Fammi sentire un'opera d'Arte

Yaoi. Originale.

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  1. Kurarissa-sama
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    Un ennesimo prologo che ho appena messo su efp x'D spero che sia qualcosa di decente da leggere! (Yuki_sama)



    Mi sentivo fottutamente sexy quella sera. Anzi, ero tanto sexy. Il pizzo che ricopriva i bordi delle calze a rete mi davano l'aria di essere un effemminato di prima categoria, non c'era niente da fare. Ma proprio per questo mi sentivo attraente. Finalmente non dovevo più nascondere la mia natura ogni santo giorno, a tutti.

    Ero proprio così: un giovane che amava il crossdressing. Un giovane che voleva assomigliare in tutto e per tutto a una ragazza. La natura mi aveva donato un corpo spudoratamente androgino e se non fosse stato per il sesso, indubbiamente sarei stato una Ragazza. Ma che dico?! Una predatrice.

    Non avrei mai più sacrificato la mia vita per essere accettato dagli altri. Me lo era ripromesso più volte, ma quel giorno era stato proprio decisivo. Anche se mi si stringeva il cuore pensare che avevo abbandonato casa, mio fratello, i miei amici, il tutto solo perchè ero diverso dal senso comune. Questo solo perchè volevo diventare quello che tanto desideravo in vita mia: il modello crossdressing. Quella passione mi aveva fatto avvicinare alla pittura e agli artisti maledetti della Cambridge's University. Sembravamo intendercela. Insomma l'Arte non ha morale, giusto?

    "Squallida puttana che non sei altro."

    "Effemminato schifoso. Muori."

    "Vergogna!"

    "Quello non combinerà mai nulla di buono. Ha la perversione stampata in faccia,"

    Era davvero divertente sentirmi appellare in quel modo dagli altri Ragazzi dell'Università, Tutto sommato ero diventato il pettegolezzo sulla bocca di tutti.

    Interessante.

    Probabilmente mi sarebbe stato d'aiuto per la carriera che avevo sempre desiderato avere.

    Infatti non appena iniziò il secondo semestre, mi si avvicinò un Ragazzo sul ciglio della strada dicendomi: "Vieni Clarice, anche tu sarai mia!".

    Ecco come tutto ebbe inizio.

    Fu così che Roderick Wilson mi scoprì e mi fece entrare nel ''Nascondiglio del Diavolo'', la gilda segreta che Roderick e alcuni fidati collaboratori avevano fondato, per lavorare a qualcosa che avesse le sfumature di erotismo e artistico.

    La sera stessa infatti era stato il mio primo giorno di prova.

    Sebbene non fosse stata la prima volta in cui mi spogliavo davanti a qualcuno, mi sentivo parecchio nervoso. Probabilmente ero teso perchè volevo fare una ottima impressione all'Esteta, al Diavolo, che mi avrebbe in qualche modo ingaggiato per questo lavoro.

    "Clarice, non essere spaventato. Rilassa i muscoli delle braccia".

    Il Diavolo aveva proferito quelle parole da dietro la tela, mentre un altro Ragazzo gli stava accorciando le maniche della camicia che portava. A differenza dell'Esteta, Lui sembrava avesse lo sguardo quasi assente e malinconico. Mi chiesi se sarei mai riuscito a conoscerlo.

    "Grazie Rachael, ora prendimi una birra. Devo essere abbastanza brillo per fare questo genere di lavoro. Lo sai.''

    Mi portai alcune ciocche dei miei capelli tinti biondi dietro l'orecchio mentro osservavo i due in quel momento. Sebbene fossimo in un ripostiglio, questo era eccezionalmente illuminato, tanto da farmi illudere di trovarmi in un set apposta. Potevo ben vedere le loro espressioni del volto.

    "Bravo Vampirello."

    Sogghignò, socchiudendo le palpebre, tanto da sembrare di avere le fattezze di un vero e proprio Demonio. Anche se un Demonio dovrebbe avere gli occhi color del sangue, e non chiare e offuscate, quasi fossero del colore della nebbia di inverno.

    Il Ragazzo che veniva chiamato Rachael sparì presto dalla mia vista, e ipotizzai che fosse uscito dal ripostiglio per andare in cucina e prendere ciò che gli era stato ordinato dall'Artista.

    "Parlami un po' di te, Clarice."'

    Aggiunse, riuscendo a catturare il mio sguardo che si era fatto esterefatto. Senza sapere chi diavolo fossi e che diavolo volessi, mi aveva battezzato con un nome femminile, come all'altro Ragazzo.

    "... non credo che per essere un modello io sia autorizzato a rivelare la mia identità.. "

    Lo vedevo sogghignare di nuovo. Avevo detto qualcosa di stupido?

    Aveva appena bagnato la punta del pennello con del rosa, mischiando infine con del bianco, prima di sfiorare la tela con esso. Ipotizzai che si trattasse della mia pelle diafana.

    "Oh, invece sì. Questo lavoro, oltre alla professionalità, richiede fiducia in entrambe le parti. Questo fa sì che tu debba essere onesto con me e che io debba conoscere abbastanza cose su di te, per poterti esprimere meglio sulla tela."

    Parlava di professionalità. Mh, su questo piano non potevo contraddirlo.

    "Sono Lee Price, e da quasi due settimane che ho abbandonato tutti per fare quello che più mi piace nella vita."

