Le desert de la Rose.

Magi. R18.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    naozaj šialený.

    Group
    Manga Slave
    Posts
    3,594
    Reputation
    0
    Location
    Destiny Island~

    Status
    Anonymous
    FOGLIO ILLUSTRATIVO: usare con CAUTELA!
    Aaaallora~ Presentiamoci tentando di non degenerare.
    Siamo DUE BARBONE che non potevano starsene ferme e, non avendo una minchia da fare, si son date al suicidio in una fan fiction a 4 mani -checculo 8D
    .. A quanto vediamo, la Kassali non è una coppia che si è preso molto in considerazione -MALE *addita*- e in più, non c’è n’è UNA dove ci sia del vero e fottutissimo SESSO.
    Cacchio, con uno come Kassim come fai a non mettercelo =ççç=
    Dunque.
    Questo è un piccolissimo prologo. Questo così come parte del prossimo capitolo, è giusto per dare una volata all'ambientazione generale e al mondo su cui si baserà l’intera storia; ed inoltre, non volevamo che un background uguale e copiato/incollato dal manga stesso di Magi, e abbiamo deciso di rimodernare un po’ le parti e la sceneggiatura.

    Detto ciò, enjoy
    REPERIBILE QUI SU EFP: www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1790507&i=1
    CONTATTO DI ME E NILL: www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=417073

    Rating: Rosso
    Genere: Angst, Erotico, Romantico
    Tipo di coppia: Yaoi
    Personaggi: Alibaba Saluja, Kassim
    Note: AU, Lemon
    Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate





    { Le desert de la Rose. }







    00# Prologo


    Un vago odore di incenso unito ad oppio si poteva percepire nel momento stesso in cui si metteva piede in quel locale senza nome.

    Luci soffuse, quasi assenti se non fosse stato per quelle fiaccole lucenti poste ai lati della grande sala principale, rendevano l’atmosfera più calda, più esotica, più intima; tendaggi di svariate sfumature, dai colori accesi che andavano poi a sfociare in quelli più tenui e cupi per dare un tocco più riservato ad un luogo dove nessuno doveva sapere chi si celava dietro quei veli, dietro quegli occhi contornati di khol nero e brillante, dietro quei corpi sinuosi ma formosi che venivano toccati, bramati, desiderati da molti.

    Non era raro, anzi di uso frequente, vedere locali simili spari per la città di Bali; molti erano creati in maniera spicciola e privi di qualsivoglia briga di mantenere un minimo di pudore per chi vi entrava e vedeva come le donne venivano montate in maniera squallida e senza remora all’angolo della stanza, non appena si varcava la soglia di quella struttura.

    Ma quel, posto in un vicolo appena in disparte della città di Bali, appena al di fuori del centro ma ben raggiungibile, era nettamente diverso, come pochi ce n’erano sparsi e che si potevano contare sulle dita di una mano.

    Ovviamente un bordello non è altro che un bordello, in qualunque modo lo si veda; ma quello, aveva stile e classe. Non troppa, dopotutto era comunque fatto per compiacere a qualsiasi tipologia di cliente che richiedesse servizi di qualsiasi genere; ma era bello.

    Così come belle erano coloro che concedevano il proprio corpo, sussurrando parole languide e lascivamente muovevano i fianchi, irretendo persino l’uomo più puro su quella terra d’Arabia, in un periodo in cui la divisione di classi era netta e la si poteva vedere per strada, sugli occhi stanchi e malati di uomini che chiedevano qualche spicciolo per arrivare a fine mese o di un giovane che veniva spinto al furto pur di sfamare sua madre con i suoi fratelli.

    Era l’era della nuova tecnologia, dove i treni a vapore avevano preso il posto dei cavalli da soma e cammelli per i lunghi viaggi e le macchine delle carovane.

    Ma benché questa nuova era fosse appena iniziata, la distinzione di ceto in Arabia era nettamente visibile anche ad occhio nudo e che i poveri fossero stati quelli maggiormente colpiti -in maniera sfavorevole- da questi nuovi cambiamenti, quei luoghi rimanevano comunque uno dei lussi che potevano ancora permettersi e che riuniva entrambi i due mondi.

