Tiger & Bunny - Let’s believe in him

Yaoi - AGGIORNATO C02 08/10/2012 [In corso...]

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    Dopo insistenze varie... forse sarebbe meglio chiamarle minacce, visto che non posto mai niente di quello che scrivo, mi è stato imposto di inserire almeno questa oneshot, partorita alle 5 di questa mattina, ascoltando la canzone Savin'me dei Nickleback, da cui è tratto il brano inglese iniziale. Che dire, buona lettura xD e... abbiate pietà a parer mio poteva anche essere buttata nel dimenticatoio con tutte le altre che ho fatto.

    Edit: La oneshot ha finito col diventare una miniserie in tre capitoli! XD Non so se per voi sia un bene o un male... ma godetevi il seguito di questa stramba storia!


    Titolo:
    Let's belive in him
    Serie: Tiger & Bunny
    Genere: Yaoi, Introspettivo, Romantico, Drama
    Pairing: Barnaby x Kotetsu
    Raiting: Arancione (1), Rosso (2)
    Stato: Miniserie - 2/3 capitoli [In corso].

    Tiger & Bunny - Let's belive in him




    1. I reach for you


    Prison gates won't open up for me
    On these hands and knees I'm crawlin'
    Oh, I reach for you
    Well I'm terrified of these four walls
    These iron bars can't hold my soul in
    All I need is you
    Come please I'm callin'
    all I scream for you
    Hurry I'm fallin', I'm fallin'





    E’ fuoco quello che mi si leva innanzi agli occhi. La stanza ne è invasa, io sono fermo sulla soglia impotente, ho sentito gli spari, ho visto lui, la pistola fumante ancora puntata verso i loro corpi.
    Urlo, piango, mi dispero ma loro restano lì, immobili, non mi parleranno più, non mi stringeranno più, non torneranno più e lui mi fissa con un sorriso tra la commiserazione e l’ironia.
    Sono stato tradito da qualcuno in cui credevo ciecamente, ha fatto sì che rimanessi completamente solo, ha fomentato l’odio e la paura dentro di me, ed ora che è sparito anche lui… cosa mi resta?


    Sono solo.



    Ti sbagli, ci sono io.



    No, non mi resta più nessuno.



    Perché dici così? Io ti resterò sempre accanto.



    Menti. Come tutti gli altri. Vi odio tutti.



    E se io dicessi di amarti?



    Non ti crederei. Nessuno può amarmi, perché io non lo merito.



    Cosa te lo fa pensare?



    Anche l’ultima persona in cui ho creduto, stava per morire a causa mia.



    Per questo vuoi restare da solo?



    Voglio fidarmi ma non posso. Finirei per perdere di nuovo chi amo.



    Per te, sarei disposto a sacrificare la mia vita tutte le volte che serve, Bunny-chan.



    Kotetsu-san…






    Mi risveglio improvvisamente, sono nel mio appartamento, vuoto e sterile, proprio come me. Provo a tirarmi su a sedere, ma ho la mano destra stretta in una morsa serrata e calda.
    Trattengo il fiato alla vista dell’uomo che dorme seduto sulla sedia accanto al mio letto. Ha le occhiaie pronunciate a dimostrare di non aver chiuso occhio per tutta la notte. Istintivamente allungo la mancina ad accarezzargli la fronte per scostargli i capelli dagli occhi. Sbatte le palpebre ancora prima che riesca a farlo.

    “Bunny! Oh, Bunny, ti sei svegliato!” la sua voce è rotta, sembra sia sul punto di scoppiare in lacrime.
    “Ko-Kotetsu-san, che ti prende? Datti un contegno.” Mi stringe in un abbraccio quasi a volermi assorbire dentro di sé. Mi toglie il fiato, ma non lo allontano, respiro il suo odore pungente, misto di sudore e cenere. Questo mi riporta alla nostra ultima missione. L’incendio, le urla di Kotetsu e gli altri heroes. Ed io… io che perdevo i sensi mentre cercavo di portare in salvo qualcuno.
    “Da quanto tempo non ti fai un bagno, vecchio?” è l’unica cosa che riesco a dire. Non me la sento di sapere cos’è accaduto prima del mio totale blackout.
    Ridacchia col volto schiacciato nell’incavo del mio collo, continua a sfregarmi la schiena con una mano e mi affonda l’altra nei capelli, è un tocco così rilassante, potrei restare così per tutto il giorno, poi si allontana da me, sembra metterci una buona dose di forza di volontà per togliermi le mani da dosso, infatti lo fa con lentezza esasperante, come ad accertarsi che io sia reale.
    “Suppongo, tre o quattro giorni, non ti ho perso di vista un attimo. Ti avevo visto battere violentemente la testa, ma i medici dopo alcuni esami non hanno riscontrato nulla, eppure non ti svegliavi, ho avuto dannatamente paura di perderti, ragazzo. Maledettamente paura che non ti avrei mai più sentito pronunciare il mio nome, o chiamarmi vecchio, oppure rimproverarmi di essere troppo lento, o troppo stupido. Ogniqualvolta pensavo a queste cose, dimenticavo tutto il resto e continuavo a parlarti, sperando di farti riprendere conoscenza.”