    Risposi senza battere ciglio, andando fiero di essere lì, sdraiato sul fianco sopra a delle lenzuola color porpora, mentre venivo ritratto dall'Esteta che si era presentato come ''Maledetto'' e quindi preferito dal ''Diavolo'', quel pomeriggio.

    "E cosa ti piace, Clarice?''

    Domandò, senza posare lo sguardo di me, quasi fosse concentrato a ritrarmi al meglio e disinteressato ai fatti che mi riguardavano in se'. Mh, forse questa era professionalità? Oppure voleva essere sicuro che fossi convinto della mia curiosa scelta?

    "Essere ammirato nudo. Voglio che qualcuno immortali la mia bellezza."

    "Mh, interessante."

    "La mia bellezza vivrà in eterno. A qualunque... prezzo."

    Che poi non aveva poi tutta quest'aria da interessato. Infatti faceva giusto qualche cenno del capo come per dire ''Sì, ho capito.'' o qualcosa del genere.

    "E' per questo che ho sentito dire che sei una ''sgualdrina"?"

    Domandò distratto mentre lasciava più pennellate su quella tela dove mi stava ritraendo, nel frattempo ''Rachael'' comparve porgendo una lattina di birra a Roderick.

    Annuii velocemente, in risposta alla domanda del mio Maestro. Dopotutto non ero l'unico ad amare questo genere di mestiere, ma probabilmente uno dei pochi che fosse disposto a vendere l'anima e concedere il corpo per cio' che si considera una passione forte,

    A ''Rachael'' cadde l'occhio sul disegno dove mi vedeva come protagonista.

    "... e quando lo finirai questo? Sai bene che devi vendere il mio e darmi quello che mi aspetta. Altrimenti non campo questo mese con le sole sculture."

    Aveva proferito quelle parole con voce monotona e distante, quasi fosse diventato di ghiaccio e freddo.

    "Mamma mia quanto sei noioso, Rachael. Eppure geloso."

    "Geloso un piffero. Ho bisogno di soldi altrimenti non mangio..."

    ''Rachael'' allonanò la lattina aperta dalla bocca di Roderick per poterci fare un sorso.

    Quasi fosse una sorta di dispetto.

    Dalla sagoma delle proprie sopracciglia sembrava proprio essere irritato dall'atteggiamento dell'Esteta. Probabilmente avrebbe fatto valere i propri diritti e magari si sarebbe scatenata una guerra da un momento all'altro.

    Oppure era quello che voleva far credere a me e a Roderick. La questione dei soldi.

    Probabilmente era l'abilità con cui il Diavolo stava realizzando il mio dipinto a dargli i nervi. Non capivo se ci fosse qualche legame particolare tra i due sotto sotto, oltre a quello banale di amicizia o tra soci di questo ''movimento artistico''.

    "Lucian Tristan! LA MIA LATTINA! BARSTARDO!"

    Esclamò Roderick a metà tra l'incazzato e il divertito, costringendosi a interrompere il lavoro, per poter inseguire quell'altro dai lunghi capelli corvini che gli ricadevano fin sotto le spalle. Anche Lui era dotato di una bellezza particolare, sebbene fosse più virile di me, che ero eccessivamente androgino. Quasi fosse una divinità immortale.

    Completamente nudo come un verme, assistevo a quella scena humor.

    Roderick riuscì a riprendersi ciò che gli aspettava, e con la mano libera afferrò il mento di Lucian per poter incatenare lo sguardo su di se'. Mi vennero quasi i brividi a vederli. Roderick sembrava un vero e proprio dittatore. Affossò le dita dentro la pelle dell'altro modello, che si sfuggì un lamento di disappunto. Fece un sorso veloce prima di parlare.

    "Sei un Vampiro geloso, Rachael. Non appena finisco il dipinto di Clarice, ti mangerò un po'."

    All'udire quelle parole mi sentii impallidire. Ma che dico? Mi sentii completamente paonazzo. Non ero sicuro di aver sentito bene quanto gli aveva appena detto al ''Vampiro'', dato che il battito irregolare del mio cuore mi stava confondendo le idee. Possibile che un omosessuale dichiarato come il sottoscritto possa trovare imbarazzo a sentenze del genere?

    "C-CRETINO! E NON DIRE QUESTE COSE IMBARAZZANTI QUANDO CI SONO ALTRI MODELLI, PER GIOVE!"

    Liberandosi dalla presa dell'Esteta al mento, Lucian mi era sembrato diventare rosso prima di fuggire via da lì, da quella situazione che si era creata, e chiudere la porta.

    "ANZI, NON DIRLE PROPRIO! BRUTTO PERVERTITO."

    Aveva aggiunto al di là della stanza, fuori di se'. Probabilmente si era nascosto da qualche parte all'interno dell'appartamento di Roderick. Quel pensiero mi permise di farmi sbollire il disagio per aver assistito a una scena particolarmente personale tra i due, e infatti mi venne da ridacchiare un po'.

    Roderick fece un altro sorso dalla lattina di birra, prima di socchiudere le palpebre ed emettere un sospiro. All'inizio credetti che si fosse irritato per l'atteggiamento ''pudico'' di Lucian, ma dovetti cambiare idea quando iniziò a ridacchiare a sua volta. Trovava anche Lui divertente ciò? Cioè, Lui trovava così divertente essere appellato in quella maniera?

    "Sì, è proprio così Clarice. Non guardarmi così. Ha ragione Rachael."

