Quel diavolo di avvocato

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  1. doitsu_chan
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    02#



    Il processo era iniziato da poco più di dieci minuti e già entrambi non ne potevano più. In quei pochi attimi c'erano stati un sacco di nomi lunghi e impronunciabili, dai toni altisonanti; ma altrettanto erano stati quelli corti e di poca importanza. Assistere ad un processo era una cosa comune; molti vi partecipavano, solo per il gusto di vedere il condannato supplicare per la propria vita e ricevere la punizione che gli spettava davanti a tutti. Un sadico divertimento insomma.


    Questa volta invece, molti erano presenti in quell'enorme stanza anche, e soprattutto per vedere Radh'ka all'opera; nessuno sembrava dubitare delle capacità del diavolo, e, nonostante fossero a conoscenza del crimine cui il demone sembrava essersi macchiato, tutti davano quasi per scontato l'esito positivo del processo.


    Il silenzio calò non appena l'ultimo nome impronunciabile su proclamato, e i Vel'phys fecero il loro ingresso nella stanza. La tensione era alta, e si poteva notare soprattutto nel demone, visto che non riusciva a stare fermo per più di dieci secondi. La cosa stava irritando Radh'ka, e non poco; non solo per la sua poca pazienza, ma per il semplice fatto che il demone sembrava dubitare della buona riuscita, e di conseguenza delle sue capacità. Senza farsi vedere tirò una gomitataal demone, ricevendo in cambio uno sguardo astioso, da cui però non si fece per nulla intimorire. Sarebbero passati altri mille anni, prima che una cosa del genere potesse anche solo pensare di avvenire.


    « Smettila di dimenarti come un cucciolo di Durag appena nato e stai fermo. » Sibilò Radh'ka al demone.


    « La fai facile te diavolo. Non sei tu a rischiare la pelle in tutto questo. » Ringhiò a bassa voce il demone.


    « Se avessi scelto un altro a difenderti, ti avrei anche potuto dar ragione di temere per la tua patetica vita. Ma sono io il tuo avvocato, quindi smettila immediatamente di fare qualunque cosa tu stessi facendo; e vedi di non compiere azioni stupide non appena tutto questo inizierà, o alla fine di tutto questo, ti farò rimpiangere di essere scampato ai Vel'phys. Ci siamo chiariti moccioso? » Finì il diavolo, ricevendo dal demone un gesto poco elegante.


    Una voce gelida attirò l'attenzione di tutti, compresi i due litiganti; i quali, al sentire pronunciare il proprio nome, si alzarono dai posti, a loro assegnati in mezzo alla sala.


    « Kreuz Amaràin di Yàre, sei sotto accusa per ribellione e infrazione delle leggi di Zelher; in quanto sei stato trovato in possesso di un uovo di Durag, il nemico principale dei Vel'phys e quindi nemico del regno. » Iniziò una voce profonda, proveniente da dietro un enorme telo, per poi interrompersi, in modo che tutti potessero assimilare il grave crimine commesso dal demone. « In questa sede, solo grazie alla magnanimità dei nostri illustri sovrani avrai la possibilità di essere difeso da un avvocato a tua scelta. Ti avvali di questo diritto a te concesso? » Chiese la voce.


    « Si. » Rispose semplicemente il demone, non osando proferire altra parola.


    « Che l'avvocato si faccia avanti. » Continuò ancora la voce.


    « Io sono Radh'ka Gràvèt Overadh di Eroew, e quest'oggi sono in questa stanza, alla presenza dei nostri venerabili Vel'phys, signori incontrastati di Zelher, per difendere il qui presente Kreuz Amaràin di Yàre. Accusato di ribellione, e infrazione delle nostre sacre leggi. »


    « Che il processo abbia inizio. » Proclamò la voce.





    ****


    “Che lo spettacolo cominci” pensò il diavolo prima di iniziare a parlare. « Come molti di voi sapranno, i Durag sono i nemici del regno, e chiunque sia trovato in possesso di un uovo, o di un cucciolo di quella pericolosa creatura è automaticamente condannato a morte per tradimento. Tuttavia, ho due validi argomenti a favore del mio cliente; nonostante il primo argomento sia senza alcuna prova, e di conseguenza abbastanza irrilevante in quanto non si possa verificarne la veridicità, vorrei comunque esporlo alla gentile corte. Il mio cliente è stato accusato di esse in possesso di un uovo di Durag, e la cosa è assolutamente senza obbiezioni, la corte però non è al corrente che il demone, essendo un mercenario, stava solo trasportando l'uovo per conto di terzi sotto un cospicuo compenso; senza essere a conoscenza della reale entità dell'oggetto. » Si interruppe un attimo, per poi girarsi e camminare lentamente verso il piedistallo dove era stato posto l'uovo, senza però osare toccarlo.


    « Tutti in questa stanza posso dire senza alcuna esitazione, che l'uovo qui presente, sia a tutti gli effetti, un uovo di Durag. Me lo confermate signori? » Domandò il diavolo agli spettatori, ricevendo in cambio molti cenni d'assenso e alcuni “si” mormorati.


    « Quello che i gentili signori non sanno, è che a tutti gli effetti, quello, non è un uovo di Durag. » Continuò Radh'ka, lasciando la corte stupita.