    Lo osservo in tutta la sua altezza, le mani stringono febbrilmente lo schienale della sedia su cui si trovava prima, le nocche sbiancano e la voce s’incrina.
    “Ho pianto e pregato che tornassi da me. Non dormivo da quando ti avevo portato via dalle fiamme, solo poco fa, non so come ma il sonno mi ha avvinto, e ti ho sognato, sai? Eri così piccolo, triste e solo, ho provato a rassicurarti, a dirti che io ci sarei stato sempre, ma non mi hai creduto. E’ stata come una pugnalata in pieno petto, nonostante si trattasse di un sogno. Come la prima volta in cui mi dicesti che non ti fidavi di me. Ho capito che lo fai per non mettermi in pericolo, ma lascia che ti dica una cosa, Bunny: Per te, sarei disposto a sacrificare la mia vita tutte le volte che serve.” E pronuncia quest’ultima frase guardandomi dritto negli occhi, con una serietà che poche volte ho incontrato su quel volto.

    Il mio cuore perde un battito, e tutto ciò che il mio corpo di sua iniziativa riesce a fare è gettarsi dal letto e scaraventare via quella sedia per stringere il corpo caldo e stanco che ha vegliato su di me.
    “Lo so, Kotetsu-san. Ora sono davvero convinto che lo faresti, e poi ti ho sentito quando hai provato a consolarmi… hai anche detto di amarmi non è vero? Io ti ho risposto che al contrario ti odiavo, ma lascia che ti giuri sul bene che ho voluto ai miei genitori, stavo mentendo. Anche io ti amo, e per te tornerei dagli inferi pur di non vederti soffrire.” Stavolta è la mia voce che esce stentata per via delle lacrime. La consapevolezza di amare quest’uomo, di averlo ferito continuamente con i miei rifiuti e di avergli negato la possibilità di trasmettermi in modo trasparente e chiaro il suo affetto e la sua protezione, mi annientano. Mi sento un vile, ma al tempo stesso non posso rinunciare a lui, non lo merito ma non posso cederlo a nessun altro.

    “Non scappo, ragazzo.” Lo soffia delicatamente nel mio orecchio, mentre mi stringe alle spalle. Mi allontano appena, giusto per osservare la sua espressione. Non ne ho il tempo. Tutto ciò che vedo sono le sue labbra incollarsi alle mie, la barba ispida mi solletica la pelle e quasi mi scappa da ridere, e lui ne approfitta per approfondire quel contatto, facendomi sussultare e arretrare di qualche passo. Ma senza staccarci l’uno dall’altro, il bacio continua, e seppur impacciato a causa del mio iniziale tentennamento, si trasforma in qualcosa di famelico e voluttuoso. Le mie mani gli affondano nei capelli, serrandoli e attirando il suo volto maggiormente verso di me. Tra un ansito e l’altro, pronunciamo i nostri nomi a vicenda e facciamo incontrare e incatenare le lingue sempre più fomentati dal momento così irreale. I cuori ci battono all’impazzata e arretrando man mano che il bacio incalza mi ritrovo ad urtare contro il letto, mi lascio cadere all’indietro, sorprendendo Kotetsu-san che evita per un pelo di cadermi addosso di peso, lasciando la presa che aveva al mio collo per farsi forza sulle braccia, che ora sono ai lati del mio viso e lo sorreggono a pochi centimetri da me.
    Quella breve distanza mi fa sentire perso e ora mi chiedo come ho fatto fino ad oggi ad allontanarlo ogni volta da me. Come ho vissuto senza il calore del suo corpo contro il mio. Pensandoci bene non l’ho mai fatto. Tutte le volte in cui mi sono sentito davvero vivo era stando al suo fianco, lottando con lui e per lui. Prima ero niente, un guscio colmo di rancore, sfiducia e vendetta.

    “Kotetsu-san, sai che in questo modo non ti libererai più di me, vero?” le parole sgorgano spontanee, non intendevo formulare questo pensiero, ma l’ho fatto e lui mi lancia un sorriso sbilenco dei suoi, si sfrega un paio di volte il pizzetto e dice esattamente quello che speravo di sentire.
    “Mi hai rubato le parole di bocca, Bunny. Non è mica facile stare con un vecchio come me, forse quello che ci perde, tra i due, sei tu. Ma se per te va bene, allora il per sempre a me non fa paura.”
    Gli afferro il colletto della camicia e lo attiro verso le mie labbra. E’ un bacio lungo, profondo e pieno di tutto quello che provo per lui. Ancora senza fiato quando lo lascio andare, si ritrova in un baleno sotto di me. Sgrana gli occhi, poi si rilassa e mi sorride.
    “Se è con te, allora non ho paura neanche io, vecchio.” Pronuncio con ironia l’ultima parola, inizio a sbottonargli la camicia, mentre lo bacio nell’incavo del collo e il suo respiro diventa sempre più irregolare.

    Sono seduto cavalcioni su di lui e sento tra le gambe la sua virilità indurirsi sempre più col tocco delle mie mani e quello delle labbra. Pronuncia il mio nome con un gemito strozzato quando mi alzo dal suo inguine per sfiorare quel punto sensibile con le dita.
    Kotetsu-san continua a tenere le mani sulla testa e stringe le lenzuola, quasi per la paura di lasciarsi andare completamente. Eppure mostra la sua resa incondizionata, facendo risvegliare il suo corpo per me e non posso che sentirmi lusingato. Gli abbasso la zip dei pantaloni, liberando il gonfiore che chiedeva spazio. Geme al mio gesto, e gli strappo un bacio, l’eccitazione che sta provando sta per farmi impazzire, l’unica cosa che vorrei è spingermi dentro di lui e farlo godere subito, solo per aver sentito il mio membro penetrarlo. Ma non è questo il momento. Non adesso.