    Sussultai sul divano in porpora, quando sentii il nome con cui mi aveva battezzato il Diavolo e il succo delle sue sentenze. Che diavolo di faccia avevo mai fatto per farmi leggere ciò che pensavo? Avevo lo sguardo celeste su di Lui che si era di nuovo posizionato davanti alla tela per continuare a dipingere. Non sapevo che cosa rispondergli, anzi, a dire il vero sapevo cosa chiedergli, ma dovetti inspirare un paio di volte per trovare il coraggio.

    "... ed è per questo sei stato incuriosito da una ''sgualdrina''?"

    "Proprio così. Mancava la ''sgualdrina'' nel mio Harem."

    "C-cosa?"

    "Benvenuto nel Nascondiglio del Diavolo, Clarice!"



    ------------------------------------------

    Salve a tutti quanti!
    Finalmente, dopo un anno e mezzo che ho pensato a questi personaggi /strani/ mi sono incimentata a scrivere qualcosuccia.
    Spero che abbiate passato un quarto d'ora senza pensare ai vostri problemi! Sebbene io non sia una perfetta, e neppure decente /scrittrice/, vorrei che chi leggesse ciò che scrivo lo faccia con lo spirito di liberazione dai propri pensieri! (^__^)
    Spero che vi abbia incuriosito la mentalità di questi /artisti maledetti/!
    Se volete lasciare qui la vostra opinione positiva o negativa che sia, sarò ben felice di migliorare e soddisfare le vostre aspettative!
    Buon pomeriggio a tutti voi!
     
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  2. Kurarissa-sama
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    Sapessi quanto amore c'è in questa amicizia che mi soffoca - 02

    Aveva già iniziato a fare buio fuori dalla finestra e, sebbene iniziassi a sentire freddo, ero rimasto fuori dal mio balcone, al terzo piano, a fumare. Mi sentivo davvero a pezzi già al crepuscolo e ciò non faceva che alimentare il mio malessere. I miei quasi 26 anni iniziavano a farsi sentire. La giornata non era stata niente di che se non rimanere al negozio e vendere un paio sculture di ghiaccio di Marilyn Monroe sorridente. Ci avevo lavorato solo una settimana, ma il risultato era stato veramente buono. Per fortuna all'Università si puo' imparare qualche cosa di buono, oltre che fare baldoria con i compagni di corso e organizzare uscite di gruppo. Inoltre e' grazie all'Università se mi ero innamorato di Lui, sì, so che sapete il suo nome. Era sempre stato quello ''diverso'', quello ''stravagante'', quello ''strano'', mentre io sempre quello ''noioso'', quello ''riservato'', quello ''asociale''. Lui aveva quel qualcosa che io non ero mai riuscito ad avere in vita mia: il carisma. Come si dice, a volte gli opposti si attraggono, peccato che quello cotto marcio era soltanto il sottoscritto. Quelli erano i pensieri che mi occupavano la mente in quel momento. Pensieri che tutto sommato mi lasciavano irrequieto, ma allo stesso tempo mi impedivano di abbandonare il mio amico Roderick. Anche se non potevo di certo perdonarlo per avermi rubato la virtù per puro "gioco", non appena gli avevo rivelato i miei veri sentimenti. Era un ricordo che aveva accumolato la polvere all'interno del mio cuore per ben sei anni e, nonostante questo, mi faceva ancora soffrire da morire.
    Avevo i gomiti appoggiati sulla ringhiera nera del balcone, tenendo a fior di labbra quel mozzicone fumante, senza usare le mani, con lo sguardo perso in quella oscurità che mi affascinava, che affascinava pure Roderick, il mio amato Diavolo.

    "Perchè non vieni a letto, Vampiro?"

    Mi sentii sussurrare quelle parole all'orecchio, da dietro, e non potetti non sussultare sul posto perchè il respiro caldo dell'Altro mi aveva fatto accapponare la pelle. Maledetto. Le sue braccia mi avevano avvolto il bacino, tenendomi stretto contro di Lui, al suo torace con la schiena. Stavo morendo.

    "... q-quando sei uscito? N-non ti ho sentito!"

    Balbettando mi era scivolato il mozzicone fuori dalla bocca, ricadendo su una piastrella che segnava il tragitto verso il portone di ingresso del condominio. Un ennesimo motivo per cui mi sentii uno sfigato. Mi aveva nel frattempo scoperto la nuca dai miei lunghi capelli scuri aiutandosi con la punta del naso, e inevitabilmente trasalii di nuovo.

    "Lo sai che le creature della notte sono estremamente silenziose, Rachael."

    Aveva proferito quelle parole, strofinando lentamente la bocca sopra la mia pelle che si stava accapponando sia per il fresco del crepuscolo che per il respiro dell'Altro. Lo sentivo ridacchiare nel profondo delle proprie corde vocali, e la presa delle braccia attorno a me non faceva che aumentare considerevolmente, quasi bloccandomi completamente.

    "S-smettila di chiamarmi con quel nome quando non lavoriamo, Roderick."

    Rabbrividii di nuovo, perchè il Diavolo aveva affossato gli incisivi sulla mia carne, prima di tirarla verso di se', quasi volendo farmi bene capire che volesse ''mangiarmi''.

    "Ro-... Roderick! N-no!"