    Non c’era povero o ricco che non cedesse o che non riuscisse a non rispondere al richiamo del piacere più antico e più appagante del mondo: il sesso.
    Perché, in parole povere, era questo che in quei bordelli si sentiva, si vedeva e si leggeva con gli occhi, col naso, con tutti i sensi.
    Il Karma era uno di quelli, splendente nei suoi colori sfavillanti, dal rosso sangue all’arancio più acceso, impregnati dell’odore di incenso, di cumino con una leggera sfumatura di fiori esotici, che pungevano al naso ma piacevole nonostante tutto; e nel momento in cui vi si metteva piede, quella sensazione di calore e intimità di poteva sentire maggiormente, in quella sala grande, la quale, in quel momento, era costituita da uomini desiderosi di attenzioni, vogliosi di qualcosa di più che semplici carezze o abbracci; erano vogliosi di sesso.

    E se ne stavano sedute su poltroncine imbottite ai lati, le persone, di fronte a tavolinetti piccoli e tondi fatti in legno, quasi a delineare una via d’ingresso per tutta la parte centrale della stanza che era messa in semioscurità illuminata solo da una fioca luce di lanterne bucherellate e che creavano effetti su pareti dipinte di un nocciola caldo oppure su tende ed arazzi che drappeggiavano il tutto. Molti di questi venivano usati come dei separé di modo da celare al mondo ciò che avveniva dietro, su quei cuscini imbottiti e su quei pavimenti mai spogli ma sempre coperti da tappeti morbidi e appena ispidi al tatto.
    Ma quella era solo la parte inferiore. Ce n’era un’altra, più intima e riservata che si trovava ai piani superiori, ai quali si accedeva tramite una scalinata che costeggiava la parete di fronte dell’ingresso, la quale dava su un corridoio che si affacciava sul salone principale; e le stanze, prive di porte ma munite di tendaggi, si aprivano mano a mano che si percorreva quel lungo corridoio.

    Ansimi affrettati si susseguivano l'uno dopo l'altro, gemiti strozzati fuoriuscivano da sottili labbra rosate e rese tumide per i mille baci che gli erano stati strappati a forza, e corpi audaci si ricercavano l'uno con l'altro in una spasmodica danza che, ben presto, sarebbe giunta al termine.

    Il corpo vagamente pallido del Dominato era inerme, a gattoni, sotto al corpo scultoreo di quell'uomo di molto più grande di lui, tanto di stazza quanto di età che, con forza, gli premeva sui fianchi per portarlo ancora di più dentro di lui.

    Aprì quelle labbra color carne fresca, in un gemito sordo e roco, venendo impudicamente.

    E fu con un ansimo sordo del Dominante che quel rituale ebbe termine, con lui che lo lasciava ricadere a terra, tra i cuscini e le sete preziose e dai mille colori, stremato e con ciò che ne era conseguito di quella notte.

    Il volto infantile dalle guance piene, rosse, del ragazzo era velato dalla fatica ma con un sorriso tiepido si inclinò ad osservare l'uomo che tastava un poco del suo liquido e se lo portava alle labbra, gustandolo appieno.


    “Come sempre, mi ecciti a tal punto da farmi venire due volte di fila.”


    I lunghi capelli dorati si mossero assieme al capo del diretto interessato, che si sorresse con l'avambraccio, abbassando di poco lo sguardo, per poi rialzarlo coperto dalla frangia, schiudendo le labbra.

    Un attimo di titubanza, per poi piegarle di nuovo in un sorriso cordiale e tenue.

    Lo vide alzarsi e rivestirsi in fretta, circondandosi la spalla e il busto un paio di volte con una toga grigia, imprecando appena per essersi sgualcita col cadere a terra in quegli attimi di desiderio e foga, per poi piegarsi e baciarlo sbrigativamente sulle labbra mentre lui si rimetteva seduto sul tappeto e lo guardava scostare la tenda e lasciarlo da solo.

    Rimase immobile sospirando appena, per poi abbassare il viso che ritornò atono ed inespressivo.


    “Già, come sempre..”
     
    .
0 replies since 14/5/2013, 18:22   20 views
  Share  
.