    Con la mancina gli sfioro il petto e pizzico leggermente un capezzolo, mentre la destra è tirata indietro e tiene stretto il suo membro ancora coperto dai boxer. Lo sfrego su e giù, solo la stoffa separa il contatto della nostra pelle, l’erezione è calda e la punta del suo pene bagnata, sempre più sollecitata dal mio tocco, col viso mi spingo in avanti sul capezzolo libero, lo lecco tutt’intorno e poi un morso, che gli strappa un gemito acuto rotto da un’imprecazione. Non può nemmeno immaginare quanto mi ecciti vederlo sottomesso in questo modo.
    “Merda… sto per venire… Bunny…!” Digrigna i denti e con affanno pronuncia queste parole che per me sono vera e propria poesia. Lascio il capezzolo che avevo preso a succhiare e lo guardo negli occhi.
    “Vieni, Kotetsu-san, non trattenerti.” Tranquillo, faccio sì che il movimento della mia mano sull’asta sia più veloce e poi quando il suo corpo inizia a fremere e un gemito acuto gli lascia le labbra, la stoffa sotto le mie mani si bagna completamente di bianco. Continuo a sfregare finché il tremito del suo corpo non cessa e l’erezione inizia a scemare, ma non completamente.

    “Dannato ragazzino, hai fatto godere solo me.” Sembra quasi risentito quando mi guarda accusatorio, col petto che si alza e si abbassa con troppa rapidità per via dell’affanno.
    “Era per ringraziarti delle cure che hai avuto di me in questi giorni.” Gli sorrido, e mi stendo accanto a lui, rannicchiandomi contro il suo collo.
    “Pensavo l’avessi fatto perché mi ami, Barnaby Brooks Jr.” Risponde di rimando con tono sarcastico, e non posso fare a meno di ridacchiare.
    “Anche per quello, vecchio.” Gli mordo il lobo dell’orecchio che è esattamente a portata delle mie labbra. Un brivido leggero gli attraversa il corpo, aspetta che io molli la presa e si gira su un fianco, guardandomi con la testa puntata sulla mano sinistra.
    “Stavolta posso essere io a far godere te? A parte che non mi dispiacerebbe nemmeno andare fino in fondo, dobbiamo pur sancire come si deve il nostro ‘Finché morte non ci separi’, no?”
    La proposta mi spiazza, non sa quanto vorrei accontentarlo, visto che io sono ancora in piena erezione e stavo per venire nei pantaloni del pigiama solo a guardare la sua espressione nel momento cruciale, non so come ho fatto a trattenermi pur di non perdermi quella visione fantastica. Ma c’è una cosa molto più urgente che mi preme in questo momento.

    “Credo che per ora dovremo rimandare la nostra 'prima notte di nozze’, Kotetsu-san.”
    “Perché mai, Bunny?”
    Con una franchezza quasi spiazzante lo lascio incredulo a guardarmi con la bocca aperta.
    “Perché puzzi come un barbone, sono 4 giorni che non fai un bagno, sei appena venuto nelle mutande e io non ho intenzione di prendere nessuna strana malattia virale penetrando il tuo culo sporco.”
    Come si dice, la sincerità prima di tutto. Quando si riprende dallo sconcerto però sa già come rispondere.
    “Il culo sporco ce l’avrai tu, poppante! E per le malattie esistono i preservativi! Ma soprattutto, chi ha detto che sarai tu quello a stare sopra?!” Lascio il letto e lui mi segue a ruota verso il bagno.

    “Sì, sì, hai ragione, anche io puzzo. I preservativi andiamo a comprarli dopo il bagno. E sì, sarò io a stare sopra, perché anche tu lo vuoi, vecchio.” Dicendo questo entro in bagno e lui resta fermo sulla soglia; mi volto, lo afferro per i bordi della camicia ancora aperta e lo attiro contro di me. Mi ghermisce i capelli e mi bacia voglioso e caldo. “Muoviamoci a fare questa doccia, Bunny-chan, altrimenti rischio di impazzire.” Chiudo la porta alle sue spalle mentre lo sento borbottare con un filo di voce e un po’ di imbarazzo “I preservativi li ho io… n-non serve che andiamo a comprarli…”, gli lancio uno sguardo stupefatto che gli fa imporporare il viso e fissare un punto indefinito del pavimento.
    “Sei il mio eroe, Kotetsu-san…” lo stringo nuovamente forte contro il mio petto e gli stampo un bacio sulla fronte. E’ dannatamente adorabile. Come ho fatto a non capirlo prima.
    Credere in lui e amarlo sono le cose più semplici che mi riesce fare. Non smetterò mai di volerlo nella mia vita.




    [CONTINUA]

    Edited by .Hellren. - 8/10/2012, 02:34
     
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    :waa: ma dove l'hai tenuta nascosta questa perla? :luluv: :luluv: è dolcissima! le parole che dice Kotestu mi hanno sciolta come neve al sole :luluv: ho ancora le stelline agli occhi *__* sono bellissimi insieme! :luluv: devi postare più storie, fanno bene a minacciarti! :hero: queste perle non puoi tenerle tutte per te! scrivi benissimo non puoi non condividerle con il mondo! :grin:
    : hug:
     
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  3. Toride-kun
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    Letta, riletta, straletta e...... mò me la leggo un'altra volta :mmh:
    E' geniale! Hellren, Divina Capa dagli occhi sbrilluccicosi, scrivi così bene che mi hai commossa. Soprattutto hai caratterizzato i personaggi esattamente come sono nell'anime: un Kotetsu piagucolone, forte, generoso e timido - un Barnaby triste, snob, sfiduciato ma, finalmente, con un apertura verso il suo compagno.
    Davvero, è un peccato che non si riesca a leggere più spesso le tue perle e per il momento mi limito a ringraziarti per questa :chu:

    p.s.: adesso devo pensare :uhm: qui bisogna inventarsi nuove minacce per indurla a pubblicare :tch: :mart:
     