    Smise di lasciarmi quei piccoli morsi, immediatamente, di fronte a quel rifiuto, e avvicinò di nuovo le labbra al mio orecchio, prima di soffiarmi il timpano e parlare con voce rauca. Non dovevo di certo lasciarmi intimorire per l'ennesima volta da Lui, no. Non volevo. Non potevo permetterglielo. Non aveva il diritto di scoparmi solo perchè provavo dei sentimenti per Lui. Senza ombra di dubbio amava confondermi. Che razza di mostro era mai quello?

    Nel frattempo sentivo la sua mancina vagare al bordo dei miei jeans, mentre l'avambraccio destro aveva bloccato il mio torace, per poi tenermi ferma la mascella con la mano.

    "N-no! NON VOGLIO! Ti ho dett-... ahhhff..."

    Mi sfuggì quel gemito a fior di bocca, quasi fosse una sorta di sussurro, non appena la mancina si era fatta spazio dentro i miei pantaloni, per poi afferrarmi con brutalità il membro. Conoscevo il piacere solo grazie a quelle mani così esperte e impetuose e il calore di esse non potevo di certo ignorarle. Mi facevano sentire tremendamente bene.

    "N-... no. Ci p-possono v-vedere tutti."

    "Non mentire, Lucian. So che ti piace."

    Sussurrò quelle parole dritto dritto al mio timpano, stordendomi. Confondendomi per l'ennesima volta. Quella tortura mi fece ribollire il sangue sotto la pelle del fallo, che iniziò a rispondere ai richiami del piacere. Davvero ero diventato così lascivo e spudorato?

    Iniziai a tremare come una foglia, e a mantenere il più possibile silenzioso il respiro, dato che non ci tenevo affatto farmi sentire dagli altri.

    "P-perchè m-m-....ahhfff. Mi fai questo?"

    Ridacchiò piano, ignorandomi palesemente e andandomi a torturare il lobo dell'orecchio sinistro con la punta della sua ruvida lingua, facendomi chiudere con forza gli occhi, vergognandomi come un pazzo di quello che sarebbe successo da lì a poco e le eventuali conseguenze.

    "Sei venuto presto, oggi. Sei così sensibile perchè ultimamente non l'abbiamo fatto?"

    Domandò, stringendo con più vigore sotto la mia mascella, mentre la mancina iniziava ad accarezzarmi i testicoli che nel venire si erano bagnati. Mi faceva provare una sensazione che mi faceva letteralmente andare fuori di testa, quasi ubriaco della sua passione e della sua bastardaggine. Una sensazione che mi faceva isolare dal mondo intero ancora una volta e desiderare il corpo di colui che amavo, profondamente.

    Con il volto girato di lato, potevo vedersi leccare la punta dell'indice che si era sporcato, e a quella visione non potevo di certo rimanere indifferente. Anzi, mi sentivo chiaro e tondo il cuore accellerare il suo ritmo e il calore diffondersi ovunque dentro di me. Come faceva a essere sempre e solo provocante? Stava assaggiando poche gocce del mio sperma, e questo mi faceva letteralmente imbarazzare ed arrossire.

    "E' buono! Dovresti assaggiare..."

    Ridacchiò pestifero, porgendomi quel polpastrello dritto alla bocca. Scossi il capo, tutto rosso in viso. Non volevo farlo. Come poteva piacergli il saporaccio del mio sperma? Aveva limiti la sua perversione?

    "... non voglio assaggiarmi."

    Dichiarai il mio disappunto, prima di portare gli occhi di cristallo sulle sue iridi di nebbia, consapevole del fatto di sembrare completamente uno sfigato con quel rossore dipinto sul volto. Assottigliò di nuovo le labbra, prima di incresparle e mostrarmi un sorriso sinistro e del tutto teatrale, come era suo solito, daltronde.

    "Peccato. E' davvero una prelibatezza."

    Allentò piano la presa della mano sotto la mia mascella, permettendomi di girarmi verso di Lui e dare le spalle al cornicione del balcone. Ero completamente rosso come un pomodoro, perchè con cura si stava assaggiando le dita con cui mi aveva fatto venire l'orgasmo. Non appena ebbe finito, rivolse tutta la sua attenzione su di me, sorridendomi di nuovo, prima di prendermi il viso tra le mani e farmi avvicinare a Lui. Mi iniziò ad accarezzare gli zigomi coi polpastrelli di ambedue le mani, facendomi sollevare il mento maggiormente, così che lo guardassi meglio.

    "C-che stai f-facendo?"

    Domandai, sentendomi tremendamente timido. Dopotutto quella situazione aveva preso una piega inaspettata, e il cuore mi stava rimbambendo del tutto e togliendo il fiato.

    "Voglio baciarti. E' forse vietato?"

    Mi teneva il volto tra le mani e probabilmente, se non fosse stato così, avrebbero ceduto le gambe per l'emozione che provavo in quel momento. Ero combattuto tra due sentimenti, il primo, quello di disprezzo e di odio per la consapevolezza di essere niente di più, che un semplice amico di sesso. Magari il primo della sua eventuale ''lista''. Il secondo invece era quello di un amore sconfinato e senza limiti, che mi suggeriva ogni volta di approfittarmi di quei momenti, perchè potevano essere gli ultimi. Ero ancora rosso e non appena incrociai gli occhi di Roderick di nuovo, mi sfuggì un sorriso timido e avvertivo le labbra tremarmi, come se fossi sul punto di piangere.

    "B-ba-...baciami, Roderick."

