento o di affidarla a qualcun altro. Verrai punito severamente se il numero dei miei servitori diminuirà drasticamente. »
    « Cosa intende con “ diminuirà drasticamente”? » Chiese allora il demone, non capendo dove volesse arrivare l'altro.
    « Intendo dire che se ci dovessero essere cadaveri non richiesti in giro per castello, ne pagherai il prezzo. Quel piccolo mostro sarà docile solo con te, in quanto madre. Con chiunque altro non sarà così innocuo. » Rispose il diavolo.
    « In che senso madre? »
    « Quegli esseri scelgono come madre la prima creatura vivente che vedono. Non importa che sia della loro stessa specie, esse la disegnano come madre; quindi nel tuo caso come padrone. »
    « Ma io non ho idea di come ci si prende cura di questa cosa! » Urlò il demone.
    « A questo proposito ti farò portare da Vyras dei libri che ti saranno utili per accudirla al meglio; per il momento sarai confinato nelle tue stanze. Ti è proibito uscire con o senza la creatura, e se ti troverò a gironzolare per il castello verrai punito severamente. I pasti ti verranno portati in camera, e lo stesso vale per quelli del cucciolo. Non mi ripeterò una seconda volta, quindi mi auguro che tu abbia compreso tutto. » Finì il diavolo per poi avviarsi verso la porta ed aprirla.
    « Ho capito. » Sibilò Kreuz in tono sommesso, trattenendo a stento la rabbia. « C'è altro? » Chiese sarcasticamente
    « Trovagli un nome degno. » Rispose glaciale Radh'ka, per poi chiudersi la porta alle spalle, lasciando così il demone da solo con il terrore del regno.


    Non appena la porta si fu chiusa alle spalle del diavolo, Kreuz emise un basso ringhio frustrato: appoggiando nel frattempo la creatura a terra. L'aveva sentita tremare e piagnucolare per tutto il tempo, ma non gli aveva prestato molta attenzione; adesso invece la osservava quasi con odio, misto a rassegnazione. Alla fine non era colpa sua, quindi era inutile prendersela con lei; se proprio doveva trovare un colpevole doveva essere lui, o in alternativa quella ragazzina mora che stava all'entrata. Da quello che aveva capito dalla breve discussione avuta tra i due servitori, era lei quella che aveva il compito di occuparsi dell'uovo. Quindi, se non avesse abbandonato la sua postazione, nulla di quello sarebbe successo: e lui avrebbe continuato il suo allenamento in santa pace. Sicuramente il diavolo l'avrebbe punita per la sua mancanza, ma non poteva considerarsi dispiaciuto per questo; quella mocciosa gli stava antipatica.
    Ritornò al presente sbuffando sonoramente, e abbassò lo sguardo che aveva distolto poco fa dalla creatura, non trovandola però dove l'aveva lasciata. Si alzò in piedi di scatto, guardandosi attorno freneticamente; dove diavolo si era cacciato quel piccolo mostro? Gli aveva tolto gli occhi di dosso per mezzo secondo e quello si era volatilizzato nel nulla. Iniziava bene. Doveva assolutamente trovarlo o era la volta buona che il diavolo lo ammazzava. Guardò sotto al letto, sotto la scrivania e addirittura nel bagno ma quel cucciolo sembrava scomparso nel nulla; adocchiò preoccupato la finestra, ma scartò subito quell'ipotesi visto che era chiusa. Si chinò di nuovo per controllare una seconda volta sotto il letto, mettendosi a gattoni; magari non l'aveva notata nascosta nell'oscurità, infondo era ancora piccola e quelle lenzuola avrebbero potuto facilmente nasconderla. Strisciò per metà sotto al baldacchino, scrutando attentamente ogni angolo e scostando le coltri che arrivavano a coprire fino a terra, ma non trovò nessuna traccia del durag; stava per rinunciare, quando avvertì i piccoli dentini del mostro afferrargli la coda. Si alzò di scatto - o almeno ci provò- , ma sbatté dolorosamente la testa contro la base de letto; imprecò per diversi minuti contro qualsiasi cosa gli passasse per la testa, e solo dopo molti minuti riuscì ad uscire dalla trappola in cui si era cacciato da solo. Per poco non ringhiò contro il cucciolo, che non aveva smesso un secondo di mordicchiargli la coda; ma all'ultimo si trattenne. Se lo avesse spaventato sarebbe stato ancora più problematico prendersene cura, e già non era un compito semplice. Strattonò appena la coda, riuscendo a liberarla dalle “fauci” del mostro, che la guardò allontanarsi piagnucolando; per poi prepararsi all'agguato una volta che quella si fu posata poco distante da lui. Kreuz rise divertito, come poco prima in giardino; distraendo l'altro dal suo attacco, che finì per dare una capocciata alla trave del baldacchino. Il demone lo guardò preoccupato mentre questi scuoteva appena la testa, nell'inutile tentativo di far passare il dolore; lo osservò poi dirigersi esitante verso di lui, con entrambe le orecchie attaccate al piccolo cranio e gli occhioni ambrati fissi nei suoi.
    Un momento. Occhioni ambrati? Kreuz sgranò gli occhi, osservando più attentamente la creatura; era certo che poco prima gli occhi di quell'essere non erano ambrati, ma neri. Com'era possibile una cosa del genere?
    « Il colore dei loro occhi cambia a seconda del padrone. » Rispose una voce alla sua domanda inespressa.
    Il demone si girò di scatto verso la porta, guardando il nuovo arrivato entrare senza aver bussato.
    « Non si usa bussare dalle vostre parti? » Chiese irritato, guardando male Vyras. La cosa che più gli rodeva di più, era il fatto di non averlo sentito entrare.
    Il moro si chiuse la porta alle spalle con un calcio e si avvicinò a lui con una decina di libri tra le braccia; posandoli poi sulla scrivania poco distante. Il durag si era nascosto dietro di lui non appena aveva notato il nuovo arrivato, e aveva iniziato ad emettere dei piccoli ringhi “minacciosi” che però il moro ignorò completamente, rivolgendosi al demone.
    « Questi libri ti serviranno per prenderti cura del cucciolo, vedi di leggerli. Il padrone si arrabbierà altrimenti. »
    « Siamo tornati ai vecchi metodi da quando è tornato? » Chiese allora Kreuz, vedendo l'atteggiamento dell'altro.
    Vyras lo guardò in silenzio per alcuni minuti, per poi scuotere appena la testa e rispondere.
    « Non tornerà come prima, ma questo varrà solo all'interno di questa stanza. Oggi ho avuto diversi problemi, e voglio evitare inutili discussioni come quella di questo pomeriggio. » Chiarì il moro. « Tra non molto porterò personalmente la cena per te e la creatura; mi pare che oggi tu abbia persino saltato il pranzo. » Domandò.
    « In effetti non mangio nulla di concreto da questa mattina, ma prima di uscire per gli allenamenti ho ingerito una di quelle strane palline colorate che mi ha dato il tuo padrone. » Rispose il demone.
    « Il Nostro padrone, vorrai dire. Ricordati che ora sei vincolato a lui. » Sottolineò Vyras, guardando male il demone e ricevendo in cambio un'occhiataccia.
    « Vedrò di tenerlo a mente. » Sbuffò contrariato Kreuz, guardando l'altro uscire silenzioso com'era entrato.