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  4. ~NecoLove~
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    CITAZIONE (Toride-kun @ 15/4/2012, 05:17) 
    qui bisogna inventarsi nuove minacce per indurla a pubblicare :tch: :mart:

    Ti quoto in pieno! hai perfettamente ragione ...se le altre FF sono come questa chicca allora dobbiamo prendere provvedimenti per leggere le altre!! XDXD

    Ma tornando a questa magnifica Fanfic, già quando mi hanno detto chi erano i protagonisti dell'improvvisa ispirazione (santissimi Nickleback :gods: ) ho fatto dei salti per la gioia ... *W*
    Scritta perfettamente poi, personaggi e caratteri sopratutto, centrati in pieno! per non parlare dell'inizioo ero già commossa lì :çoç: (ho notato che dopo un certo orario sono ancora più piagnicolosa, eh sì XD) per concludersi con quel finale ahahah così demenziali li voglio, il tigrotto e il suo eroe non c'è nulla da fare :fufu:
    Helly-san che altro aggiungere? ancora Grazie per aver condiviso con noi questa meraviglia!! e mi auguro di leggerne tante tante altre : hug: : hug:
     
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    Oddio Hell ma che bella è?!?!?!? :gods: davvero davvero bellissima, prima super romantica è poi ad un tratto sbavosamente zozza!!!!
    (come piace a me siiiii, tutta particolareggiata) :bav:
    La parte del culo sporco mi ha fatta morire!!!! :grin:
    Che dire, scrivi benissimo e mo a gran voce VOGLIAMO LA SCENA DI SESSO SOTTO LA DOCCIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Va che fondiamo il movimento "vogliamo più scene zozzose scritte da Hell!!!!" :gr:
     
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  6. _Dae
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    Oddio, è tipo... EPICA! xD
     
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    catsoup

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    :gods: Bella!!!!
    è un fantastico mix, parte parlando di solitudine...... e porta un crescendo fino al lieto fine, :luv: senza dimenticare la parte comica.
    :luluv: :luluv:
     
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    » der ♥ Himmel «

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    eh no cara, adesso mi tiri fuori la parte della doccia e del dopo doccia ovviamente *ç*
    Hell sei una geniaccia, scrivi delle fic stupende *^*
    poi questi due, cavoli, li ha resi stupendamente, ne voglio ancoraaaaaaaaaaaaaaaaa
     
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  9. *WatanabeAyumu-chan*
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    hell ma è meravigliosa!!!! :luluv:

    brava brava bravaaaaaaa.... sono dolcissimi (a parte la parte della "sincerità" X°°°°°`D )
    ps un grazie immenso a chi ti ha costretto a postarla *.*
     
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  10. rumiko
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    CITAZIONE (Tora* @ 16/4/2012, 19:12) 
    Che dire, scrivi benissimo e mo a gran voce VOGLIAMO LA SCENA DI SESSO SOTTO LA DOCCIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Va che fondiamo il movimento "vogliamo più scene zozzose scritte da Hell!!!!" :gr:

    Sì sì, quoto tutto, bellissima fiction, complimenti!!!! : hug:
    Adoro questa coppia, ho visto da poco l'anime ed è stato amore a prima vista, non potrebbero esistere l'uno senza l'altro, assolutamente!!! :lov: E poi seondo me il loro rapporto potrebbe essere benissimo in parità, li vedo entrambi bene a scambiarsi i ruoli di seme e uke, spero tu ne abbia altre di questo magnifico duetto, se ne trovano così poche in giro!!! :gods: (in effetti la tua è la prima in assoluto che ho letto di loro due ^____^)
    Ancora complimenti e grazie per le emozioni che ci hai regalato!! :luluv:
     
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  11. Lolita_layla
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    OMG O_O ke bella....ma che dico bellissima storia che hai scritto Hell
    é una storia commovente :çoç: :çoç: :çoç: ma in parte anche comica :tata:
    complimentiiiii :luluv: :luluv: : hug:
    devi postare altre storie come queste :fufu:
     
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  12. ladyesmeralda31
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    E' raro che io legga ff su loro due. Li amo così tanto che li tengo nella mia mente come un fatto privatissimo. Ma ammetto che leggere questa one shot è stato molto piacevole.
    Usi toni delicati e alla fine quel pò di ironia che smorza tensione ed imbarazzo.
    Brava Anna.
    Scrivere in prima persona è molto difficile, ma denota quanto l'autore sia dentro la storia e il ruolo. :wub:
     
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    *** L'angolo degli scleri di Hell ***

    Dungue (la g è intenzionale ù.ù), se qualcuno ha riletto il primo post, ho modificato l'intestazione del topic, la oneshot a grande richiesta del pubblico non presente, ha finito con l'avere un seguito, che a sua volta sta per averne un altro, quindi perché non renderla una miniserie? Quindi ora vi dovete subire i miei scempi per un altro po', almeno fino a FF terminata. Indi adesso si tratterà di 3 capitoli. Volevate la scena della doccia e l'avrete, ma...
    "Ma" cosa? XD Oh beh, mi darete della sadica giunti alla fine, lo so già! Quindi se lo volete scoprire, leggete e vi sarà svelato!
    Un grazie a tutti coloro che hanno commentato, mi ha fatto piacere vedere tanto entusiasmo, spero apprezziate anche il seguito :picci:
    Il brano di questo secondo capitolo è tratto da Far away dei Nickleback.