    Dal basso potevo vedere come avesse preso forma il suo sorriso sinistro. Era bello da morire. Gli orecchini ad anello di argento ad entrambi i lobi gli davano quasi l'aria di pirata e il piccolo buco tra gli incisivi lo facevano sembrare ancora più lussurioso di quanto già non fosse. Le mie dita affusolate cercavano i suoi capelli castani scuri che gli ricadevano a metà del collo. Glieli strinsi al livello della nuca, non appena le nostre bocce si unirono in un bacio fatto di passione, che aveva diverse sfumature. Avevamo entrambi gli occhi chiusi, lasciando che le nostre lingue si incrociassero di nuovo per accarezzarsi e per darci piacere, quel piacere che solo noi ci potevamo dare. Ci stavamo consumando le braccia, nell'atto di stringerci, quasi a non voler lasciare l'altro libero di scappare, quasi fosse giusto l'ora di stare così e donarci un po' di passione.



    Come al solito gli stavo donando il mio amore.



    "Ti amo, Roderick"

    "Lo so..."


    --------------------------------------------
    Salve a tutti! Che posso dire? Non potevo di certo non poter aggiungere questo capitolo che avevo scritto un sacco di tempo fa tra il mio amatissimo Lucian e il mio bastardissimo Roderick. Come sapete, al cuore non si comanda, giusto? Solo che lo trovo fin troppo poco spinto, rimedierò! (+_+) Amo immaginarmi le scene di sesso, perdono!
    Provo un amore sconsiderato per il mio piccolo Lucian, sebbene sia un personaggio secondario alla storia in se', spero che si legga tra le righe! Questo capitolo fa da contorno, insomma è come la glassa che abbellisce una bellissima torta (*___*) poi ognuno ha i propri gusti. Non temete, non smetterò di continuare a scrivere al meglio tutti i pensieri e le esperienze di Lee ;D
    Se qualcuno vuole farmi una critica, che non si faccia intimorire! Sono curiosa di sapere a quanta gente non piace quello che ho scritto (?). x'D Sì, sono parecchio masochista! Ovviamente nei prossimi capitoli racconterò le storie sventurate di altri modelli che si trovano alla gilda! ;'''D MUAHAUHAUH-
    Vi auguro una buona serata! Ciau!

    Curiosità della autrice:
    Roderick è il suo alter-ego!

    Melissa & Diana - 03


    "Heeeeey! Guarda chi c'èèèèè!! CLARICE!"

    Mi trovavo sulle scale di quel palazzo, dove ero stato quattro giorni prima per la realizzazione del mio dipinto, per raggiungere il Nascondiglio, quando quel saluto mi aveva fatto sobbalzare con violenza.

    Era stata una accoglienza così tanto inaspettata che la sonnolenza -persecutrice fin da prima mattina- mi aveva abbandonato, lasciando i nervi sull'attenti. Non era la voce del Diavolo pervertito e neppure di quel pudico di Vampiro. Ma allora di chi era? Avevo messo il piede sul terzo gradino della seconda rampa di scale e, alzando bene lo sguardo verso l'alto, potevo vedere sporgere dalla ringhiera del piano di sopra una boccolosa chioma rossa, ricadere verso il basso.

    "Hey! Ma lo sai che sembri proprio una Ragazza tuuuuuu?"

    Probabilmente il mio volto stava assumendo una smorfia strana, perchè quella Figura incominciò improvvisamente a ridere in modo tanto singolare. Non avevo capito fino in fondo se mi stesse prendendo in giro, oppure lodando. Inoltre avevo dei dubbi sul suo sesso. A primo impatto ipotizzai che fosse un un Ragazzo. Lo avevo dedotto dal suono rauco che era uscito dalla sua bocca. Ma non ne ero completamente sicuro poichè non riuscivo a vederlo in faccia con quei lunghi capelli, dal basso. Il ciuffo poi gli copriva gran parte del volto. Riuscivo giusto a intravedere la forma della sua bocca.

    "Anche tu non sembri tanto virile, sai <3?''

    Mi uscì quella frase con un ghigno a fior di labbra. Volevo stare al suo gioco, in un certo senso. Doveva trattarsi di qualcuno che amava giocare. Ma quella domanda retorica poteva sembrare un insulto da parte mia, ma non voleva esserlo per davvero. Altrimenti sarei risultato un ipocrita perchè avevo incominciato, con il Nascondiglio del Diavolo, a fare della mia androginità il mio punto di forza. Si fermò dal ridere, e non appena abbozzò un sorriso -che classificai dolce- ne rimasi colpito: non si era per niente offeso. Era contento?

    "... è solo che sono felice che sia arrivato un nuovo membro della nostra Famiglia!"

    Rimasi di stucco. Il Nascondiglio del Diavolo era una famiglia? Ma che stava dicendo? Mica qualsiasi capo famiglia si comporta da perfetto pervertito di turno coi propri familiari, come fa Roderick per stuzzicare il proprio ''genio artistico'' e realizzare le opere più belle che si potessero vendere su mercato. No. Ero sicuro che non avrei mai reputato quella una Famiglia. Non mi lasciò altro tempo per rimurginarci sopra, perchè -come un bambino eccitato quando è vicino all'abero di Natale- si precipitò a correre giù per le scale per venirmi in contro. Rimasi ben che stupefatto.

    Devo ammettere che ero anche un po' imbarazzato. Quanti anni poteva mai avere? Solo quando si piazzò sul gradino più in alto della mia stessa rampa di scale ebbi l'occasione di vederlo bene in faccia. Quasi rimasi a bocca aperta.