    Non passò molto tempo, che il moro tornò nella stanza con un vassoio carico di prelibatezze; il demone in quel poco tempo si era spostato sul letto, ed aveva iniziato a sfogliare uno dei libri che gli aveva portato poco prima. Ma non appena lo vide entrare, mise da parte il pesante volume che aveva sulle gambe ed interruppe il movimento ondulatorio della coda, terminando così il passatempo del durag, che lo fissò contrariato per alcuni secondi per poi spostare la sua attenzione al moro: ricominciando a ringhiargli contro.
    « Sembra che tu non gli piaccia proprio. È molto strano, perché quando siamo da soli non si comporta in questo modo. » Iniziò il demone, per poi rivolgersi al cucciolo. « Basta Hyp, sei noiosa. Non lo vedi che è lo stesso di prima? » Domandò al durag, che sentendosi chiamare da lui iniziò a muovere frenetico la coda, spostando la sua attenzione dall'intruso a quello che aveva scelto come mamma.
    « Hyp? È così che lo hai chiamato? » Chiese il moro curioso.
    « Hypathàloss. Hyp è il diminutivo; dopo le prime quattro volte che la chiamavo, mi sono reso contro che era davvero troppo lungo da pronunciare. » Spiegò Kreuz.
    « Capito. » Rispose semplicemente Vyras. « Vieni a cenare, forza; e porta anche la belva feroce. » Continuò sarcastico.
    « Non sembra molto pericoloso vero? Non si direbbe che questo piccolo mostro sia in realtà il terrore del regno. » Affermò il demone, alzandosi dal letto dopo aver recuperato la cucciola, che prese subito a strusciare il muso contro il suo petto.
    « Crescerà fin troppo in fretta, e quello sarà il problema più difficile da risolvere. Bisognerà insegnargli per tempo tutto quello che una creatura del genere dovrebbe sapere; a volare per esempio. »
    « Volare!? Dovrei insegnare a questo mostriciattolo a volare? Come pensate che possa fare? Mi butterò dal precipizio per dargli il buon esempio, per poi sfracellarmi al suolo? » Chiese sarcastico il demone.
    « Per il momento quella non è la nostra preoccupazione principale; dovrai insegnargli molte altre cose prima che si arrivi anche a quello. » Replicò il moro.
    « Non vedo l'ora. » Rispose sarcastico Kreuz, per poi appoggiare la creatura sul tavolo e mettersi a mangiare, imitato da Hyp.