    Serie: Tiger & Bunny
    Genere: Yaoi, Lemon, Smut, Introspettivo, Romantico, Drama.
    Pairing: Barnaby x Kotetsu
    Raiting: Rosso
    Stato: Miniserie – 2/3 capitoli [In corso].




    2. Hold on to me and never let me go.



    'Cause with you, I'd withstand
    All of hell to hold your hand
    I'd give it all
    I'd give for us
    Give anything but I won't give up
    'Cause you know,
    you know, you know […]
    I wanted
    I wanted you to stay
    'Cause I needed
    I need to hear you say
    That I love you
    I have loved you all along […]
    So keep breathing
    'Cause I'm not leaving you anymore
    Hold on to me and, never let me go.



    Le porte scorrevoli che conducono alla palestra privata degli Heroes si aprono al mio passaggio. Con fare irritato mi guardo intorno a cercare il mio partner, senza successo.
    “Bell’omaccioneee!” Fire Emblem mi si para davanti in tutta la sua stazza da culturista con la solita capigliatura rosa shocking, non che mi dispiaccia parlare con lui, lei o come accidenti preferisce essere definito… ma oggi non è assolutamente giornata, e l’unica persona di cui ho bisogno non è dove speravo di trovarla. “Com’è andato il recupero della seconda squadra, dolcezza?” insiste e non posso di certo restare come un idiota qui impalato a guardarmi in torno con l’espressione di uno che da un momento all’altro potrebbe prendere a calci in culo il mondo.
    “La missione si è conclusa con successo, ovviamente dopo non pochi disastri.” Sono breve e mi dirigo verso una panca per i pesi.
    “Kotetsu-san, hai l’aria stanca, dovresti riposarti, dev’essere stata dura badare anche a Barnaby-san in questi giorni.” Blue Rose si abbassa verso di me porgendomi una pepsi e un asciugamano, al sentire il nome del mio partner quasi inciampo nei miei stessi piedi.
    Maledizione, tutto perché Antonio ha chiamato nel momento meno opportuno che potesse mai capitare.
    “Kotetsu, scusa ancora se prima ti ho disturbato, ma non ho potuto fare altrimenti.” Eccolo qua, il guastafeste per eccellenza, e questo sarebbe il mio grande e grosso amico dei tempi andati.
    Mi sistemo sulla panca e inizio a tirare i ganci per i pesi, cerco di concentrarmi solo sul ritmo dei miei movimenti e mantenere la calma. Potrei esplodere da un momento all’altro, do un’occhiata fugace ad Antonio e mi sembra un po’ risentito. Ah, giusto. Nell’irritazione generale non l’ho neanche salutato.
    “Tranquillo, Antonio. So cosa intendi, e comunque non hai interrotto niente. Niente di irreparabile… Almeno spero.” L’ultima frase è un lieve sussurro. Perché stavolta ho davvero il timore che non verrò perdonato facilmente, l’ho fatta bella grossa.
    “Barnaby-kun non è ancora tornato?” Dal nulla, come suo solito spunta Ivan che prova delle nuove mosse per le sue entrate a effetto.
    “Allora è venuto?” chiedo istintivamente, e da lontano noto di sfuggita Fire Emblem lanciarmi uno sguardo indagatore.
    “Sì, pochi minuti dopo che sei uscito per la missione, è passato a salutare, dicendo che da domani avrebbe ripreso parte al programma. Poi è stato chiamato in direzione, credo volessero accertarsi anche lì delle sue condizioni.” La spiegazione arriva placidamente, tra un movimento rotatorio delle braccia e diversi incroci di gambe.
    “A me è sembrato più scontroso del solito.” Blue Rose con voce seccata e leggermente affannata s’intromette nella conversazione mentre fa la sua solita corsa sul tapis roulant.
    “Non è colpa sua, ragazza. Anzi, dovrei dire che stavolta sono io l’unico da incolpare, perché …” Non termino la frase, sento le porte scorrevoli aprirsi e mi affaccio di slancio scendendo dalla panca.
    “Fustaccione, com’è andata ai piani alti?” Fire Emblem si avvinghia alle spalle di Barnaby e inizia con le moine, il ragazzo non l’allontana e risponde senza problemi.
    “Il presidente voleva assicurarsi che stessi davvero bene, mi ha fatto sottoporre a dei controlli generali, vuole che mi prenda almeno altri tre giorni di riposo, giusto per precauzione.” Solleva lo sguardo verso di me, e quando i nostri occhi s’incontrano noto una strana luce, come se quelle parole nascondessero più di un significato. Oppure sono io che leggo troppo tra le righe. Fatto sta, che il volto mi s’infiamma al ricordo di quello che stavamo facendo nel suo appartamento soltanto poche ore prima.
    Mi sento afferrare alle spalle, è Antonio, provo a districarmi dalla sua presa ferrea, senza successo, mi scompiglia i capelli e con tono divertito mi chiede se vogliamo andare a bere fuori questa sera. Osservo di sottecchi l’uomo dall’altra parte della stanza e subito mi salta all’occhio il drastico cambiamento d’espressione. Leggo una seria minaccia sul suo viso, come se qualcosa l’avesse irritato profondamente.
    “Mollami, Antonio. Non posso venire, sono stanco. Non dormo da giorni ed ho assoluto bisogno di riposare. Ora, visto che qui non ho altro da fare, dopo la doccia me ne torno a casa.” Risulto dannatamente più scocciato di quanto volevo essere. Forse è perché mi sento veramente così. Cos’è questa sensazione che mi rode le viscere e non mi fa stare tranquillo?

