Sakkaku-illusione

FMA drammatico accenno shonen-ai

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    Titolo: Sakkaku-Illusione
    Serie: Fullmetal Alchemist
    Genere: One-shot autoconclusiva, shonen-ai accennato, drammatico
    Raiting: giallo
    personaggi: Edward Elric Alphonse Elric Roy Mustang


    Note: i personaggi appartengono ad Arakawa-sensei e questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
    Note 2: spero che questa ficcy vi piaccia, l'ho postata anche su EFP sotto il nome di Chiby Rie_chan, buona lettura!



    Alphonse Elric era morto.

    Era morto perché il suo corpo -riottenuto da pochi mesi- era troppo demole.

    Era morto per una stupida malattia, la stessa malattia che anni prima aveva colpito la madre, e quel giorno, insieme ad Alphonse Elric era morto anche il fratello maggiore, involucro umano riempito di sofferenza e apatia.

    Dolore.

    Solitudine.

    Dolore.

    Silenzio.

    Dolore.

    Apatia.

    Pazzia.

    Edward Elric aveva lentamente passato tutte quelle fasi, consumato lentamente fino a non riconoscere più la realtà, fino a dimenticare tutto e tutti, fino alla pazzia che lo aveva spinto a credere a maligne allucinazioni.

    Lui lo vedeva, il volto sorridente di suo fratello, e lo chiamava, gli diceva di seguirlo, e lui lo aveva fatto.

    Aveva girato per ore nelle strade inseguendo quell’allucinazione.

    Scalzo, coi capelli sciolti, a coprire le sue membra stanche solo un pantalone e una maglia leggeri, neri come il lutto che ancora portava nel cuore.

    “fratellone, vieni”

    E lui lo seguiva, in ogni vicolo in ogni strada, lui seguiva il suo amato fratellino, perché era tornato da lui, non era morto come ricordava, era vivo e lo stava chiamando, lui doveva seguirlo.

    “vieni fratellone, forza, da questa parte”

    - Al… -

     

    Quando il colonnello Mustang aveva scoperto della scomparsa del ragazzo aveva dato subito l’allarme, insieme alla sua squadra lo aveva cercato in ogni dove, fino a quando una guardia non lo aveva avvertito che il fullmetal era sulla terrazza del Quartier generale.

    Aveva corso il più velocemente possibile per raggiungerlo.

    Il vento accarezzava dolcemente i suoi capelli, facendoli danzare nell’aria, seduto sul parapetto della terrazza con le gambe penzolanti, bellissimo nella sua pazzia, gli occhi dorati guardavano la figura immaginaria affianco a se, le labbra increspate in un dolce sorriso, erano mesi che non sorrideva ormai, non ricordava il perché, ma adesso Alphonse era li con lui, a guardare la città dall’alto del Quartier generale, insieme come doveva essere.

    - è bello quassù vero Al? -

    “si, è bellissimo”

    - era da tanto che non ci venivamo, nella pausa pranzo venivamo sempre qui, chissà perché non ci siamo più venuti?! - il suo viso era pensieroso, era strano, era come se una parte della sua memoria fosse scomparsa.

    La sua attenzione venne di nuovo attirata dal fratello minore che si era messo a camminare avanti e indietro sul parapetto, poi gli fece segno di salire anche lui, si issò su aiutandosi con le braccia e guardò giù, era così alto.

    Poi una voce.

    - ACCIAIO! -

    - colonnello, tenente, maggiore, che ci fate qui? - era stupito, il colonnello e gli altri sembravano così preoccupati.

    - acciaio vieni giu da li! - gli porse la mano il moro, stava per allungare la mano ma Alphonse lo richiamò, era dall’altra parte del parapetto, sospeso nel vuoto.

    “ no fratellone, vieni qui”

    - acciaio forza dammi la mano! -

    “ vieni da me fratellone, così staremo insieme”

    Edward era confuso, c’era qualcosa di strano, lo sentiva, lo vedeva dallo sguardo preoccupante del colonnello, lo vedeva dallo sguardo scuro di suo fratello, però… Alphonse non aveva mai avuto gli occhi neri!!

    “ VIENI DA ME EDWARD!”

    - NO! LASCIAMI STARE-

    Fu un attimo, mentre si spostava all’indietro il piede aveva perso stabilità, sentiva il vuoto sotto di se.

    - EDWARD! -

    E tremava, tremava Edward, la paura evidente nei suoi occhi, mentre l’illusione di Al scompariva senza lasciare più traccia, e tremava Edward nelle braccia del colonnello dopo che lo aveva tirato su, tremava e piangeva, perché suo fratello non era con lui, perché si sentiva irrimediabilmente perso, perché era solo e aveva paura.

    Sentiva solo la mano calda di Mustang che gli accarezzava dolcemente i capelli e gli sussurrava parole di conforto stringendolo forte al suo petto.

    - va tutto bene Edward, va tutto bene, è finita -

    - c-colonnello, ho paura, ho paura! -

    E quelle furono le ultime parole pronunciate da Edward Elric, aveva perso la parola, non aveva piiù parlato, e poi qualche anno dopo era morto, consumato dalla stessa malattia che gli aveva portato via la madre e il fratello minore, era morto tra le braccia di quell’uomo che per lui era stato come un padre.

     

    THE END


     
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