    Era il Ragazzo più bello che io avessi mai visto in vita mia. Mi vergognai terribilmente quando presi coscienza di quel pensiero. Ero sicuro di essere imbarazzato, probabilmente rosso sulla pelle diafana che di solito sembrava quella di un cadavere. Al contrario la sua pelle invece di un roseo immacolato che quasi mi veniva voglia di toccarla. Era strano che un Ragazzo per niente effemminato ne fosse il proprietario. Quasi provai invidia.

    Gli occhi, che erano parte nascosti da un ciuffo obliquo rivolto verso destra, erano di un verde vivace, che quasi mi ricordavano il colore dell'erba di un comunissimo parco londinese, quando è bagnata dalla pioggia. Sebbene fossero sottili come quelli di Roderick, non apparivano per niente minacciosi o superbi. Erano spontanei e vivaci. Quasi quanto i lunghi capelli mossi e rossi, quasi ribelli, da far venire la tentazione di arricciarci un dito dentro. Mi contemplò per qualche nano secondo, dalla testa fino ai piedi, prima di annuire contento e giocoso, e scendere gli ultimi gradini che ci separavano.

    "Roderick mi ha battezzato "Melissa'', ma sono Joshua Russell. Piacere!"

    Si presentò con un sorriso stampato sulla faccia, quando avvicinò verso il sottoscritto la sua mano affusolata e lunga. Silenziosamente sussultai. Voleva che gli stringessi la mano? Una mano così b-e-l-l-a? Non rischiavo di sciupargliela?
    Non riuscivo quasi a presentarmi, perchè mi sentivo venire meno la voce. Non tanto perchè Joshua Russell -sempre se avevo afferrato bene il suo nome- avesse fatto una apparizione così tanto simpatica, ma perchè mi sembrava tanto imbarazzante presentarmi a uno sconosciuto con una stretta di mano.

    Mi stavo facendo timido, ed mi ero sempre paragonato a una vera macchina da guerra, che non ha paura di niente e nessuno. Non riuscivo proprio a guardarlo in faccia, e così con quanta aria avessi insiprato in quella frazione di secondo, a voce chiara e veloce mi presentai.

    "Lee Price, piacere!"

    E ricambiai la stretta di mano, aiutandomi con entrambe le mani, senza pensarci ulteriormente. Sembravo un perfetto idiota, in quella posizione. Ma Joshua non me lo fece notare, e quasi potevo sussurrare un ''Grazie a Dio'' a fior di labbra per quanto mi sentissi sollevato a quell'idea. Sospirai e poi alzai lo sguardo, rivolgendolo al mio interlocutore dai lunghi e splendidi capelli rossi.

    "Ehehehe, lo sapevo già come ti chiamavi! <3"

    Ed ecco che rimpiansi di averlo guardato di nuovo! Sussultai e imprecai sonoramente, mentre il Rosso non la smetteva più di ridere scherzosamente. Sì, in quel momento Quello mi stava facendo capire come fossi diventato un idiota.

    "Melissa! DOVE TI SEI CACCIATO?"

    Rimasi sorpreso quando vidi l'Altro interrompere quella risata che mi aveva poi contagiato -sebbene fossi ancora imbarazzato-, non appena una voce con uno strano accento -a me sconosciuto- lo aveva chiamato dall'appartamento del Diavolo. Una altra voce a cui non sapevo associare il suo proprietario.

    "Szymon! Sono qua sotto!"

    Rispose, sorridendomi a 32 denti. Dio, erano perfetti pure quelli. Che invidia.

    "C'è Clarice! Mi hai sentito?! Cla-ri-ce!"

    Aggiunse, liberando lentamente la mano dalle mie, rivolgendo lo sguardo verso l'alto. Voleva farsi meglio sentire dall'Altro che lo stava cercando e chiamando dal piano di sopra. Non avevo ancora ben chiaro il motivo per cui sulla bocca e sugli occhi di Joshua ci fosse così tanto entusiasmo nei miei riguardi. E la cosa non poteva che farmi imbarazzare da morire e confondere.

    "Dai cazzo, Melissa! Mi mancava qualche scatto e te ne sei filato via. Cretino."

    Aveva risposto quella voce dall'alto. No, non poteva essere proprio di Londra, e neppure inglese. Perchè quella conversazione sulle scale del condominio? La nostra gilda non doveva mica essere all'oscuro di tutti? Cosa stava succedendo?

    "Eddai, Diana. Non arrabbiarti. Clarice ed io arriviamo."

    Abbassò di nuovo il capo, per sorridermi di nuovo e rivolgermi lo sguardo smeraldo.

    Non disse una parola di troppo, e mi avvolse il polso destro con la sua mancina, per poi affiancarmi a Lui e guidarmi nella salita. Diversi gradini più tardi, salimmo sul piano e riuscivo a vedere un giovane Moro con gli occhiali scuri sopra il capo, appoggiato col fianco sulla soglia di quella porta aperta. Dalla Nikon che portava appesa al collo e dalle parole che avevo sentito dire da Quello, doveva trattarsi di un fotografo. Probabilmente uno dei tanti collaboratori fidati di Roderick, quel Diavolo. Aveva lo sguardo vagamente irritato, ma non potevo biasimarlo, dal momento che Joshua aveva interrotto il suo lavoro. Inoltre aveva le braccia tenute conserte contro il torace e questo mi faceva presupporre che aveva perso la pazienza. Quella espressione svanì, non appena incrociò il mio sguardo. La fronte si era rilassata ed era comparso un sorriso composto ed elegante sul suo volto. Sembrava un vero e proprio Principe. Ciò mi fece venire i brividi. Disturbo di personalità forse? Oppure stavo esagerando?