    Mi dirigo verso gli spogliatoi e sento Ivan chiedere agli altri cosa mi sia preso oggi, resto sbigottito dalle parole che escono dalla bocca di Fire Emblem “Il nostro omaccione è semplicemente frustrato, dolcezza. Chi non lo sarebbe al posto suo, giusto coniglietto?”. Non mi trattengo oltre, non ho intenzione di sentire la risposta di Bunny, mi giunge all’orecchio solo il “Io non ho capito cosa intendi.” Di Antonio, e vado di corsa a calmare i bollenti spiriti con una doccia fredda.
    Maledizione, Fire ha dannatamente ragione. Sono frustrato, sessualmente frustrato perché non siamo riusciti ad andare fino in fondo. Perché era così piacevole quello che stavamo facendo sotto la doccia, e Bunny era anche arrivato a mettere dentro due dita… ed io ero lì lì per venire nuovamente. E quella sensazione era così…

    Mentre l’acqua mi scorre addosso, sento che ho di nuovo il membro in completa erezione, e mi maledico da solo perché mi sembra di essere un cane in calore che non riesce a smettere di pensare a tutte quelle cose che le mani e la bocca del mio partner stavano facendo al mio corpo. Mi guardo intorno rapidamente, non c’è nessuno negli spogliatoi, le voci dei ragazzi sono abbastanza lontane, faccio scorrere la destra sulla punta del membro, mi percorre un fremito quasi doloroso, inizio ad accarezzarmi lentamente e mi sfugge un gemito lieve. Da quand’è che faccio le fusa mentre mi masturbo, non era mai successa una cosa del genere quando lo facevo da solo, ma il pensiero di Bunny mi sfiora la mente, il suo sguardo smeraldino, così serio e infuocato, quando a casa si è improvvisamente abbassato verso di me e stava per prendermelo in bocca con quell’espressione da infarto che mi aveva già portato al culmine solo guardandolo inginocchiarsi. Pregustavo così intensamente quel momento, e di sicuro lui non era da meno, eppure Antonio doveva rovinare tutto. Il ricordo del suono della chiamata per la missione sgretola la fantasia che stavo cercando di rimettere in piedi, le mani che ancora scorrono veloci in un saliscendi lungo l’asta, cerco di trattenere al meglio la voce e di non pensare a quanto il mio amico meritasse di essere pestato a sangue, mi porto l’indice della mancina alle labbra e lo succhio e mordo per non lasciarmi sfuggire quegli strani miagolii di cui sembro essere preda. Sento di essere vicinissimo al culmine, il vociare al di fuori degli spogliatoi sembra essersi attenuato, non vi presto troppa attenzione, preso come sono dal piacere che mi sta avvolgendo, serro gli occhi e mordo il labbro inferiore, la mancina è tra le natiche e accarezza il foro in parte ancora allentato dalle precedenti attenzioni del mio partner. Appoggio le spalle alle piastrelle fredde e rendo ancora più rapido lo scorrere della destra. Ecco, ancora un po’. Un improvviso rumore però mi fa sussultare e spalancare gli occhi.

    “K-Kotetsu-sa…n…” al suono del mio nome pronunciato dalla sua voce stentata e leggermente roca, vengo senza freni, con un orgasmo tanto forte da farmi cedere le ginocchia. Le spalle scivolano lungo le piastrelle fredde e bagnate, con affanno tocco il pavimento zuppo e al culmine della vergogna non oso alzare lo sguardo verso quegli occhi verdi che accompagnati dal mio nome mi hanno fatto eiaculare all’istante.
    Sento il fruscio dei suoi abiti, il rumore di scarpe che vengono gettate lontano e poi i suoi passi che si avvicinano e solcano il pavimento bagnato. Il getto dell’acqua è ancora forte e bollente, ma si ferma quando la sua figura è in piedi di fronte alla mia e l’acqua viene deviata completamente dal suo corpo.

    “E’ stato così frustrante Kotetsu-san? Mi desideravi al punto da non poterti trattenere e farlo nelle docce degli spogliatoi?” S’inginocchia e con la destra solleva il mio viso verso il suo sguardo.
    “Guardami.” E’ un ordine. Né più né meno. Obbedisco e mi perdo nelle sue pozze smeraldine, sembrano bruciare d’intensità e un fremito mi percorrere tutto il corpo. “Cos’avresti fatto se al posto mio fosse entrato uno degli altri ragazzi?” Il viso mi s’infiamma a quella domanda, non avevo minimamente pensato ad una simile eventualità. Conscio che tutti erano presi dal chiacchierare con lui, immaginavo di poter finire prima che qualcuno di loro entrasse. “Non pensi mai prima di agire, questo tuo difetto mi manda davvero in bestia e al tempo stesso mi fa perdere ancora di più la testa per te.” Mi scosta la frangia che ormai è appiccicata alla fronte, vi poggia un bacio leggero.

    Il suo respiro caldo s’irradia attraverso il mio corpo, abbasso imbarazzato lo sguardo quando sento che mi sto eccitando di nuovo e alla mia vista periferica non sfugge l’erezione fremente di Bunny. E’ duro, bagnato e sono sicuro che se lo toccassi, il calore bruciante di quella carne che si tende per me, mi farebbe impazzire. “Se continui a fissarlo così, sappi che non risponderò più delle mie azioni.” Il tono è minaccioso, ed io lo accolgo come una provocazione; lo sguardo si fissa sulla sua ‘enorme’ eccitazione, lascio che le mie labbra diventino più audaci di quanto mi senta io in realtà. “Mostrami il predatore che c’è in te, Bunny-chan… Sono proprio curioso di sapere cosa c’è nascosto sotto quell’aria da coniglietto pasquale…” il tutto senza mai distogliere lo sguardo, ed è una frazione di secondo, quella in cui mi sento spingere la testa in basso verso la fonte della mia ammirazione.
    “Allora, cominciamo col dare alla tua bella bocca quello che vuole.”