    Vyras si congedò non molto tempo dopo la fine del pasto, portando via il vassoio ormai vuoto e raccomandando al demone di leggere i libri che gli aveva portato; ma soprattutto di stare attento ad ogni minimo spostamento del piccolo mostro. Hyp si era addormentata in braccio a Kreuz subito dopo aver spazzolato tutto quello che il demone moro gli aveva portato, felicemente soddisfatta di avere lo stomaco pieno e di essere al calduccio in braccio alla sua mamma. Il demone la osservò dormire per molto tempo, valutando nel frattempo quale sarebbe stata la sistemazione più adatta per l'esserino; non poteva semplicemente appoggiarla per terra ed infilarsi sotto le calde coltri, avrebbe rischiato di prendere freddo e non aveva idea di cosa sarebbe potuto succedere. Infondo, era stata rinchiusa in un uovo per non sapeva quanto tempo, e sicuramente la temperatura all'interno di quel guscio era certamente elevata; al contrario della pavimentazione di pietra.
    Sbuffò sconsolato, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso il baldacchino; rassegnato all'idea di farla dormire con lui sotto le coperte al caldo, avrebbe dovuto lavarla per non sporcare le lenzuola, ma non voleva svegliarla, così rimandò la faccenda al giorno dopo. Scostò appena le lenzuola e la depositò con cura sul soffice materasso, stando poi attento a sistemare le coperte in modo che l'aria filtrasse ugualmente attraverso qualche spiraglio. Aggirò il letto, per poi infilarsi anche lui sotto le calde lenzuola e riprendere in mano il libro che aveva abbandonato prima di cena.
    Lesse per un oretta, cercando di apprendere il più possibile nel minor tempo; non gli piaceva passare delle ore sui libri, la considerava una cosa poco utile e redditizia. Chiuse il libro con un tonfo, quando gli occhi iniziarono a bruciargli a causa del troppo tempo passato a leggere quei piccoli caratteri scritti su carta; posò il pesante tomo ai piedi del letto e si sistemò il più comodamente possibile sotto le lenzuola, cercando di non svegliare la sua ospite indesiderata.
    Stava per cedere al sonno, cullato dalle dolci promesse di Chandra, la divinità lunare; quando una famigliare, ma dolorosa fitta alla coda lo fece sobbalzare.
    Scostò le coperte dal suo corpo, per scoprire il piccolo fardello che aveva acquistato di recente, mordicchiare felicemente -e per nulla incline ad addormentarsi entro breve- quella che aveva ribattezzato: la sua preda.
    « Sarà una notte molto lunga. » Sospirò sconfitto, ricevendo in cambio un versetto allegro da parte di Hyp.


    L'angolo si Sèlìs:
    Salve ragazze.. ( E Ragazzi se ci sono! x°D )
    So di essere come al solito in ritardo... E non ho davvero scusanti... Ma l'ispirazione a volte viene, mentre altre si butta ( letteralmente) dalla finestra...
    Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento! ^__^
    Come al solito vi lascio la mia pagina di Facebook! Dove ogni tanto metto dei disegni sui personaggi.. x°D ( Se a qualcuno interessa vedere le mie schifezze.. )
    https://www.facebook.com/pages/Sel%C3%ACs-T...06510789?ref=hl
     
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  13. †Vampire†
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    Non ti preuccupare ^^ preferisco aspettare la tua ispirazione piuttosto che leggere un capitolo buttato a caso
    ho visto il disegno di hyp :luv: voglio un cucciolo di durag da spupazzare
    il diavolo ha dato una bella gatta da pelare a kreuz , prendersi cura di hyp non sarà un'impresa facile ( che belli gli occhioni dorati *.*)
    sono seeeeeempre più curiosa di scoprire il "piano" :fear:
    aspetto con ansia il prossimo capitolo :chu:
     
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    catsoup

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    Hyp è adorabile, voglio anch'io un piccolo durag :luv: :luv: :luv: :luv:

    Brava, veramente brava, la tua storia si legge che è un piacere

    il cucciolo poi è stata un idea magnifica e inaspettata
     
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    Entra pure dunque, varca la porta del mio animo, tu che non temi le mie tenebre più oscure

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    che puccia che è Hyp!!!!!!
    grazie del cap! davvero bello e interessante *_*
    pensavo che sarebbe stato punito dal diavolo e invece...anche se in effetti prendersi cura del cucciolo potrebbe essere una punizione sufficiente :mmh:
    grazie ancora del cap, alla prossima :chu:
     
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82 replies since 24/5/2012, 22:04   1158 views
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