    "Lee Price, Lui è Diana. Szymon Kazimierz, Lui è Clarice. Quello nuovo...!"

    "Piacere mio, Clarice. Felice di conoscerti!"

    Rispose composto quello che si chiamava Szymon. Era strano vederlo così formale ed educato, quando un attimo prima -pensando che non ci fossi- si era messo a inveire contro il Rosso, sfuggendosi qualche parolaccia. Senza troppi giri di parole, mi prese con ambedue le mani sottili la mancina libera, prima di avvicinarsela alle labbra e lasciare sul dorso un silenzioso bacio. Un bacio a mano. No, non potevo proprio crederci. Non potevo proprio credere che un Ragazzo che potesse avere sui venti anni ancora usasse il bacio a mano come forma di saluto. Mi si era accapponata la pelle. Non appena si accorse che fossi diventato rigido come una pietra, posò lo sguardo su di me, prima di liberare quella presa tanto leggera. Probabilmente non capiva il motivo della mia reazione.

    Invece Joshua ridacchiò pestifero, prima di appoggiare la destra sulla spalla del Moro. Gli diede uno strattone abbastanza forte da riuscire a farlo scansare via da lì e lasciarci l'ingresso libero per accedere. Szymon si sfuggì una imprecazione, e il Rosso mi trascinò dentro l'appartamento che avevo visto la prima volta 4 giorni prima.

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    Spero che a qualcuno piaccia altrimenti mi deprimo x'D
    Ciauuuuu!!
     
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  3. Kurarissa-sama
        +1   -1
     
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    User deleted


    La Spontaneità è Blu - 04




    Joshua mi aveva guidato all'interno dell'appartamento del Diavolo. Rimasi quasi a bocca aperta. Sembrava un soggiorno diverso da quello che mi era stato presentato da Roderick e Lucian qualche sera fa. Le due poltrone che affiancavano il sofà in porpora -ed erano rivolte una opposto all'altra- erano state accantonate contro le pareti color crema. Al centro non regnava altro che quel divano, posto sopra un tappeto con una fantasia quasi spettrale, dove il grigio e il nero si mescolavano come il fumo. Agli angoli di ciascuna parete avevano collocato dei grandi riflettori. Supposi che tutto ciò doveva avere a che fare coi famosi ''scatti'' di cui parlava Szymon, qualche momento fa. Dopo aver chiuso la porta dietro di noi, Szymon raggiunse la mia sinistra, assieme Joshua che mi teneva ancora il polso destro avvolto tra le sue dita. Mi sentivo i loro sguardi addosso, quasi impazienti di sapere che cosa pensassi in quel preciso istante.

    "Dunque... qua non si fanno solo dipinti, giusto?"

    "Esatto, Clarice!"

    Mi rispose trionfante il Rosso, ridacchiando un po'. Non avevo lo sguardo su nessuno dei due che mi affiancavano, eppure ero quasi sicuro che entrambi stessero sorridendo. Forse erano entusiasti di farmi vedere ciò per cui spendevano tempo e pazienza.

    "E Roderick ti lascia il suo appartamento, Szymon?"

    Domandai di nuovo, ma questa volta portai lo sguardo alla mia sinistra, dove c'era lo straniero con la Nikon appesa al collo. Annuì col capo, in risposta alla mia domanda, portandosi nel frattempo alcune ciocche dei suoi capelli castani dietro le orecchie. Solo in quel frangente feci caso alla loro lunghezza. Doveva prendersene davvero cura.

    "... eheheh! Clarice! Dovresti sapere che Szymon ha lasciato il Fratellino in Polonia per conoscere Roderick...!"

    Rispose improvvisamente il Rosso, tirandomi al polso. Mi fece capire con quel gesto che voleva guidarmi. Szymon si sfuggì un rassegnato ''sembra qualcosa di molto ambuguo quello che hai appena detto, Melissa'', accompagnato da un sospiro, mentre noi tre ci addentrammo. Il rumore tonfo di passi frettolosi si poteva udire. A quanto pare non erano solo Szymon e Joshua a lavorare qualche attimo prima del mio arrivo. Rivolgemmo lo sguardo tutti e tre dove provenissero quesi passi. Infatti non venimmo colti impreparati quando si aprì rumorosamente la porta che conoscevo bene -quella del famoso sgabuzzino- e sbucò la testolina di una Figura tanto minuta. Sorrise timida quando incrociò il mio sguardo e non potetti ignorare il colore intenso dei suoi occhi blu.

    "Puffetta! Vieni, c'è Clarice!"