    Non lascio che si ripeta, la mia lingua si avventa sulla punta e sento la scossa di piacere che lo pervade. E’ bollente, proprio come immaginavo, pulsa sotto la mia lingua e ne voglio di più, desidero davvero sentire dentro di me la durezza del suo membro. Mordicchio leggermente la cappella e odo i suoi ansiti farsi più pesanti, vederlo così sottomesso solo grazie alle mie labbra mi manda in fibrillazione; è arrivato il momento di farlo crollare del tutto sulle ginocchia, lascio affondare l’asta nella mia bocca, e le sue mani si aggrappano ai miei capelli come per sorreggersi, lo sento vacillare e fremere, gocce salate stillano in gola, ciò dimostra che lo sto portando al limite. Succhio e lecco con lentezza esasperante, la mia testa si muove tentatrice su e giù e le sue mani strattonano i miei capelli ad ogni risucchio più intenso, anche la mia eccitazione è al limite ma non mi tocco, le mie mani stanno graffiando i suo fianchi e pian piano le porto alle natiche tese. L’erezione sembra ingrandirsi ad ogni secondo e ho quasi timore per quando dovrò accogliere dentro di me questa bestia che fino ad ora non avevo mai visto in tutta la sua virile magnificenza. Mi porto alla base del suo sesso e inizio a giocare con i testicoli gonfi e scuri, la mia mano sinistra lascia l’impegno precedente e fa a occuparsi dell’asta fremente e scivolosa, lo masturbo con stoccate rapide e ogni tanto premo col pollice sulla fessura per portarlo allo stremo, le mie labbra in tanto baciano, succhiano e leccano la sua zona più sensibile.
    “N…no, bastaah, K-Kotetsu-sahn…” geme il mio nome tra gli ansiti, e ciò mi dimostra che sto andando davvero bene. “Vuoi venire, Bunny-chan?” chiedo con malizia, mentre con una leccata lunga e bagnata risalgo dai testicoli alla cappella pronta a esplodere. Annuisce ad occhi serrati, ancora le mani sulla mia testa. “Nella tua bocca…” aggiunge un attimo dopo. Leggermente stupito non so cosa dire, allora decido di accontentarlo e basta. Lo accolgo nuovamente in bocca, ma stavolta non sono più il solo a tirare le redini, mi blocca la testa con una presa ferrea e comincia ad agitare i fianchi, dentro e fuori, ad un ritmo forsennato, cerco di divincolarmi ma non mi è possibile, sta scopando con la mia bocca e io non posso fare niente per evitarlo, e la cosa più assurda è che mi piace e sento che sto per venire, come anche lui, perché i fremiti sono raddoppiati e così il ritmo delle sue spinte “KO-TE-TSU…TCH!” è l’ultima cosa che dice prima di venire a lungo e con grossi fiotti nella mia bocca, lo sento ritrarsi ma continuando ad eiaculare, un altro paio di schizzi mi raggiungono il viso, sulle labbra e il mento. Il sapore di quello che mi resta in bocca è acre, gelatinoso, forse un po’ salato, deglutisco un paio di volte per ingoiarlo. Lui è scivolato sulle ginocchia e noto che mi sta fissando mentre compio tale gesto e che i suoi occhi bruciano; bruciano come delle fiamme di fuoco fatuo, calde e piene di promesse. Cala lo sguardo verso il pavimento e con un mezzo sorriso, che mi provoca una fitta al petto, mi fa notare che sono venuto anch’io; ed ha ragione, ma ero così preso dall’osservare il raggiungimento della sua estasi, da aver completamente ignorato la reazione fisiologica che ho avuto, il piacere nell’ammirarlo è stato così intenso da surclassare l’irrigidimento e l’esplosione di sensazione che ti posta l’orgasmo. E non posso fare a meno di ridere, perché ormai questo coniglietto dalle buffe espressioni che mi saltella sempre intorno mi è penetrato fin nelle ossa al punto da farmi dimenticare me stesso.

    Con fare accigliato gattona verso di me, il getto bollente è ancora su di noi e presto lava via ogni traccia dell’atto che è appena terminato, mi giunge di fronte al viso “Kotetsu-san?” soffia contro le mie labbra e quell’invito è il più sensuale che si possa ricevere, lo attiro contro le mie labbra e ci baciamo, in modo profondo, avido e lussurioso. Mi mancava sentirmi divorare la bocca dalla sua, non c’è stato nessuno scambio simile da quando si è infilato sotto la doccia con me. Le suzioni sulla mia lingua continuano lente e voluttuose, vuole farmi impazzire, ma anche ripagarmi del piacere che gli ho fatto provare. “Bunny, usciamo da questa benedetta doccia e facciamolo prima che io dia di matto!” gli intimo all’orecchio appena le nostre bocche trovano un attimo per riprendere fiato. Sorride sornione, si alza in piedi e chiude l’acqua che in tutto questo tempo non ci ha lasciato un attimo, mi tende la destra ed io l’afferro per alzarmi a mia volta. “Andiamo a casa, subito!” l’ordine è perentorio, esce dalle docce gettandomi un asciugamano che afferro al volo legandolo in vita, lui sta facendo altrettanto già diretto agli armadietti, e io sto per raggiungerlo quando vedo arrivare Ivan trafelato.