    «Cosa sappiamo di quella misteriosa e terrificante bestia? Che sia estremamente pericolosa, e che chiunque abbia mai incrociato il suo cammino non è più tornato per raccontarlo. Sappiamo che le sue uova sono dure come la roccia e nere come i frammenti di korm, con minuscole macchioline arancioni sparse per tutta la superficie. Molti dei presenti in questa stanza, sono nati in questo regno o non hanno mai viaggiato oltre i confini; di conseguenza non possono essere a conoscenza di un altro animale, completamente diverso dal Durag e sicuramente meno pericoloso, che depone delle uova simili a quelle della terrificante bestia. Queste, in confronto alle uova di Durag sono estremamente fragili; se ora i gentili Vel'phys me ne danno la possibilità, vorrei dare una prova concreta alla veridicità delle mie parole.» Chiese il diavolo.


    « Come intendi fare. » Chiese uno dei Vel'phys.


    « Una volta finito il processo, quale sarà il destino dell'uovo? » Domandò il diavolo, senza rispondere alla domanda.


    « Sarà distrutto ovviamente. » Rispose uno dei sovrani senza esitazione.


    « Potrei usarlo come dimostrazione? Se realmente fosse un uovo di Durag quello che intendo fare non potrebbe sortire alcun effetto; se invece le mie parole risulteranno veritiere il demone avrà comunque ricevuto la sua punizione per aver fatto perdere del prezioso tempo alle vostra signoria. » Continuò Radh'ka.


    « Permesso accordato. » Dissero i Vel'phys.


    Il diavolo si avvicinò all'uovo e lo prese con entrambe le mani dal suo piedistallo, scatenando un leggero bagliore dovuto all'infrazione delle barriere messe in precedenza per proteggerlo. Era abbastanza pesante, segno che dovevano essere passate molte lune da quando era stato deposto, ma sarebbe servito ancora un po di tempo per la schiusa. Alzò l'uovo sopra la sua testa, lanciando un'occhiata al demone, prima di lasciarlo cadere.


    Un esclamazione sconvolta riempì l'enorme stanza non appena l'uovo; appena toccato terra, si ruppe in mille frammenti schizzando il suo contenuto un po' ovunque.


    « Ehi, stupido diavolo, sei impazzito! » Esclamò Kreuz arrabbiato, essendo però completamente ignorato da Radh'ka. Quello era il suo lavoro, diamine! Come avrebbe fatto adesso, una volta uscito di li, a consegnarlo? Quel bastardo lo sapeva, e lo aveva fatto apposta per vendicarsi.


    « Come potete vedere, la reazione del demone è stata esattamente uguale a quella di molti di voi. » Continuò il Radh'ka, camminando sui cocci dell'uovo e dirigendosi verso il centro della stanza; ignorando completamente il demone.


    « Per tanto; l'uovo stesso non era realmente quello che tutti credevano che fosse. E con questo ho finito vostra eccellenza.» Finì compiaciuto il diavolo, ghignando in direzione del demone ancora furente.


    Aveva, come da accordi vinto la causa, il demone avrebbe dovuto per forza mantenere l'altra metà del patto. La magia vincolante del contratto non gli dava altra scelta.


    « Molto bene, abbiamo preso la nostra decisione. » Esclamò uno dei Vel'phys.


    « Kreuz Amaràin di Yàre, i sovrani di tutto Zelher, i potenti Vel'phys, hanno deciso di credere alla veridicità delle parole del tuo avvocato e di conseguenza alla tua innocenza. Nonostante questo, per aver causato scompiglio nel regno, ti verranno inflitte 20 frustate con una coda di Broick. » Proclamò di nuovo la voce.


    Kreuz lanciò un’occhiata di fuoco al diavolo.


    Sicuramente era tutta colpa sua.


    ******


    La prima frustata è sempre quella che, nonostante tu sia preparato psicologicamente, ti coglie di sorpresa, facendoti scappare un gemito. La seconda è quella che sai che sta per arrivare, e l’ansia anticipa il momento, ti tende come una corda di violino ogni muscolo del corpo. Alla terza speri che il dolore finisca il più pesto possibile, perché davvero quelle piccole lame attaccate alla frusta ti stanno facendo impazzire. Dopo la quarta smisi di contarle, perché il dolore e la rabbia verso il diavolo gli stava mandando il sangue al cervello. Sentiva i vestiti lacerarsi sotto le frustate del carceriere, che di certo non si stava trattenendo; il sangue scivolava su ogni parte del suo corpo, macchiando il pavimento di pietra.


    Subito dopo la fine del processo l’avevano condotto verso un lungo corridoio di pietra, che portava direttamente alle segrete; e di conseguenza alla camera delle torture. Non si era opposto, sapeva che sarebbe stato inutile. Nonostante non fosse intelligente come il diavolo, non era certamente uno stupido come quest’ultimo pensava, altrimenti non sarebbe sopravvissuto molti anni con il mestiere che faceva. La cosa che lo irritava di più era stata la beffa del diavolo nei suoi confronti. Era sicuro che ci fossero migliaia di altri modi per dimostrare la sua innocenza senza rompere quello stramaledettissimo uovo. Nonostante fosse solo un falso come aveva sostenuto il diavolo, quello era comunque parte del suo lavoro. Ora, dopo tutta la fatica e l’ingiusta punizione che stava subendo, non avrebbe nemmeno potuto riscattare la ricompensa che gli spettava.


    Quel diavolo l’avrebbe pagata; pensò ricevendo l’ultima frustata.
     
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