    Sotto il nostro sguardo, quella Figura che era stata incoraggiata da Joshua uscì completamente da quella stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Rimasi completamente sorpreso e intenerito e compresi il perchè Joshua l'avesse chiamata con quel pseudonimo! Prima ancora di capire che davanti a me si trovasse una Ragazza a tutti gli effetti, il primo particolare di Lei che mi colpì con tenerezza era... ''Blu''. Esatto. Era Blu dalla testa ai piedi. Portava i capelli di quella tinta bizzarra in una coda di cavallo, tenuta ferma dietro il capo, grazie a un improvvisato mollettone. Di blu erano pure i suoi enormi occhi. Aveva evidenziato la loro ampiezza dolce grazie a un tratto sottile di matita nera, che quasi sfumava agli angoli di essi. Doveva averli truccati diverse ore prima. Le labbra erano di un roseo naturale, forse un po' in risalto dal colore chiaro che ricopriva la sua pelle del viso. Non doveva questo essere naturale. Probabilmente si era servita di un fondotinta in mousse come base, per poter nascondere qualche imperfezione del viso. Portava una maglia larga celeste su cui era scritto ''Keep Calm, and Drink Tea'', che le scopriva le spalle, nascondendole invece i formosi seni e i fianchi. Sotto quella maglia si potevano intravedere i bordi dei pantaloncini corti in jeans. Se le avessi lanciato uno sguardo distratto, magari durante una passeggiata, probabilmente avrei pensato che non li portasse nemmeno. Ridacchò dolce, quella Puffetta, venendomi in contro -scalza- saltellando. Solo quando me la trovai sotto il naso, mi resi conto di quanto fosse bassa di statura. Ma ciò non poteva che darmi conferma di quanto avessi fino a quel momento pensato: era tremendamente graziosa e piccola. A pelle sentivo che le avrei voluto bene. Mi guardò meglio negli occhi e il mio cuore sussultò senza preavviso non appena sentii una sua manina sfiorarmi le punte dei miei lunghi capelli di un biondo-tinto-freddo.

    "Ti stanno proprio bene i capelli. Lo sai, Clarice?"

    Incominciò quella Nanerottola graziosa, con una voce limpida. Ovviamente il suo sguardo mi abbandonò, e si concentrò sulle punte che le sue piccole dita stavano toccando. Ero sicuro che la piastra col tempo me le avesse rovinate, ma non potevo fare a meno di usarla.

    "Ehm... e-ecco..."

    "... mi lascerai l'onore di prendermene cura, veroooooo?"

    Non mi lasciò tempo di farfugliare qualcosa di intelligente, poichè quella Puffetta Celeste mi interruppe. La spontaneità con cui mi aveva accolto mi aveva disarmato e aveva di nuovo rivolto l'oceano dei suoi occhi verso il sottoscritto.

    "...m-ma certo! Tutte le volte che vuoi!"

    Risposi istintivamente, quasi si trattasse di qualcuno che conoscevo ormai da tanto tempo. La sua dolcezza e spontaneità mi trasmettevano fiducia nei suo confronti, e anche tenerezza. Infatti mi sfuggì un sorriso complice. Sì, forse io e quella Puffetta potevamo essere davvero complici nel Nascondiglio del Diavolo. Solo non capivo come una Ragazza simile potesse trovarsi in un posto simile.

    "Emily Shelley è una delle migliori truccatrici-parrucchiere che abbiamo nello staff, Clarice. Se Joshua riesce a essere così bello è solo grazie al suo aiuto..."

    "EHI! Guarda che io sono bello già di mio!"

    "... quindi sarai sotto le sue mani, fino a quando non smetterai di lavorare per Roderick. Ti ha dato appuntamento oggi qui perchè la conoscessi e riponessi in Lei la tua fiducia."

    Aveva aggiunto Szymon, prima di affiancare la sua piccola partner di lavoro e passarle un braccio sopra le spalle. Emily ridacchiò tanto felice rivolta al Moro per come era stata presentata al sottoscritto e per ringraziarlo gli gettò le braccia al collo, esclamando un ''Amoooooooooore mioooooooo! Frrrrrrr-''.

    Fui costretto a smettere di guardarli. Non riuscivo proprio a sopportare il flirt di due innamorati, quando fanno ''nasino-nasino''. O meglio, era la Puffetta a farglielo al Principe, che, dandole qualche leggera pacca alla schiena, farfugliava un ''Eddai, Emily. Mi stai imbarazzando col tuo modo di fare!".

    Era qualcosa che andava al di là del mio grado di sopportazione.

    Però Joshua attirò la mia attenzione quando mi diede un piccolo strattone al polso. Quasi mi ero scordato che me lo stava ancora tenendo avvolto. Girai il capo alla mia destra, quanto fosse necessario per guardarlo negli occhi.

    "Se ti sentirai trascurato, potrei farti anche io ''nasino-nasino'', sai? <3''

    Szymon e Emily erano tanto presi nel loro mondo, tale per cui non erano riusciti a sentire il Rosso proferire quelle parole scherzose. Sebbene quelle fossero fuori luogo, mi fecero abbozzare un ghigno. Sì, probabilmente Joshua mi aveva lanciato una ancora di salvezza. Aveva compreso il mio stato d'animo, semplicemente guardandomi.

    "Me lo ricorderò allora. Guai a te se ti rimangerai la parola."

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    Non è ancora passata una sola settimana ed eccomi arrivata al quarto capitolo della mia storia originale!
    Sono davvero felice! :D Spero che sia piacevole anche per voi leggerlo, altrimenti dovrei deprimermi! xP
    Lasciateeeeeemi un commentino, altrimenti la mia Emily si mette a piangere come una Ragazzina! xD

    Curiosità dell'Autrice:
    Emily e Yuki_sama frequentano lo stesso corso all'Università. (No, non sono una truccatrice-parrucchiera xD Emily fa pure l'università seriamente!)
     
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2 replies since 25/3/2013, 15:30   65 views
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