    “Bene, sei ancora qui, Kotetsu-san!” mi guarda con apprensione e la cosa mi preoccupa.
    “Cosa c’è, Ivan-kun?” non riesco a frenare l’impazienza, ho un brutto presentimento, lancio un’occhiata stranita a Bunny che da lontano ha drizzato le orecchie ed è sull’attenti.
    “Hanno appena telefonato dalla casa di tua madre, pare che tuo fratello abbia avuto un incidente, era Kaede che non riuscendo a contattarti per telefono, ha chiamato in ufficio.” Mentre lo ascolto parlare con la solita foga di quando è preso dal panico, quasi mi sembra di avere la testa nel pallone, quello che è accaduto fino a poco fa nelle docce pare un ricordo remoto, quando cerco lo sguardo del mio partner dall’altra parte della stanza lo vedo preoccupato, che tipo di espressione sta leggendo sul mio volto, angoscia? Paura? Disperazione?

    Corro agli spogliatoi, asciugandomi in tutta fretta e vestendomi con altrettanto fervore. Devo raggiungere subito la mia famiglia, se Kaede è arrivata al punto da telefonare in ufficio, la situazione è grave ed io non posso restare qui a perdere tempo, dopotutto non sono nella prima squadra di Heroes, quindi possono fare anche a meno di me per un po’. “Ivan-kun, avverti il Presidente che sono in permesso fino a data da destinarsi.” Lo vedo annuire e uscire di corsa dalla stanza. Bunny invece resta silenzioso, mentre continua con lentezza esasperante a strofinare i capelli con l’asciugamano. “Scusami.” È la sola parola che riesco a pronunciare in quel momento, ma lui non risponde, mi si avvicina e mi stringe in un abbraccio, mi bisbiglia all’orecchio parole di conforto e sfrega le grandi mani calde sulla mia schiena.

    “Raggiungi la tua famiglia Kotetsu-san, hanno bisogno di te!” Mi lascia andare e si allontana verso il suo armadietto, vorrei urlargli di restare aggrappato a me e non lasciarmi andare così, che lui è importante quanto la mia famiglia e non deve pensare il contrario, perché è proprio quello che mi sta suggerendo la sua figura, che si muove fredda e con gesti meccanici. Ma non posso fermarmi a discutere, solo perché il mio coniglietto ha deciso di mettere il muso. Avremo occasione di rimediare a tutto quello che è successo in questa giornata, e riuscirò anche a fargli capire quanto lui sia il mio numero uno, anche se tremendamente immaturo da rabbuiarsi per una cosa del genere, come se fosse il solo a soffrirne. “Allora, io vado! Appena ci sono novità ti chiamo!” Gli sfioro il braccio con una leggera stretta prima di superarlo e uscire dagli spogliatoi in tutta fretta.

    La separazione che c’è appena stata mi ha raggelato dentro. Un attimo prima bruciamo per il contatto dei nostri corpi e l’attimo dopo sembriamo due sconosciuti che si incrociano per caso e si superano con indifferenza. Anche se mi ha rassicurato, dandomi il suo benestare per questa partenza improvvisa, so che desiderava ricevere determinate parole da me, che in quel momento io non ho potuto dargli. Sono pronto a concedermi a lui in qualunque momento, ma ritrovarmi di fronte alla scelta tra lui e la mia famiglia, quella è una cosa che non posso fare. Sono entrambi importanti e in egual misura se uno dei due ha bisogno di me io correrò sempre da loro quando sarà necessario.

    “Kotetsu-san!” mi sento chiamare mentre sto per salire in auto.
    “Aspetta! Non posso lasciarti andare così!” Mi afferra alle spalle e attirandomi ansimante contro il suo petto.
    “Perdonami, so di essere un ragazzino viziato e non merito tutto l’affetto e la comprensione che mi dimostri ogni volta, non dovevo reagire così. È stato egoista da parte mia metterti alle strette col mio modo di fare.” Prende fiato un attimo, il tempo di voltarmi e con gli occhi smeraldini puntati nei miei, più deciso e serio che mai, prosegue. “Ti aspetterò, anche se avrei voluto passare i prossimi giorni chiuso con te in camera da letto, sarò paziente, e aspetterò che le cose per la tua famiglia si siano sistemate! Ti amo, quindi so di potercela fare!” Le parole accorate che mi sta rivolgendo, quasi mi fanno scogliere in lacrime, dopotutto un po’ sei cresciuto, piccolo Bunny. Lo bacio e contro le sue labbra bisbiglio “Anch’io ti amo, quindi posso farcela a resistere fino al nostro prossimo incontro.” Così le nostre strade si dividono ancora una volta, mettendo alla prova i nostri sentimenti, per non parlare della frustrazione sessuale che di questo passo finirà per consumarci dall’interno. Ma ora c’è l’urgentissima questione dell’incidente di mio fratello da risolvere perciò parto alla volta del mio paese natale.


    [CONTINUA]

    Edited by .Hellren. - 2/3/2013, 01:50
     
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    Hell, te l'ho già detto, altro che sadica, ci fai soffrire così, sta scena delal doccia era bella, ma troppo poco, cavolacci agli altri che arrivano sempre nei momenti meno opportuni, potevano farli rinchiudere in camera a trombà come ricci?! no, dovevano scocciare, perchè Hell è sadica e non ci vuol far vedere ste porcate fino in fondo ç_ç
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    poi la scena della doccia dire che è stata sbavosa è dir poco :blo: :blo: l'ho riletta giusto per essere sicura di aver letto bene quello che c'era scritto xD :plurt:
    Hellina come sempre scrivi che è una meraviglia :lov: il 3° il 3° il 3°.... :bonz:
     
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